mercoledì, maggio 31, 2006

Rimembranze

aspettando un giovedì di paura, odo in lontananza il canto imeneo, scritto in anni passati in compagnia di baro

schiocchi di dita, fruscii di cosce:
è l'imene sì rotto?
e mi è dolce naufragare in questo mare
sanguigno

e ora, somma moirano, concedici il beneficio
di una rilassante pausa sigaretta

venerdì, maggio 26, 2006

solidarietà

"Aiuto!Che un aiuto la aiuti!"

giovedì, maggio 25, 2006

UN GIOVEDI DI PAURA:nel segno del GIALLO
-terzo appuntamento con la rubrica noir più seguita di tutto iPiroga-

L.A. Confidential (parte seconda)

...trema il mondo della droga,arriva il poliziotto giustiziere.
Articolo corredato con foto:il sergente Sebastiano Vincennes insieme al divo del cinema Pirito Chase.Il pezzo non riportava un'unica informazione:Pirito Chase era un noto pedofilo con alle spalle tre denunce per sodomia messe a tacere.Seba VIncennes si guardò in giro nell'ufficio della Narcotici.Tutto buio e deserto:solo la luce nel suo bugigattolo.Mancavano dieci minuti alla mezzanotte:aveva promesso a Dudley Simoncelli di battere a macchina un rapporto sulla criminalità organizzata per la divisione informazioni generali e di portare una cassa di superalcolici per il party di Natale della stazione.Il telefono.
__Narcotici.Vincennes.
__...
Nessuno dall'altra parte della cornetta.Seba riappese e segnò una X sul calendario.Un altro giorno senza bere e senza droga:quattro anni e due mesi di fila.

Continua...

domenica, maggio 21, 2006

toletta glamour

E Petrarca scrisse sul sedile del pullman "bimba mi manchi" e a me, duecento anni dopo, (o forse meno, o forse più) mi venne anche un pò da fare del sarcasmo e già stetti maturando in cuor mio una stilettata d'ampio respiro stilistico che un moto di coscienza (tristemente proveniente dall'esterno) mi sconquassò nella guisa di quei terremoti che fecero tremar Sodoma indolente molto prima che l' piè veloce calcasse solo terreno...di quella voce che tanto disse solo un'eco groove rintocca nell'animo sensibile al più puro stile, il mio di me, che saltuariamente mi reputo un figo:

"Ho dolore.Forse nn hai capito l'antifona Tisifone? Ti stavo dicendo che the night is of the lovers..oh beh poco importa, tanto sono le esportazioni il nostro forte, forse...se avessimo costruito quel porto durante la guerra ora nn sarebbero certo tempi duri ma siccome ormai ho dolore è inutile parlarne.Ti lascio ora, che ho lasciato le ove sul fuoco, sappi solo questo ancòra, e nulla più: il dispettoso Osvaldo è tornato, i cani lo temono: toletta glamour.Addio".

e davanti al bancone dei surgelati caddi come scampo morto scade...

giovedì, maggio 18, 2006

la nuova saga dell'arte

Quando l’Arte cela interessi non prettamente artistici
Ovvero la vera storia della Venere di Urbino di Tiziano
Starring:
Tiziano Vecellio
Guidobaldo della Rovere, duca di Camerino, figlio dei coniugi Francesco Maria ed Eleonora Gonzaga
La madre Eleonora Gonzaga (da non confondere col padre…)
La sposa del Guidobaldo: Giulia Varano da Camerino

