martedì, dicembre 30, 2008

OROSCOPONE 2009

Ritorna l'appuntamento più amato dai fan iPiroga , signori e signore, l'oroscopone completo segno per segno 2009, un bell'applauso :



L'extracomunitario : per i diventati presidenti degli Stati Uniti in Gennaio

Il 20 gennaio diventerete il primo presidente nero d'America : lo so che sembra un sogno, ma questo oroscopo non sbaglia mai.









Il cotechino : per i nati sotto le Feste

Ritorna il grande classico dell'oroscopo iPiroga : ma per i nati sotto il segno del cotechino sarà l'ennesimo anno di magra . ahahahahahahahahahahahahahahah



Il 2008 : per i nati allo scoccare della mezzanotte

Si spera sempre che l'anno che arriva sia migliore di quello appena passato, ai nati sotto il segno del 2008 si consiglia di imparare presto a toccarsi le balle




L'iPiroga : per i nati lontano dalla terraferma

Le stelle sanno che non siete mai coi piedi per terra, non fatevi illusioni neanche nel 2009 : nessuno scriverà mai alla posta degli iPiroga, mai, un tale evento non accadrà mai.







Il Contrappasso ( dello Stelvio ) : per i nati sul confine

Giove che non era in grado di tenerlo un attimo nelle mutande entra nel vostro segno in questo nuovo anno : non aspettatevi che sia cambiato. Fate il vostro classico numero della saponetta che cade e andrà tutto bene. Ah dimenticavo, finirete dritti all'Inferno.


Il Rodrizio : per i nati il 13 ottobre

Il 2009 inizia con un oroscopone diverso dagli altri anni : meno risate più acidume. Siete maturati ; nel nuovo anno infradicerete.

Il rischio del ritorno della Vergine potrebbe concretizzarsi entro fine anno : attenzione.






Il Baro : per i nati il 3 maggio
Brutta annata per voi : non cederete alla tentazione di sbirciare le soluzioni di Grim Fandango fino alla fine e ne andrete orgogliosi. Ma, arrivati all'enigma finale il vostro meschino portatile vi giocherà un tiro mancino spazzando via il file di salvataggio. Le stelle prevedono numerose sedute da un terapista per superare la cosiddetta sindrome da Foresta Pietrificata. Ossa ossa ossa.
Il Furher : per i nati nel Terzo Reich

Anche gli astri si arrendono : quale dei due è il Furher ?
Il 2009 per i nati sotto il segno del Furher è' l'ora delle decisioni, la Germania si è svegliata.



Il Faraone : per i nati sotto il segno del Berlusca

Diventerete vigili urbani : un sogno che diventa realtà







Il Big Mike : per i nati sotto una bottiglia di Montenegro

Lo zodiaco vi sorride : troverete l'amore della vostra vita. Ma che sorpresa nello scoprire che è sempre stato sotto i vostri occhi : si chiama Davide Raano.



Il Irreprensibile : per i nati il 17 settembre

Un 2009 senza il bicchiere. Non è possibile dividere la vita di voi due. E' solo un anno di transizione : la vostra unione è scritta nelle stelle.



La (S)Figa : per tutti i lettori di questo misero Blog

Anche nel 2009 avrete la sfiga di non vedere neanche un'ombra di figa.
Qui l'oroscopo non sbaglia proprio mai.



en abyme, Mise

Un bicchiere di vino sofisticato, una coppia di pappagalli esotici, il suono di un clarinetto costoso, un giro di samba con tiro fisso, un acquerello a tinte vivaci che sa di sud america: il turismo sessuale è lontano, vero soltanto sulle pagine dei rotocalchi meno sofisticati.
L'acqua di fuoco nei guanti da neve: il mito dei sanbernardo vive ancora nel mito del cartone animato. 
Siamo pacchi, cartoni cinesi, inscatolati gli uni negli altri, come modi di dire, speranze, giri di parole: matrioske di Touring.
Ci sono volte in cui penso che la conoscenza sia soltanto una complessa applicazione dell' effetto Droste. 
Ma se il sapere non è altro che un'immagine inutile, continuamente nascosta all'interno di sè stessa allora a cosa servono, le opere d'arte?

venerdì, dicembre 26, 2008

Più senti odore di merda e più sei vicino alla verità

Ieri sera vado su iPiroga e trovo i post natalizi di Baro e Irreprensibile, "Manca solo il mio" - mi dico, pavoneggiandomi da fica di legno.
E invece poi spengo il pc, gonfio come un gatto in amore.
Adesso che sono qui mi viene il dubbio di averlo riacceso per parlare d'amore. Bel titolo del belino per un post che parla di amore o troppo facile parlare di amore sotto le feste?
Forse sto scrivendo un post solo per non studiare, ma allora avrei potuto dire come un gatto gonfio per essersi ingoiato mezzo Roppo, invece che gonfio di amore.
Il problema non sono le feste, il pandoro, il vischio, Santa Lucia, ma i gatti del mio giardino : loro sono in amore a Natale, io non lo so.
Si può essere innamorati di una scatola viola con quattro controller attaccati ? Trovare l'amore a Natale : bello.
Ma forse quello non è amore. Quella consolle è solo la mia puttana, la tiro fuori dall'armadio quando ho voglia, la condivido con gli amici il giorno di Natale, la rimetto dentro quando ho finito. Buongiorno e buonasera. Vecchia ma ancora buona.
Va bene niente amore il 25 dicembre.
Ma si può essere innamorati il giorno di Santo Stefano ? I miei gatti non sono più innamorati come ieri, lo vedo, e in realtà non sono neanche miei, mi piace solo pensarlo.
Però si può scrivere un post a Santo Stefano e parlare di verità.
O mi sono innamorato o me la sono fatta nelle mutande.

mercoledì, dicembre 24, 2008

(instrumental)

era una notte buia e tempestosa,
era la notte dei post
(tuoni)
stava seduto in accappatoio, le orecchie appese agli auricolari,
il volto illuminato dal monitor: il ritratto della bellezza virile
suonò il campanello
(din don)
apri' la porta girando la maniglia con l'alluce, c'erano fogli sparsi per tutta la stanza,
suonò ancora il campanello
(din don)
fuori non c'era nessuno, la luce non dipendeva nè dagli interruttori nè da fonti di luce riconoscibili: si trattava di un sogno cosciente
suonò il campanello
(din don)
un cane entrò dalla finestra
(bau bau)
un pitone serpeggiò fuori da un water chimico
(sss sss)
era attonito: avrebbero disordinato tutti i suoi fogli, come il vento d'autunno sparpaglia le sue foglie: erano molti, come soldatini bianchi
cercò di fermarli: chuise il corpo del serpente nella morsa dell'asse del cesso (clack!) prese il cane tenendolo dolorosamente per le zampe di dietro, come un salame (cai! cai!)
l'accappatoio era di quelli economici, che grattano la pelle (scrat scrit)
un motorino smarmittò, giù in strada (vrommm vroooommm, vroooooooOOOOoooom!m!)
apri' il frigorifero, ma una bottiglia, sistemata male, cadde a terra (crash!)
il liquido che conteneva si sparse tutto per terra: componendo scritte misteriose
avrebbe detto addio per sempre ai bucatini cipolla e peperone
nella notte dei post le parole sarebbero state onomatopee di sè stesse

martedì, dicembre 23, 2008

Tira ciü in perun de mussa che ina cubia de böi

Noramidopirina metansolfonato sodico.
Nimesulide?
Anche i principi attivi festeggiano il Natale. Nessuno gli fa gli auguri, nessuno dedica loro poesie.
Sijmadicandhapajiee.

venerdì, dicembre 19, 2008

il tormento e l'ecstasy

Bussano alla porta, ma non ho un campanello
com'è possibile?
accosto l'orecchio all'uscio: origlio
non sono dentro ma fuori,
guardo nello spioncino, dove vedo me stesso, in abito da sera
prima che al significato spirituale penso a quello fisico: sono fuori e non dentro
ma fuori da cosa? sono nella tromba delle scale ma fuori da un'appartamento,
sono nel palazzo ma fuori dalla porta,
il gatto che abita nelle scale mi guarda: gli occhi come finestre di un abbaino,
esco di corsa, ma non sulla via principale,
passo prima in una cucina, poi per una porta di servizio: sbuco in un vicolo scuro,
un cane mi abbaia, o forse sono tanti, ma legati da robuste catene: abbaino pure.
Esco sul boulevard, il riverbero mi tinge le retine di rosso e di giallo: i taxi e gli autobus a due piani,
mentre ne passa uno, cerco di sbirciarvi dentro da distante, per capire che gente c'è sopra,
mi accorgo di guardare il vetro dell'autobus dall'interno: sul marciapiede cè una zebra in abito da sera, mi chiedo cosa faccia in giro a quest' ora

domenica, dicembre 14, 2008

sarebbe stato meglio imparare la salsa

E' inutile, quando non ti viene in mente niente da dire sarebbe meglio tacere.
Eppure non riesco. Cerco di uscire dalla pagina bianca, ma predico bene e razzolo male: le dita battono frenetiche.
Guardo come ho incominciato, lo leggo: 
"E' inutile, quando non ti viene in mente niente da dire sarebbe meglio tacere."
Mi fa schifo, ma il resto posso farlo passare. Gli inizi sono sempre difficili, è la solita solfa sul transitorio. Ma non lo cancello, sono dell'idea che per poter iniziare ci si debba tappare il naso, sopportare lo sturo del lavandino intasato della creatività, e poi godersi lo scorrere ininterrotto che ne segue. Non sono un sadico, non voglio costringere millioni di persone a sopportare il dolore di sparare fuori il grumo più o meno denso che ne impedisce la volontà di espressione, però almeno una volta si dovrebbe provare. 
Mi ricordo dei temi. Il tema è l'unico gesto gentile dell'apparato scolastico nei confronti della creazione: ti viene dato un foglio bianco, un'idea di partenza, il La. Allora non resta che creare, perchè che sia bella o brutta o giusta o sbagliata anche un'opinione superpartes è mille volte più vera e più tangibile e più vicina ad essere veramente creata da te di qualunque altra cosa tu veda o senta, perchè per viverla non viene usato un senso, come l'udito o la vista, ma viene usata la materia prima dell'esistenza: la volontà.
Il foglio bianco è un telefono che squilla, un gatto bagnato che miagola sul davanzale, una rimozione forzata, un colpo di pistola: il foglio bianco è una grana, un casino, un problema che stimola e costringe e punzecchia fino a quando finalmente non ti decidi a prendere la penna, il sasso o il microfono in mano pur di zittirlo, rendendo vera e tangibile un'esperienza, un commento o un'opinione.
E se ancora non mi credi, prendi in mano qualcosa che hai fatto: sia essa una foto, una firma, un tema, un piatto scheggiato per errore. Guardalo e credi, convinciti, accorgiti, che se ciò che tieni tra le mani è vero ed è cosi' come lo vedi, è perchè l'hai fatto tu.

