giovedì, novembre 30, 2006

Sperando di essere alla "lunghezza" del compito mi accingo a celebrare il compleanno di iPiroga

iPiroga che nascesti da un periodo di grande conflitto, fa che i conflitti fra di noi caballeri continuino anche ora,
perché, come dice il proverbio,
amor senza baruffa fa la muffa;
e non ce sesso senza amore, perciò
iPiroga che nascesti da un periodo di grande conflitto, fa che i conflitti fra di noi caballeri continuino anche ora.
Però devi ricordare sempre che

coloro che salgono sulla stessa piroga
hanno le stesse aspirazioni


OLTRE OGNI FACILE RETORICA DISPENSATA DALL’ OCCASIONE

Non vi parlerò di tutte le banali storie che si dissolvono nel rumore di fondo.
Non vi parlerò di chi non pensa a nulla appena alzato al mattino, e spera solo in un caffè.
Vi racconterò de iPiroga, un gruppo di paladini con una gran fetta de lengua -chi ha orecchi per intendere pensi a Calavera - e dalla penna irriverente e birichina,
che neppure sperano in un caffè, al limite in una birretta,
che scrivono e neppure sperano di essere letti,

neppure sperano di essere capiti: in questo la loro forza; e oggi la forza iPiroga compie un anno:

GRAN iPIROGA ANNIVERSARIO

Gran iPiroga anniversario, come il rum dei peggiori bar di Caracas, servito nell’iPiroga club cafè, delizioso nettare corroboante per cervelli
deviati; perversi nelle loro forme, intricati come un delizioso boschetto di rovi, pungenti come i culetti delle api, renitenti alla leva
maschile (mazza, bastone, flagello, Pizarro - talvolta Cortez, talvolta lungo -
ohimè sull’onda della perversione, volevo dire ispirazione,
mi sorge spontaneo un canto,
o baionetta dalle molte animalesche pretese permettimi di cantare le tue lodi;

Voglio erigere un monumento
Al pisello ignoto
Che nella storia di tanti delitti e tante pene si è macchiato (e ha macchiato)
E di immense gioie e di immensi dolori
E di piacevoli sospiri
È stato causa
Dannato e grande cazzo per te si elevi un asta rosea di bandiera
Grande fecondatore dell’ingegno umano
)
Chiusa la parentesi

IPiroga: il loro pensiero scotta come la lava: madre di giochi latini e di voluttà greche,
Pompei siccome immobile

iPiroga come i tre moschettieri, i tre paramedici dell’ambulanza, i tre finanzieri, i tre carabinieri, i tre impiegati delle poste, i tre pompieri, i TRE
i tre aviatori: iPiroga vola!cazzo vola!
Vola, spargi come un aereo per uso agricolo il tuo antiparassitario.
I tre
marineros: iPiroga solca i flutti
vai o divina, solca i flutti, siamo i tuoi Ulisse, solca i flutti, portaci a vedere molte città, solca i flutti, concedici di conoscer le menti di genti lontane, solca i flutti, o divina, e magari ci scappa anche un’Odissiaca trombata:
ma quanto dura?

E continua
e allo stesso tempo inizia
un nuovo viaggio: gambe in spalla caballeros!

mercoledì, novembre 29, 2006

Meno uno...

Domani è IL giorno.Ti sta aspettando.........

martedì, novembre 28, 2006

La rivoluzione del caffè

Domani è il 29 novembre...soltanto un altro giorno.
Un anno iPiroga.
iPiroga è cambiato.
iPiroga cambia continuamente.
iPiroga club cafè.
Non solo cafè.
Non solo club.

"Il caffè, per esser buono, deve essere nero come la notte, dolce come l'amore e caldo come l'inferno."(Michail Bakunin)


E noi,qui,ve lo serviremo.


"Bisogna abituarsi a ridere di tutto quello di cui abitualmente si piange, sviluppando la nostra profondità. L'uomo non può essere considerato seriamente che quando ride...Bisogna rieducare al riso i nostri figli, al riso più smodato, più insolente, al coraggio di ridere rumorosamente."(Aldo Palazzeschi)

E noi,qui,faremo abituare i vostri pargoli al riso.