-La mamma riluttante
“Mamma ti prego, dammi dei soldi”.
“Che cosa ci devi fare Guidobaldo? È mai possibile che io debba elargirti continui prestiti?”
“mamma…”-con voce lamentosa
“non sarà ancora quella storia…non avrai un euro da me!”
Una conversazione banale, dove tutte le mamme si ritroveranno;
e si infiammano, e strillano, e tacciono, e fanno le rancorose ma poi il buon cuore di mamma, si sa, alla fine cede alle richieste del figlio, il prediletto Guidobalduccio. Sono i capricci che nel 1538 come ora legano i figli alle generose mammette. L’oggetto che il giovane si deve comprare non è una cintura di cavalli o un paio di boxer D&G bensì la Venere di Urbino.
Reputiamo doveroso sottolineare l’identità d’intenti del giovanotto di ieri, ormai polvere, coi giovanotti d’oggi, che prima o poi lo diventeranno; l’intento è di sedurre. Non possiamo non notare quanto differisca il mezzo , quanto sia più aristocratica e velata la trappola dell’arte rispetto ai pantaloni a vita bassa. Ma anche quanto sia più pericolosa.
“voglio la donna ignuda, voglio la donna ignuda”
“e va bene figlio, prenditi il bancomat”
La comprò, la donna ignuda, su tela, moderna pittura ad olio.
E la portò a palazzo. E ogni giorno la spostava di camera perché la moglie la notasse.
-Un antefatto
Ora è necessario un antefatto.
Per ragioni squisitamente politiche il nostro Guidobaldo aveva sposato l’appena nominata Giulia che all’epoca aveva appena dieci anni. Accadde, come spesso succede, che la creatura crescesse e divenisse adolescente. Informato dai domestici del fatto, Guidobaldo iniziò a considerare leciti certi suoi appetiti che prima d’allora solo con certe cortigiane gli era dato di saziare. Ma tanto leciti non dovevano apparire a Giulia, educata alla virtù, era una Demetra, e non aveva intenzione di conoscere le gioie che rendono gli esseri umani bestie. Sempre più attratto dalla moglie che si faceva sempre più avvenente e che non si poteva fare, pensò ad un ritratto di lei sul quale almeno sfogarsi; e qui, come accade in certi particolari momenti della vita di noi uomini, gli sovvenne la diabolica idea: tentare con la falsa virtù dell’arte la giovane pollastra.
-La committenza
E chiamò Tiziano, gli spiegò il problema; e la grandezza dell’artista che si misura anche nella capacità di rispondere a problemi di natura non prettamente artistica si manifestò in una grande opera nata da uno sporco fine: tentare.
Su un letto sfatto si staglia la celebre figura dallo sguardo seducente e dai capelli scompigliati sul corpo. L’interno rappresentato è proprio quello del palazzo d’Urbino dove i coniugi vivevano. Quella che doveva essere Venere, si trasformò in una Venere mondana di palazzo. Dimensione erotica celata sotto gli attributi canonici di Venere, particolari realistici che montano un’atmosfera di eccezionale malizia.
-La concessione
Pare che la giovane si trovasse persuasa, anzi assai tentata dal quadro e si concedesse al marito. E’ certo che il marito durante il primo amplesso, guardando il quadro al posto della nobildonna che tanto in passato aveva desiderato, venisse al dunque troppo presto. E successe anche la seconda volta e anche la terza. E nessuno ha mai contato le altre volte ma sicuramente furono molte. E iniziò a dubitare della verità dell’arte e a chiedersi perché nel quadro la donna fosse sì soddisfatta.
-La confessione
Quale miglior interlocutore che un pretastro per disquisire della non veridicità dell’arte, pensava la giovane. Ma ebbe di che ricredersi, e il monsignore ben presto si rivelò il maggior sostenitore dell’arte pagana. La dama iniziò a capire.
Iniziò a darsi ad amori più occasionali, che pagavano per così dire, il conto subito. E si ritrovò, in certi momenti, ad essere più soddisfatta della Venere del quadro.
-Conclusione moraleggiante
L’intrigo intrigò colui che voleva intrigare che si trovò a dormire solo la notte. Troppo umiliato per punire l’ adultera faceva finta di niente.
E nel palazzo se ne faceva un gran parlare: di come l’arte più splendida possa generare lo squallore più vero se realizzata con intenti malevoli.
O forse qualcuno vorrà darmi torto dicendo che è bello masturbarsi?
-Conclusione
La nova sega dell'arte, per non morirla qui
continua...
UN GIOVEDI DI PAURA:nel segno del GIALLO
-eccoci giunti al secondo appuntamento con la rubrica che tutte le settimane vi accompagnerà bla bla bla bla bla...-

L.A. Confidential (parte prima)