domenica, dicembre 07, 2008

ho esagerato

Monolocale, bilocale, trilocale, reggia: la vita in metri quadri.
Paesaggi, nature morte, ritratti: la vita incorniciata ed appesa.
Anche se non studi una cosa, puoi ugualmente farti l'idea di come funzioni. La televisione la usi, ma non sai come funziona. La lampadina la accendi, la telefonata la fai, il libro lo leggi. Sai perchè vuoi accendere la luce, sai perchè vuoi fare una telefonata, sai cosa vuoi ottenere leggendo quelle pagine. Pensi di conoscere i responsabili di tutto questo benessere: la casa editrice, la compagnia telefonica, la società elettrica. Cazzate. Intermediari generici di alto livello, ma inconsistenti.
Quando ti dicono "centrale elettrica" a cosa pensi?
Quando ti dicono "libro" a cosa pensi? All'artista? Allo scrittore bohème bello e dannato e geniale? Pensa alla tipografia, alla produzione, alla compravendita e distribuzione di un foglio di carta.
Guardi un foglio satinato e spieghi a te stesso: "il motivo per cui è tutto bello scivoloso al tatto? è comunissima carta, opportunamente trattata"
Ma è quell' "opportunamente trattata" che ti frega, che nasconde e cela in sè tutto quello che è troppo complesso o noioso o inutile ai fini della comprensione del prodotto finito.
Sono i "semplici calcoli" che il libro evita ad essere veramente casini, sono gli "scritti giovanili" appena menzionati dal testo di filosofia che portano in sè tutta la complessa e compressa immaturità di un pensiero veramente brillante.
Per semplicità, per necessità, siamo imbottigliati in una vita da utilizzatori, con un buco per mangiare ed uno per cagare, ed arriviamo a credere che tutto nasca sugli alberi e ci sia dovuto, che tutto sia prima complesso e poi, finalmente: semplice, edibile, comprensibile, accettabile.
Io non studio questa roba, non so se qualcuno abbia esplicitato meglio di me quello che sto per dire, ma ci proverò lo stesso: c'è uno momento nella vita in cui credi di non poter capire niente, uno in cui credi di aver capito tutto, ed uno in cui ti accorgi di poter e di aver capito solamente la tua incomunicabile visione della realtà.

venerdì, dicembre 05, 2008

Etere, o non Etere? Doveva chiamarsi "Nessun Dorma"

Come da titolo, il titolo doveva chiamarsi "Nessun Dorma".
Non so perchè ho cambiato, la gente cambia sempre le cose senza sapere bene perchè: le abitudini, la macchina, il posto nell'aula, le mutande.
Ah, ecco! La sentite la vergogna che si prova nel dire "mutande"? Forse è ancora più difficile dirlo al singolare: "mutanda". Provate, provate: non importa che siate nell'affollata promisquità di un'aula computer o nell'intimità della vostra cameretta, sarà difficile ed imbarazzante dire ad alta voce "mutande", scandendo bene tutte le labiali, le vocali, queste sette lettere complesse con la stessa voce con cui fareste un intervento al lavoro, o in classe, o sull'autobus.
Esatto: provate a dirlo con lo stesso tono con cui sull'autobus chiedete impazientemente "Scende?"  alla vecchietta rintronata dalla puzza d'ascella e kebab. 
Ah, mutatis mutandis, non si finisce mai d'imparare.

martedì, dicembre 02, 2008

La scorsa settimana hanno ammazzato Batman



Mondo crudele.
Ci mancava solo Batman.
Non bastavano quelli che la vecchia terribile ci aveva già strappato via in tutti questi anni?
Dopo Romeo e Giulietta, lo zio di Spider Man, il papà di Superman, William Wallace e sua moglie, Buba e Forrest Gump, e la moglie di Forrest, il nero del Miglio Verde, tutti i neri dei film horror o di guerra, che muoiono sempre tra i primi, o sicuramente non tra gli ultimi, Mufasa, Amleto, la mamma di Bambi, la mamma di Piedino, Thelma e Louise, Edvige la civetta troia di Harry Potter, Lucignolo di Pinocchio, Lucignolo di Italia Uno si spera presto, ecco Batman.
Circolano voci strane sul prestigioso City : si parla di un coinvolgimento di Robin.
Ho scritto questo post di denuncia esclusivamente per tranquillizzare i milioni di fan del pipistrello nel mondo, e i milioni di fan che avevano visto crollare cosi un' icona omosessuale forte come quella di Batman e Robin, molto più che colleghi nel combattere il crimine, molto più che amici fra le mura della Bat-Caverna.
State tranquilli ragazzi, Batman forse muore davvero, ma Robin in questa losca faccenda non c'entra proprio nulla.
In compenso...sarà Alfred a consolarlo?

venerdì, novembre 28, 2008

Senza titolo

La scuola dell'obbligo, o verità?
La ministra, la maestra, la minestra. Di ceci di fave, la fava: correggetemi se sbaglio.
Sarò sincero: non so di cosa scrivere. Una banbina che sposta i bicchieri col pensiero: non so cosa pensare. Si tratta anche questa volta di verità, oppure parliamo di un obbligo, e non lo sappiamo?
Mi viene in mente un giudice interno, il demone aristotelico: "Ti obbligo di dire la verità, soltanto la verità, nient'altro che la verità."
La verità è che ci sentiamo obbligati, si', ma a mentire. Ci teniamo di più a seguire l'immagine che abbiamo della realtà piuttosto che vedere noi stessi con i nostri occhi le differenze. E allora si' che le linee dritte in realtà sono tutte curve, perchè non c'è giustizia, o giudici aristotelici, o equilibrio o comunicabilità nella realtà. Non c'è pensiero che per quanto nascosto non produca in realtà e nella realtà un cambiamento palese agli occhi di tutti.
Non ci sono forze uguali e contrari nella fisica Vera e non c'è nulla se non un accordo, un magna-magna, una licenza presa tra amici che obblighi quel vettore a dirigersi in senso contrario.
No, non dipende da noi italiani, è una cosa di tutti, che riguarda non solo il genere umano ma perfino l'idea che esso ha di sè stesso. Perchè in definitiva ogni cosa si basa su cavilli, su vizi formali, su vuoti, che la natura per gusto, solo e solamente per il gusto del bello, nemmeno ha considerato.
E non si pensa mai al transitorio, ma solo alle risposte generalizzate, al comportamento a regime, al fatto che in fin dei conti poi tutto, come per magia o perchè minacciato, segue le regole generali.
Eppure mi viene da sperare che esistano delle forze partigiane, testarde, contrarie, che cerchino di fare le pecore nere, ma senza velleità, solo cosi', perchè è quello che gli dice il cuore.
E anzi non spero ma voglio, desidero queste forze casinare, pasticcione, che cerchino in tutti i modi di rompere la banalità e la linearità e l'unicità e l'esistenza delle risposte a cui il caro vecchio Arturo Doyle ci ha cosi ben abituato.
Leggendo le prime righe avete creduto d'intuire un post sulla riforma scolastica, e siete stati smentiti.
Avete percepito l'incipit di un post in rima e siete stati delusi nelle vostre aspettative.
Volevate qualcosa di bello, di comprensibile e breve e tutto ciò che desideravate o vi aspettavate o che trovavate logico è stato evitato e nullificato e perduto da un mattone di ribellione.
Si, questa è ribellione.

E' Rivoluzione.

lunedì, novembre 24, 2008

In memoria di Ilenia, la cocca della catechista

Ecco lo sapevo : non dovevo scrivere niente...e invece ormai l'ho fatta sporca
tutta colpa di Baro che non la vuol smettere di timonare...
"ti è mai successo di scrivere un messaggio ad uno e vederti rispondere dall'altro?"
si che mi è successo
"non so cosa leggere la sera visto che ho lasciato la Bibbia a Genova"
perchè mi perseguiti Irreprensibile
ebbene vediamo un attimo, una controllata giusto per scrupolo, per andare a letto tranquillo
1. Non avrai altro Dio fuori di me.
e qui non dovrebbero esserci problemi
2. Non nominare il nome di Dio invano.
ah mia nonna lo dice che la buona educazione ti porta dritto in paradiso
3. Ricordati di santificare le feste.
questo è fin troppo facile
4. Onora il padre e la madre.
anche qui ci siamo...siamo già al quarto e sono in regola
5. Non uccidere.
tutto liscio, potrei anche andare a dormire, ma voglio continuare
6. Non commettere atti impuri.
qui mi gioco il jolly e salto al prossimo
7. Non rubare.
chiedo scusa a cavestri per quelle figurine in terza elementare, per il resto sono pulito
8. Non dire falsa testimonianza.
sono un uomo di legge, mi cala la palpebra, il libro del catechismo mi cade dalle mani
9. Non desiderare la roba d'altri.
non mi piace pensare alla roba, mi fa venire in mente Verga, questa notte avrò gli incubi
me ne manca soltanto uno per essere santo subito
10. Non desiderare la donna d'altri.
...
...
chiamate il prete
l'Irreprensibile me lo diceva sempre che ero un povero diavolo
presto Perpetua chiamate il prete che ho peccato

domenica, novembre 23, 2008

Attention Chevaux

I cavalli sono un simbolo conclusivo, avrei dovuto capirlo subito.
Ma ormai il titolo l'avevo scritto, toccava andare avanti.
I cavalli sono un segno catartico, liberatorio, finale, me lo diceva la professoressa d'Inglese, parlando dei viaggi di Gulliver.
"Houyhnhnms!" mi diceva, con quell'accento straniero.
E io pensavo: "Houyhnhnms, Yahoos, Google, semo tutti amici, semo compari, fratelli, soci!"
Ma non pensavo al fatto che i cavalli sono un simbolo conclusivo, un monito, un Rubicone pericoloso, un Manzanarre o un Reno più evocativo persino dei velieri del deserto, anche se sicuramente meno odoroso.
La Nebulosa Testa di Cavallo si trova appena sotto Alnitak, la stella più ad est della cintura di Orione. E cosa c'è mitologicamente ad est, se non il male?
E' come nel Padrino: una testa di cavallo mozzata perchè si intuisca un limite, l'apice dell'evoluzione.
Varenne e Rennes-le-Château: vi sembrano ancora pochi gli indizi?
Non mi interessa se mi reputate alla stregua di Voyager: dovete capire!
Se continuiamo a giocare con la playstation perderemo i mignoli, poi gli anulari, i medi (e come faremo ad insultarci allora? diventeremo sicuramente esseri superiori, illuminati) poi gli indici ed infine l'agognato, il caro, vecchio pollice opponibile. E allora saranno zoccoli e zoccole, nitriti, froge e stridore di denti.
Sarà la calma della biada: dalle stelle alle stalle.

venerdì, novembre 14, 2008

Bancarotta

La pioggia 24ore. Un pezzo di strawberry fields. Il nocchiero baro continua imperterrito a timonare l' ipiroga; ma che fatica. Perchè l' ipiroga da sola non va avanti? E tutti quei discorsi sulle opere che vivono indipendentemente dai propri autori...iPiroga perchè non parli.

domenica, novembre 09, 2008

egocrazia

venerdì, novembre 07, 2008

penne alla bodka

Di cosa vive la gente?
A volte, soltanto a volte, la protratta esposizione ai fumi dei pennarelli per lavagne bianche può causare delirium tremens, cleptomania, efferratezza, esacerbazione. Quando poi la lavagna viene pulita con alcool etilico posso solo lasciarvi immaginare. Ci sono cose che non ti spiegano sui libri.
Di cosa vive la gente?
A volte, soltanto a volte, puoi essere talmente convinto del potere di un'azienda solo perchè produce il mouse dell'aula informatica, da comprarne, diciamo, un migliaio di azioni.
Le stesse azioni un'ora dopo valevano meno della carta su cui, febbricitante, cercavi di prendere appunti.
Ci sono volte in cui ti chiedi: di cosa vive la gente?
Che cosa rende viva la vita di un fan di Raffaella Carrà? Che cosa rende tangibile l'esistenza di una vecchia libraia di via Cairoli di cui nessuno sospetta l'esistenza?
Ci sono volte in cui diventa più interessante chiedersi che cosa renda visibile la vita piuttosto di che cosa o chi sia a crearla.
Poi il treno ferma alla tua stazione, e scendi in fretta come tutti gli altri.

