lunedì, ottobre 29, 2007

un po' meno delle 6 a.m. sveglia

Penso pensando. Mi soffio il naso. Ti soffio il portagioie. Chissà perchè il portagioie. Le asparagine sono difficili da trovare dal verduraio. Ti soffio le asparagine. Guarda, la donzelletta vien dalla campagna e reca in mano un mazzo di asparagine. Le soffio il naso. Se solo si fosse messa in tasca la castagna contro il raffreddore. Pazienza. Ma che cos' è questa merda? Pazienza. Penso pensando: google earth. Cerco Fandango. Niente.

domenica, ottobre 28, 2007

Crea nuovo post. Waiting for Fandango

Come faccio ad essere sicuro di non riscrivere cose già scritte? Già, sull' orlo della pazzia e con la confusione mentale serpeggiante è questo il dubbio che mi attanaglia; fa male, il dubbio. Non è tanto per i lettori, fantomatici, inesistenti, silenziosi, fragorosi e via dicendo. E' per me: io non voglio riscrivere cose già scritte. Ma non tanto dagli altri, si sa che ormai è già stato scritto quasi tutto, ma da me: il rischio di ripetermi. E si, perchè se mi ripeto c'è qualcosa che non funziona: vuol dire che non si va verso niente, che si aspetta soltanto...
Ma allora che senso ha cercarlo? Condizione di assoluta passività: aspettando il Fandango.

Parte terza: Beautiful

Erano le sette e Ridge era già in piedi da un'ora.Era finalmente arrivata la domenica tanto attesa.Ridge si guardava allo specchio da ormai molti minuti:alto,di bell'aspetto,mascellone.Era in gran forma,già pronto per quella che sarebbe stata una sera molto molto speciale.Continuava a mirarsi e rimirarsi ammaliato dalla sua stessa bellezza,non riusciva a trovare nella sua persona un solo difetto.Ah si,uno si.
QUEL NOME.
Non aveva mai perdonato la madre per quello che gli aveva fatto.Avrebbe potuto chiamarlo in qualsiasi modo,anche Mario,Gustavo o persino Rodrizio.Avrebbe accettato anche Vasco.Ma Ridge no.Maledetti anni 80.Maledetta sua madre che era risucita a farsi mettere in cinta con un piede già nella fossa.Maledetto suo padre,e più che un padre sembrava un fratello maggiore,che si era invaghito di una donna di trent anni più vecchia ma ricca sfondata.
Sfondata e anche ricca sfondata:come resistere in effetti?
Ma lui era bello.E anche ricco.Cosa importava il resto?
Accarezzandosi la faccia scacciò via i cattivi pensieri.Mancava ormai poco alla sera.
"La domenica del villaggio faceva cacare e Leopardi era un feccioso",pensò posando lo specchio.
...

venerdì, ottobre 26, 2007

Chuve

Piove. Se non piove pioverà. Hai già toccato il fondo? Il fondo non ha fondo. Per l'ennesima volta hai chiesto la cocacola e ti hanno portato la pepsicola: e non hai il coraggio di dire niente. Bevi, senza poter dimenticare; lo smacco del cameriere? No, che ogni giorno è un giorno perso.

Pillar of Autumn

E' autunno : la stagione in cui i bambini scrivono meglio i loro temi.
Forse complice il ritardo del treno o forse complice la pioggia velata che bagnava le spalle di noi, gli adoratori di settimane enigmistiche, oggi ho quasi apprezzato Paolo Conte.
O sbaglio?
Forse era Harvey Dent o Gabry Ponte, non ricordo.
La cosa terribile della realtà è che tutto è collegato.Panta-rei mi dite? panta-loni rispondo, e di lana mi vesto, come un errabondo pastore asiatico. Cosi' almeno il cerchio si chiude, o per lo meno il giro...vita.
Chi ha detto "freddure"?Lo sanno tutti che questa è una stagione balzana, quindi già che si salta, tanto vale farlo di palo in frasca.
Chi ha detto "Frasca"?
D'altronde è difficile distinguere tra era multimediale ed era multimedioevale, ma forse la differenza sta proprio nella ceralacca.
Eh già: bei tempi quando c'era l'acca...quando era impossibile confondere il pittore di Vespignano col titolo comunemente affisso ai peccatori di gola.
Ora tutti pensano solo ai fatti loro però, tutti li' pronti a farti le scarpe, però questa volta le gola non c'entrano...si parla di scarpe fittizie, scarpe cerebrali, scarpe metafisiche, come quelle che indossavamo alla scuola materna...ti ricordi? eccome se mi ricordo:
ci mettevano seduti e si facevano le prove per la recita
che stile!
che tempi!
che piove!
...che roba quei tempi, che roba!