Andrew Fumexley cerca e vuole la gloria.Figlio di un polizotto,fratello di un agente ucciso in servizio,è disposto a tutto pur di fare carriera e infilare i suoi lunghi piedoni sotto una fottuta scrivania dei piani alti.E ci sta riuscendo.
Bud Rougia ha visto il fratello Matthew uccidere la sorella.Adesso odia chi picchia le donne,chi fa la spia e tutti quelli che intralciano il suo lavoro da detective.
Sebastiano Vincennes nasconde un antico segreto in un passato da artista maledetto,per questo recita la parte dello sbirro perfetto,arrestando pesonaggi pubblici sotto la luce dei riflettori.

Andrew,Bud e Sebastiano tre ambigui difensori della legge nella Los Angeles degli Anni Cinquanta dove tra poliziotti e criminali vi è poca differenza.

"A certi uomini tocca il mondo intero, a certi altri un'ex prostituta e un viaggio in Arizona.Tu,Bud,sei tra i primi,ma,mio Dio,non ti invidio il sangue che hai sulla coscienza."

Sergente Sebastiano Vincennes


Continua...

lunedì, maggio 15, 2006

Forse sono sempre stato contrario
oiroartnoc otats erpmes onos esroF

domenica, maggio 14, 2006

Che woglia

Sera di densa attività di un vecchio bastardo

Che woglia, finalmente solo, di ritrovarmi con i miei amici

uno sporco cammello egiziano con la passione per il gioco,
un barattolo d’aranciata aperta,
una striscia di coca,
Marcel Prust,
Thomas Mann,
La morte a Venezia,
La piovra,
Donna con cappello.

Thomas canticchia spensierato datemi un lama che mi taglio le vene; cominciamo bene.
Cammello sta già creando i tavoli per una serata all’insegna del poker Texas Hold’em. Sospiro, che woglia. Ci sediamo a bere un bicchiere. Cammello comincia a scaldare le zampe per i suoi rinomati giochetti con le carte. Noi altri si discute, d’automobili, di vini, di buoni ristoranti e di viaggi; alle donne preferiamo la metafisica, ci sembra più concreta. Il vecchio Marcel ne è particolarmente contento; siede con noi, non abbiamo pregiudizi verso un omosessuale pederasta. Mentre il buon uomo se ne va alla ricerca del tempo perduto, la striscia di coca ostenta una certa ricercatezza linguistica destinata , tutti lo sappiamo, a divenire volgarità dopo il secondo bicchiere. La piovra, bara esperta al gioco delle carte, ma nessuno vi da troppo peso, non ha mai capito le regole; per quanto possa sembrare inappropriato il termine spennata, riteniamo che sia comunque il più qualificante per descriverla quando esce dai giochi. La morte è momentaneamente a Venezia, nessuno sente la sua mancanza. Barattolo d’aranciata canta al piano mille bolle blu; stiamo superando i limiti della tristezza umana: e ogni atto volto a tirar su il morale non fa che precipitare la situazione. Neanche una battuta come il gatto delle nevi-miaooo potrebbe più salvarci. A parte lei, donna con cappello. Che dire. Grazie Matisse.

sabato, maggio 13, 2006

AITIA (ovvero intorno alle cause delle cose)

un tale gridava nella notte: "sono un lampione, sono un lampione!"; e lo diventò, statene certi, e fu un lampione felice, molto ammirato per le sue capacità d'illuminazione. Io mi trovai solo quella notte, e diventai un cane, mr Cane nello specifico; condannato al biasimo e al disprezzo, alla solitudine e ai calci nel sedere ben presto sviluppai un certo rancore verso l'umanità felice, che per me si manifestava nella forma di quel lampione che si era fatto da sè. Una sera che avevo alzato troppo la zampa mi presentai da quel lampione; e vi orinai, come non vi aveva mai orinato nessuno.
Da allora le stirpi dei cani e quelle dei lampioni combattono una guerra lungo i secoli. Si parla di una battaglia finale.
Che dire, staremo a vedere.