sabato, novembre 01, 2008

Una resistenza al regime

Interno borghese, sera, tremolanti luce al neon, rumore di playstation, odore di sugo: un'appartamento come tanti.
All'improvviso suona il citofono: un suono insolito, come quando nel locale di periferia ordini incautamente un black russian.
Marito si alza, chiude Repubblica con un colpo di mouse, è in piedi. Si avvia a passi misurati verso l'ingresso: è un uomo rispettato.
Alza la cornetta, preme un pulsante, dice: Pronto.
Anche Moglie dice: Pronto, là in cucina, scolando la pasta.
Marito assume un'espressione grave, aggrotta le sopracciglia mentre il pomo d'Adamo cerca una sistemazione migliore, poi si rischiara, le pupille si allargano, le rughe della fronte si distendono verso la pelata incipiente: è felice. Chissà cos'ha sentito, dall'altro capo del filo.
Quando arriva in cucina non è più felice, è euforico: la camicia magenta è vistosamente pezzata di sudore, le mani gesticolano frenetiche col telecomando del garage, quello col portachiavi di Italia 90.
Moglie, Bambino e Bambina sono seduti a tavola, lo guardano in piedi sulla soglia della cucina, il loro rispetto per lui è granitico.
Bambino è un cacasotto e teme tutto quello che non capisce, vedendo il padre paralizzato dalla gioia chiede: 
"Papi, chi era al citoforo?"
Marito si desta come da un pensiero proibito, cerca le parole più volte, senza trovarle, Moglie lo esorta, adesso anche lei è preoccupata.
Finalmente Marito se la sente, è pronto a parlare:
"Cazzo ragazzi ci siamo! Era Giovanni Rana, che proprio adesso sta salendo le scale: stasera offre lui! Mamma, butta la pasta, per cena stavolta mangiamo qualcosa di buono!"
E la cucina esplode in grida di festa.

sabato, ottobre 25, 2008

sarà perfetto con le lenticchie

Vai dal macellaio, sono mesi che non ci vai.
La tua via è piena di questi commercianti, cè un abuso di macellai nella tua strada, nel tuo quartiere, in Italia. Un'orgia di carne, un corno bovino dell'abbondanza da cui sgorgano salamelle e salsiccie, lingue, mammelle, fegati, rognoni, petti, cosce, occhi di bue.
No, gli occhi mi fanno impressione.

Rileggi quello che hai appena scritto, ti piace?
E' inutile lagnarsi, sei nella tundra mentale d'ottobre, non serve a nulla fare lo schizzinoso e cercare dei temi interessanti di cui parlare, da cui spremere la morale posticcia che tanto nessuno coglierà, te compreso. L'unica speranza è quella con la S maiuscola: quella di mettere tutto quello che si ha nella pentola e di chiudervi sopra gli occhi, il coperchio e il cuore, e sperare che il risultato sia sufficiente a sfamarti.
E allora sarà lecito parlare di un elettricista improvvisato davvero sgarbato con la propria (futura) nuora, dei Gothamiti, dei pappagalli che popolano Albaro, dei libri di russo che non si trovano, dei fruscii del bosco, delle pietre che rotolano, delle foglie amaranto che cadono.
Si ripara una portiera e si chiude un portone, ma non è un portone qualunque, è un portone russo, che comprende le persone che vi abitano, i pettegolezzi da pianerottolo e i vecchietti seduti li' davanti con le sedie portate da casa.
Recito l'infinito di leopardi tre volte prima di alzare il coperchio, e guardo il risultato: sarà perfetto con le lenticchie.

sabato, ottobre 18, 2008

nel 1914 non fu assegnato

I giochi da viaggio sono misteriosi.
Di solito l'obiettivo è quello di partecipare a qualcosa di talmente più noioso rispetto allo stare mollemente seduto sul sedile dietro di una macchina da rendere quest'ultimo qualcosa di interessante.
Quando dico macchina ovviamente intendo una Ford Dorotea del 1936.
I giochi sono sempre i soliti, con poche varianti: "da rana a pala", "contadino", "camera con vista", il gioco delle rime che puntualmente finisce con la parola "fegato" e tanti altri.
Quando dico macchina ovviamente intendo una Citroen "le caddy" chapron cabriolet.
I giochi da macchina, da tavolo, di ruolo, l'importante è cercare di non far caso al panorama che cambia.
Quando dico macchina ovviamente intendo una Oldsmobile 88 di seconda generazione.
Invece bisogna fare attenzione, rimanere concentrati.

Mi sembra di aver parlato in modo sufficientemente chiaro: nel 1914 non fu assegnato; quel Nobel ci spetta di diritto.

domenica, ottobre 12, 2008

Passato accanto; cronaca di spallle

Io so. La musica indiana può risultare anche gradevole se non si tiene conto del fatto che è un po' di parte; sicuramente meglio di un paio di frittelle degustate in un banchetto a bordo autostrada. La cosa che più di tutte mi sconvolge è questa, tuttavia: autostrade d' altobordo, febbricitanti uomini del casello protettori, curve sinuose, tre corsie. Ma non è tutto. Un tappeto persiano. I rimedi per la diarrea più utilizzati dai gentiluomini, inglesi, dell' 800. Dicono che un quaderno monocromo sia diverso, e di qualità superiore, rispetto ad un quaderno one color. Ma non è questo il punto: i pini? Non hanno essi un diritto ad essere amati? E i pampini, non hanno un diritto alla vita, anche se sono ancora pinoli? E perchè un aquila non può, diventare aquilone?

venerdì, ottobre 10, 2008

Il fantasma dell' Opera Pia

Un anno e quattro giorni dopo i fatti accaduti ne "la fiera del male", Invisibile Baro torna per raccontarci nuove avventure. Molti misteri rimangono da risolvere in questo secondo appuntamento tra cui: "cosa faceva il marinaio Aio la sera del concerto di Vasco?" e "c'è vita oltre il valdostano?" e intanto altre domande attendono solo di essere formulate. 
Che vi piaccia o no, la vendetta è un piatto che va servito; freddo o caldo non importa.

Prefazione a cura di E. Raspelli

La petizione per legalizzare i ghiaccioli era solo l'inizio, Baro lo sapeva. I vicoli erano sempre più lerci e le coscienze non volevano certo essere da meno: l'aria sapeva di fritto e di salmone mentre le piogge temporeggiavano sopra la città in attesa del Grande Monsone. Era acqua sporca: pioggia cicciosa.
Era vero quello che diceva il bambino sminchio nelle orecchie del suo cagnetto, scendendo le scale: "è rimasto, penso che non se ne andranno nemmeno quest'anno...".L'unica differenza tra lui e il cagnetto stava nel collare, ma Baro sospettava facessero dei turni.
Molte cose che sembravano essere cambiate si stavano in realtà solamente evolvendo: l' evanescente eminenza grigia della fiera si era svelata,  ma si trattava di un investigatore privato: il mistero si infittiva passo dopo passo.
Che fare allora? L'unica cosa sicura sembrava andare avanti.
Tutto ciò che Baro sapeva, era che la semplicità non sarebbe mai stata la misura della sua grandezza.

venerdì, ottobre 03, 2008

Empi, spegnetela!

Barbieri! Che vita la vita dei barbieri! Una vita in testa, ma non necessariamente primi. Una vita vissuta sulle chiacchere, sulle storielle sconce, sui ricordi di gioventù tra le fila della Folgore.
Concedetemi una piccola dissertazione:
Esistono molte tipologie d' esercitanti di questa nobile arte, e se molte di queste si riuniscono in una sola persona, d'altro canto alcuni barbieri non appartengono proprio a nessuna di esse; ce ne sono di pazzi, d'infoiati, di succubi, di schiavi, di tenebrosi, di nobili, d'affaccendati, d'eterei, d'omosessuali, di quelli presi da furiosi attimi di ispirazione poetica davanti ad un calendario di Sabrina Ferilli, di compassati, di silenziosi, di precisini, di cagoni, di quelli che insistono fino allo sfinimento per metterti il gel le cremine le lacche le tinte i boccoli le mollette le extensions e le mèches, ce ne sono di quelli che in mano tengono soltanto le forbici ed il pettine, giorno e notte, ce ne sono di esosi, di umili, di quelli che reclamano agli assistenti gli attrezzi, come chirurghi, ce ne sono di quelli che adorano l'opera, di quelli che leggono libri e di quelli che ne scrivono, ce ne sono di alti, di bassi, di magri, di stronzi, di adulatori, di falsi, di quelli che ti chiamano sempre col nome sbagliato, di bugiardi, di ladri, di quelli che ti mettono in imbarazzo con gli altri clienti, di quelli che ogni tanto controllano, chissà cosa, aldilà della porta a vetri della bottega, di quelli che aprono quella porta ai vecchi clienti e di quelli che la porta la tengono soprattutto chiusa, ce ne sono di quelli più sbrigativi, di quelli più professionali, e di quelli che i capelli li fanno spazzare al garzone.
Di tutti i barbieri di questo mondo, ne ricordo soltanto due di famosi: quello di Siviglia ed il padre di Charlie Brown.
Mi sembra poco, troppo poco.

sabato, settembre 27, 2008

La droga del marinaio

Un' incontro casuale.
Un metapod piantagrane nell'erba alta.
Poca esperienza, pochi oggetti, poco di tutto. 
Il giocatore medio abbandona lo scontro più per noia che per pietà.
La convenzione di Berna l'annovera tra la fauna protetta. Ma chi? Serve un soggetto, a questa frase.
Una lampreda, si', la pesca ne è vietata in Olanda e Francia, anche se si nutre di sangue.
E' un periodo propizio per la ricerca dell'animale guida. Ne appaiono sul ciglio delle strade, allontanati dal centro della foresta dagli speculatori edilizi, ne appaiono tanti che più non si contano: lamprede, cani, cerbiatti, tigri, tigri contro tigri, piccoli cacciatori notturni, civette, moscardini, capodogli.
Poi un suono lontano, l'accendersi dei fari nella nebbia, un suono come di tuono nascosto nella stanza genovese di un giovane logorroico, una noce moscata: la droga del marinaio.

venerdì, settembre 19, 2008

martedì, settembre 16, 2008

El polveron (come fare un post senza scriverlo)

Adesso un attimo che vado a farmi la barba.
Eccomi. Ci ho messo poco o tanto? Boh, chiediamolo all' I Ching.
Dov'ero rimasto? Ah ecco, stavo parlando di come io ed Irreprensibile abbiamo convenuto su come sia poco consigliabile abusare delle doti oracolari di un oracolo. 
Ma la tentazione! La tentazione è forte capite? Uno è li' cosi' indeciso, cosi' titubante, represso, dubbioso e timoroso che prendere il primo consiglio che capita gli sembra l'unica cosa da fare. 
Non ne siete sicuri? Chiediamolo ai tarocchi.

