sabato, dicembre 29, 2007

Bye bye 2007...

OROSCOPONE : TRADIZIONALE APPUNTAMENTO CON LE STELLE PER TUTTI


Tinello: per coloro che sono del segno del Tinello,ovvero i nati in casa,si preannunica un anno difficile fatto di grandi scelte.Saper riconoscere i veri amici dai conoscenti è la chiave: un semplice conoscente,quando viene a casa tua agisce come un invitato.Un vero amico apre il tuo frigo e si serve.




Femore:arrivate al 2008 in allungo........ahahahahahahahahahahah









Eterotrofo: 2008 pieno di sorprese per gli eterotrofi,che fra i mesi di aprile e maggio oltre che eterotrofi scopriranno di essere eterocentrici eterociclici eterodiretti eterofoni eterogami eterogenei e perfino eterni.Ma non eterosessuali.




Indaco:ma che bel segno.Nel 2008 sparirà facendo spazio ad un segno che si presti di più a questa rubrica,e senza suscitare clamore.Coloro che sono nati sotto questo segno passeranno d'ufficio nel segno degli Eterotrofi.Evviva!




Contralto:ammazza che bona(dissero le stelle riferendosi alla fanciulla ritratta in questa foto).Non so cosa tu sia ma di certo non un contralto.O forse si?Neanche le stelle sanno rispondere ai grandi quesiti dell'universo.Nel 2008 tutti coloro che si sentono contralti avranno un figlio da quel simpaticone dell'ideatore dei segni dell'oroscopone di quest'anno.
Maschi co femmene,femmene co femmene.2008 all'insegna della promisciutà.





Arcotangente: crepino tutte le archetangenti donne e gli architangenti masculi.E con loro rette segmenti e compassi.
Invece le professoresse di matematica nate sotto questo segno partoriranno con dolore un figlio appartenente al contralto della foto di cui sopra.Ah le stelle mi dicono che baro pur non essendo di questo segno non passerà analisi 2,avendo sfidato la signora arcotangente.



Airone: vita di merda la vostra.Nel 2008 non migliorerà di un briciolo.Avrete però,verso settembre la possibilità di porre fine al vostro martirio morendo nel sonno dopo aver sognato un'arcotangente che feconda un contralto.Non fatevela sfuggire!



Cotechino:unico segno rimasto dall'anno passato.Ricchezza fortuna e amore per voi maiali.Possibilmente tornate a bussare alla porta delle lenticchie,non è del tutto finita la vostra storia d'amore:del resto insieme stavate benissimo.





Xilofono:ed eccoci al segno rivelazione del 2008.Venere facendosi penetrare con rabbia da Zeus prima,da Apollo Ares Eolo(soltanto soffiando) Nettuno poi,vi porterà grandi soddisfazioni amorose permettendovi in esclusiva di dormire sul suo talamo nuziale aspettando pazienti il vostro turno con lei.Occhio:siete subito dopo Patroclo.


Platessa:coloro che sono nati sotto il segno della platessa probabilmente sono già morti.Nessun 2008 per loro.
Chi fa il cenone di fine anno con la platessa è un terrone.





Spinaci:per il figlio illeggittimo di Braccio di Ferro,unico nato sotto il segno degli Spinaci,2008 di grande tensione......meglio conditi o al naturale?bel segno della minchia va.

Sasso: e infine il Sasso.Solo in fantaghirò avevate vita propria.Invece qui,per i nati sotto il segno del Sasso si prospetta un'altra annata di lunghi silenzi.Sarete calpestati da tutti.
Invece coloro nati sotto il segno del Sesso sono nel posto sbagliato:in questo blog nessuna traccia di quella roba.
Date retta alle stelle: era meglio se i segni dell'anno scorso non li cambiavamo.

lunedì, dicembre 24, 2007

OH OH OH OHHHHH


E' il nostro terzo Natale insieme....

....e vi odiamo come il primo giorno cari lettori :
come la chiamate questa , se non magia del Natale?
Spugnosi auguri a tutti i Caballeros del mondo

sabato, dicembre 22, 2007

L'impaziente inglese

Brano lunghissimo nel quale si discetta di tutto e un pò, senza tralasciare gli spoiler sull'ormai vicinissimo e tradizionale oroscopone segno per segno.

Si lo ammetto.Mi piacciono le associazioni di idee.
Quelle libere non tanto.Non le libere associazioni, intendiamoci, quanto le libere associazioni di idee. Non voglio essere pedante, ma mi sembrerebbe pleonastico soffermarci sul concetto di libertà quando già il concetto di idea lo racchiude al suo interno.
Ma torniamo al nostro racconto: si parlava infatti di quando fosse possibile parlare di un lupo mannaro cinefilo o cinofilo ma mi sembrerebbe veramente assurdo parlare di qualcosa di cosi desueto che oggi, al pari dei lividi fantasmi strillanti e scroscianti catene, potrebbe fare paura soltanto ad un pedagogo demodé inglese di metà settecento.
Inglese inglese, questa parola mi torna su come un budino indigesto perché dietro di se di parole invece di una se ne porta tante.
Parole parole fiumi di parole, come si dirà remo in inglese?
Amo e remo; amo et remo diceva il poeta, ma a me adesso, chi me lo farà latino?
Amo ET, è vero: ormai conviviamo da sette anni ma prima poi accetterò di vivere presso Karate Brianza con lui, ed insieme, invincibili nell'onorevole stile della cintura color saliva di un accappatoio prestigioso, non temeremo più le insidie dei francesi, da sempre nemici degli inglesi.

Vaccate, porcate, soltanto porcate mi escono dalle dita quando cerco di parlare del mondo reale. Francesi, inglesi, meneghini valdostani olandesi olandesine queste sono solo parole, portate dal vento costante dell'abitudine, parola che è prole del vento che nutre soltanto se stessa e mi dice: parole, potessi soltanto sapere che cosa vuol dire non essere un popolo ma solo fratelli, compagni, sorelle, o almeno compagni di doccia.
Insomma, ancora una volta sono rimasto sveglio fino ad ora, con gli occhi pesti innanzi al montior, solo per comporre qualcosa che impiegherà più tempo ad essere letta di quanto non ne sia stato speso per scriverla. Ma cosa volevo fare?Cosa speravo di ottenere sproloquiando sull'assurda distinzione in continenti, nazioni, regioni, province, comuni, città, frazioni e paesi?Cosa potevo mai sperare di dire che già non sia stato detto sull'amore tra i popoli diversi e tra gli umani e li alieni, peraltro trascinando con me una mostruosità di errori ortografici?

Ed ecco la risposta a tutti questi punti interrogativi:
il titolo del post, ovvero: L'impaziente
Inglese francese italiano svizzero o filippino non importa, perchè quello che ci lega è proprio l'impazienza, l'affanno nell' arrivare alla fine del post ogni volta che se ne presenta uno nuovo.
Se stai leggendo queste righe, i casi sono due: o hai brillantemente evitato l'inutile quanto prolissa parte iniziale o ti sei sciroppato senza batter ciglio (dimostrando peraltro scarso spirito critico) l'intera pappardella. In entrambi i casi, o lettore, meriti un premio; ed infatti eccoti, nella loro magnificenza, i dodici segni dell'oroscopone che, a breve, sarà redatto per accompagnarci in questo nuovissimo anno:
Sasso, airone, contralto, spinaci, platessa, arcotangente, cotechino, tinello, femore, xilofono, eterotrofo, indaco.
Vogliatevi bene bambini

venerdì, dicembre 14, 2007

La catalessi, un' esperienza di modesto parere

Al dilà del bosco cè una festa.
Il motivetto è orecchiabile e tutti ballano e se la ridono come se fossero nati ieri.
Sangue blu.
Auto blu.
Rock e emoticon sgargianti per tenere i bambini nel tavolo dei bambini e i grandi nel tavolo dei grandi.
Ho detto "sangue blu"?
Pardon
Volevo dire "Motivetto orecchiabile".
Per dirne una, vi basti sapere che a questa festa siamo stati invitati tutti, ma proprio tutti.
C'eravamo io, il dottor Manhattan, il sergente sospettoso che crede che ogni delitto sia scaturito da una perversa pulsione sessuale, il gorilla ovvero l'amante del primo contralto del quinto cantone svizzero, la colonia, il rappresentante di colonie, la colonia penale, i bambini, il bagno, il bagnetto, il bagno penale, il cast di Bullit, quelli che comprano solo se conoscono il venditore, quelli che vendono solo se conoscono il compratore, quelli che si fanno troppi problemi pensando "chi guarderà i guardoni?", gli ingordi gli stolti i cacciatori di Frodo, Gandalf gli Hooligans l'haggis e tutto questo genere di persone e cose.
Insomma, tante parole per dire soltanto che ormai non si sa più di cosa scrivere.
Saranno meglio i post introspettivi o quelli romanzati?
e chi lo sa?nessuno lo sa, possiamo solo ipotizzare che, visto da molto ma molto ma molto lontano, anche logx abbia un odore.

martedì, dicembre 11, 2007

rio Obito ovvero il cugino cattivo di rio Bove, buono e brutto, discendente di rio Bravo.

ndr sta a indicare le note di un reverendo.
; tali note appesantiranno molto la lettura, il mio consiglio è di trattarle come qualcosa di poco felice, come il baracchino firme di forza italia.

Il solito far west, l' insolito.
Mi trovavo quel giorno imbottito di wiskey dopo un operazione chirurgica (ndr è noto infatti il metodo con cui si anestetizzava il paziente in caso di operazione: soluzione altamente alcolica per via orale) a scappare a bordo del mio cavallo, a cavallo del mio paguro. L'operazione come sempre era andata male, la gamba da amputare era un braccio, io comunque mi ritrovai ad amputare una testa, non so come, e comunque non era la testa del paziente (ndr mi auguro non di un sacerdote, e neanche di un bel bambino). Cazzo sono un cow boy: sempre la solita scusa; e allora via, per non cadere nella banalità, via a perdifiato per la prateria (ndr è noto infatti l'alto rischio che correvano i dottori in caso di operazione andata male; II ndr prateria non preteria; III ndr è nota la propensione degli ecclesiastici a numerare in latino).
Una scena già vista: ma questo rappresenta solo l'antefatto di vita comune che attrae il lettore, che per un attimo, mentre sta leggendo sul treno (ndr è nota l'abitudine dei pendolari: fare di tutto per non buttare via quell'ora di percorso sempre uguale; ma almeno leggessero qualcosa di più pio, tipo "non c'è più la famiglia cristiana..." al posto di fingere di leggere milano finanza e di fare pensieri impuri sul ruolo delle pinzatrici dei controllori in occasione di feste orgiastiche infatti è noto:
fingono di leggere milano finanza ma fanno pensieri impuri)
pensa: potrei essere io il protagonista;
ma proprio mentre scappavo, li' dove il torrente di torrone incontra il fiume di parole, udii una canzone indiana che faceva più o meno così:

Il mio sogno è volare
al di sopra dell’arcobaleno, cosi in alto
Il mio sogno è volare
al di sopra dell’arcobaleno, cosi in alto
Il mio sogno è volare
al di sopra dell’arcobaleno, cosi in alto

eh eh eh
al di sopra dell’arcobaleno, cosi in alto

Il mio sogno è volare
al di sopra dell’arcobaleno, cosi in alto

Sorgi, non cadere giu di nuovo
Sorgi, per tanto tempo ho spezzato le sue mani
Provo a volare per un monento cosi in altro
direzione cielo
Provo a volare per un momento cosi in altro
direzione cielo
Il mio sogno è volare
al di sopra dell’arcobaleno, cosi in alto

Proprio vicino al rio Rom vidi El Dorado.