"Gli uomini si capiscono solo nella misura in cui sono animati dalle stesse passioni»
(Stendhal)


Non siamo nient altro che tre semplici caballeros,ma la passione è autentica.
iPiroga club cafè.
Non solo cafè.
Non solo club.

lunedì, novembre 27, 2006

La pupa e il pochefanatico

epilogo:

la pupa e il viandante senza nome raggiungono le vigne pensili di Plottigatt

il viandante: e dunque qui si chiude il ciclo cosmico...qui si chiude la vissuta era...
la pupa: da quando vi ho parlato dell'uva vera siete diventato strano...oserei temere che pensiate addirittura di...
il viandante: ...mangiarne un chicco? ma è ovvio, anzi è sicuro! ma non temete mia cara, la mia veggenza ritorna in chiaro, posso dire tranquillamente che il vostro padrone è partito, allontanandosi dall'oracolo più vero...verso terre arcane seguendo il mendace Paflagone...ogni vostro cruccio è sciolto...
la pupa: voi...voi mi spaventate con queste parole...
il viandante: buona e nobilissima pupa...non abbiate paura...quella che vedete è solo una rinascita...la rinascita di un dio...
il viandante ghermisce e divora interi grappoli d'uva
la pupa: No!Che fate?
dalla terra sorgono una piovra gigante e uno stormo di fenicotteri...dal cielo piovono manna e petali di ciliegio...le mura del teatro si smontano e viene incenerito il sipario, cade la finzione scenica, si risvegliano gli spettatori assopiti, ogni cosa è illuminata
il viandante/Bacco: Bacco ammalato rinasce!
la pupa sviene tra le braccia del riscoperto Bacco, i fenicotteri trainano la piovra come un cocchio con sopra i due ex-personaggi sulle nuvole color vinaccia del tramonto, puttini con ali di fenicottero ed ebbri di vino e d'amore sollevano con grazia gli spettatori facendogli raggiungere le nuvole tutt'intorno ai due
Bacco: ed eccoci nel tetto della tua casa o Pupa, ed ecco che rispettando l'oracolo premio la perseveranza di tutti i personaggi e di tutti gli spettatori: io reco gioia e grande giovamento su questa terra che è la tua casa, da questo cielo che perennemente veglierà su di te che sei l'umanità intera.Un nuovo ciclo si apre e un giorno anch'esso si chiuderà, continuando l'ordine dei millenni, e per sempre come la malattia che mi affliggeva è stata curata cosi anche sarà per ogni cambiamento che ad una prima vista sembra insormontabile.E tu umanità, che hai in te la tenacia del pochefanatico e il candore della pupa, riconosci le gioie e i dolori, le opere e i giorni, le feste e le fiere, gli istanti e l'avvicendarsi delle ere...
FINE

mercoledì, novembre 22, 2006

La pupa e il pochefanatico

II stasimo:


coro(guadagnando il centro della scena): e dunque si allontanano verso il fiume? e noi?che dovrebbe fare il coro?dove dovrebbe volgersi questo sottovalutato occhio dello spettatore? verso il fiume, verso le pinete, verso le bacche degli ascosi ginepri verso i rugiadosi vigneti? o forse dovrebbe scrutare ancora nella casa?deve il coro seguire la vicenda di come Plottigatt si lasci intortare da un Paflagone smaliziato e certamente non divino?o deve interessarsi del presente esterno alla vicenda teatralmente impressa sulle polverose quinte? Quanto ancora il popoloso coro dovrà aspettare un altro autore che Manzonianamente prenda le sue difese?How long must we sing this song?Di a da in con su per tra fra gli oppressi ci sentiamo, anche senza avere le auliche treccie sparse sul numeroso petto.Povero coro, e povero colui che non compiange la sua costretta attenzione agli eventi dentro e fuori alla scena, quà e là dal palco alla platea, sfidando le leggi di spazio e tempo che queste forme di conoscenza si lasciano si' domare,ma a un prezzo, quello di esasperare il coro, che prova fatica nel correre e nel semplificare concetti già esasperati dallo stesso scorrere degli eventi!Oggi,qui, il coro di quest'opera sciopera, e si dedica il breve momento dello staismo. A voi il lavoro di concetto, a voi capire!A voi il correre tra i campi e tra le menti, a voi fatica!
Il coro da questo punto in poi fa quello che vuole.Quando l'imbarazzo raggiunge il limite, si chiude il sipario e ci si prepara per continuare l'opera come meglio si può.