Giovedi' 28 agosto internet non funzionava. E' una cosa che negli anni si è ripetuta altre volte, ma non riesco proprio a farci l'abitudine. Sono come uno di quei marinai svedesi che hanno saltato il militare perchè non riuscivano a disintossicarsi da messenger. Sono affetto da quel male che Irreprensibile chiama "la smania di google" oppure "quel-male-che-io-chiamo-la-smania-di-google". La smania di google ti costringe a cercare qualunque idiozia ti passi per la testa. Insomma, stavo malissimo.
Giovedi' 28 agosto, nel pomeriggio, guardo il computer chiedendo a cosa possa servire senza una porta sul mondo. Gioco un pò a space cadet, a spider, a hearts, ma la mia sete non si placa.
Non devo essere intrattenuto ma essere io ad intrattenere gli altri.
Cosi' apro il blocco note e programmo il post del mio ritorno in rete.
In tutta la sua magnificenza, per la serie "come fare un post senza scriverlo", ecco a voi:

Viaggio nel tempo

Edu si sfilò i guanti gialli. Lo giurò a sè stesso, si disse: "non cucinerò mai più a quel modo, cosi' come un pazzo, mentre intanto mi scappa da cagare".
Sorrise, a quel modo beffardo che lo faceva sentire nobile. Dire le parolacce lo faceva stare proprio meglio.
Guardò l'orologio, scuotendo la chioma, che nonostante i primi capelli bianchi dei trent'anni cresceva sempre rigogliosa, come una tettoia coperta dall'edera tutte le primavere.
Guardò l'orologio, pensando: "ora arriva quel minchione" e puntuale come il bruciore alle chiappe dopo che si è mangiato troppo cioccolato, Pisto girò le chiavi nella toppa.
Non gli piaceva la Spagna, ma era contento di essere li', a casa. Posò il basco, un regalo di Edu, sulla cassapanca. "La pendola ticchettava lenta come lo scroto possente di un toro da monta sulla cima dell'Everest", pensò Pisto, con una certa malizia. 
Gli piaceva pensare come in un libro. 
"Si schiari' la voce: Sono a casa! risuonò nell'appartamento in cerca di Edu. Era un bellissimo tramonto di fine agosto, i toreri si cacavano addosso poco distante, in attesa della maschia carica del bovino imbufalito"
No, pensò, mentre posava la cartellina piena di fascicoli pieni di fogli pieni di cazzate, "bovino imbufalito" non suona mica bene.
Edu entrò nel suo campo visivo: altissimo, biondo nonostante l'età, con qualcosa di nobile nell'aspetto: doveva aver detto parecchie parolacce durante la giornata.
"Come è andato il lavoro, merda secca?"
"Bene bene"
"Sono irato"
"Lo vedo...hai litigato ancora con la signora Pelotas? Quella del terzo piano?"
"Ma và! Che cosa dici! Sono irato con noi..."
"Con noi? In che senso? Oh no...ancora quella stupida storia"
"Non è una storia stupida Pisto! L'I Ching aveva detto di non andare a vivere insieme! Aveva detto di no e noi ce ne siamo sbattuti! Abbiamo fatto una cazzata e abbiamo fat"
Pisto lo guardò pieno di dolcezza.
"No Edu...abbiamo fatto bene..."
Lo strinse nel suo piccolo, caldo abbraccio.
"...abbiamo fatto bene a sposarci"

La folla esplose in un boato fiammeggiante, mentre il torero entrava nell'arena.

I regoli e la scatola blu

E se bastasse un calcolo per rimettere a posto tutto ?
Un semplice + , un piccolo =
Del resto...
Suon di campana non caccia cornacchia
Alle prime minestre non si ingrassa
Al cieco non si mostra la strada
Al primo colpo non cade l'albero
Non tutte le volte che si veggono i denti s'ha paura dei morsi
Dolce vivanda vuol salsa acerba
In cibo soave, spesso mosca cade
Un torso di pera cascata è la morte di mille mosche
Quando il guardiano gioca a carte, cosa faranno i frati ?
Cane scottato dall'acqua calda ha paura della fredda
Per un miracolo non si va sull'altare
Il bastone fa fuggire il cane dalle nozze
Gamba mia non è vergogna di fuggir quando bisogna
Tristo è quel bifolco che si guarda indietro a guardare il solco
Un furfante governa cento poltroni e cento poltroni non governano un furfante
Quel che duole, sempre non è scabbia
Colla pazienza il gobbo va in montagna
Colla pazienza s'acquista scienza
La pazienza è dei frati e delle donne che han gli uomini matti
Chi è inciampato nelle serpi ha paura delle lucertole
Siedi e sgambetta, e vedrai la tua vendetta
Chi patisce compatisce
Non fruttifica chi non mortifica
Chi ha paura si faccia sbirro
Chi ha paura d'ogni figura spesso inciampa nell'ombra
Chi ha buon cavallo in stalla può andare a piedi
Chi ha paura si guardi le brache
Chi non vuol piedi sul collo, non s'inchini
Al levar delle tende si conosce la festa
E non son tutti uomini quelli che pisciano al muro

Due caballeros + un caballero sperduto = iPiroga

lunedì, settembre 15, 2008

Pacs, dico. O' cartello 'nnamorato

Mi sono innamorato di un cartello stradale.
A dir la verità non ne sono sicuro; ah, sapete com' è l'amore. Lui è così bello, così perfetto; così altruista. E io lo vorrei tutto per me. Forse una notte lo rapirò, e ci sposeremo in uno di quei pochi e civili paesi dove i cartelli stradali si possono sposare. Ebbene sì, voglio che la nostra unione sia riconosciuta, non voglio più vivere il nostro amore clandestinamente. Ieri sono andato a lavarlo con acqua e sapone, era il più bello. Oggi passerò di li e farò finta di non vederlo. Io lo amo.

domenica, settembre 14, 2008

Binomio sciamanico: rucola e peperoncino

Acquistare è diverso da stare ad Acqui.
Certo, si può sempre comprare delle coppe per raccogliere le acque a 74° centigradi (da una fontana un tempo diruta dal tempo) per tenersi al caldo, ma starsene ad Acqui cosi', per strada, col tempo che tira, lontani da casa e coi prezzi che ci sono in giro è proprio una cosa che non s'ha da fare.
Avrete comunque capito che il calore è quello che ci vuole per alleviare il dolore delle sinusiti, che tanto affliggono i giovani. Ma quale calore? 
Ci vuole un calore rituale, un riscaldamento non solo fisico ma anche mistico, un contatto col grande spirito. Oppure è altrettanto consigliabile l'ultizzo di una peretta, di un sondino nasale, o di qualcosa come un profumo vigoroso: del mirto, dell'eucalipto, del timo selvatico screziato dal vento impietoso della valle bormida.
Dopo, dopo si che sarà opportuno tornare al tuo windows, al tuo ubuntu, al tuo raffinato sistema operativo dell'inoperosità. 
Spulciare youtube alla ricerca di una gemma delicata, di un piccolo canestrello rimasto sul fondo di una confezione cilindrica di scarsa praticità: il video del piccolo Rostropovich che suona il preludio alla prima sonata per violoncello di Giovanni Sebastiano Bach.
E mentre l'estasi ti abbandona non riesci nemmeno a ricordare il dramma delle tue sinusiti: è acqua passata.

venerdì, settembre 12, 2008

Il parere spassionato di un iraniano. Il fallimento delle aspirazioni dell' uomo qualunque.
Separazione netta delle carriere!
Piccolo manuale ab uso privato, lo scopone: il punto perso per distrazione. L' installazione di ubunto, la messa in dubbio del parere di un uomo ragionevole.
Il dottor Sottile!
Trapani gioiosi, trapani di dentisti!
Il tappeto volante è l' elemento che non può
Che
Rantoli nelle soffitte.

giovedì, settembre 11, 2008

stile libero

effetto:
causa:

domenica, agosto 31, 2008

Ciao, sai cosa vuol dire ciao?

http://www.viaggiaresicuri.mae.aci.it/

domenica, agosto 17, 2008

Fiorisce un pruno

Mi giro: il vento sfoglia le pagine della mia generica rivista estiva.
Vorrei poter parlare di qualcosa di più scicchettoso, magari di un libro pieno di stile, qualcosa come Foglie d'Erba o Cime Tempestose, ma sarebbe un vezzo, un capriccio snobistico senza senso e senza ritegno. Più sopra l'asciugamano che sotto l'ombrellone, torreggia monolitico il mensile satinato.
C'è qualcosa di ebbro in me, cotto dal sole, e qualcosa di forte in lui, cosi' pieno di indumenti costosi e di belle ragazze.
D'improvviso, mentre il torneo giallo sdraia impanando nella sabbia gli Adone ed i Filottete della riviera ligure, il mare entra in scena. Nella mia scena.
Mi parla, modulando le consonanti nella risacca e le vocali nel coro dei gabbiani.
Mi chiama per nome, mi giro, ecco che parla ancora, non me l'ero sognato.
Mi chiede qualcosa, e rispondo.
Il mare mi ha parlato, non lungamente e non senza una punta di infinita saggezza. Ma resta deluso, di sicuro più deluso di me.
Io non porto orologio: è inutile chiedermi che ore sono.

giovedì, agosto 14, 2008

Su come Galgano trovo' la via

Basso Medioevo, Toscana.

Infimo cavaliere, dedito alle armi e alla lussuria,
tagliateste e stupratore: Galgano!

La tua spada, nefanda, diabolica possessione. La lama, che aveva minacciato, penetrato, violentato: non tu, la lama! La lama doveva essere bloccata, nella pietra, cosi' hai fatto tu: Galgano!

Nobile cavaliere, piantando la spada formasti una croce per pregare, cacciando giù il diavolo nella roccia. Cos' ì hai attraversato il grande fiume, per lasciarti alle spalle le cose del mondo: Galgano!

E una chiesa rotonda crebbe intorno alla spada, avamposto templare. E poi un' Abbazia, senza tetto e senza pavimento: con le sue mura eleva la terra verso il cielo, il nobile fugge la mondanità.

Ch' ien, il Creativo, è il cielo
K' un, il ricettivo, è la terra

mercoledì, agosto 13, 2008

Fringe



lunedì, agosto 11, 2008

Notturno con theremin

Il suono di una batteria, una battuta spiritosa, la batteria a terra, la messa a terra, la messa in piega, la ducati che piega, il visconte il barone il re, la bella e la bestia, un'altalena nascosta dalle fronde di un salice, una gondola in America, il canto paludoso delle rane nudiste, l'evoluzione della specie, Articuno, i primi organismi eucarioti, le carote, cosi' arancioni, cosa se ne farà poi la natura di qualcosa di cosa cosi' arancione? C'è da chiederselo.
Non mascheriamoci dietro a un dito, mentre emettiamo il nostro grido barbarico sopra i tetti del mondo. Non si scaccia una zanzara con un cannone, o un ippopotamo con un vaso di peonie: si fanno le cose meglio che si può, con quello che si ha.
E soprattutto non si chiede all' I Ching se Elvis è morto per davvero.

martedì, agosto 05, 2008

mercoledì, luglio 30, 2008

Bartolo da Sassoferrato, Irnerio, Cino da Pistoia, Rolandino dei Passaggeri; e ancora Pepone, Giason del maino, Andrea Alciato, Jacopo Bottrigari e Jacopo bottrigari jr.; e ancora, Ugo (mens legum), Papa Vigilio, Giustiniano, Costantino, Rotari, Liutprando, e l' autore della Lombarda, e l' autore del Liber Papiensis, e dell' expositio e poi ancora l' autore di una "Lex Romana", il Decretum, il liber Extra, il liber Sextus, le Clementinae, le Extravagantes, sant' Isidoro, san Benedetto, san Colombano, il monachesimo bizantino; e ancora la percussio armorum, il regnum, Paolo di Castro, Pierre de Belleperches, Jaques de Revigny, e per finire il card., Ch.mo, comm., dev.mo, dr, Em., Ecc. , rav., Ill.mo, S.S., M. cavaliere Von Caster Shopenauer Silvio Berlusconi

lunedì, luglio 28, 2008

fiera paesana

Viene un momento in cui non si ha più voglia di scrivere, ma viene soprattuto un momento in cui non si ha voglia di ascoltare sè stessi.
Sono momenti in cui ci vuole proprio una bella fiera paesana. Coi giochi.
Con tanti giochi.
Lo zucchero filato e gli zarri con gli autoscontri no, perchè non possiamo permetterci le forze dell'ordine.
Ma torniamo ai giochi, si, arriviamo al sodo, visto che già mi sto stufando con le mie lungaggini.
Come nasce una saga, un'epica saga?
Due amici, una lotta, una lite. E subito si viene alle mani.