Salviamo il sigaro toscano.

domenica, dicembre 09, 2007

Cuore acciaio cippa

Domani c'è l 'esame?...e noi ce la cantiamo!
Freddie Mercury non era nessuno.
i BoyPlay presentano: " SOTTO PRESSIONE "

La pressione mi sta schiacciando
La pressione ti comprime come nessuno si augurerebbe
Sotto una pressione che distruggere un palazzo
spezza in due una famiglia
sbatte la gente in strada
È il terrore di sapere
Cos’è davvero questo mondo
Guardi qualche buon amico
che grida "fatemi uscire"
Implorare che domani, possa stare meglio
Pressione sulla gente, gente in strada
che fa tutto a pezzi e mi fa impazzire
Questi sono quei giorni in cui le disgrazie
non vengono mai sole
Gente in strada, gente in strada
È il terrore di sapere
Cos’è davvero questo mondo
Guardi qualche buon amico
che grida " fatemi uscire"
Implorare che domani, possa stare meglio
Pressione sulla gente, gente in strada
Esser ciechi per ignorare tutto ciò
Rimanere neutrali ma non funziona
Presentarsi con un po’d’amore ma è così ferito e lacerato
Perché, perché, perchéAmore?
Folli risate sotto la pressione che ci sgretola
Non potremmo dare a noi stessi ancora una chance?
Non potremmo dare all’amore quella chance?
Perché non potremmo darla all’amore?
Perché amore è una parola così sorpassata
E l’amore ti sfida a prenderti cura della gente sull’orlo del baratro
E l’amore ti sfida a cambiare il modo di avere cura di noi stessi
Questo è il nostro ultimo ballo
Questo è il nostro ultimo ballo
Questi siamo noi
Sotto pressione
Sotto pressione

Pressione

venerdì, dicembre 07, 2007

Tempo rimesso di notte non val tre pere cotte

Mi guardo le punte dei piedi.
-Ah!Lo sapevo!La gente non fa che parlare di sè stessi!-
Non sono poi cosi' appuntite.
-E poi il modo!Il modo!-
Mi ricordo di quella volta che continuavo ad arrabbiarmi perchè quello che scrivevo era cosi' terribilmente personale!
Mi ricordo di quel periodo in cui, ogni volta che attaccavo a scrivere, iniziavo sempre con "mi ricordo"...a ripensarci, ero pietoso.
-Ma si sa, a posteriori sembra sempre tutto facile!-
Mi ricordo che da piccolo quando alla tv davano i Jetson cambiavo canale, per non rovinarmi la sorpresa.
Adesso la televisione la guardo poco e sono quasi certo che ora sia lei che guarda me. Anzi, mi ricordo di aver pensato, una volta, che nel futuro hanno scoperto la macchina del tempo e le reti televisive mandano telecamere speciali indietro nel tempo per registrare reality con protagonisti inconsapevoli.
Ovviamente a casa il pubblico se la gode ridendo dell'arretratezza dell'era in questione.
Probabilmente nel futuro, una volta scoperta la macchina del tempo, saremo il terzo mondo dei nostri pronipoti e cosi', gli esseri umani, cercheranno di migliorarsi giorno dopo giorno nella speranza di apparire ai propri figli sempre un pò più tristi e un pò più brutti di loro.
Che sballo il progresso!
Mi ricordo a mala pena di quella volta che il progresso non c'era

giovedì, dicembre 06, 2007

La mai

"Vuoi fumare?"
E' pallida, sovrappensiero, sussulta,
"Ne prendo una", dice, ma pensa ad altro.
La sua espressione mi ricorda lo stridio dei freni del treno; al mattino.
Cerco di capire a cosa stia pensando guardandola negli occhi.
Amo i suoi occhi, amo quello che vedono i suoi occhi, ma non mi dicono niente: sono meno loquaci delle due olive che facevano il bagno nel mio martini, poco fa; ghiacciato.
"Sai qual'è il vero inferno? Svegliarsi ogni mattina e non sapere perchè esisti."
Da dove mi è uscita questa. Cazzo, spero non abbia sentito, le servirebbe una buona mezzora per elaborare un pensiero del genere; se la conosco bene. Ma non ascolta.
"Cosa vedi nei miei occhi?", esclama, si irrigidisce per un attimo, poi torna a pensare.
Ci dev'essere qualcosa che non va in lei.

mercoledì, dicembre 05, 2007

Mutatis mutandis

La storia che oggi andiamo a raccontare ha per protagonisti due monopolisti che chiameremo cosi,un po' per gioco un po' no,signor L e signor S:

Signor S e signor L si incontrano nel parco dopo una lunga passeggiata,sono anni che si conoscono.

Signor L: caro S ti volevo proporre una cosa,supponi di essere un monopolista!
Signor S: ma caro L io sono già un monopolista
L: e allora supponi di essere un oligopolista,un piccolo sforzo,basta supporre qualcosa
S: sei gentile L ma non ho voglia di supporre oggi,sono triste
L: e come mai amico?
S: ogni anno che passa è un anno in meno che ho da vivere
L: ma son baggianate non ci pensare,supponi di essere un oligopolista dai per piacere
S: ogni istante in cui suppongo di essere qualcosa è un istante in meno che ho da vivere
L(facendo finta di non sentire): supponi che tu oligopolista ti sia imbattuto per caso in una bella ragazza nel parco
S: e invece ho incontrato un pezzente
L(ancora non badando alle parole sgarbate dell'amico):e supponi anche,per semplicità,che lei ti voglia far subito calare i pantaloni invece che in un posto più privato
S: io non ci so fare con le donne,manco sono sposato
L(interrompendosi solo ora): eppure quella volta tu e luca mercalli a puttane ci siete andati
S: io ho soltanto guardato,lui mi aveva detto "ora sta a vedere che perturbazione coi fiocchi"
L: in ogni caso supponi piemontese bastardo
S: è facile per te supporre incontri con belle ragazze,tu,tu che sei sposato.Io quando arrivo a casa vengo accolto solo da un mare di cioccolato Novi
L(coniugando male la frase volutamente,per imitare il signor R,monopolista oggi assente):manco la nutella* ti piace a te che è buona
S: ma tornando alla bella ragazza,mi stavo appassionando
L: fatti tuoi la mia elasticità alle tue cazzate è bassa devo proprio scappare
S: ma sei stato solo tre minuti per domanda
L: se credi che tre minuti per domanda siano pochi,prova a tenere la mano...
S: bla bla bla beviti un brunello rimbambito
L: ti dirò come finisce la supposizione allora visto che mi preghi
S: dai supponi
L: è sempre una bella ragazza che chiude la porta
S: già , è sempre una bella ragazza che chiude la porta

*badate che si dice nutèlla e non nùtella: scusate la pedanteria

giovedì, novembre 29, 2007

Narciso e Boccadasse

Siedo per terra e mi prendo il naso, pensando sempre a cose sporcaccione:
Happy-go-lucky luke skywalker texas (power) ranger smith

e poi penso:
enrico fermi tutti è una rapina
e poi penso:
Via Ines Negri
e poi dico:
i doppi sensi sono un'arma a doppio taglio
e le doppie punte?

lunedì, novembre 26, 2007

Perse

Me lo paghi il panino. Ci farà male tutto questo cinismo. Me lo paghi il panino? E se perdi quell' attimo sei fottuto; lo lasci senza panino. Senza un gustoso panino. Con tutte le specialità della casa. Quello caldo. Quello buono. Quello bianco di Heidi (panino).
Panino: tu, chissà dove sei; forse anche i panini hanno un anima: fragile.
Ci farà male tutto questo cinismo: gli fanno male tutti quei panini.
Perchè quando non paghi un panino sei tu che ci perdi.
Salviamo il sigaro toscano.

Anima fragile

e tu....
chissà dove sei...
che mi ascoltavi immobile...
ma senza ridere...
e ora tu...
chissà dove sei...
avrai trovato amore...
o come me...
cerchi soltanto le avventure...
perchè non vuoi più piangere...
ma la vita continua...
anche senza di noi....
che siamooooooo....
lontani ormai....
da tutte quelle situazioni che ci univano...
da tutte quelle piccole emozioni che bastavano...
da tutte quelle situazioni che non tornano mai...
perchè col tempo cambia tutto lo sai...
e cambiamo anche noi...
cambiamo anche noi...
lailalaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa....
lailailalalaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa....


....torna da me cartier....

venerdì, novembre 23, 2007

Ieri pensavo:

Benchè sia solitamente più propenso a ricercare le cause piuttosto che i modi, ieri pensavo al modo in cui funziona l'immagine che ci creiamo di una cosa nel nostro cervello.
Prendiamo per esempio una bottiglia di blanc de morgex che cade dall'altezza di mille e quattrocento metri: pensatevi la scena.
Ora, quale tra i seguenti modi in cui la nostra mente avrebbe potuto intendere la scena appare più veritiero?
1)Il cervello crea due fotografie, una che rappresenta la bottiglia nell'istante iniziale ed una che la rappresenta nel momento in cui si sfracella al suolo.Tutte le immagini mancanti tra le due vengono generate, conoscendo la sorte della bottiglia, ogniqual volta il possessore del cervello rivede la scena nella propria cineteca mentale.
2)Il cervello crea un numero infinito di fotografie, che rappresentano la bottiglia in ogni momento della sua avventura volante.
3)Il cervello crea un'unica fotografia che muta momento per momento seguendo la caduta del grave.
A mio parere, la terza scelta è la più sensata perchè, con un piccolo utilizzo di memoria (la fotografia infatti è sempre una che muta nel tempo), si ha il risultato cercato, ossia la videocronaca di ogni momento della caduta.
Detto questo, come potremmo immaginare che il cervello pensi la caduta della nostra bottiglia di blanc de morgex a ritroso?
Anche in quest caso vediamo quale tra i seguenti modi ci sembra più sensato:
a)Il cervello utilizza uno dei modi sopra descritti per immaginare la caduta della bottiglia, dopodichè proietta sul nostro schermo mentale la scena invertendo il momento iniziale con quello finale.
b)Il cervello utilizza uno dei modi sopra descritti per immaginare l'ascesi della bottiglia, dopodichè la proietta sul solito schermo mentale.
Sempre a mio parere, la scelta b sembra la più sensata visto che, con un notevole risparmio di spazio e di impegno della capacità di calcolo, si ha lo stesso risultato.
Dopo tutto, ad ulteriore favore della mia tesi, si ha la vecchia massima: "Natura non facit saltus" per cui, per quanto ci sforziamo di fare il contrario, il nostro cervello sceglierà sempre la via più breve.
Il problema, cripiticamente lasciato trapelare nelle righe precedenti, si può riassumere con quanto segue: dato un avvenimento ed il suo inverso, non saranno essi forse due cose diverse? Il fatto che una cosa sia l'inversa dell'altra pregiudica o non pregiudica il fatto che l'inversa sia anch'essa una cosa a tutti gli effetti e non solamente l'immagine specchiata della prima?
Oramai da tempo vi starete chiedendo: "come mai questo sproloquio?" ed io, prontamente, v'illumino:
Il VHS o video-registratore è ormai un vetusto aggeggio che i bambini nati in questi anni mai vedranno, tuttavia, esso si porta nella tomba della memoria un'interrogativo insoluto: perchè nessun uomo rusci' mai a dominarlo completamente, programmandolo a dovere?
Dopo la mia dissertazione, spero che la risposta risulti ovvia anche a voi: come sarebbe mai possibile concordare con qualcosa che opera al contrario della nostra mente e che insiste nel riavvolgere e dire che la riproduzione al contrario di una cosa è semplicemente la sua inversa e non una cosa a sè stante?