i polli, i polli, i polli si sono ribellati contro i loro padroni
la trama si infittisce

giovedì, maggio 11, 2006

UN GIOVEDI DI PAURA:nel segno del GIALLO
-si inaugura oggi una rubrica che da questa settimana in poi ogni giovedi vi accompagnerà nel vostro dolce naufragare attraverso gli oceani di questa vita-

Delitto perfetto

Era un pomeriggio uggioso.Solo noi tre.Bernardo il nostro amico mutolo,Everard von Suracve e io.Solo noi tre.La stanza si chiude.Volano le buste di protezione.Eravamo contro le protezioni.Specialmente quelle sessuali.Al mio schiocco di dita appaiono segnalini.Si lanciano dadi.Si lanciano dardi.Raccoglitori in posizione.Carte pronte.La padrona bussa alla porta.Non si ricorda che nessuno deve interromperci.Ma tanto la porta...è chiusa.La porta...è chiusa.Luce.Buio.Bernardo ha chiuso la tapparella.Sospiri.Libido.Sussurri.E ancora libido.Silenzio.Si sta per iniziare.NO.Interruttore.Click.Luce.Tutto in ordine.Porta....chiusa.Finestra...chiusa.Il mio compare in piedi alza la voce:"qualcuno ha ucciso LUGIA".E io puntiglioso:"si dice rubato".E Bernardo:zitto.Delitto perfetto.

mercoledì, maggio 10, 2006

storia vera by Luciano (lucky)

Chi ha incastrato Roger Rabbit? Chi ha picchiato Ghandi travestito da Babbo Natale la sera del 1°maggio? Chi infiniti lutti addusse agli Achei? Chi uccise con un'iniezione di plutonio il cane orfano e zoppo di Kennedy? Chi stilò la stele di Rosetta? Chi seviziò Bernardo, servo muto di zorro? Chi seviziò Edoardo, servo munto dell'Irreprensibile? Chi sevizò? Chi avvelenò i panini di Rex?

Che fine ha fatto Carmen Sandiego? la trama si infittisce

è certamente con Chi? se non lui?
IL DIEGO
Rispettabilmente: il deserto
parte settima

...ma che senso aveva adesso il mio restare su quella nave corsara? che senso aveva rimanere nel deserto? che bisogno aveva il deserto di tenermi ancora con sè? Libanese Joe mi accompagnò al primo centro abitato, dove dividemmo il prezzo della benzina consumata da buoni amici. Prima di lasciarmi disse: "Credo che qui troverai la tua citroen ds 21 cabriolet le caddy chapron del '66, l'ultima volta che ne sentii parlare dicevano fosse stata affidata ad un vecchio medico che non la usava mai e la puliva ogni giorno con pelle di daino.Lei ti porterà fuori da questo deserto."
E cosi se ne andò.
Prima di mettermi a cercare la mia adorata vettura entrai in una tavola calda per rifocillarmi. Li conobbi alcune ragazze li' in villeggiatura ed in particolare con una intavolai un'interessante conversazione sui massimi sistemi. Ad un certo punto imprecisato del suo ciarlare disse:
"la disposizione all'interno della società funziona nello stesso modo per cui un uccello, benchè sia in grado di volare, si posa sempre sul ramo più alto." e io all'improvviso l'amai, perchè aveva detto la parola "uccello". E lei mi disse di raggiungerla nella sua stanza alle 7 precise, e aveva detto la parola "uccello". Cosi andai in centro a comprare delle paste e dello champagne per l'appuntamento, e pensai che lei aveva detto la parola "uccello". Ore dopo mi trovavo appunto sotto il suo albergo, pronto ad entrare, quando un rumore attirò la mia attenzione al di là dell'angolo, dove trovai la mia
citroen ds 21 cabriolet le caddy chapron del '66.
mi trovavo davanti ad un bivio: la mia
citroen ds 21 cabriolet le caddy chapron del '66 contro la parola "uccello". Nonostante i mille dubbi che affollavano lo spazio tra le mie orecchie infine dissi: "cazzo, avevo anche comprato le paste..." e sfrecciai verso il tramonto, lontano dal deserto.