Nei panni di Camillo Benso, conte di Cavour, fate sentire le vostre piemontesi ragioni al vecchio Giubba rossa!


Giuseppe: Marrano, villano! Io sono il padre della patria!
Camillo: Zitto tu! Io a soli ventinove anni, venni nominato sindaco di Grinzane, dove la mia famiglia aveva già dei possedimenti!
Giuseppe: Raccomandato!
Camillo: Obbedisci, disgraziato!

Aiuta Garibaldi a ritrovare i mille!

Nei panni di Garibaldi, comanda l'ultimo assalto al conte di Cavour che, nel frattempo, ha convocato per la pugna alcuni tra i più grandi eroi dell'umanità e dell'Italia.


Il lieto fine prevede che infine Camillo e Giuseppe, riconciliatisi, augurino un futuro prospero e luminoso all'Italia e al suo simpatico popolo.

martedì, luglio 22, 2008

lunedì, luglio 21, 2008

ammiravo Tacito

Semestralmente appare, come un monito divino, la luce oscura della passione per i giochi da tavolo.
Risiko! Battaglia navale, l'Allegro chirurgo, Gira la ruota, Mettimi le scarpe, Imperativi casuali, A caccia con la dinamite ed Animali palindromi della savana.
Mi mancano i giochi da tavolo, sulla tavola imbandita dopo il pranzo gargantuesco, mi mancano come le mosche sul miele.

mercoledì, luglio 16, 2008

Epitaffio

"Questa iPiroga è come la Merda.
La devi fare,ma non la devi guardare."



Ciao Gianfranco.E mo c'è vo l'applauso

sabato, luglio 05, 2008

la parabola della bomba atomica

Riccio, riccio riccione.
Ricco e povero, ricchione e ricci pasticci.
Ogni riccio un capriccio, capri caprese e calabria.
Nome di panino, nome di città.
Ti tiro il belino, mi butti la rumenta?
Le alpenlibe e quel buon sapore di videoregistratore, che tanto non sentiremo mai più.
No, non prendetemi per un sentimentale solo per le cose che dico adesso: la pasta con le sarde, una cena etinca intervallata tra tre mani a tressette, per primi i numeri primi.
Per ultimi, i deliri logopedici di un uomo felice.

Avere avuto un'avvenire non era un vero affare: ero irato.

lunedì, giugno 30, 2008

El ritual

Mi bevo una coca, mi gratto la schiena contro un pino silvestre. Mi: a me.
Il post di stagione è un classico ormai, come la pizza texana o il fomaggio coi buchi.
E' il tipo di cose che uno si aspetta nell'assolata calura dello zenith di domenica, e invece è lunedi'. Il post di stagione è un classico ormai, come la peste o come un Rembrandt.
Chissà perchè scrivo. Perchè perchè? Ci abbiamo la testa piena di queste paroline che non servono a niente, come i braccialetti dei vucumprà. Però sono belli, come sono ed erano belli quei braccialetti...verde speranza, si', io lo prendevo sempre il verde speranza, ma lo allacciavo solo intorno al polso, ai caviglioni no però, perchè faceva brutto vedere.
E poi dove andavo io a spiaggia da piccolo il campo da beach non c'era, e facevo il bagno anche durante il pranzo, che consisteva di alcuni panini. Poi, ritornando a fine pomeriggio mi sdraiavo sui sedili di dietro della regale seat ibiza bianca, e guardavo i palazzi dal basso in alto.
La prospettiva non me l'avevano ancora insegnata.
La scuola era chiusa.

martedì, giugno 03, 2008

Memorie di un vetraio

Fino ad ora, ho sempre creduto che le cose inversosimili che ho vissuto fossero due.
La prima cosa accadde nel 1979 quando un cane Terranova, di nome Bandiera, mi palrò per due ore di donne, sigari e insalate di mare.
La seconda fu il 3 giugno del 1988 quando un albero, precisamente un tiglio del lungofiume di Xxxxxx, mi chiamò per nome e disse sette semplici parole.
Ora che sono sul letto di morte, mio cugino Tolomeo mi ha confidato piangendo di aver architettato lui stesso lo scherzo del Terranova. L'ho perdonato, ma ancora non posso morire tranquillo.
Un ultimo dubbio mi assale, l'ultimo di una lunga, lunghissima serie: che cosa voleva dire con quelle parole quell'albero, che tra l'altro mori', il 3 giugno di sei anni or sono, vecchio e malato, in favore di alcune aiuole fiorite, senza dubbio più colorate?
Che cosa volevano dire quelle sette parole?
Ai posteri l'ardua sentenza, a me spetti solo il compito di tramandarle a chi di dovere:
"La religione è il pioppo dei popoli"

domenica, giugno 01, 2008

Homais, il farmacista

Scosta le tende e lo vede: il curato.
Il farmacista oggi non lavora, anche se non è che sia proprio un giorno di festa.
Arsenico e vecchi merletti, ninnoli e medaglieri pieni di medaglie: la sua è una vita di stenti, a stento mal vissuta.
Eppure, mentre spegnendo la playstation scosta le tendine nuove, lo vede: il curato.
E gli rivengono in mente tutti i litigi, pensiero che, in fondo in fondo, ha il solo effetto di fargli dimenticare di non aver salvato.
Saranno amare le sue lacrime, quando premerà ancora quel bottone.
"La sa una cosa signor curato?"
Il suo passo è veloce, la lingua tinta nell'acido cloridrico.
"I romani, pagani che lei tanto disprezza, ebbene essi furono i primi ad avere un vero e funzionante acquedotto, nella gloriosa Roma."
L'effetto sperato dal farmacista non si mostra: il curato nemmeno trasale, ma aperta la bocca in un ghigno risponde:
"E non per niente si beccarono il saturnismo"

Il farmacista cosi' si spiega le piaghe d'Egitto, si spiega perchè Goya leccava i pennelli.

lunedì, maggio 26, 2008

La sindrome di Numero Unico

C'era una volta la goliardia.
Cosi' comincia questa storia, cosi' sono cominciate un po' tutte le storie.
C'erano degli amici goliardi che non sapevano che fare delle loro giornate, se non passarle a fare delle goliardate. Ma, un giorno, al più dotato venne un' idea : passiamo alla storia - disse solleticandosi le basette. E la storia come la si fa, se non scrivendola?
Mesi dopo nasce il primo sudato Numero Unico, giornaletto per intenditori.
A pagamento. Per rifarsi delle spese di copisteria. Dieci copie vendute record mai eguagliato.
Il risultato alla fine è proprio quello sperato : articoli oscuri, testi enigmatici, foto capovolte, frasi spezzate, ballate, abbozzi di folgoranti imprese acustiche, disegni di feluche.
Nessuno dei pochi acquirenti capisce una sega.
Tranne loro : i fondatori-autori-inventori-fedeli lettori di Numero Unico.
Ma sono felici lo stesso : hanno fatto la storia. Al primo Numero seguono altri pezzi da collezione, sempre più di nicchia, sempre più evitati da critica e pubblico.
Tornare sui loro passi? Sono tutti d'accordo : neanche per idea.

sabato, maggio 24, 2008

Il tanto atteso

Cosa ti aspettavi?
Il tanto atteso: Babbo Natale.
E pensi a cosa faccia, il resto dell'anno, quel vecchio panzone.
Avrà un blog
avrà un isola nei mari del sud
poi qualcuno ti chiama
"arrivo, arrivo!"
...

...
Quando torni, leggi quello che hai scritto.
No, è inutile negare l'evidenza: hai scritto una porcata.
Hai scritto una porcata tale che potrebbe accorgersene persino
Babbo Natale.
La madre degli idioti è sempre incinta e questo,
credo,
vale persino per le idee.
E' cosi' che è nata Ipiroga.
Il tanto atteso:
timeo danaos e dona ferentes

venerdì, maggio 23, 2008

mercoledì, maggio 21, 2008

I TRE CABALLEROS CHIUDONO

Basta, basta, chiudiamo l' iPiroga,
i tre caballeros non sono più in voga

Perchè? Perchè continuare a tenere a galla questa iPiroga? Anche per lei è venuto il momento di ritirarsi. Assistiamo a questo tramonto, non c' è più nulla da fare, guardatela! Sembra una carretta del mare, oltretutto con le nuove norme sull' immigrazione io non scherzerei: chiudiamo.
Senza troppi rimpianti, io mi metto in salvo,

addio

l'Irreprensibile

domenica, maggio 18, 2008

venerdì, maggio 16, 2008

Se non incontri babbuini sulla tua strada, non avrai problemi

Faccio merenda.
Mi mangio un biscottino della fortuna.
Mi mangio il biscottino e leggo.
Dice: " ...e questo per te sarebbe fare merenda?"


Dopo i doverosi ringraziamenti a Charles M. Schulz, vi presento il vero post con il tuo vero titolo.

Più spendi meno, meno spendi di meno
ovvero di come, un tentativo dopo l'altro, riuscii finalmente a dimostrare il teorema della marmellata. (e non è vero)

Vivere, dopo tutto, presenta i suoi vantaggi. A parte la possibilità di sperare che dopo verrà qualcosa di meglio (cosa che non tutti i piani esistenziali permettono), credo che uno dei tanti sottovalutati vantaggi sia la possibilità di inventarsi le cose.
Per esempio pensa se nessuno avesse mai inventato la marmellata. Potresti sempre farlo tu no?
A questo punto, mi sembra evidente che sono un bel pò fuori allenamento, ed è palese che sono secoli che non scrivo un post.
Come come?
Chiedete se lo voglio il pane integrale?
Lo vorrei, ah se lo vorrei.
Lo vorrei tanto quanto tu vorresti che qualcuno si inventasse qualcosa che tu non inventi soltanto perchè, se fossi tu a scoprirla, perderebbe tutte le sue attrattive.
Non ci rimane che passare al lato oscuro. Ma per che porta si deve passare? Per questo chiedo consiglio a mio fratello, e dico:
"Che cosa fa il lato oscuro?"
"Perde; ci mette sei film, ma alla fine perde"
e prima che finisca di parlare, sono già dall'altra parte


martedì, maggio 06, 2008

C' erano tutti. Robison Crusoe, il cardinal De Luca e i suoi adepti, Cesare Beccaria e Muratori. E anche il vecchio professore: insomma, quei bravi ragazzi. Che non beccavano, a parte il cardinale. In un' atmosfera raffinata Beccaria cominciava a raccontare una rinomata storiella goliardica dei tempi dell' università...
...nell' antico paesello di Montalto Ligure un giorno accadde che il curato, don Matteo, dovesse andare a compiere certi affari giù in Ventimiglia; si mormora che lasciò il compito di confessare al sagrestano, non per particolare malizia ma per non alimentare le nevrosi delle antiche zitelle del paese (perentoriamente convinte di morire l'indomani con la coscienza macchiata). Nel segreto del confessionale nessuna si sarebbe accorta dell' illecita sostituzione, peccati grossi non si prevedevano per l' indomani, e il prete disse al sagrestano di assolverle tutte (certo lui avrebbe fatto lo stesso), e di prima mattina partì. E il lavoro del sacrestano cominciò, assolse una vecchia, due vecchie, tre vecchie; insomma ordinaria amministrazione. Ma l'imprevisto, l'imprevisto aveva curve particolari, era la fanciulla più bella del paese.
Padre mio se voi lo sapeste,
ho commesso un grave peccato,
spero vio me lo perdonerete laiola, laiola, laiolalalà
l'altra sera soli soli, soli soli col mio diletto,
me la mise una mano sul petto laiola, laiola, laiolalalà
con quell'altro impertinente,
mentre io non volevo mica,
si permise toccarmi la fi..laiola, laiola, laiolalalà
dopo un giorno di lavoro,
l'era stanco come un mulo,
gielo miser tre volte nel cu..laiola, laiola, laiolalalà
e laiola, laiola, laiolalalà....

