martedì, febbraio 19, 2008

Memorie di un guardiano dello zoo

Prima di lavorarvi, non ero mai stato in uno zoo.
Per farvi corta una storia lunga e per fare un piacere più a me che a voi, non vi starò a spiegare di come tristemente vissi i primi diciotto anni della mia vita al di fuori di essa.
Si, vissi nel buio e nella completa solitudine, ma se continuassi ancora a parlare di questa spiacevole parentesi della mia vita, che considero essere stata sufficentemente lunga e felice, non rispetterei la promessa di farvi corta una storia lunga.
Lo zoo fu la mia gioia.
Il paese era piccolo, la gente mormorava, gli animali esotici erano tanti ed i visitatori pochi, io non sapevo niente del mondo ed il mondo sapeva tutto di me: ero nelle condizioni ideali per cacciarmi in un brutto guaio.
Passavo le mie giornate davanti alle gabbie, imparando affascinato dalle targhette i nomi di quelle strane cose.
Ammiravo il regale Tucano, con la sua criniera folta e sprezzante, con le splendide zanne bianche come la ghiaia dello zoo sotto il cielo settembrino.
Invidiavo l'altezza della Foca, delicata e misteriosa, con quel collo lungo tirato verso il cielo. Osservavo incuriosito la somiglianza tra l'Ornitorinco e l'essere umano, ridendo a volte della sua curiosità e dei suoi piedini prensili.
Un giorno la direttrice dello zoo, Agatha, mi fece chiamare nel suo ufficio.
"C'è un errore mio caro, un errore " fece una breve pausa, lo ricordo bene "di cui devi essere messo al corrente. Qui...tutti eravamo a conoscenza di questo errore e quindi...per noi era cosi' naturale che non ci siamo mai curati di informartene o di rimediare a questo grossolano...errore. Anche se forse ormai per te non farà differenza devi sapere che le
targhette dello zoo non sono abbinate al giusto animale. Qui dentro è tutto un casino." Agatha chiuse la bocca.Arrossi', aspettando la mia risposta.
Tutto ciò che riuscii a dire fu: "Questo è un bel problema..."
Per un attimo, Agatha sembrò assorta da qualche importantissimo, vitale pensiero, poi apri' bocca per dire: "...e poi...insomma non è l'unica cosa...devi sapere...ci sono...che anche le..le targhette del personale sono...come dire..sono...oh insomma ma facciamola breve: piacere, il mio nome è Ludovico!".
Da quel giorno non seppi più distinguere il dentro dal fuori delle gabbie.

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi prude l'amica