Quod erat demonstrandum?

giovedì, novembre 22, 2007

Il west vive su rete quattro

Non riesco più a ricordare qual è quel momento in cui si smette di leggere e si incomincia a scrivere…eppur non trovando quello che cerco trovo interessanti alcuni parallelismi con i grandi del passato; uomini all’antica, diciamo.
Come il più grande uomo scimmia del pleistocene, per esempio.
Questo è uno di quei momenti in cui immagino il lettore voltare pagina ignaro che quando riprenderà a leggere si troverà davanti a qualcosa di completamente diverso da quanto aveva letto precedentemente e, immaginandolo smarrito, lo vedo cercare di ricostruire come sia stato possibile un errore di impaginatura tanto grossolano.
Io la chiamo “scrittura-antiuomo” o, preferibilmente, “scrittura-miraggio”.
cout<< “Brancamenta alle crociate! Il film che vi terrà col fiato sul collo!”; Da quando non guardo più la tv sono costretto ad inventarmi delle pubblicità che mi tengano sveglio nelle pause tra un pensiero e l’altro. Però, prima di escogitare questo espediente mi sono sorbito interminabili momenti di silenzio durante i quali, tra le altre cose, ho pensato ad uno spazio nuovo, un luogo dove ogni punto è equidistante da tutti gli altri.

Ma, caro lettore, quando si parla di certe cose, penso sia doveroso ricordare anche chi dice: “non si è mai visto piangere un pistolero”.

martedì, novembre 20, 2007

B-ian-co

Natale; fra il bene e il male c' è di mezzo il. Natale; fra due trincee nella terra di nessuno, sotto il fuoco delle mitragliatrici e dei cecchini c' è di mezzo il. Natale; le puntine accuminate, la cicuta nel pudding, i ravioli al ragù di cucciolo d' africano sono trovate di. Natale; un aspirina estroversa ci canta, Diva, fra il marzapan e il senno di poi, ci canta che anche questo sarà una merda di. Natale;

domenica, novembre 18, 2007

Intermezzo (aspettando parte quarta) - Vita da novelas

Se ne dicono tante sulla vita,la vita è questo la vita è quell'altro blabla godersi la vita blabla i bisex blablabla Fumagalli...
Ma la vita spesso non è mai niente di quello che si dice oppure è tutto,per molti non è mai quello che si vuole,non è mai quella giusta al posto giusto.Torta di riso finita,ad esempio.
Eppure qualche volta accade.Del resto anche le Spice sono tornate insieme.
Un novelieres* ne ha viste di cotte e di crude e ne ha portate in scena di peggio,gli iPiroga sono dei bastardi e sul loro blog postano le cose peggiori di queto mondo,ma anche le più bramate,le più sognate.Ma un novelieres - e Baro Rodrizio e Irreprensibile lo sono - non può mai assaggiare la parte migliore delle storie che racconta: il dialogo capace di farti riflettere,quello che si conclude sempre con una battuta finale toccante che il personaggio pronuncia prima di girarsi e andarsene,quello che fa rimanere l'altro personaggio di sasso,che interrompe lo show eterno di Teo Mammuccari del suo cervello e lo porterà due scene dopo a smuovere le sue convinzioni,ormai radicate sotto tonnellate di cacche di terracotta.
Già perchè ogni giorno sentiamo troppe puttanate che non ci fanno ne caldo ne freddo e quelle che non sono puttanate ce le facciamo diventare,ce le facciamo perchè a noi piace parlare come munnezze.
Ebbene stasera qualcuno è riuscito a far riflettere un'altra persona interrompendo,almeno per un attimo, il rumore della risacca.Senza bisogno di battuta finale toccante.
E non c'era nessuno schermo,non c'era nessuna novelas* ,soltanto novelieres.
Ci vediamo tra due scene.



* i termini novelieres e novelas sono protetti da copyright iPiroga.iPiroga TM 2007

venerdì, novembre 16, 2007

Contrabbasso blues

"Ora come ora l'ultima cosa che vorrei fare sarebbe scrivere un post."
Come lo penso lo faccio...non è orribile?
Aspetto e spero.
Anzi, spero bene.Spero che tutto vada bene.
Poi con una contorsione celebrale mi ritrovo sul ponte della mia nave, che mi porta lontano, verso la Patagonia. I ricordi del personaggio che impersono mi invadono come il tartaro sui denti dei tartari del deserto dei tartari; una porcheria immonda.
Il personaggio che sto impersonando ricorda un tempo lontano in cui possedeva un bar, ormai da anni fermo in attesa della ristrutturazione, mentre io di me ricordo solo che nei miei incubi vedevo convergere il seno, ma non era nemmeno la metà del sogno erotico che state pensando. Era peggio.
Un'onda spazza il ponte che mi è costato tante fatiche. Fatiche della schiena, fatiche vere, anni e anni in una miniera di zolfo, credo.
Il mozzo mi guarda come se fossi un'altra persona.
In effetti è difficile recitare bene quando si ha in mente qualcos'altro, per esempio se stessi.
Chi ero quella volta che un tipo mi raccontava che nel futuro gli erasmus si fanno nel passato?
Mi ricordo di quella volta che aspettavo e speravo.
Vi chiedete cosa aspettassi?
Che ristrutturassero il mio Mocambo, ovviamente.

sabato, novembre 10, 2007

Multa paucis

tutte le immagini citate sono di proprietà dei rispettivi autori

giovedì, novembre 01, 2007

Arrivano i nastri

Ci giocavi coi soldatini da piccolo?
Che sballo i soldatini da piccolo!
Ci giocavo per ore ed ore fino a quando il sonno si mescolava alla veglia, ed in questi magici momenti di malcelato torpore inventavo le storie più belle e più bizzarre.
Queste storie, in cui per la verità i soldatini erano più avventurieri che combattenti, tanto che non spararono mai un colpo, penetravano cosi' a fondo nella mia mente che anche adesso, quando mangio pesante, rivivo alcune delle mie stesse storie...

"Rompiamo i ranghi ragazzi: cè un ponte."
Che avventure magnifiche! Solo un bambino potrebbe sognare dei soldatini di plastica che si premurano di non rompere un ponte.

lunedì, ottobre 29, 2007

un po' meno delle 6 a.m. sveglia

Penso pensando. Mi soffio il naso. Ti soffio il portagioie. Chissà perchè il portagioie. Le asparagine sono difficili da trovare dal verduraio. Ti soffio le asparagine. Guarda, la donzelletta vien dalla campagna e reca in mano un mazzo di asparagine. Le soffio il naso. Se solo si fosse messa in tasca la castagna contro il raffreddore. Pazienza. Ma che cos' è questa merda? Pazienza. Penso pensando: google earth. Cerco Fandango. Niente.

domenica, ottobre 28, 2007

Crea nuovo post. Waiting for Fandango

Come faccio ad essere sicuro di non riscrivere cose già scritte? Già, sull' orlo della pazzia e con la confusione mentale serpeggiante è questo il dubbio che mi attanaglia; fa male, il dubbio. Non è tanto per i lettori, fantomatici, inesistenti, silenziosi, fragorosi e via dicendo. E' per me: io non voglio riscrivere cose già scritte. Ma non tanto dagli altri, si sa che ormai è già stato scritto quasi tutto, ma da me: il rischio di ripetermi. E si, perchè se mi ripeto c'è qualcosa che non funziona: vuol dire che non si va verso niente, che si aspetta soltanto...
Ma allora che senso ha cercarlo? Condizione di assoluta passività: aspettando il Fandango.

Parte terza: Beautiful

Erano le sette e Ridge era già in piedi da un'ora.Era finalmente arrivata la domenica tanto attesa.Ridge si guardava allo specchio da ormai molti minuti:alto,di bell'aspetto,mascellone.Era in gran forma,già pronto per quella che sarebbe stata una sera molto molto speciale.Continuava a mirarsi e rimirarsi ammaliato dalla sua stessa bellezza,non riusciva a trovare nella sua persona un solo difetto.Ah si,uno si.
QUEL NOME.
Non aveva mai perdonato la madre per quello che gli aveva fatto.Avrebbe potuto chiamarlo in qualsiasi modo,anche Mario,Gustavo o persino Rodrizio.Avrebbe accettato anche Vasco.Ma Ridge no.Maledetti anni 80.Maledetta sua madre che era risucita a farsi mettere in cinta con un piede già nella fossa.Maledetto suo padre,e più che un padre sembrava un fratello maggiore,che si era invaghito di una donna di trent anni più vecchia ma ricca sfondata.
Sfondata e anche ricca sfondata:come resistere in effetti?
Ma lui era bello.E anche ricco.Cosa importava il resto?
Accarezzandosi la faccia scacciò via i cattivi pensieri.Mancava ormai poco alla sera.
"La domenica del villaggio faceva cacare e Leopardi era un feccioso",pensò posando lo specchio.
...

venerdì, ottobre 26, 2007

Chuve

Piove. Se non piove pioverà. Hai già toccato il fondo? Il fondo non ha fondo. Per l'ennesima volta hai chiesto la cocacola e ti hanno portato la pepsicola: e non hai il coraggio di dire niente. Bevi, senza poter dimenticare; lo smacco del cameriere? No, che ogni giorno è un giorno perso.

Pillar of Autumn

E' autunno : la stagione in cui i bambini scrivono meglio i loro temi.
Forse complice il ritardo del treno o forse complice la pioggia velata che bagnava le spalle di noi, gli adoratori di settimane enigmistiche, oggi ho quasi apprezzato Paolo Conte.
O sbaglio?
Forse era Harvey Dent o Gabry Ponte, non ricordo.
La cosa terribile della realtà è che tutto è collegato.Panta-rei mi dite? panta-loni rispondo, e di lana mi vesto, come un errabondo pastore asiatico. Cosi' almeno il cerchio si chiude, o per lo meno il giro...vita.
Chi ha detto "freddure"?Lo sanno tutti che questa è una stagione balzana, quindi già che si salta, tanto vale farlo di palo in frasca.
Chi ha detto "Frasca"?
D'altronde è difficile distinguere tra era multimediale ed era multimedioevale, ma forse la differenza sta proprio nella ceralacca.
Eh già: bei tempi quando c'era l'acca...quando era impossibile confondere il pittore di Vespignano col titolo comunemente affisso ai peccatori di gola.
Ora tutti pensano solo ai fatti loro però, tutti li' pronti a farti le scarpe, però questa volta le gola non c'entrano...si parla di scarpe fittizie, scarpe cerebrali, scarpe metafisiche, come quelle che indossavamo alla scuola materna...ti ricordi? eccome se mi ricordo:
ci mettevano seduti e si facevano le prove per la recita
che stile!
che tempi!
che piove!
...che roba quei tempi, che roba!

mercoledì, ottobre 24, 2007

Il mondo visto da un economista

Unti rabbini in stato di insolvenza mi cercano, sono ovunque, mi cercano; tutto un mondo intorno: di rabbini in stato di insolvenza. Mi cercano, sono ovunque: tutto un mondo intorno. Stanchi rabbini in stato di insolvenza cosa volete da me? Cos' ho che non va? Cosa non ho? Cos' ho? O lasciatemi, lasciatemi in pace. Oggi uno di voi ha tentato di parlarmi, l'altro mi ha toccato di nascosto, l'altro ancora mi ha guardato; spergiuro: l' ho visto, tentava di fissarmi. Non ho più pace, è un inseguimento senza fine, senza senso, senza. Senza. Senza senza senza. Senza orribili rabbini in stato di insolvenza.

venerdì, ottobre 19, 2007

Biancaneve e i sette samurai

Il cast è sparpagliato sul set, in attesa delle direttive del regista.
"Sarà un film memorabile", dicevano.
"L'unione di due classici genera un altro classico", dicevano i finanziatori del film.
Solo lo sceneggiatore, in disparte, sembrava dubbioso, mentre osservava senza interesse sfilare i vassalli in kimono della strega cattiva.
Ripensava alla sua giovinezza artistica, ai tempi in cui ancora lavorava sul testo che lo aveva reso famoso: "I classici del videogioco come metafora della vita: da tetris a pacman attraverso i sentimenti umani".
E ora, mentre l'ultima delle sue fatiche veniva finalmente messa davanti alla cinepresa, si vedeva pallido, obsoleto.
"Il classico offusca l'artista", dicevano.

lunedì, ottobre 15, 2007

Naif

Questo sito mi fa cagare
vorrei vederlo bruciare
funestato da un grande incendio
come una mazza di legno

mentre arde gli sussurrerei
brucia iPiroga brucia


quante seghe che mi farei

venerdì, ottobre 12, 2007

Salve, sono Bender. Prego, inserire "floppino"!