Il sagrestano non se la senti' di assolverla, così, su due piedi, sapeva che in certe circostanze c' erano degli andempimenti particolari, alcune preghiere, non voleva di certo lasciare che quello splendore se ne andasse nel peccato; allora la pregò di aspettarlo un attimo e corse in sacrestia. In preda allo scoramento più totale gli venne l' idea: consultarsi coi bambini, che giocavano proprio lì fuori. Li chiamo'. Quanto da' Don Matteo per un' inculata?
(in coro)- un ovetto chinder e una fetta di panettone.

sabato, aprile 26, 2008

Memorie di un opinionista

Innanzitutto devo precisare che non ho mai giocato a cricket, e non stupitevi se vi dico che questa affermazione ha già fatto allontanare metà dell'uditorio. Nonostante tutti i progressi, le tecnologie, le filosofie, le teologie, trovo che ci sia ancora della discriminazione nei confronti di chi, in vita sua, non abbia mai giocato a cricket.Detto questo, possiamo iniziare.

Si ok, siamo nati negli anni ottanta. Ah gli anni ottanta, le palle appese invece che cadenti, le discoteche, madonna, madre teresa, eh la madonna, boy george, sposerò simon le bon.
Io degli anni ottanta non mi ricordo niente. Suppongo che allora nessuno sospettasse nulla del millenium bug o degli utilizzi sconsiderati di photoshop, ma credo che a quel tempo, col fatto che gli eroi erano giovani, ci fosse da pensare ad altro.
Si, gli eroi erano giovani: il papa spaccava il muro di berlino con la capoccia, e dall'altra parte in russia il presidente era uno con la capoccia scarabocchiata.Gli eroi erano giovani e gli ideali anche, credo...oh, almeno ero giovane io.
I cinesi avevano gli occhi a mandorla, gli indiani fame, le popolazioni nordiche le palle piccole e gli americani grosse. I neri tenevano i capelli quadrati, avevano la musica nel sangue e Fifty Cents, dovunque fosse, aveva tra i 5 e i 15 anni.
Gli anni ottanta, qualunque cosa siano stata, sono iniziati troppo presto. Visti da me, che ci sono nato dentro, sembrano una pila scaricatasi in fretta, lasciandoci i primi anni del millenio con una manciata di babbi natali dopati invece che...non saprei nemmeno bene cosa avrebbero dovuto lasciarci.

mercoledì, aprile 23, 2008

non capisco

Scocca il rintocco,
il tempo si fotte,
Ho freddo al cuore, ma cammino lo stesso,
Chi è innocente?
Ti sei nascosto nel bosco?
Sei lo sbirro o il lupo dell' Aspromonte?
O l'ispettore delle imposte?
Chiunque tu sia, me lo vuoi mettere nel cuore;
Sei il maresciallo?
Un malandrino?
Sono in ritardo fammi andare,
Mi aspettano,
Mica voglio prenderti per il cuore,

Tu sei la fine?
Sembrerebbe un temporale estivo, la fine? La fine è come un temporale estivo?
Chi è innocente?
Cammino battuto dal vento, poi lo sento che sarà peggio,
sull' Aspromonte.
L' oscurità.

Poi la luce, un lampo, e finalmente:
L' alleanza delle anime perdute.
Salsa! Aspettando lo spazio infinito,
L' ultima gioia perchè tutti hanno il diritto di morire infelici;
Salsa! Afferra quello che ti rimane,
Afferra quello che tu puoi creare.
Per ora tuona soltanto?
E tu mi vedi triste? Versa;
Salsa!
Ora sono felice qui, qui bisogna essere felici, oggi è il giorno.
L' alleanza delle anime perdute.

Tuoni? E' il mio cuore che esplode,
Piove, oggi è il giorno! è il giorno!
L' alleanza delle anime perdute!
Versa,
Mi piace qui,
Crollerà il cielo? Precipiteremo nella notte?
Balla per me, oggi è il giorno, oggi è il giorno,
L'alleanza delle anime perdute!

Balla, sotto la pioggia fitta fitta,
sotto questa pioggia di kerosene e nafta
oggi è il giorno,
Nessuno mi porterà via queste immagini,
No, il cuore gonfio di pioggia, balla,
Balla,
Non me ne andrò da qui senza questo ricordo,
Sembra ancora presto, balla ancora,

Niente mi strapperà questo ricordo,
No, adesso no, non partirò senza questo ricordo.
Perchè non balli più?

martedì, aprile 22, 2008

Non credo che inventerò la bomba atomica

Non credo che sia molto utile fare dei paragoni.
Insomma, sarebbe importante vedere cosa faceva Gandhi quando aveva la mia età?
Sarebbe importante sapere cosa faceva Paul Gauguin a vent'anni e fare un paragone con quello che sto combinando io adesso?
Non troverei nessuna similitudine, perchè non credo che Flaubert abbia mai vomitato a Sampierdarena , non credo che Janis Joplin abbia mai fatto il bagno dove l'ho fatto io, non credo che Otto von Bismarck abbia mai mangiato quello che mangio io, ma non penso nemmeno che uno dei crateri sulla superficie di Mercurio si chiami Dickens cosi', per caso.
C'è un motivo per tutto, e spero che ci sia anche un motivo se siamo fatti per ricordare.
Pensi mai ad Hale-Bopp?
A quale è stato il primo libro che hai letto?
Sapresti dire se la guerra in Kosovo è finita o no?
Sapresti dire cosa hai mangiato ieri?
Quando è stata l'ultima volta che è venuto l'idraulico?
Penso all'idraulico e invece penso a tutt'altro;
penso al teleschermo, a GTA, a Mafia, al 1920, e penso che nel 1920 Ghandi digiunava, ma accanto aveva sua figlia: futuro primo ministro.

sabato, aprile 12, 2008

20th century boy/s

Come vi è venuto in mente di fare i tre caballeros?
Cè vergogna, nell'aria. Quando penso di stare scrivendo una cosa intelligente su ipiroga mi immagino Studio Aperto che parla di noi, con le sue moine verbali, spiegando con ardito populismo che cos'è un blog e cosa sono i tre caballeros, lo immagino e cosi mi abbasso la cresta da solo.
Sarebbe bello pensare che siamo dei sopravvissuti, l'ultimo baluardo del secolo, insieme alla breve moda di cantare sotto la doccia e alla mania di tenere degli animali esotici in casa.Non so voi, ma a me viene in mente solo la tarantola di mamma ho perso l'aereo.
Come ci è venuto in mente di fare i tre caballeros?
Mi domando che madri avete avuto, mi domando che rapporto hai con la televisione: se la sera la accendi per usarla o per esserne usato. Mi domando se sei attivo o passivo. Mi domando certe cose e se le domandava anche Pasolini.
Mi domando cosa ne pensi di Sodoma, mi domando se hai mai letto la bibbia o se hai mai vissuto nell'ultimo decennio del secolo.
Prima di Youtube, prima di Wikipedia, dopo Sodoma, prima dell'undici settembre, dopo il primo d'aprile, pesce d'aprile, zuppa di pesce, poison: poison la chimica applicata ai veleni.
L'ultimo giorno del secolo.

venerdì, aprile 04, 2008

Flashfoward

Pisto si toccò quella lanuggine unta che amava chiamare barba.
Gli venne in mente Edu, con quel suo virile pizzetto caprino.
Poi, prese la foto di classe di terza, quella dove Poldo non c'era.
Improvvisamente, senti' che gli sarebbe piaciuto se anche gli altri, i suoi vecchi compagni, avessero visto suo figlio Taddeo, che ora guardava beato i cartoni nella stanza vicina. Gli assomigliava cosi' tanto, povero caro.
Il televisore cacciò un grido: era un semplice cartone animato, ma ricordò a Pisto quel giorno terribile in cui Gabriele aveva gridato "POLIMERIZZAZIONE!" girando la chiave nella botola.
Qualcosa non andava. Perchè lui era li', con la sua vita ed il suo Taddeo, a gustare una salvezza mancata, una vittoria di Pirro?
Sembrava quasi che nella sua mente, due eventi distinti cercassero ognuno di prevaricare sull'altro: in uno, i compagni di classe si separavano, spaventati ma in buona salute, per prendere le redini del proprio percorso universitario; nell'altro invece, tentavano un ultimo, disperato revival, per patire le pene dell'inferno in una stramba avventura.
Era come se via Caboto e via Balbi lottassero l'una contro l'altra in un disperato duello.
Sorrise: solo una sarebbe stata infine portata in trionfo sulla macchinetta delle merendine.

venerdì, marzo 28, 2008

Good vibrations

Sono tornato senza treno questa sera, ed ho messo quel vinile di Battiato che mi piace tanto.
Penso a Filadelfia: uao.
No, non il formaggino.
Filadelfia la città.
Con tutti quei vialoni alberati, con tutti quei campanili protestanti.
E penso: la protesta sociale, il tibet libero, il vino nei bicchieri che non sono da vino, le pere al contrario, i Beach Boys con le loro barbe e i loro sandali puzzolenti.
Sarà quel che sarà, ma tornando senza treno ho pensato che alla fine tutto esiste contemporaneamente, senza farsi troppi problemi. Si insomma, tutto è, mi capite? Parlo del philadelphia, dei mocassini puzzoni. Oh insomma non riesco a spiegarmi.
Fattostà, che pensavo che il primo troll della storia fu Antonio La Trippa.
No, non Totò: parlo di Antonio La Trippa.
Proprio lui, quello spammone disonorevole; andava avanti e indietro con il suo megafono e i suoi messaggi subliminali ad intasare il condominio con i suoi flame.
E poi ho pensato: "Chi fu quindi, il primo blogger della storia?"
E mi sono risposto da solo.