FINE

domenica, maggio 07, 2006

Rispettabilmente: il deserto
parte sesta

...ma non mi persi d'animo e, infervorato dal bisogno di cacciare il rispettabile uomo delle nevi, mi gettai nuovamente nel deserto, alla ricerca del terribile mostro. Improvvisamente: i pirati! Una nave corsara solcava le sabbie del deserto ed in breve fui fatto loro prigionero e portato al cospetto del loro capitano. Ma un volto antico si celava sotto al mantello di fiori d'arancio tipico dei pirati: il Libanese Joe.
Anch'egli mi riconobbe prontamente, nonostante il fluire del tempo avesse marcato ben più il suo volto del mio, che era, a sua differenza, passato attraverso il deserto con la celere innocenza di un battito di ciglia.Egli era dunque invecchiato notevolmente dall'ultima volta in cui l'avevo veduto e la lunga barba bianca che teneva riposta avvoltolata tra le chiappe ne era la prova.Mi disse: "A cosa devo l'onore?" e di li' in avanti la rimpatriata tra noi fu scandita dallo sgorgare susseguioso del vino dalla roccia.
Scoprii che egli era diventato pirata del deserto dopo essersi liberato dalla stretta del mostro e che in seguito, dopo avergli dato la caccia, lo aveva ucciso.Mi mostrò infatti la sua sala dei trofei, dove insieme al cranio malvagio del rispettabile scorsi anche la pelata solcata da rughe di un vecchio che tempo addietro mi aveva superato alle poste: la mia vendetta si era finalmente compiuta...

continua...

giovedì, maggio 04, 2006

Vita, morte; nessun miracolo

quando un giorno crederai di essere giusto, nondimeno di essere un grande uomo, gridando di dolore sulla tomba del grande Elvis, profanerai il suo sepolcro per piangere proprio sul suo cadaverico petto, che tante volte t'aveva allattato; il suo corpo, a forma di mega cheeseburgher con gelatine di birra del baladin; dirai "con lui è morta una parte di me"; quando poi t'accorgerai di essere nato dopo la sua morte e di non aver perso nulla, allora riderai di vera gioia e dopo aver lasciato il corpo scoperto, saltellando come un bambino, ti masturberai come un adolescente, provando un brivido di paura e di eccitazione, e poi dopo l'amplesso, vergogna, ascoltando in sottofondo una tromba di un negro molto più dotato di te, con le lacrime agli occhi, solo come un adulto, ti accenderai una sigaretta pensando questa è l'ultima
sega
e intanto in lontananza corsari cantano su una cassa da morto bevendo ottimo pinot bigio, dopo il funerale di stato, che li aveva visti danzanti sbronzi sulla stessa, al ritmo di the riddle, e che ti aveva visto protagonista
celebrato tardi, ormai morto

martedì, maggio 02, 2006

Rispettabilmente: il deserto
parte quinta

..avevo infatti disimparato il congiuntivo ed inoltre, arrivato al villaggio, mi accorsi che la moda già aveva raggiunto quel luogo dimenticato e mi trovai cosi a fare i conti con il mio fallito e puerile tentativo di riscossa e ripicca contro un destino desertico e avverso. I popolani conoscevano già i marchi di fabbrica, le brand, il fuoco, la ruota, le riviste scandalistiche, le scandalose riviste, i carri, i proverbi, i buoi e l'acqua corrente. Un bambino abbigliato con una maglietta all'ultimo grido con su scritto "Improvvisamente: i pirati!" mi avvicinò per chiedermi se vendessi sandali e si allontanò fischiettando l'ultimo singolo di Gigi d'Ag. avevo visto anche troppo. a nessuno interessava il fatto che io pensassi che "io odio il rispettabile uomo"...nel marciscente accatastarsi delle opinioni di quel villaggetto insignificante preferii spogliarmi della mia idea insanguinata timbrata su una maglietta il cui utilizzo un tempo era solamente stato quello di proteggermi dal sole cocente del deserto che avevo tentato di aggiogare e invece, a conti fatti, mi stava divorando...

continua...

N.d.A: mi avete scusato se ogni tanto passerò da un tempo all'altro senza preavviso o motivo