La fisica spiegata al calabrone

Scooby guarda avanti, nell'oscurità.
Intorno sente solo un forte sbattere di catene: il solito derelitto che tenta invano di spaventare qualche vecchia ereditiera per ereditare il castello.
E' sempre cosi'.
Di solito.
Scooby non può fare a meno di pensare che finora la sua vita da cane sia sempre stata una vita fortunata: i soliti misteri troppo facili da risolvere, le infinite scorpacciate di scooby snack, le ore passare a rollare cannoni con Shaggy sul sedile dietro della Mistery Machine.
Ma Scooby è un cane e in quanto tale ha un certo intuito: sa bene che se ci si abitua, anche le cose più terrificanti dopo un pò non fanno più paura, e allora, come nella favola di Pierino, quando vale veramente la pena di scappare, non se ne è più capaci.
E se un giorno trovassero davvero qualche divinità proveniente dallo spazio molto molto antica e molto molto incazzata nelle cantine della solita cara vecchia magione? Come reagirebbe al loro tentativo di toglierne la maschera?
La vera paura di Scooby è che un bel giorno a forza di svelare falsi misteri se ne trovi uno vero. Uno di quelli grossi e paurosi. Hai voglia quante canne servirebbero per dimenticare dei corpi squartati veri? Hai voglia quanto serenamente faresti la doccia se incontrassi un mostro della palude in carne ossa artigli e squame?
Scooby è solo un cane, ma come tale vuole vivere a lungo e tutto intero; cosi', quando ha paura, quando nascondersi dietro la sagoma da fattone di Shaggy non basta, si culla nei suoi ricordi, tornando alla sua infanzia di cucciolo in cui ancora si poteva tentare di spiegare le leggi della fisica ad un calabrone.

martedì, ottobre 09, 2007

Parte seconda - Vivere

Sfogliava il libro Cuore la bella Fiammetta.Immobile nella stanza da letto.
Origine ispaniche,in corpo un ardore perenne che non si placava mai,procace e sinuosa.
L'uomo che aveva conosciuto poche ore prima giaceva affianco a lei silenzioso.Nudo.
Lo aveva trovato cosi irresistibile,cosi irreprensibile,con quella faccia da malato da monitor,quelle mani secche,sottili,abituate a maneggiare piccoli oggetti,ad attaccare fili,ad inserire chiavette usb.Quest'ultimo pensiero era riuscito poi a farle perderle il senno del tutto.Chiavette.Fiammetta finse di interessarsi prima ad un nuovo modello di stampanti molto silenziose,poi esaminò con cura una serie infinita di telefoni cellulari,ma la sua mente oramai divagava tra le più complicate fantasie.
Non era li per tutto quel bel armamentario tecnologico.Era li per trovarsi un uomo.E vi era riuscita.Se lo era portato su in casa,in fondo abitava ad un tiro di sputo,duecento passi dalla fiera,e già nel portone il perito informatico si era ritrovato senza mutande.
In cortile aveva incrociato lo sguardo ammonitore che proveniva dalla finestra di una di quelle pettegole delle sue vicine,dall'altezza del piano doveva essere la terrona.
Ma a Fiammetta non importava di quella donna,ora l'unica cosa importante era lei,era poter essere felice.
Sfogliava il libro Cuore Fiammetta,immobile nella stanza da letto.
Anche quella volta,anche quella domenica si era spinta troppo oltre.Aveva varcato di nuovo la soglia.L'uomo che aveva conosciuto poche ore prima giaceva accanto a lei silenzioso.Nudo.
Nudo ed ormai privo di vita.L'anima era scivolata via silenziosa,il cuscino premuto sul volto.
Vita.Un giorno senza amore è un giorno perso,pensò.
...

sabato, ottobre 06, 2007

venerdì, ottobre 05, 2007

Chi ha spos(t)ato le indicazioni

L' Arizona è un apostrofo rosa fra le parole diritto e privato. L' apostrofo è una pausa carica d' enfasi, densa come la polenta Valsugana: buona, bella, sana; santa polenta, santa Claus, santa clausola. Santo cielo. Cosa ci sta succedendo; io non lo so cosa ci sta succedendo. So che ieri sera eravamo tutti a giocare a calcetto; il calcetto ha una funzione catartica. Il calcetto è, non è. E saliamo sulla macchina grigia che dovrebbe portarci sulla via del Fandango ma che invece ci porta a casa; tutti: a dormire. C' è qualcosa che ci sta frenando. Qualcosa che ci sta abbruttendo più del necessario. Qualcosa che tu vuoi da me qualcosa, sempre.
Credendo nella metempsicosi delle sardine ovvero la trasmigrazione dei salmoni mi inquino e vi saluto. Cartago delenda est.

Erano barbare quelle del Carducci

Odi?
Il vento ai margini del bosco s'azzarda ancora in acrobazie radenti per sfoltirne le chiome canute:
è autunno.
Nella mia immaginazione di bimbo questo era il periodo dei ricci, delle castagne, dei cieli notturni senza nuvole e delle serate intorno al camino.
Ora invece non importa più quale sia la stagione corrente, perchè tanto esistono i viaggi nel tempo.
Ognuno di noi, nel corso della propria esistenza, viaggia nel tempo almeno in due modi: il primo esistendo ed assecondando lo scorrere del tempo, il secondo andando a dormire di notte e svegliandosi il mattino seguente. Certo, se a cena cè la peperonata il viaggio non è dei più tranquilli, ma penso che la perdita di coscienza notturna simboleggi di fatto l'esistenza di un viaggio nel tempo.
Riuscire a viaggiare nel tempo in modi diversi da quelli descritti qui sopra è molto difficile, ed ogni crononauta possiede in realtà una tecnica personale diversa da qualunque altro.
Tuttavia, mi offro di dividere con voi il mio sapere, la mia tecnica: portate in bagno con voi sempre un libro e, seduti sull'asse, dilettatevi nella lettura. Leggete questo libro solo ed esclusivamente in bagno mentre fate la cacca, e la trama del racconto contribuirà a legare tra loro periodi più o meno lontani.
Ovviamente ognuno userà la sua variante di questa tecnica: cè chi usa i libri e chi i fumetti, ma io soprattutto preferisco usare le parole crociate... sette verticale: "famoso viaggiatore nel tempo"....Charlton Heston?

martedì, ottobre 02, 2007

Parte prima: terra nostra

Era domenica e quel giorno il vento strideva forte fuori.
Ma non riusciva comunque a coprire le grida della folla:"Baro ha postato,lo ha fatto ancora!" e "a Baro è piaciuto il mio blog" e addirittura "Come è sexy di profilo".
Con quel naso poi.Un vero e proprio azzardo.
Clarissa chiuse la finestra.Non le andava di sentire gli schiamazzi di tutta quella gente che si era riunita quella domenica in città alla fiera"si vive di sola tastiera",appuntamento fisso del milanese per gli amanti dell'hi tech da ormai parecchi anni.
"Malati di mente che c'avran cinquantanni quelli li e non sanno fare altro che ridere di uno stupido giuoco elettronico e ciarlare di robe blasfeme:plogs Baro bost piroghe storie malate di tastiere che ti fan venire solo calli alle mani te lo dico io.E quante donne ci sono-dando un altra sbirciata da dietro il vetro-malefemmine che invece di sfornare nu paio di picciriddi alimentano il demonio mannaggia."
Clarissa era una donna all'antica.
Ed era meridionale,campana per la precisione.Tutta casa,chiesa,le domeniche in cui non si cucinava il capitone,e soap.Si era dovuta trasferire al Nord quando la buon anima di Francuzzo suo se ne era andato,lasciandola sola senza una lira.
Era scappato in America.
...

domenica, settembre 23, 2007

Murder, she wrote

Angela Lansbury è Dama dell'Ordine dell'Impero Britannico.
Ci sono cose che ti lasciano di stucco.
Come quando realizzi che il treno per Genova in realtà è una diligenza, con i messicani, i saludos amigos e tutto il resto che di solito uno si aspetta di trovare in una diligenza che si rispetti: il medico sbronzo, the Ringo Kid, i giocatori d'azzardo e poi, ovviamente, i padroni indiscussi del bisonte di ferro: i bigliettai indiani.
Ma ci sono anche altre cose che ti lasciano di stucco.
Come quando realizzi che in realtà non cambi mai veramente argomento, ma scivoli solo inconsapevolmente verso le cose di cui parli, immancabilmente collegate all'argomento precedente.
Lo sapevate che nel paesino della signora in giallo, Cabot Cove, un tempo abitavano degli indiani pellerossa?
Ma continuiamo con le domande: vi sembra giusto chiamare un documentario, seppur farsesco, Aves Raras (uccelli rari)?
Le cose che ti lasciano di stucco, comunque, non finiscono mai:
Lo sapevate che esiste veramente, nella California del Nord, un paesino chiamato Cabot Cove, vicino al luogo dove Alfred Hitchcock girò "Gli uccelli"?
Murder, she wrote...

venerdì, settembre 21, 2007

Moscardini western

Quello che amava spararle, Perry, l' inutile Loca, la vecchia troia dai bianchi capelli, il saggio, la donna che amava l'arte, la tartarugosa insegnante di inglese, l' assente insegnante di religione, la pazza Rosacroce, Pezzapezzaglia
ovvero
Il Bonfa dal grilletto facile, lo sceriffo sputacchioso, la signorina degli orfanelli, la vecchia troia dai bianchi capelli, il medico del villaggio, la signora delle galline, la maestrina di inglese, il fantasma, la pazza, il commesso viaggiatore; tutti riuniti in una prodigiosa e novella serie tesa a rimembrare quel mondo dove tutto era possibile, fatto di cactus e di polvere, di insufficienze renali e di greco, di pessimi maestri di vita e di pessimi studenti:

IL FAR WEST
cronache di cinque anni

sulla via del fandango

martedì, settembre 18, 2007

Alternativa estiva

Larry alzò lo sguardo e vide la Strada ronzare sopra di lui.
La luce intermittente gli mostrava le figure più strane, incidendo macchie di buio nella grande fascia che ormai riempiva completamente il suo orizzonte.
"Forse anche i grandi sistemi adottano questa struttura..." pensò, mentre percorreva a ritroso il percorso del suo pellegrinaggio "...e forse ogni singolo evento, ogni singolo ente, si trova immerso in un numero indefinito di se stessi, che vagano accendendosi e spegnendosi, scontrandosi e tentando di prevalere l'uno sull'altro. Forse, se non fossi venuto a vedere questa meraviglia, sarei stato solamente un me stesso poco lontano da questo che ora sono.
D'altronde, se questo ragionamento fosse vero, più progredisco nel tempo concessomi e più mi allontano dalle possibilità che non scelgo più riduco le possibilità di progredire in futuro. Che sia questo il motivo per cui tutti siamo destinati a morire? Di certo, solo un essere immobile e senza pensiero potrebbe essere la perfezione di se stesso ma anche io, che sono solo un entomologo, so che questo è del tutto impossibile.
Sarebbe comunque stato bello conoscere tutti i possibili altri me stesso sparsi per la mia Strada; tutte le altre lucciole che pulsano nel cielo senza vita...ma certo sono cose, e questo lo so anche io che sono solo un entomologo, che sarebbero possibili solo ad un dio o ad un oracolo..."