Petronioooo!Petronioooo!Petronio ma dove sei?Hai visto il mio blog quanti commenti?

mercoledì, marzo 19, 2008

domenica, marzo 16, 2008

la domenica delle palme

Quello che mi accingo a raccontare non piacerà a molte persone; parla di un crimine. Anzi di più crimini. E' un racconto che assume tinte pulp. Ma quando si tratta di censurare fatti realmente accaduti allora l'uomo libero deve opporsi e parlare. Anche il buon cristiano, il buon giocatore di poker e anche il buon padre di famiglia, anche Pierferdinando Casini, la lega biliardo, gli allibratori dell' ippodromo e le sigle sindacali: insomma, avete capito la ratio dell' elenco: tutte cose che hanno a che fare con l'etica.
Stamattina ero andato in chiesa per rubare gli incassi delle offerte, perchè la domenica è festa e le chiese son chiuse; cioè, in realtà sono aperte, perchè anche un ladro inesperto come me può entrare ma al limite ci trovi un paio di vecchie, un prete, qualche quarantenne scout coi calzoncini corti: e allora va bene, perchè sono tutti pronti a porgere l'altra guancia. Solo che sta mattina era una mattina un po' speciale; me ne sono accorto perchè quando ha iniziato ad affluire un po' di gente, nessuno mi ha chiesto cosa facessi in chiesa la domenica mattina; tutti erano lì con una compostezza e una naturalezza impressionante, come se ci fossero abituati. Io lo sapevo che non c'erano abituati perchè io in chiesa ci vado sempre a riempirmi - o è un eufemismo o le mie tasche sono particolarmente ampie - le tasche di monetine. Ma forse è meglio procedere con ordine. Mi accingevo ad aprire le cassettine delle elemosine, conscio del magro guadagno, e a liquidare le vecchie con i miei temibili pugni, quando, alla spicciolata hanno iniziato ad affluire persone. Persone vere. In pochi istanti la chiesa si è riempita, più che altro si sono riempiti subito i posti a sedere. Io tanto non volevo sedermi; però volevo uscire: la seconda ondata di gente me l' ha impedito: da un momento all' alto mi aspettavo di veder entrare Gigi D'Agostino, Fausto Bertinotti o il Dalai Lama; invece è entrato un prete. Ha cominciato a parlare, poi hanno cantato insieme delle canzoni e recitato delle preghiere: mi sono commosso e ho deciso di diventare onesto e di non rubare più, per lo meno in chiesa. Poi il prete alla fine ha detto che potevamo, noi fedeli, prendere un rametto d' ulivo benedetto: ce n'era una cesta alla base dell' altare. Io lo volevo, sentivo che mi avrebbe riscattato dalla malavita. Però anche gli altri lo volevano. I bambini, i vecchi, e anche signori e signore di mezza età; e anche ragazzi e ragazze. Inutile dire che i vecchi e i bambini sono stati i primi a soccombere, calpestati dalla mezza età scesa finalmente in campo per difendere le sue due televisioni; scusate, questa è un' altra storia. Poi è venuto il momento delle ragazze, qualcuno ha avuto la brillante idea di dire che fuori distribuivano pillole anticoncezionali e poster olografici di costantino. Poi una parte di ragazzi sono stati attratti fuori da una voce che diceva: i preti stanno con i signori, vogliono il precariato perchè se no' rimangono a corto di chierichetti. Poi i signori di mezza età sono andati dietro alle ragazze. Alcuni di loro si sono lasciati dietro le loro compagne morte; hanno approfittato della situazione per toglierle di mezzo. Alcune hanno ucciso il marito; hanno approfittato della situazione per toglierli di mezzo. Adesso sono andati tutti a sposarsi con gli amanti, sono contenti e cantano un sacco di canzoni alla moda. Sono rimasto io, un gruppetto di ragazzi con il sorriso ebete, qualche ragazza mestruata, il prete, una donna incinta, un marito, una moglie (non del marito). Ma gli ulivi erano scomparsi. Tutti. Si vede che servivano a lei per riscattarsi: alla donna in carriera, Carmen Sandiego,
l'inchiavabile.

Memorie di un geologo (parte prima)

Incontrai Ludovico al bar, una sera di aprile. Il primo, mi pare.
Mi raccontò che Geronimo aveva provato una delle sue bravate ed era finito male.
Gli raccontai che Stacy non sarebbe mai più tornata ad Okkaido da suo marito.
Mi raccontò che Tamara aveva preso il coraggio a due mani aprendo la sua famosa pizzeria a Vienna e che il vecchio Barrett stavolta era davvero sul set di qualche sit-com.
Il gruppo era sempre stato sfasciato, sin da quando l'epidemia aveva costretto noi tutti a partire, ma cosi' male non lo eravamo stati mai.
Ludovico mi diede il suo biglietto da visita e disse: "non farci caso, un errore di stampa".
Credevo tanto di conoscerli tutti e invece non sapevo un bel niente.
Usci' dal bar, una sera di aprile.

Ho sempre pensato che il lavoro influisca molto sulla vita di una persona: niente di più sbagliato.
Fai l'agente segreto, il paracadutista, la rock star, e magari campi cent'anni.
Fai il geologo e magari ti ritrovi ad insegnare scienze in una scuola del Bronx o vieni rapito da uno scenziato pazzo per chissà quali piani strampalati in Groenlandia e prima che te ne renda conto stai stilando le tue memorie perchè sei morto.

Se mentre preparavo Elementi di Geodinamica e sismotettonica qualcuno mi avesse raccontato anche solo un decimo delle cose che poi mi sono realmente accadute, non gli avrei mai creduto.

giovedì, marzo 13, 2008

Put Your Hands Up For Detroit

Ritorno col pensiero ad un' ipiroga vera, buona, sana; volevo dire perversa, falsa, feroce: va bè, é la stessa cosa. Sono orgoglione di presentorvi la mia nova miniserie:

Matrimonio, un' etica poket per giuristi
Negroni, Americano, Dry Martini,
un giorno io dirò le vostre origini latenti!
ma ora no;
I miei più recenti studi di diritto romano, materia alquanto desueta, mi hanno spinto ad un analisi approfondita del matrimonio, pratica altrettanto desueta; analisi profonda, della quale sono interessato a rendervi edotti, per illustrarmi ai vostri occhi come un vero e proprio Gaio, in inglese pronunciato Gay.

Orbene, cominciamo dalla cornice paradisiaca, che riduce ad un felice quadretto il momento, ben più patetico, degli inviti: la sposa che lo prega di non farlo, di non invitare gli amici di sempre, e lui che dice: "sicuramente non ci sarà nessun problema zuccherino pasticcino mieloso, sono ormai adulti e responsabili, ormai prossimi anch' essi alla confarreatio". Poi va in bagno, e li chiama -("oh, non fate cazzate, guardate che ci tengo alla mia confarreatio" "va bene, va bene, non ti preoccupare, sappiamo quanto ci tieni" "mi raccomando ragazzi")- poi si masturba. Reputa la pratica interessante. Viene, si pente e piange: veni, vidi, vici; Cesare.

I Preparativi
Saltiamo la scelta dell' abito, sicuramente pudico fin dalle mutande (modello castità extreme, con incorporata sirena, allarme satellitare, richiesta supporto aereo) , e per noi di scarso interesse storico, e anche le altre pratiche di ordinaria amministrazione (cerimonia, banchetto, torta...); concentriamoci invece sulla preparazione che gli amici stanno affrontando per cercare di non trovarsi a disagio e di dare un degno rilievo al giorno più bello della vita della sposa, e il più orrendo per lo sposo (per via delle pari opportunità, mi sembra opportuno aggiungere: e viceversa).
Ad ogni modo la corte degli amici risulta, almeno in via preliminare, così composta:
Numero 22 puttane chiatte di origine nigeriana o simile, o comunque dubbia; poco costose, non impegnative, numerose (innamorate dello sposo);
Numero 15 transessuali da tutto il mondo, per dare un tocco di internazionalità all'evento (innamorati indistintamente di sposa e sposo);
Numero 3 prostitute di classe per il soddisfacimento delle proprie voglie post cerimoniam;
Inviti falsi recapitati a: Miss Italia, Miss Calabria, Miss Cicciona, Robocop, Rambo, Hitler, Romano Prodi, Lady Marianna, nuova presidentessa di confindustria, Giovanni senza terra, Charlie Brown, presidente naz. artigiani di pipe, Oscar Wilde, Paul Verlaine, Walter Pizzulli e altri;
Inoltre, per usi da definirsi, s'è ritenuto opportuno l'acquisto di:
Numero 5 casse di birre, numero due bottiglie di wiskey, numero sette litri di soluzioni pronte di negroni (con fettine d' arancia incorporate), dumero 30 super confezioni di preservativi, numero 10 confezioni di pannoloni, un libro del kamasutra, un libro su come essere un buon padre, un libro sulla menopausa, un' abbonamento pluriennale a famiglia cristiana, una pentola a pressione, una pomata per il buco del culo, un sacchetto di riso

fine del primio episodio

mercoledì, marzo 12, 2008

Memorie di una guida

L'acqua è sul fuoco.
L'acqua bolle già.
Mi faccio un tè.
Mi faccio un sonnellino.

Il mio Passeggero questa volta non è tanto impaziente, ma questa è soltanto una mia sensazione.
Forse per lui sono solo pochi secondi che siamo qui. Se cosi' fosse devo riconoscere che è un tipo molto molto paziente. Gli dico che andrò al lago, a pescare; d'altronde non si può fare un granchè qui.
I giorni passati mi ha raccontato la sua vita, come se volesse lasciare un testimone delle sue memorie.
E' un omino vecchio vecchio, cosi vecchio da sembrare una noce moscata. Mi ha raccontato di essere stato un omone grande e grosso, sempre con la risposta pronta. Mi ha raccontato di aver sempre avuto una prediposizione per i lavori dove l'impatto fisico era importante: il controllore, la maschera, il buttafuori, lo spezzapollici.
Il giorno dopo ha proseguito nelle sue confidenze e mi ha rivelato il motivo del nostro viaggio: deve salvare un narvalo da suo fratello.
Quando ho riso del suo proposto, facendogli notare che i miei Passeggeri avevano spesso avuto mire ben più virtuose o, per lo meno, ambiziose, è diventato tutto serio ed ha detto che si trattava di qualcosa che avrebbe dovuto preoccupare anche me.
Forse aveva ragione; in effetti sto stendendo le mie memorie....sarò mica morta?

sabato, marzo 08, 2008

Memorie di un cleptomane

Ho una passione per i numeri.
Sette palazzi tutti in fila, cinque litografie del Don Chisciotte, tre gradini, due porte, tre bagni, sei finestre, un tavolo Ikea, due belle statuine, quattro caramelle, un pappagallo, una lettera d'amore, una vecchia, un anello bello grosso e luccicante.
La vecchia mi guarda sorniona, godendo dell'impressione che mi suscita.
Di anni ne avrà almeno centosette, ma per quanto sia ricca in questo frangente non la invidio.
E' tutta rugosa e incartapecorita come la suola di quella scarpa che presi in prestito ad un soldato greco l'anno passato.
L'anno in cui la vecchia aveva qualcosa come centosei anni. Il pappagallo tre.

Mi spiega con tutta calma il piano, pendolando lentamente sulla sua sedia a dondolo. Trenta dondolate, settanta parole al minuto. Allunga la mano avvizzita sotto il peso di quel grande, grandissimo anello nero come la notte. Posandomi la pasticca in mano, sembra aspettare da un momento all'altro che il contatto delle mie dita con quel gioiello possa risvegliare potenze arcane e misteriose.
Forse si aspetta che le salti addosso urlando, deciso a mozzarle il dito coronato dal mio tesoro, come se mi importasse qualcosa di quel bellissimo, preziosissimo anello.
Sicuramente non sa come funziona la cleptomania.
Forse si aspetta che dica qualcosa. Trenta dondolate, zero parole al minuto.

Dopo avermi ripetuto ancora una volta come e quando dovrò mandare in acido quel tenero agente cosi' poco segreto, mi fa cenno di allontanarmi, delusa dal suo primo incontro con un cleptomane.

Tre gradini, cento passi. Apro la mano destra e vedo una pasticca spessa e grigia. Apro la mano sinistra e vedo quattro caramelle gommose.
Una mano lava l'altra, diceva mia nuora.

domenica, marzo 02, 2008

Memorie di un falegname

Fa-legname: verrebbe da dire che io la legna la creassi.
E invece no, uscendo dalla mia capanna nella Foresta Nera prendevo l'accetta ed il legno andavo a tagliarlo. Pim pum pam, un suono come di bonghi nella foresta mica tanto vergine, un suono di colpi d'ascia contro qualche pianta perenne con fusto eretto legnoso detto tronco o stipite che a qualche distanza dal suolo presenta delle ramificazioni, ossia contro qualche albero.
Fa-legname.

Nella Foresta Nera non ci sono tanti grilli, tantomeno parlanti, per cui la mia vita fu lunga e priva di sorprese. Esclusa una sola, solitaria volta, in cui la mia tranquilla esistenza di manifattore venne scossa cosi come la mia accetta scuoteva dabbasso le fronde delle piante più alte.