mercoledì, novembre 08, 2006

La pupa e il pochefanatico

II episodio:

entra la pupa carica di stoviglie

pupa: ma come mai nessuno si prodiga nell'elogio di coloro che vivono la totalità delle feste?
con tutto quello spreco di giambi, di ditirambi, di distici elegiaci, di endecasillabi sciolti, di esametri aulici è mai possibile che nella narrazione di un convito non si faccia mai riferimento a come vengono pultie le stoviglie, da chi vengono lucidate le posate? Dev'essere il lettore a riempire con la propria quotidianità le scene che non vengono descritte?Dobbiamo proprio immaginarci Trimalcione che chiama la madre in pena per la tovaglia sporca di caco?E degli avanzi non parla nessuno?Le trasposizioni cinematografiche dell'opera di Walter Scott ci hanno abituato male...esse farebbero supporre che la maggior parte delle vivande non consumate si adagi allegramente per terra di sua spontanea volontà...e non mi si venga a dire che in un pasto ben gestito non avanzi niente e nulla sia da lavare o rassettare: anche con le briciole avanzate dal vecchio di Corico qualche formica sarà stata certamente sfamata!Per concludere devo dire che per nulla al mondo un intenditore si lascierebbe scappare il momento in cui le pietanze avanzate stazionano sulla tavola in attesa di essere rimosse dai vassoi da lavare ed adagiate nel frigo: spesso la cucina è più frequentata dai golosi dopo la cena vera e propria!
il viandante: sagge parole...io stesso sono venuto qua attirato dalle prelibatezze che non ho avuto il piacere di gustare riscoprendole nei toni più freddi...
la pupa: voi certo siete un intenditore del convito...servitevi pure cortese signore...chi lavora non disdegna mai un pò di compagnia...
il viandante: e spero non disdegni neanche un pò di aiuto...sareste estremamente gentile se poteste passarmi quella spugna...
dalla porta entra una congrega di ruffiani amici e meno amici del padrone di casa, tuttavia non direttamente invitati al convito, capitanata da Caltron
Carlton: ehi ehi! willy aveva ragione!qui c'è da mangiare per tutti!
sergente hartman: speriamo ci sia il pollo fritto e il cocomero!
il bolscevico mutante: seeeeeee! pane!
taras bul'ba: PANE!
gaara del deserto: dovete crepare tutti
il ciccione del dungeon dell'androide: festa!
pancho villa: VIVA!
Carlton: piano piano! non spingete!
battiato: A Beethoven e Sinatra preferisco l'insalata, a Vivaldi l'uva passa che mi dà più calorie
la pupa: qui ormai c'è troppa cagnara, a proposito d'uva signor viandante, credo sia megli spostarci al fiume vicino al vigneto per lavare gli ultimi piatti...che ne pensa?
il viandante: un vigneto di uva VERA?
la pupa: esattamente...quei vigneti sono il fiore all'occhiello di padron Plottigat, quella non è l'uva robot che abbiamo bevuto e mangiato a pranzo, quella è uva vera! ma ci è proibito prenderne...egli solo si riserva questo lusso...
il viandante: allora è stato davvero il fato a condurmi qua! e tu pupa, cerca di fare altrettanto, ti prego, portami a questo vigneto!

la pupa e il viandante escono di scena.si chiude il sipario