Acacia Audace spalancò i suoi nuovi occhi di oracolo pellerossa sulla valle accecata dal sole di mezzogiorno. Tutto intorno a lui si srotolavano come il delta di un fiume le possibilità del presente. Acacia sorrise: era ancora seduto su quella cacca di bufalo.

FINE

lunedì, settembre 10, 2007

venerdì, settembre 07, 2007

Alternativa estiva

L'infanzia di Larry era stata piuttosto gioiosa: aveva avuto le merendine e le litigate, il calcietto d'estate e il gamebòy d'inverno, la pipi' e la pupù e tutte le altre cose in cui generalmente i bambini eccellono senza sforzo.
Poi era arrivata la scuola: la prima elementare che effettivamente, a ripensarci, tanto male non era.
Fino a quando, un brutto giorno, la maestra aveva voluto farli riflettere.
Aveva infatti portato a scuola un libro sgualcito e unto, e da quel libro aveva tirato fuori una lunga storia pedante e pesante, che voleva far riflettere (e non pensare) i bambini.
Nella suddetta storia, in un piccolo paesino di semplici contadini veniva indetta una gara per eleggere a vincitore chi tra gli sfidanti avrebbe trovato il numero più grande di tutti.
Cosi' la tenzone incalzava, mentre i contadini, alzandosi in piedi, declamavano numeri sempre più grandi: "Dodici!" "Diciotto!" "Seicento!" "Un miglione!" e avanti cosi', fino a che nel paesino non era scesa la sera.
A mezzanotte, il più scaltro dei contadini decise di giocare la carta che si era tenuto in serbo per tutta la competizione e, alzatosi, disse il suo numero all'assemblea: infinito.
Tutti stavano ormai per dichiararlo vincitore quando ecco spiccare tra la folla il protagonista, deciso a dire il suo numero per vincere la gara.
E qui cè da fare una piccola parentesi sul protagonista, che ovviamente non è un bruto assetato del premio in denaro che passa giorno e notte bestemmiando e cinghiando i figli nella disperata ricerca di un numero che lo faccia vincere, ma è invece un timido pastore, che sorride anche quando perde il gregge nella nebbia, che pensa per prima cosa alla gioia degli altri e che ovviamente dividerà il lauto premio in denaro con tutti i presenti tornando poi alla sua semplice vita e al suo semplice lavoro di pastore.
I bambini, come i protagonisti del racconto, restavano mezzi preoccupati e mezzi pronti a sbellicarsi dalle risate aspettando di sentire quale folle numero potesse attaccare l'indiscussa forza dell' "infinito".
Ovviamente il numero in questione era "infinito + 1" e la favola si chiudeva come da copione, felice di aver insegnato i bambini a riflettere.
Solo ora, a distanza di anni, Larry Sicomoro, l'entomologo Larry Sicomoro, capiva che quella storia dell'infinito + 1 era una cagata pazzesca.
Davanti a lui si stendeva la Strada: una lingua incandescente di luce intermittente che tagliava il suo campo visivo inabissandosi negli orizzonti, formata da miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di lucciole, l'animale che più era proliferato dopo la peste.
La Strada era composta da un numero di lucciole cosi grande da non avere nemmeno un nome, da non avere nemmeno un pensiero per esprimere la sua vastità.
La Strada era composta da un numero di lucciole cosi' grande da far sembrare l'infinito + 1 un insetto sotto le sue suola...

martedì, settembre 04, 2007

Alternativa estiva

Larry camminò a lungo nel bosco, deciso a spingersi oltre le sue precedenti esplorazioni, lontano dalla cittadella.
Già, la cittadella.
Il tempo in cui credeva che non avrebbe mai più rivisto un essere umano libero dalla peste gli sembrava distante anni luce. Aveva vagato per mesi e mesi nel pericolo, raccogliendo dati su dati sui suoi amati insetti, ed infine, praticamente per caso, era arrivato alla cittadella, alla rocca, e con lui erano arrivati altri umani, ed altri ancora, ognuno portando la sua piccola casa sulle spalle, ognuno arroccandola all'interno delle mura fortificate. Tutti uniti nella creazione di un gigantesco formicaio.
Scese la notte ma Larry non se ne accorse, immerso nel cammino.
Fu solo dopo alcune ore di marcia nel buio che l'entomologo si trovò davanti a ciò per cui aveva camminato cosi' a lungo.
La notte precedente infatti un vecchio, appena arrivato alla cittadella, gli aveva parlato di qualcosa di veramente prodigioroso, qualcosa che non aveva neanche saputo acquisire una dimensione nelle fantasie dell'entomologo.
Un nome però lo aveva: era la Strada.

lunedì, settembre 03, 2007

Alternativa estiva

Larry Sicomoro non era mai stato un buon cacciatore.
Infatti era un entomologo; e nemmeno tanto bravo.
Era uscito dalla cittadella fortificata in fretta e furia, preso dalla smania irresistibile di trovare, catturare e catalogare tutte quelle bestiole di cui nessuno, tranne Larry ovviamente, si sarebbe mai curato in un periodo cosi' particolare per il genere umano.
Tuttavia qualcosa di interessante negli insetti che Larry studiava con tanta passione, indossando giorno dopo giorno la sua tuta anti contagio, c'era veramente: essi sembravano non curarsi minimamente della peste che aveva falciato all'improvviso la maggior parte degli esseri viventi del pianeta.
Anzi, sembrava addirittura che, posti improvvisamente sotto i riflettori dell'universo, gli insetti avessero deciso di comune accordo di proliferare e conseguentemente partorire specie mai viste prima, come se Madre Natura, persa ogni speranza riguardo ai mammiferi e agli altri appestati, si fosse rivolta agli unici piccoli esseri immuni in grado di soddisfare la sua creatività.
Graziati dal terribile morbo, gli enti più minuti avevano ottenuto un posto in prima fila ed era forse per questo motivo che Larry Sicomoro sentiva il proprio destino cosi' legato a quello dei nuovi protagonisti: essendo infatti deceduti tutti gli altri egli rimaneva il miglior entomologo su scala mondiale o, per lo meno, l'unico.

sabato, settembre 01, 2007

Alternativa estiva

Non furono i timidi raggi del sole mattutino a svegliare Acacia, e nemmeno il tenue cinguettio dei passeri che, festanti, salutavano la notte, bensi' un peto sonoro e secco come il rombo di un F14. Veniva da una rana toro, una rana toro gigantesca.
Acacia osservò attonito il gigantesco rappresentante della famiglia delle ranidae, la cui mole superava abbondantemente quella di un pony di media stazza.
Il suo nome era Seduto.
Acacia aveva sentito parlare mille volte di Seduto, nella penombra della tenda paterna. La leggendaria Rana Catesbeiana era stata il primo animale da compagnia di Regina Addolorata, quando quest'ultimo era ancora un piccolo indiano. I due avevano trascorso insieme la giovinezza e la leggenda, tramandata ad Acacia dal padre, si concludeva nel racconto della struggente separazione dei due, il giorno in cui Seduto era partito per la vecchia europa nella speranza di diventare un coreografo di fama.
Ora, dopo anni e anni e anni e anni di assenza, la rana era tornata.
Seduto apri' la bocca millenaria e Acacia con lui: era noto agli oracoli pellerossa che le rane catesbeiane potessero parlare solo una volta ogni cento anni, ed era loro proibito dire cazzate.
"Tu cerchi di essere un oracolo giovane Acacia Audace, ma non lo sei. La tua natura è differente: lontana dalla curiosità casuale. Se lo desideri, se veramente lo desideri, ti rivelerò lo stratagemma che permise al tuo patriarca Regina Addolorata, nonostante in gioventù fosse negato quanto te nell'arte oracolare, di divenire il migliore tra tutti gli oracoli pellerossa.
Esiste un luogo in fondo al tuo cuore; un'isola misteriosa comune a tutte le coscienze dove ti è concesso di rivivere tutto il percorso evolutivo che ti ha portato fino al tuo stato presente, e di andare oltre, ed oltre ancora. Ripercorrerai tutte le tappe dell'evoluzione, da atomo di idrogeno a uomo, conservando in te ogni più piccola esperienza...diventando infine il re degli oracoli pellerossa...perchè solo chi conosce tutto può conosce tutti i possibili futuri.
Vai Acacia Audace, fondi le realtà dentro di te, fondile e guarda le casualità del mondo, perchè per ogni storia che vivrai, mille domande sorgeranno dentro di te, e a tutte dovrai rispondere.
Ora và! Il tuo nome d'ora in avanti è Larry, e per tutta la durata del viaggio cosi' sarà..."
...

giovedì, agosto 30, 2007

Alternativa estiva

Acacia Audace aveva cavalcato a lungo nella prateria, fermandosi infine sul picco che dominava tutta la valle. Sedutosi, aveva cercato la risposta alle sue domande nelle stelle, chiedendo consiglio ai suoi illustri antenati. Si era seduto su una cacca di bufalo.
Essere un oracolo pellerossa non era facile. Bisognava trovare qualcosa da dire e poi riuscire ad essere pubblicati. Tutti gli dicevano che una volta trovato il proprio tema guida, tutto il resto era in discesa. C'era per esempio suo Pro-zio Nichele che si era specializzato negli oracoli riguardanti i meteorismi o la vecchia Dentiera Cadente che ormai pubblicava esclusivamente oracoli sulle serie tv della Fox. Tutti avevano trovato la loro nicchia editoriale, parlando sempre di cose che raramente poi succedevano ed evitando sempre di criticare od indagare la reltà, nella speranza (o nella convinzione) che le cose che sarebbero potute succedere sarebbero comunque state più interessanti delle cose che effettivamente sarebbero poi successe, o per lo meno più divertenti.
Lo stile giornalistico di Acacia non solo non era apprezzato nella comunità pellerossa, ma non aveva effettivamente senso al suo interno. Da qualche altra parte sarebbe forse stato un critico rispettato ed un pungente osservatore ma nella terra in cui era cresciuto, la sua terra, era impossibile riuscire a sfondare parlando delle cose che già la gente viveva ogni giorno. I pellerossa avevano bisogno di una finestra per guardare tutti i futuri possibili e Acacia Audace non sapeva fare altro che metterli davanti ad uno specchio e fargli notare quanto malmessi si fossero svegliati e quanto normale sarebbe stata la loro giornata.
Avvolgendosi in simili tristi pensieri, Acacia passò la notte seduto su quella cacca di bufalo, attendento una risposta che, come immancabilmente succede quando si racconta una storia, sarebbe arrivata il mattino seguente.

mercoledì, agosto 29, 2007

Alchimia

Ma che cos'è questo blocco che ci sta affondando l' iPiroga, cos' è, una falla nello scafo? Una farfalla nei boxer? Dell' olio di ricino nella marmellata di prugne? Dell' olio di fegato di..struzzo? Ma che cos'era quella misteriosa forza che ci spingeva a creare un mondo non certo migliore e che ora ci viene a mancare? Dov' era, perchè, perchè? Perchè non ne abbiamo approfittato abbastanza? Perchè non abbiamo trascritto in formula quello che ci ispirava, perchè non abbiamo mai cercato di scoprire nel profondo cosa fosse, cosa fosse,
cosa fosse cosa?
Il Fandango.
Ma il Fandango c' è ancora. Io lo so che c'è.

Non molliamo, come nelle celebri parole del censore: Fandangum cercaatus esse;
il fandango deve essere cercato, è la nostra unica non-cazzata.
Basta una volta e non lo dimentichi più.