Erano circa le tre del pomeriggio e ricordo che quel giorno mi ero appisolato dopo pranzo, riflettendo sull'esistenza di forme di vita nel centro della terra. Un suono mostruoso, come il chicchirichi' vibrante d'un gallo meccanico mi avevo svegliato e, senza nutrire alcuna paura, mi diressi correndo verso la sorgente del rumore.
Giunto ai bordi di una radura, scorsi al centro di quest'ultima un enorme scarpa slacciata, più grande di qualunqe cosa grande io avessi mai visto, esclusi il sole, la luna e le montagne.

Dopo una sommaria osservazione di quello strano oggetto, feci dietrofront per ritornare alla mia capanna.
Benchè si possa obiettare che io ne sia il carnefice, non mi reputo tanto diverso dai più maestosi alberi presenti su questa nostra terra: là dove il caso mi ha posto, io sto.

venerdì, febbraio 29, 2008

Memorie di un gentleman

Le mie memorie sono presto dette, poichè sono sempre stato un pragmatico.

Nacqui in una città piccola e ricca, ai piedi di colline piccole e grigie, perfettamente specchianti il grigio del cielo. I miei genitori si preoccuparono sin da principio che io ed i miei quattro fratelli, che saranno ormai vecchi e decrepiti almeno quanto me, ricevessimo un’istruzione superiore.

Il primo fratello si sottrasse giovanissimo a questi ardui studi e ben prima di terminare il liceo prese il mare con l’ambizioso progetto di sfondare nel cinema. In effetti, era un ambizioso.

Il secondo fratello progredi’ talmente spedito che si iscrisse all’università a soli quindici anni e la completò in tre mesi concludendo la tesi di laurea con l’ormai famosa frase “è stato bello, ma lo rifarei” (Ndr: da questa storica frase è stato tratto un libro edito da Sua signoria il nostro magnanimo editore, nonché fratello dell’autore, in 177 pagine e con raffinata rilegatura in pelle di struzzo su richiesta).

Il terzo fratello completò gli studi nei tempi prefissati e dopo cinque o sei tentativi infruttuosi in altrettante facoltà, si dedicò completamente all’autarchia, ritirandosi nella Groenlandia settentrionale per cacciare qualche raro esemplare di narvalo o qualcosa di simile.

Il quarto fratello aveva ed ha manie di grandezza ed intraprese con sommo successo la carriera dell’ editore, permettendomi tra l’altro di pubblicare queste mie memorie.

Per quanto mi riguarda, ho sempre vissuto di una cospicua rendita senza mai dover muovere un dito, dedicandomi con passione alla catalogazione dell’albero genealogico familiare ed alla ricerca dei più antichi manufatti appartenuti nel corso della storia alla mia nobile famiglia.

Ho vissuto nella buona educazione, nell’accortezza dei modi e nell’attenzione verso il gentil sesso: sarei pronto a rivivere la mia vita senza rimpianti.

sabato, febbraio 23, 2008

Memorie di un agente segreto

Ieri mi è arrivato un messaggino da mia figlia, diceva: "ciao!qui tutto bene: Tom ha ottenuto quel lavoro e abbiamo comprato una tv lcd per festeggiare!Tu come stai?baci".
Ieri pensavo che ciò che mi ha sempre reso un buon agente segreto fosse la famiglia e la prontezza nell'accettare un favore.
Rifiutare un favore insospettisce più di una Beretta 70 nel cassetto nel comodino: questo l'ho imparato a L'Havana.
Mentre oggi...oggi sono a Reykjavik e sono nei casini.
Cerco di riordinare le idee e sfruttando la tecnica di concentrazione che ho imparato nel Myanmar, chiudo gli occhi e vedo: un gallo cedrone, un intrigo internazionale, un agente segreto fatto di lsd, una tv lcd, una tv al plasma, un vulcano, una trasfusione di sangue.
Anche se non mi hanno tolto il cellulare non posso scrivere a mia figlia la verità, non posso chiedere alla sua bella famigliola di scomodarsi come per quella volta in Grecia: devo fare da solo.
Ho sessantotto anni e la verità è che non sono in grado di affrontare il fatto di non essere più un agente segreto.
La verità è che sono prigioniero in una camera d'albergo adibita ad ospedale nella casbah di Reykiavik, e devo cavarmela da solo.

martedì, febbraio 19, 2008

Memorie di un guardiano dello zoo

Prima di lavorarvi, non ero mai stato in uno zoo.
Per farvi corta una storia lunga e per fare un piacere più a me che a voi, non vi starò a spiegare di come tristemente vissi i primi diciotto anni della mia vita al di fuori di essa.
Si, vissi nel buio e nella completa solitudine, ma se continuassi ancora a parlare di questa spiacevole parentesi della mia vita, che considero essere stata sufficentemente lunga e felice, non rispetterei la promessa di farvi corta una storia lunga.
Lo zoo fu la mia gioia.
Il paese era piccolo, la gente mormorava, gli animali esotici erano tanti ed i visitatori pochi, io non sapevo niente del mondo ed il mondo sapeva tutto di me: ero nelle condizioni ideali per cacciarmi in un brutto guaio.
Passavo le mie giornate davanti alle gabbie, imparando affascinato dalle targhette i nomi di quelle strane cose.
Ammiravo il regale Tucano, con la sua criniera folta e sprezzante, con le splendide zanne bianche come la ghiaia dello zoo sotto il cielo settembrino.
Invidiavo l'altezza della Foca, delicata e misteriosa, con quel collo lungo tirato verso il cielo. Osservavo incuriosito la somiglianza tra l'Ornitorinco e l'essere umano, ridendo a volte della sua curiosità e dei suoi piedini prensili.
Un giorno la direttrice dello zoo, Agatha, mi fece chiamare nel suo ufficio.
"C'è un errore mio caro, un errore " fece una breve pausa, lo ricordo bene "di cui devi essere messo al corrente. Qui...tutti eravamo a conoscenza di questo errore e quindi...per noi era cosi' naturale che non ci siamo mai curati di informartene o di rimediare a questo grossolano...errore. Anche se forse ormai per te non farà differenza devi sapere che le
targhette dello zoo non sono abbinate al giusto animale. Qui dentro è tutto un casino." Agatha chiuse la bocca.Arrossi', aspettando la mia risposta.
Tutto ciò che riuscii a dire fu: "Questo è un bel problema..."
Per un attimo, Agatha sembrò assorta da qualche importantissimo, vitale pensiero, poi apri' bocca per dire: "...e poi...insomma non è l'unica cosa...devi sapere...ci sono...che anche le..le targhette del personale sono...come dire..sono...oh insomma ma facciamola breve: piacere, il mio nome è Ludovico!".
Da quel giorno non seppi più distinguere il dentro dal fuori delle gabbie.

domenica, febbraio 17, 2008

Memorie di uno smemorato

Mi svegliai nel tramonto della casbah, senza sapere chi fossi.
Anche senza conoscermi troppo, capii subito che non ero originario di quei luoghi.
Mi sentivo come un pesce fuor'acqua, come un long island tra due martini on the rocks.Rock the casbah: dovevo fuggire. Con la coda dell'occhio scorsi la coda di un gallo, forse di un gallo cedrone. Cocktail. Per un attimo realizzai di essermi svegliato dopo aver perso la memoria in un paese straniero: che fossi un agente segreto?
Sarebbe stato fichissimo: gli agenti segreti bevono sempre martini.

martedì, febbraio 12, 2008

Memorie di un tatuatore

Sono molto contento di incominciare questo ambizioso progetto, ma siccome non ho molti ricordi della mia infanzia mi perdonerete se incomincio da un punto preso a caso.

Compii dodici anni ed un piccolo incidente, adesso non riesco bene a ricordarmi di che tipo, mi provocò una cicatrice maestosa, che divise perfettamente a metà il mio volto, già simmetrico per conto suo. Scocciato dall'inconveniente, mi iscrissi al liceo classico, come gesto di ritorsione contro la vita stessa.
Tra le cartavetranti pareti del liceo regio, la regola dantesca del contrappasso mi diede l'ispirazione per trovare la mia professione: cosi' come la sorte aveva disegnato sul mio volto qualcosa che non avevo assolutamente richiesto, io avrei pitturato le carni snaturando l'opera iniziale di madre natura.Divenni tatuatore di uomini.
I dieci anni successivi furono un' orgia di sirene, ancore, teschi fiammeggianti e spade.
Poi, un bel giorno, anche se non ricordo proprio bene quale giorno fosse, venne la moda dell'avanguardismo, e la gente incominciò a cancellarsi tatuaggi che non aveva.
Disgustato, anche se non mi ricordo bene perchè, abbandonai la professione per dedicarmi ad altro.
Trovai lavoro come mangiafuoco, poi come schiavo in una copisteria ed infine approdai nel cantiere appena varato di un raccordo anulare. Lavorai giorno a notte come manovale, arrivando a chiamare per nome ogni singola colata di calcestruzzo e dormendo tra le bettoniere accese. Una sera al bar confidai il motivo del mio fervore costruttivo ad uno sconosciuto. Questi, sentendo che dedicavo anima e corpo alla costruzione di quel raccordo per dimenticare la mia esperienza di tatuatore fallito, ironizzò sul fatto che da tatuatore di uomini ero diventato tatuatore di mondi.
Ascoltando quelle parole, mi sovvenne alla mente l'immagine atavica di un uomo che orina nella neve: era stato il mondo a tatuare me.

lunedì, febbraio 11, 2008

L'OST - 1 Puntata: giorno del disastro

Appena Pirito rinvenne credette di avere di nuovo esagerato con i cartoni giapponesi porno la sera prima.
Poi ricordò tutto.
La gita,l'aereo,le cuffie viola sulle orecchie,un po' di relax con il suo ricercatissimo jazz coreano:perfetto per il riposino che si era prefissato di fare durante il volo.
Prima di socchiudere le palpebre ebbe ancora la voglia di pensare al pisello di Goku e a quanto sarebbe stato più bello se avessero deciso di passare la loro ultima gita in Giappone.
Poi di colpò si risvegliò,come se qualcuno gli stesse rubando l'aria,le orecchie che gli scoppiavano:l'aereo stava precipitando e loro con lui.
Pirito non ebbe il tempo di pensare a nulla,neanche il tempo di avere paura.Sarebbero caduti in mare,i loro corpi si sarebbero inabissati con la carcassa di quel vecchio trabiccolo Alitalia,e non sarebbero mai più stati ritrovati.
Il Mediterraneo è un mare cattivo.
Almeno tutto sarebbe finito in fretta,la pressione lo stava comprimendo fino ad ucciderlo.Il povero Pirito non desiderava altro che tutto quello finisse:e in quel momento l'aereo si spezzò in due.
La coda si separò dal resto del velivolo e cambiò direzione:fu allora che il povero Pirito svenne.
I suoi amati compagni di classe correvano da una parte all'altra,frenetici,qualcuno era ferito,qualcuno era svenuto come lui,ma non si era ancora ridestato.
Si passò fra le mani un po' della sabbia su cui giaceva,e poi un po' fra i capelli,rendendoli pieni di sorprese come piacevano a lui,poi guardò ancora l'aereo:era adagiato sul fondale vicino alla riva.Aveva deciso di non incendiarsi,di non schiantarsi sulla terraferma nè di inabissarsi portandoli giu con lui.Si era incagliato li',a metà strada:l'aereo aveva deciso di risparmiarli.
Mentre Pirito pensava,la loro professoressa di inglese spuntava fuori dall'aereo,il volto sfigurato,la pelle in brandelli,ma gli occhi ancora azzurri curiosi.
"Cazzo ma pure lei si è salvata?"-pensò il giovane- e,quello che fino ad un momento prima era l'aereoplano che li aveva salvati,decise di esplodere.
Prima che la vecchia riuscisse ad allontanarsi.
CONTINUA...