mercoledì, ottobre 24, 2007

Il mondo visto da un economista

Unti rabbini in stato di insolvenza mi cercano, sono ovunque, mi cercano; tutto un mondo intorno: di rabbini in stato di insolvenza. Mi cercano, sono ovunque: tutto un mondo intorno. Stanchi rabbini in stato di insolvenza cosa volete da me? Cos' ho che non va? Cosa non ho? Cos' ho? O lasciatemi, lasciatemi in pace. Oggi uno di voi ha tentato di parlarmi, l'altro mi ha toccato di nascosto, l'altro ancora mi ha guardato; spergiuro: l' ho visto, tentava di fissarmi. Non ho più pace, è un inseguimento senza fine, senza senso, senza. Senza. Senza senza senza. Senza orribili rabbini in stato di insolvenza.

venerdì, ottobre 19, 2007

Biancaneve e i sette samurai

Il cast è sparpagliato sul set, in attesa delle direttive del regista.
"Sarà un film memorabile", dicevano.
"L'unione di due classici genera un altro classico", dicevano i finanziatori del film.
Solo lo sceneggiatore, in disparte, sembrava dubbioso, mentre osservava senza interesse sfilare i vassalli in kimono della strega cattiva.
Ripensava alla sua giovinezza artistica, ai tempi in cui ancora lavorava sul testo che lo aveva reso famoso: "I classici del videogioco come metafora della vita: da tetris a pacman attraverso i sentimenti umani".
E ora, mentre l'ultima delle sue fatiche veniva finalmente messa davanti alla cinepresa, si vedeva pallido, obsoleto.
"Il classico offusca l'artista", dicevano.

lunedì, ottobre 15, 2007

Naif

Questo sito mi fa cagare
vorrei vederlo bruciare
funestato da un grande incendio
come una mazza di legno

mentre arde gli sussurrerei
brucia iPiroga brucia


quante seghe che mi farei

venerdì, ottobre 12, 2007

Salve, sono Bender. Prego, inserire "floppino"!

La fisica spiegata al calabrone

Scooby guarda avanti, nell'oscurità.
Intorno sente solo un forte sbattere di catene: il solito derelitto che tenta invano di spaventare qualche vecchia ereditiera per ereditare il castello.
E' sempre cosi'.
Di solito.
Scooby non può fare a meno di pensare che finora la sua vita da cane sia sempre stata una vita fortunata: i soliti misteri troppo facili da risolvere, le infinite scorpacciate di scooby snack, le ore passare a rollare cannoni con Shaggy sul sedile dietro della Mistery Machine.
Ma Scooby è un cane e in quanto tale ha un certo intuito: sa bene che se ci si abitua, anche le cose più terrificanti dopo un pò non fanno più paura, e allora, come nella favola di Pierino, quando vale veramente la pena di scappare, non se ne è più capaci.
E se un giorno trovassero davvero qualche divinità proveniente dallo spazio molto molto antica e molto molto incazzata nelle cantine della solita cara vecchia magione? Come reagirebbe al loro tentativo di toglierne la maschera?
La vera paura di Scooby è che un bel giorno a forza di svelare falsi misteri se ne trovi uno vero. Uno di quelli grossi e paurosi. Hai voglia quante canne servirebbero per dimenticare dei corpi squartati veri? Hai voglia quanto serenamente faresti la doccia se incontrassi un mostro della palude in carne ossa artigli e squame?
Scooby è solo un cane, ma come tale vuole vivere a lungo e tutto intero; cosi', quando ha paura, quando nascondersi dietro la sagoma da fattone di Shaggy non basta, si culla nei suoi ricordi, tornando alla sua infanzia di cucciolo in cui ancora si poteva tentare di spiegare le leggi della fisica ad un calabrone.

martedì, ottobre 09, 2007

Parte seconda - Vivere

Sfogliava il libro Cuore la bella Fiammetta.Immobile nella stanza da letto.
Origine ispaniche,in corpo un ardore perenne che non si placava mai,procace e sinuosa.
L'uomo che aveva conosciuto poche ore prima giaceva affianco a lei silenzioso.Nudo.
Lo aveva trovato cosi irresistibile,cosi irreprensibile,con quella faccia da malato da monitor,quelle mani secche,sottili,abituate a maneggiare piccoli oggetti,ad attaccare fili,ad inserire chiavette usb.Quest'ultimo pensiero era riuscito poi a farle perderle il senno del tutto.Chiavette.Fiammetta finse di interessarsi prima ad un nuovo modello di stampanti molto silenziose,poi esaminò con cura una serie infinita di telefoni cellulari,ma la sua mente oramai divagava tra le più complicate fantasie.
Non era li per tutto quel bel armamentario tecnologico.Era li per trovarsi un uomo.E vi era riuscita.Se lo era portato su in casa,in fondo abitava ad un tiro di sputo,duecento passi dalla fiera,e già nel portone il perito informatico si era ritrovato senza mutande.
In cortile aveva incrociato lo sguardo ammonitore che proveniva dalla finestra di una di quelle pettegole delle sue vicine,dall'altezza del piano doveva essere la terrona.
Ma a Fiammetta non importava di quella donna,ora l'unica cosa importante era lei,era poter essere felice.
Sfogliava il libro Cuore Fiammetta,immobile nella stanza da letto.
Anche quella volta,anche quella domenica si era spinta troppo oltre.Aveva varcato di nuovo la soglia.L'uomo che aveva conosciuto poche ore prima giaceva accanto a lei silenzioso.Nudo.
Nudo ed ormai privo di vita.L'anima era scivolata via silenziosa,il cuscino premuto sul volto.
Vita.Un giorno senza amore è un giorno perso,pensò.
...