Alternativa estiva

INIZIO DELLA TERZA PARTE
sottotitolo alla terza parte: la peste, l'audacia e toro seduto

"Benvenuti amici e amiche , oggi si parla di scrittori.
Quando penso ad uno scrittore, di solito mi immagino un acculturato fumatore di sigarette strette, dai raffinati gusti etilici e dalla scarsa capacità di trovare il bello nella ricerca di un partner.Mi immagino una persona generalmente definita: "abbastanza acculturata da potersi permettere di indossare copricapi orrendi" e "sufficentemente magnianimo da mettersi al livello del lettore". Mi immagino uno che vede lo scrivere una parolaccia come un'atto provocatorio e soprattutto non riesco a togliermi dalla testa l'idea che gli scrittori siano quel genere di persone che imbottigliano le propie flatulenze per poi goderne in privato..."

L'articolo continuava cosi', con troppe, troppe cose vere e false insieme.
Regina Addolorata era un giovane editore, o almeno lo era stato.
Ora, alla veneranda età di centotrè anni non dichiarati, aveva accumulato abbastanza esperienza da incarnare l'abilità di sei o sette giovani editori ed aveva finalmente accettato l'idea di essere un vecchio.
Però non aveva lasciato il suo lavoro.
C'era addirittura la voce che sarebbe morta prima la professione di editore di oracoli pellerossa che il vecchio Regina Addolorata.
Regina abbassò il foglio tornando a guardare il pronipote, autore della merdata in questione.
"Non posso pubblicare questa roba, Acacia"
"Oh nonno!Non è vero che non puoi, tu non vuoi!Non vuoi perchè tutto questo è..." strappò il frutto delle proprie fatiche sula macchina da scrivere dalle mani di Regina ".. tutto questo è provocatorio!" ed usci' sbattendo la porta della tenda.
Regina Addolorata era molto, molto stanco ed il filo dei suoi pensieri veleggiava indeciso sulla natura del pronipote: tu non scrivi cose provocatorie Acacia Audace, e forse non scrivi neppure cose, ma fatti...chissà se potrai mai essere un buon oracolo pellerossa?
D'altronde, quale nome fu più azzeccato di quello scelto per te nipote mio?...quanta audacia può dimostrare un albero?

lunedì, agosto 27, 2007

Alternativa estiva

Completamente nudo, immerso nel fosforescente liquido di stasi, Larry Sicomoro apri' gli occhi stanchi e subito si accorse che qualcosa non andava. Si trovava al centro di un male illuminato salone, che gli ricordava fin troppo una vecchia palestra trasformata in fretta e furia in laboratorio. Dei festoni adornavano le pareti piene di schermi e pannelli e tutto intorno a sè Larry vide gruppi più o meno densi di persone in camice che, ubriache e commosse fino alle lacrime, cantavano a squarciagola l'inno dell'Unione Sovietica.
Larry si guardò intorno divertito: era il suo sogno migliore da lungo, lunghissimo tempo. O forse non era un sogno? Fu allora che si guardò le mani e capi' che qualcosa non andava per davvero: al posto delle sue dieci, familiari dita trovò due minacciosi zoccoli cromati; spaventato dalla realtà di questa nuova forma Larry abbassò lo sguardo sul resto del corpo e finalmentè comprese ciò che era diventato: un centauro di metallo a sei zoccoli, una macchina di morte equina guidata dal cranio umano di Larry Sicomoro.
Mr. Bombolone sorrise nell'oscurità: tutto andava secondo i piani.

FINE DELLA SECONDA PARTE

sabato, agosto 25, 2007

Alternativa estiva

La farmacia non era proprio come Larry se l'aspettava: era un cencioso tugurio sporco e malaticcio, drappegiato con pulciosi tendaggi adorniati di stemmi e macchie di sugo e l'aria era prepotentemente viziata da un forte odore di cinnamomo.
"Sei sicuro che qui troverò quello che mi serve?"
Joyce alzò le spalle: questo potevano permettersi e questo si sarebbero fatti andare bene.
Nonostante l'iniziale coinvolgimento che aveva rapito Joyce, trapelava già nei suoi modi una certa noia per l'intera situazione come se ormai, compiuta la follia, il suo unico interesse fosse tornare a casa e sedersi con una vaschetta di gelato allo zabaione davanti alla spregiuticata sit-com "Ugly Pisto" che puntualmente lo faceva sbellicare dalle risate.
Sembrava sbellicarsi dalle risate anche il giovane commesso baffuto dietro al bancone che, evidentemente troppo divertito, non aveva neanche alzato gli occhi dal libro all'entrare dei due clienti.
Larry si avvicinò al bancone, inebriato di potere da quella provvisoria fuga.
"Avete del pandolix in"
"Io non puarlo tuoa liinegua"
Larry si ammutoli', mente il commesso continuava a ghignare di gusto senza staccare gli occhi dalla sua copia de "I Malavoglia".
"Ma se stai anche leggendo un"
"Nuo nuo. Io guardo figure."
E proruppe in una sonora risata.
E fu cosi' che, per fare lunga una storia breve, Larry e Joyce furono costretti a disegnare su un piccolo pezzo di carta igenica usata il farmaco di cui avevano bisogno ed il commesso, cordiale come una golata di cianuro, li servi' portando loro anche un goloso bicchiere di aranciata che subito Joyce rifiutò mentre Larry beveva beato il sapore amarognolo della vittoria e della prevaricazione sui commessi scortesi.
E fu cosi' che infine tornarono a casa, ogniuno nella sua parte di prigione...ma c'era un problema: Larry l'aranciata non l'aveva pagata...

giovedì, agosto 23, 2007

Alternativa estiva

"Anche perchè, forse è meglio se lo sai, se non prendo le mie medicine entro tre giorni mi trasformo nella scimmia Bubù..."
"E cosa sarebbe?Cos'è che fa una scimmia Bubù?"
"Sostanzialmente si tratta di una palla di pelo coprofaga del peso di seicento libbre e dalla forza ciclopica che tenta disperatamente di copulare con qualunque cosa si pari sul suo cammino e"
"Dobbiamo assolutamente aiutarti!"

Cinque minuti dopo Larry sfrecciava bendato sul sedile posteriore di una vecchia DeLorean magenta modificata. Noodles non sembrava molto convinto della situazione e tramortirlo e lasciare un messaggio di chiarimento sulla segreteria di Mr. Bombolone , il nome in codice del mandante, era sembrata a Joyce la migliore scelta possibile. Sarebbero stati via solo un paio d'ore, comprando il necessario per scongiurare l'arrivo della terribile scimmia, e poi prigioniero e carceriere sarebbero tornati ognuno dalla propria parte del vetro...

mercoledì, agosto 22, 2007

Alternativa estiva

Joyce aveva dormito male quella notte e non si lamentò nel dare a Noodles il cambio per controllare il prigioniero.
Arrivò nella piccola stanza grigia senza fretta, percorrendo un piccolo corridoio pieno delle immagini votive di Elvis. La stanza era semplicemente arredata: una sedia, una macchina per il caffè, un poster de "Lo sceriffo scalzo" e un paio di gatti siamesi in ceramica, strabici, che facevano la guardia alla porta.
Un'intera parete era costituita da uno spesso vetro trasparente, e oltre questo vetro si trovava un'altra stanza, altrettanto grande, in cui era prigioniero Larry Sicomoro; oltre questa stanza ce n'erano poi altre, e altre ancora, e oltre a queste c'era la strada, e oltre la strada altre strade, e palazzi, che tutti insieme formavano San Francisco, e oltre San Francisco c'erano autostrade, e praterie; e oltre ancora c'erano fiumi e laghi e foreste, ed oltre ancora...Gorgon.
Tornando a Larry, ora si trovava semisteso sul letto, con le gambe penzoloni, e guardava il soffitto con la pazienza di una vacca indiana: si era abituato presto alla prigionia.
Joyce schiacciò un bottone seminascosto nella parete e parlò a voce alta:
"Come ti senti oggi, detective?"
Larry percepi' il cambio di turno tra i carcerieri nella nuova intonazione della voce, e decise di dimostrarsi più mansueto all'uomo attualmente dietro al vetro, che credeva rispondesse al nome di Noodles.
"Bene, benissimo grazie."
"Finalmente!Sono sette giorni che sei qui dentro, lo sai?"
"Si lo so...ho tenuto il conto...cosa mi sono perso?"
"Hanno commemorato la scomparsa di Elvis giù a Vegas...e Gotenks è al terzo livello di super sayan..."
Larry scrutò il vetro, che dalla sua parte perdeva ogni trasparenza rassomigliando in tutto e per tutto ad uno specchio...Noodles aveva detto "giù a Vegas"...Non potevano più essere nella grande mela...ma perchè portarlo via dalla città solo per aver fatto una domanda sbagliata in quella vecchia bettola del Valium?Qualcosa non quadrava...
"Ti serve qualcosa?"
"Se sono veramente passati sette giorni, si: ho bisogno delle mie medicine...ho ancora tre giorni di tempo per prenderle..."

sabato, agosto 11, 2007

Alternativa estiva

Indipendentemente dal compito che gli veniva assegnato, le indagini di Larry cominciavano sempre li': al Valium, la regina di tutte le bettole.
Facce sempre nuove lo guardavano storto ogni volta che entrava, ma d'altronde il Valium era un locale per stitici, e quelle facce corrucciate non significavano necessariamente che Larry non fosse il benvenuto.
E comunque non lo era.
Il barista si chiamava Petò, era alto due metri e aveva due spalle da bisonte coperte di cicatrici e insulti ma comunque, tolta la benda sull'occhio e la gamba di legno era un bell'uomo, grande e grosso come un armadio ma morbido come un pezzo di pane. Azzimo.
Indipendentemente dal compito che gli veniva assegnato, ogni volta che Larry entrava al Valium si sentiva un pò come un docile cartone animato francese entrato per caso in qualche violentissimo cortometraggio per adulti giapponese.
Si avvicinò al bancone con la sicurezza con cui un automobilista vissuto prende il telepass per la prima volta.
"Hola Petò.Hai visto un certo Larry di recente?"
Petò lo guardò disgustato con il suo unico, ciclopico, occhio.
"Per chi mi hai preso?Per un' ufficio informazioni?"
La sbarra non si era alzata. Il pugno di Petò invece si', e per Larry Sicomoro la notte calò mezz'ora prima del tramonto.
...

Arte di mezza estate


mercoledì, agosto 08, 2007

Alternativa estiva

INIZIO DELLA SECONDA PARTE
sottotitolo alla seconda parte: Il grande fresco

Quando Larry Sicomoro si svegliò nel suo studio al quindicesimo piano affacciato sull' Atreides Boulevard ci mise qualche secondo per accorgersi che il suo risveglio repentino era stato causato dall'entrata poco furtiva di una piccola figura femminile, ora seduta sulla poltrona davanti a lui.
Il sogno da cui si era appena destato non era dei migliori: si trovava in una piccola camera da letto tappezzata di un verde-sala-operatoria, ed un bambino, a cui presumibilmente lo stesso Larry stava raccontando una favola, continuava ostinatamente a ripetere, seminascosto dalle coperte lilla del suo lettino: "Nove, bove. Fa rima e cè!"
Ma che cosa voleva quel bambino da lui?
Finalmente la donna lo squadrò, apparentemente più preoccupata dell'investigatore che aveva scelto per risolvere il suo problema che del problema stesso.
"Ho un problema: mio figlio Larry è stato rapito."
Un altro caso per Larry Sicomoro...

lunedì, agosto 06, 2007

Alternativa estiva

Larry si voltò, rendendosi improvvisamente conto che la paura lo aveva imperturbabilmente reso stitico.
A pronunciare le parole era stato il bigliettaio di quel bus a due piani che tanti anni prima Larry aveva rubato aspettando di essere recuperato dagli elicotteri che, festanti, lo avevano infine riportato a bordo della U.S.S Ticonderoga.
Larry subito non capi' come aveva fatto a riconoscere quel bigliettaio: la divisa lisa ed il grosso tema di italiano (risalente a prima che Larry imparasse a scrivere per corrispondenza) stretto nella mano di quel magro bigliettaio nervoso erano inconfondibili...ma era passato cosi' tanto tempo!Non poteva più esistere niente di simile ad un compito o ad un bigliettaio sull'isola ormai, doveva essere una visione, uno spettro o addirittura...
Larry tremò.
"Sei...sei la mia coscienza?"
Il bigliettaio espresse la sua risposta scatarrandosi con disappunto sulle scarpette lucide di grasso, ceffando goffamente un gesto da vero duro.
"Si, in un certo senso, io sono il tuo senso artistico: la tua verve creativa"
Larry ritrovò coraggio scrutando sopra la spalla destra del bigliettaio, cercando invano di svelare una messinscena poco divertente.
"E se tu sei il mio senso artistico, cosa te ne fai di quel mio vecchio compito?"
Il bigliettaio questa volta non si scompose.
"Io non devo farci niente: sei tu che ne hai bisogno...da questo tuo primo seme, questo compito, germoglierà il tuo personalissimo capolavoro cresciuto e sfamato dalla tua instancabile necessità creativa!"
Larry ormai era rapito da quelle parole cariche di epica cavalleresca e di maldestri tentativi di apparire macho.
"E questa stitichezza?Quale freno inibitore rappresenta dentro di me questa mancanza corporea...diciamo pure fisica?"
"Fatti tuoi.Per me è solo stitichezza, sono un senso artistico mica uno stiticologo!"
E preso il tema iniziò a cantarne le prime righe, cosicchè Larry potesse ricominciare un lavoro nuovo e creare cosi', partendo da quel vecchio tema, il suo personalissimo capolavoro.

"C'era una volta, in una terra lontana lontana, un regno grosso più o meno cosi' in cui abitavano sette tipi di Grappa: Rugginosa, Flatula, Pizzichina, Rosicona, Malmostosa, Ossida e Felpata. Esse erano le principesse del regno di Borbottosa, figlie del Re Rebus, ed ogniuna di esse possedeva una grande dote che scopriremo nel proseguire questa favola..."

Il bigliettaio alzò gli occhi e scrutò intensamente Larry, commentando: "Sarà una settimana lunghissima..."

FINE DELLA PRIMA PARTE

domenica, agosto 05, 2007

Alternativa estiva

...la storia continuava, e cosi' la scimmia, il cui nome era Larry, si avventurava sempre più profondamente nel corposo romanzo di formazione.
Infine, dopo aver conosciuto e amato i personaggi di Blastoise e A. Malamute, dopo aver odiato e dopo aver finalmente visto cadere l'infame Visconte Cromato, Larry raggiunse quella frase finale che tanti anni prima il vecchio non era riuscito a completare; ed essa recitava cosi':
"L'esodo estivo: è cosi' che partono gli eroi? Foss'anche per viltà non abbandonerò quest'agognato stilo, chè se del calamaio e della felpa son servitore, per onor, tanto èvvero, s'ha da far..."
Il romanzo era finito, la pietra incisa era finita.
Larry ebbe un tuffo al cuore, risvegliandosi al presente. Molto tempo era passato da quando per la prima volta aveva posato gli occhi incuriositi sul grosso masso pentagonale e la barba gli lambiva teneramente i piccoli piedini prensili invitandolo a riflettere sul quel lungo ed intenso attimo di lettura che fino a quel momento gli aveva impedito di curare qualunque altra cosa...ma una voce, proveniente da dietro le sue gracili spalle, lo invitò con pertinenza a rinfoderare la spada del pensiero; diceva: "...è tuo questo compito Larry?"
Larry tremò di paura: ma la scuola non era finita?

martedì, luglio 31, 2007

martedì, luglio 17, 2007

Alternativa estiva

La scimmia divorava avida i caratteri pietrificati, inevitabilmente attratta dalla mole titanica del romanzo di formazione.
"Questa è letteratura!" pensò, ricordando le lunghe ore passate sul cesso a sfogliare Topolino.
Intanto, mentre la scimmia accendeva con nonchalance un piccolo fuoco di feci secche per leggere meglio, le ombre incominciavano cautamente a distendersi alle sue spalle e dal freddo della foresta sacra mille occhi pieni di cupidigia la scrutarono perplessi...la lettura continuava...

7 giorni dopo; palazzo reale.
"Oltraggio!Tradimento!Sacrilegio!Ciliegio!Bottarga!" Urla Kabuto, entrando nelle cucine del palazzo sovrastando il fragore generale.
Mandy Ludicolo, aiuto cuoca di seconda classe, spavantata dal clamore e dal cozzare delle armi proveniente dagli appartimenti superiori, affida il figliolo di pochi mesi ad Oscar il robò ed imbarca i due su una piccola nave a rèmi, affidandoli alla provvidenza...

Alternativa estiva

Tante volte la scimmia aveva pensato di scrivere un romanzo,ma poi,ogni volta,si stupiva cosi tanto di essere riuscita a pensare che finiva per rimandarne la stesura.
Ma qual rimando fu mai più dolce?La scimmia lo sapeva...tutti i capolavori nascono solo dopo un'attenta fase preparatoria e di consultazione delle fonti.
La sua fonte era proprio li...su quello scoglio...

L'etica Bisbetica
Un romanzo di formazione in Tre Atti per palati forti, spigolatrici di Sapri e mangiatori di Loto.

Atto Primo
Entrano i personaggi:il Kingler reale per primo,subito dopo il suo primogenito,Krabby II,con la promessa sposa Cloyster,a seguire il cognato Kabuto,i paggetti il giullare le baccanti,ultimo ma non ultimo Tiresia,l'indovino di corte.Un Kangaskhan fa vibrare la tromba,il sovrano prende parola:"O indovino mostraci tu la via della verità,perchè dunque ormai le nostre fresche acque non possono scorrer sanza sospiri?Un terribile male ci affligge,perchè siamo cosi in odio agli dei per meritare tutto ciò?Giorni e giorni passano ormai sanza che la pestilenza dei Koffing si plachi.Dimmi Tiresia che cosa si debba fare,e io,eseguirò come suddito fedele esegue."Il re gli porge la chela da baciare.Tiresia,che non ci vedeva una sega,bacia le chiappe di Kabuto,che un po' disgustato un po' compiaciuto,lascia la sala.
...

sabato, luglio 14, 2007

Alternativa estiva

Consigliato ai deboli, agli accaldati e ai mangiatori di loto

Il vecchio scrutava l'orizzonte immobile, come un saggio dei tempi antichi, come un vecchio re sul suo vecchio trono scavato nell'arenaria, come l'ultimo dei dinosauri che guarda sornione l'asteroide che si avvicina. Era immerso per metà nell'acqua bassa e calda.
Bassa perchè la riva distava appena un paio di metri, con i suoi granchi rincoglioniti e le sue alghe decomposte; calda perchè da quando era arrivato sull'isola aveva sempre considerato la creazione di una latrina la più formidabile perdita di tempo.
Asciugatosi con alcune foglie di banano, si avviò lungo un sentiero erto ed polveroso, su per una collina adorniata da sicomori, immobili come sicomori che adorinano una collina.
Il vecchio era pensieroso e non faceva altro che guardare ogni momento qualcosa che teneva in mano; uno scalpello di ferro, ormai consunto dall' uso.
Era preoccupato perchè non riusciva a concludere il lavoro che per tanti anni era stato il suo unico compagno su quell'isola deserta: la stesura di un grande romanzo di formazione dal titolo " L'Etica Bisbetica".
Si avvicinò alla grande pietra su cui pazientemente, per anni e anni, aveva inciso ogni lettera del suo mistico romanzo.
Il vecchio si lisciò la barba è sputò.
Si lisciò ancora la barba, sputò ancora ed improvvisamente si accorse che sarebbe dovuto tornare alla spiaggia per guardare il tramonto come un saggio dei tempi antichi, o come un vecchio re sul suo vecchio trono scavato nell'arenaria, o come l'ultimo dei dinosauri che guarda sornione l'asteroide che si avvicina.
Ma il vecchio non sapeva che non sarebbe più tornato per completare la sua opera.
Dieci anni dopo, una scimmia imparò a leggere per corrispondenza e si mise pazientemente a decifrare le iscrizioni sulla grande roccia; esse recitavano cosi':

L'Etica Bisbetica
Un romanzo di formazione in Tre Atti per palati forti, spigolatrici di Sapri e mangiatori di Loto.

La scimmia cercò una sistemazione più comoda sedendosi e continuando a leggere: la lettura di preannunciava interessante, si preannunciava una lettura estiva...

...continua

martedì, luglio 03, 2007

La fiesta oltre la siepe

Finita l'era degli autoscontri, finita la guerra, finita l'epopea del pappagatto, finiti gli appunti su Nietzsche, finite le domande tranello sulla chioma di Berenice, cosa li aspetta?
Qualcuno andrà a vivere col guardiano del faro, scrutando orizzonti sempre più chiari, fino all'alba?
Qualcuno ascolterà "figli di Pitagora" accarezzando la foto del guardiano della tomba dello sceicco, o tramando congiure vudù?
Figli di Casadei, di Dario Fo, di Dario Argento, del pappagatto e del grande assente, ascoltate: qualunque cosa facciate del vostro futuro per voi ci sarà sempre una fiesta oltre la siepe.

giovedì, giugno 28, 2007

Perchè tutte lo preferiscono orale

Ugo Dighero vs Commissario Esterno di Matematica&Fisica.
Pupazzo Gnappo fammi fare un grande esamee cosiii

If winter comes can spring be far behind?

mercoledì, giugno 27, 2007

La soscietà dei magnaccioni

Non ho niente di meglio da fare che fare; e per fare intendo sproloquiare a tre giorni dall'esame. Mangiare? Si. Studiare? Noooooo. Tanto il mio voto è già scritto, come il tuo e il suo; e anche di quell'altro. Il miserabile e il ricco dormono tutti sulla collina; dopo un rave party: le poliziotte sono arrivate tardi. La plebe nell' erba, i nobili sul palco, gli immobili, per definizione, sono rimasti a casa loro, i mobili negli immobili. A ognuno il suo.

Quercia e Fulmine

E se la realtà fosse dubbio?
Ogni cosa che è, esiste, ma il contenuto che quella cosa esprime può anche non esistere affatto, o sbaglio?
E se la realtà fosse scomposta in querce e in fulmini, se fosse divisa tra ciò che è immanente e ciò che invece è improvviso?
Se davvero il mondo fosse diviso a questo modo che io dico, non sarebbe illecito per me scrivere quanto segue:

...Tokugawa Ieyasu non era più stato lo stesso dopo il triste avvenimento di Halifax e la sua teoria unificante delle metamorfosi metaempiriche faticava a trovare uno sbocco coerente.La visione del catoblepa aveva scatenato sentimenti contrastanti nel vincitore, che adesso non era più tanto sicuro delle sue precedenti manifestazioni cosmiche.O forse no?Se Erza Pound fosse arrivato in tempo alle pianure di Garidos, recando con sè il dispaccio che gli era stato affidato, forse un'ultima speranza di salvezza avrebbe completato la missione dell'imperatore millenario.
Tuttavia, le somme del calcolatore organico andavano via via riducendosi, e sembrava ormai chiaro per tutti a coorte, che Erza e il suo seguito li avessero abbandonati, perpetrando la maledizione di Hero Quest.
Il tempo andava via lento, compiendo passi più o meno lunghi a seconda degli stati d'animo dei suoi possessori, lontani distanze ciclopiche dal pianeta dell'imperatore.
Forse colui che in quel momento portava la fiaccola del tempo apparteneva ad un' altra epoca e ad un' altro spazio, e forse perfino era all'oscuro delle avventure dell'imperatore millenario e del suo seguito.
Ieyasu guardò nel pozzo dei desideri ancora una volta, alla ricerca di nuovi pedagoghi.
Ma sapeva che ormai il suo tempo era giunto: nel dischiudersi delle prossime possibilità metafisiche l'imperatore fu illuminato, e prima di ritornare nella corrente temporale ebbe tempo di scrivere un'ultima legge nel firmamento della realtà:

Ah, il sublime: bello è ciò che non ha fine.