sabato, ottobre 06, 2007

venerdì, ottobre 05, 2007

Chi ha spos(t)ato le indicazioni

L' Arizona è un apostrofo rosa fra le parole diritto e privato. L' apostrofo è una pausa carica d' enfasi, densa come la polenta Valsugana: buona, bella, sana; santa polenta, santa Claus, santa clausola. Santo cielo. Cosa ci sta succedendo; io non lo so cosa ci sta succedendo. So che ieri sera eravamo tutti a giocare a calcetto; il calcetto ha una funzione catartica. Il calcetto è, non è. E saliamo sulla macchina grigia che dovrebbe portarci sulla via del Fandango ma che invece ci porta a casa; tutti: a dormire. C' è qualcosa che ci sta frenando. Qualcosa che ci sta abbruttendo più del necessario. Qualcosa che tu vuoi da me qualcosa, sempre.
Credendo nella metempsicosi delle sardine ovvero la trasmigrazione dei salmoni mi inquino e vi saluto. Cartago delenda est.

Erano barbare quelle del Carducci

Odi?
Il vento ai margini del bosco s'azzarda ancora in acrobazie radenti per sfoltirne le chiome canute:
è autunno.
Nella mia immaginazione di bimbo questo era il periodo dei ricci, delle castagne, dei cieli notturni senza nuvole e delle serate intorno al camino.
Ora invece non importa più quale sia la stagione corrente, perchè tanto esistono i viaggi nel tempo.
Ognuno di noi, nel corso della propria esistenza, viaggia nel tempo almeno in due modi: il primo esistendo ed assecondando lo scorrere del tempo, il secondo andando a dormire di notte e svegliandosi il mattino seguente. Certo, se a cena cè la peperonata il viaggio non è dei più tranquilli, ma penso che la perdita di coscienza notturna simboleggi di fatto l'esistenza di un viaggio nel tempo.
Riuscire a viaggiare nel tempo in modi diversi da quelli descritti qui sopra è molto difficile, ed ogni crononauta possiede in realtà una tecnica personale diversa da qualunque altro.
Tuttavia, mi offro di dividere con voi il mio sapere, la mia tecnica: portate in bagno con voi sempre un libro e, seduti sull'asse, dilettatevi nella lettura. Leggete questo libro solo ed esclusivamente in bagno mentre fate la cacca, e la trama del racconto contribuirà a legare tra loro periodi più o meno lontani.
Ovviamente ognuno userà la sua variante di questa tecnica: cè chi usa i libri e chi i fumetti, ma io soprattutto preferisco usare le parole crociate... sette verticale: "famoso viaggiatore nel tempo"....Charlton Heston?

martedì, ottobre 02, 2007

Parte prima: terra nostra

Era domenica e quel giorno il vento strideva forte fuori.
Ma non riusciva comunque a coprire le grida della folla:"Baro ha postato,lo ha fatto ancora!" e "a Baro è piaciuto il mio blog" e addirittura "Come è sexy di profilo".
Con quel naso poi.Un vero e proprio azzardo.
Clarissa chiuse la finestra.Non le andava di sentire gli schiamazzi di tutta quella gente che si era riunita quella domenica in città alla fiera"si vive di sola tastiera",appuntamento fisso del milanese per gli amanti dell'hi tech da ormai parecchi anni.
"Malati di mente che c'avran cinquantanni quelli li e non sanno fare altro che ridere di uno stupido giuoco elettronico e ciarlare di robe blasfeme:plogs Baro bost piroghe storie malate di tastiere che ti fan venire solo calli alle mani te lo dico io.E quante donne ci sono-dando un altra sbirciata da dietro il vetro-malefemmine che invece di sfornare nu paio di picciriddi alimentano il demonio mannaggia."
Clarissa era una donna all'antica.
Ed era meridionale,campana per la precisione.Tutta casa,chiesa,le domeniche in cui non si cucinava il capitone,e soap.Si era dovuta trasferire al Nord quando la buon anima di Francuzzo suo se ne era andato,lasciandola sola senza una lira.
Era scappato in America.
...