Meditazioni di carattere generale sulla vite

Mendel era un monaco segaiolo che giocava coi piselli; si guardava intorno, si toccava il mento con aria perplessa e pensieroso coltivava l'orticello. Come li scrutava quei piselli, con quanta cupidigia! E ha scoperto che i caratteri si trasmettono di nonno in nipote, o qualcosa del genere; l'ha scoperto coi piselli. Cioè, per noi uomini valgono le regole degli ortaggi: siamo solo dei cazzi, dei mediocri cazzi che sfidano la forza di gravità. Il nonno di Rocco Siffredi era un allevatore di tori.

lunedì, giugno 25, 2007

Quello che a scuola non ci hanno detto



è del poeta il fin la meraviglia, parlo dell'eccellente e non del goffo, chi non sa far stupir, vada alla striglia!


Cinque anni di musse.

sabato, giugno 23, 2007

Neo-sofismo d'avan-guardia-svizzera e non novi-sofismo

L'avanguardia della lirica, il dico quello che voglio e come lo voglio: manifestazione di una realtà che si muove, del soggetto che si muove, della mancanza di certezze, di riferimenti; coloro che cercano il punto di gravità permanente e non lo trovano, coloro che, nell' euforia del non riconoscersi in nulla, si concedono qualsiasi cosa per realizzare la più assolutà disidentizzazione, o che piuttosto manifestano i primi sintomi di demenza senile(n.d.r. la demenza senile non è relazionabile con la perdità della verginità in età avanzata), ebbene questi esseri dal periodale così lungo, così irreprensibilmente in cerca di libertà, da oggi possono trovare un solo punto di riferimento: Wikipedia, strumento ultimo di sofisticazione della cultura e della libera espressione degli imbecilli.

venerdì, giugno 22, 2007

L'amore al tempo delle automobili

Era sera, la scintillante andava. Andava alla grande, come al solito. Io ero con lei, lei con me, forse non ci amavamo ma ci tenevamo compagnia: no, ci amavamo. Io e la scintillante, le scrivevo sull'asfalto parole d'amore, cesellavo le curve, le sue curve, e ammiravo il suo sorriso, e ascoltavo le sue parole, le profonde parole di un diesel.
Mi sembra passato un sacco di tempo da quando ti conosco, scintillante, e il tempo non ha mai cambiato quello che provo per te. Perchè qualunque cosa succeda so che sei li, ad aspettarmi, scintillante come sempre. Come potrei tradirti? Vederti piangere dagli spruzzini dei tergivetro, vedere i tergicristallo che oscillano su e giù...ho il magone a pensarci...su e giù come noi due, io sopra, tu sotto.
Scintillante sei grande.
-No, non ti faccio stare sopra!

giovedì, giugno 21, 2007

Arbre magique

Amaro scherzo da dizionario: il mango, frutto da me amato al pari di tutti gli altri, significa in lingua latina "mercante che cammuffa i difetti della sua merce" e "imbroglione".
Com'è possibile che la dolcezza della frutta cammini a braccetto con cotanta disgraziata umanità?
Meglio pensare a cose lontane da queste, meglio pensare ad una futura trasposizione a fumetti delle opere di Verdi...

mercoledì, giugno 20, 2007

Epustola ai ipiroga

Ho riflettuto a lungo. Le mie conclusioni si limitano a questa semplice affermazione, così vera: siamo solo delle puttane; all'occorrenza anche clienti. Siamo vermi, siamo merda e quest'iPiroga è la tipica merdata che finirà dopo l'esame.

domenica, giugno 17, 2007

Il bacchino malato secondo me

I film francesi sono noiosi o ambigui. Più spesso entrambi.
I film italiani parlano di persone giunte al limite che si spaccano di seghe.
Quelli americani parlano di persone giunte al limite che spaccano tutto.O di alieni.
I film del terzo mondo o dei paesi usciti dalla guerra sono pieni di "voglia di vivere" anche se la fanno perdere allo spettatore.
I film nordici sono silenziosi, quelli orientali anche, ma gli attori hanno gli occhi a mandorla.

Luoghi comuni?Opinioni?
Il bacchino malato secondo me:

sabato, giugno 16, 2007

Essere è tempo

Almeno in ultima analisi è proprio così: essere è tempo. E' tempo di-fare un post, è tempo di-fare chiarezza, è tempo di-ribasso?, è tempo di-rialzo?, è tempo di-Rialto?, è tempo di-cambiare?, è tempo di-ciliegie?, è tempo di parlare del tempo: è tempo di morire; eh si, per poi accorgersi, proprio quando ormai non serve più, di aver capito? Tutto ciò dimostra che essere è tempo, almeno in ultima analisi. Ma brutti filosofacci, ma voi ragionate proprio così, senza consequenzialità logica (esemplificata dal sillogismo del trombeur: se ho voglia, trombo).Ma ricordatevi infingardi: c'è un tempo per farle ed un tempo per doverne rispondere; c'è un tempo per far-se-le e un tempo per far-se-le-fare: non per tutti, ovvio, infatti voi, i "filosofi", avete dimenticato questa regola e proprio per questo, stufi di infierire sulle vostre membra, avevate infatti all'epoca assunto il titolo poco nobilitante di filocazzi (vostri), consumati dal fai da te, avete cominciato a consumarvi il cervello: e con cattive conseguenze anche per noi. Ai filosofi, mi duole dirlo preferisco, i Francesi, praticanti: tanto fumo e aspettiamo l'arrosto.
Ma ora è tempo di non perdere tempo, devo andare, a letto, che ho lasciato i preliminari con il mio esserci già iniziati. Se fossi stato impegnato in quanto essere con gli altri non mi sarei neancche alzato. Rimando a domani la decisione anticipatrice della morte.

giovedì, giugno 14, 2007

L'eroe vola sull'Olimpo a cavallo di uno scarabeo stercorario gigante

Il possedere un blog porta spesso e volentieri ad un cosciente approccio entomologico con la realtà.
Le uniche entità in grado di avere uno sguardo cosi curioso e tentatore senza necessariamente possedere un blog sono gli entomologi stessi o i professori di storia e filosofia.
Avere una visione di questo tipo significa vedersi come una brulicante massa di insettini determinati e scavezzacollo e vedere tutti i problemi, i fatti, gli accidenti dell'universo come pezzetti di legno, pietruzze, fili d'erba mossi dal vento.
Se avessi la visione di me stesso come di una sciamante comunità di formiche, vi farei la similitudine del formicaio, metafora della vita, che deve essere costruito con questi pezzi di legno, con queste pietruzze e con questi fili d'erba mossi dal vento che rappresentano le cose da imparare e gli ostacoli da superare.
Ma una visione di questo tipo si confà maggiormente ad un aspirante vincitore di premi Andersen, non ad un caballero!
Infatti preferisco paragonarmi ad un grosso scarabeo stercorario, un Sisifo incazzato ma ottimista, che spinge la sua palla di sterco su e giù per il deserto raccogliendo al suo passaggio solo le cose che reputa valgano la pena di essere portate nonostante il loro peso.
E tu?Cosa porti nella tua palla di sterco o lettore?
Raccogli Hegel?Raccogli Roswell, Roosvelt e le operette morali del Leopardi?Cosa raccogli?Per cosa farai la fatica di spingere la tua sempre più pesante piccola palla di cacca?

venerdì, giugno 08, 2007

Bacco Tabacco e Venere

Per non morire l'arte

martedì, giugno 05, 2007

Push the bottom

Sciacca u pumellu
Se ti dicono di farlo: fallo.
Avevamo già riflettuto sui doppisensi, ma certe volte la proprietà umana di comunicare stupisce per l'incapacità di esprimersi senza utilizzare perifrasi.
Non cè una parola, un suono (se non il suono del citofono stesso) o un fonema (sempre che sia appropriato l'utilizzo di questo termine) che possa rappresentare l'atto di sciaccare il pomello: di premere il bottone.
E lo stesso è per tutte le altre frasi.
Una scappatoia a volte è il mimo:
"vai a cacare"
"chi lo dice lo è"
sono tutte frasi facili da spiegarsi a gesti ma se si dovesse dire:
"se ti dicono di farlo: fallo"
come fareste a spiegarvi senza offendere lo spettatore con falliche visioni?
Ma cè una soluzione: non sentite il barrito degli elefanti?Esatto amici miei; la soluzione non è Moira, bensi' l'India.
All'India infatti spetta l'onore (e l'onere) di avere nel proprio linguaggio una parola che, nella massima brevità, esprime un grande significato...e quella parola significa infatti qualcosa tipo : lo sguardo che due persone impaurite si scambiano sapendo che cè da andare ad ammazzare una tigre ma contemporaneamente sapendo che nessuno dei due è intenzionato a farlo.
...più chiaro di cosi'.

Patria y Libertad

Se mi viene voglia, per distrarmi, di leggere qualche cosa di stupido e leggero, scrivo un post su iPiroga, poi lo leggo. Questa mia consuetudine mi ha portato però a trascurare la vera storia di Fulgencio Batista y Zaldívar, più volte presidente legittimo di Cuba, fino alla sovversione nel 1959.

-invocazione a Fulgencio Batista y Zaldívar
o Fulgencio, tu, tu che fosti violentato da secoli di propaganda comunista,
venuta prima della stesso comunismo,
tu, il tuo ricordo, i tuoi capelli...o Fulgencio io ti ricordo così, scarpe da tennis bianche e blu, la giacca a vento e labbra rosse...tu!
Narraci la tua vera storia, facci inebriare del profumo delle cose immortali, ricorda la tua vita!

Nonostante fossi un sanguemisto, un brodo di sputo filippino africano e spagnolo (oltre che amerindio), ero dotato di alti principi morali ed di un totale disinteresse per il potere. Sotto i miei governi il turismo di lusso prosperò enormemente: i casinò, i postriboli, i clubs e i bar illuminavano l'isola. E non erano solo nordamericani ad investire a Cuba, ma c'erano anche famiglie italiane, tutti erano amici e si volevano bene, la corruzione non esisteva perchè era la regola. Sembrava non dovesse finire mai.
Avvenne che, un bieco personaggio, spinto dall'invidia che nutriva nei miei confronti e dalla povertà, e forse anche da un senso della morale distorta che lo spingeva a sentirsi padrone della sua terra, si ritirasse a fare orge e casino sulle alture della Sierra Maestra; il suo nome era Fidel, che in seguito assunse anche il soprannome di Castro, per via delle sue strane abitudini nel rapportarsi ai giovani. Sulla Sierra Maestra era sempre una fiesta, un continuo cercare di buttarselo nell'ano, così, come se fosse un gioco; là, cocacola è siempre e ogne è frutto, tutti erano grassi perchè mangiavano tanti hamburger e ogni anno si teneva una gara fra spogliarellisti di tutto il Sud America per aggiudicarsi il premio di primo bevitore dell'isola. A quell' importante competizione era andato per distinguersi Ernesto Guevara de la Serna, da allora soprannominato "Che cazzo" dallo stesso Castro che lo fece vincere falsando i risultati della gara. Da allora Cuba perse credibilità internazionale e il presidente Batista, io, dovetti dimettermi per l'imbarazzo. Ne approfittò Castro, che dotato più di fortuna che di lucidità politica si insediò sul cesso del potere e vi rimase; fino ad ora, fino alla vittoria, siempre!