venerdì, marzo 30, 2007

Il libro degli iPiroga - 19 puntata

...Harpo osservava con occhi curiosi il bambino che si era trovato di fronte. Merdino era immobile, sembrava che, sotto quel corpo che non lasciava trapelare nessuna emozione, l'anima di un bimbo spaventato stesse spingendo disperatamente per liberarsi.
Spione bastardo, ma pur sempre un bambino.

La storia di Pitone aveva lasciato Harpo inquieto. Non a caso, era lui quello che più lo aveva convinto ad abbandonarli. E non Mr.Cane. Lui. Con le sue paroline sussurrate, le sue frasi sibilline, quel fare strisciante e ambiguo. Però, non era triste che lo avessero ritrovato. Ora potevano, persino loro, trovare un modo di recargli conforto.

Harpo stava male. Non solo da quando aveva ucciso quell'uomo, da molto prima. Dal maledetto giorno del Gran Torneo di Timesplitters. Harpo era uno sbandato, viveva in macchina, mangiava arachidi tutto il giorno, passava le sue giornate dentro gli internet cafè a fare amicizia. Ma non con le altre persone, con Wikipedia, l'unico che non si stufava mai di lui ,l'unico che sapeva sempre di cosa aveva bisogno, l'unico che quando aveva voglia di cercare le paroline sporche gliele faceva trovare, e subito.

Non ricordava perchè si fosse iscritto a quel torneo; ricordava soltanto che laggiù, in mezzo a tanti svitati, aveva trovato l'amore vero: si chiamava Wendy.
Mora, fumava il sigaro, un tocco di barba sulle guance paffute: bella come un cherubino.
Sparando, si erano potuti conoscere meglio, lei gli aveva raccontato che partecipava per vincere il primo premio in denaro; si era allenata molto per non fallire. Solo dopo un'ora di gioco Harpo notò il ratto che Wendy aveva appollaiato sulla spalla, immobile.
Per amore avrebbe chiuso un occhio anche su quello: quando Wendy fu eliminata, arrivò a prometterle che avrebbe vinto per lei, solo per lei. Non avrebbe dovuto fallire.

Ma non aveva calcolato i Caballeros.L'irreprensibile e Rodrizio giocavano bendati. Baro invece, che non era un granchè, era rimasto in macchina, a studiare come arrivare in quei paesi dell'est di cui L'irreprensibile sotto oppiacei sempre parlava. Harpo fece il miracolo, eliminò Rodrizio, a cui per la rabbia venne voglia di partorire con dolore, ma non bastò. E si sa, due miracoli vicini sono rari. L'irreprensibile lo umiliò tenendo con una mano il controller, e modellando la creta con l'altra. Aveva tradito la fiducia di Wendy. Era un perdente.

Un perdente non ha successo con le donne.Neanche con quelle baffute.

Harpo aveva ancora vivo il ricordo della sua fuga urlante, delle lacrime, dei rutti di disperazione della bella. Ma soprattutto dello strano incontro che aveva fatto, appena arrivato fuori.
Pitone, per farlo salire in macchina, lo aveva dovuto ipnotizzare, proprio come ora aveva fatto con questo ragazzino.
Ma lui e Mr.Cane erano le uniche carte che Harpo poteva giocare per attuare la sua vendetta.
...

giovedì, marzo 29, 2007

Il libro degli Ipiroga - 18 puntata

...Harpo sentiva uno strano suono scendere dalla superfice, sembrava una voce di bimbo ma nel suo cadere giù verso il fondo del pozzo rimbalzava tra le pietre umide e lisce distorcendosi ed amplificandosi:
"Questa è la danza del serpente..."
"Caro Harpo, un tempo anche io ero un bambino, uno di quelli belli e buoni, uso ad una sola e grande passione: l'azzardo.Vivevo in un piccolo villaggio di frontiera, dove mi guadagnavo da vivere vivendo sulle scommesse più impensabili.Conoscevo solo un risultato: la vittoria..."
"...che vien giù dal monte..."
"...un giorno una macchina dai vetri oscurati giunse al piccolo villaggio dove vivevo, nulla si sapeva dei suoi occupanti se non che fossero in tre: c'erano le condizioni ideali per una scommessa.
Chiamai il bambino più povero del paese e gli proposi una scommessa, una scommessa da vero spaccone: mi giocai la cascina che il primo a scendere da quella macchina misteriosa sarebbe stato un centauro viola. Se avessi sbagliato -ed ero ben sicuro di non sbagliare- il bimbo avrebbe avuto la mia cascina altrimenti non avrei ottenuto niente da lui se non la fama e la gloria.Una scommessa da vero spaccone.
La portiera si apri' e ne usci un uomo che, per quanto brutto, era ben lontano dall'essere paragonabile ad un centauro viola. Persi la cascina ma non la voglia di scommettere.
Chiamai quindi il secondo bambino più povero del paese e gli proposi una scommessa: mi giocai l'intera collezione dei francobolli del papa buono in cambio di nulla.Putroppo il secondo ad uscire, per quanto cercassi, non aveva una coda fiammeggiante.Persi tutti i francobolli ma non la voglia di scommettere.
Erano le prime volte che perdevo: chi potevano essere quegli esseri misteriosi che avevano smentito i miei vaticini?"
"...per ritrovare la sua coda..."
"Fu allora che per rifarmi scommisi che l'ultimo a scendere sarebbe stato un porco dai lunghissimi capelli biondi, giurando che se avessi sbagliato avrei perso per sempre la mia dignità e avrei strisciato sul ventre mangiando polvere e cenere per il resto dei miei giorni.
Sul porco ci avevo quasi visto giusto, ma non aveva lunghissimi capelli biondi.
Quei tre uomini della macchina dai vetri oscurati, che in seguito seppi chiamarsi "i tre caballeros", avevano distrutto la mia vita, avevano oscurato e sconfitto il mito del grande maestro della scommessa.Dovevano pagare."
"..che ha perso un di' !"
...

mercoledì, marzo 28, 2007

Il libro degli iPiroga - 17 puntata

...Merdino stava camminando da una buona mezzora, solo.
Aveva salutato lo sceriffo di fretta, senza la consueta reverenza: strano.
Perchè lo sceriffo era il padre che Merdino non aveva mai avuto.
Le sue gambe andavano da sole; era in uno stato di completa inscoscienza. Si rendeva conto di non aver più il controllo del proprio corpo. L'ultimo ricordo che aveva, era ancora legato alla moneta che lo sceriffo gli aveva donato. Aveva ancora il desiderio di lucidarla, di farla brillare come se fosse stata davvero d'oro, e invece, ora che il suo corpo non rispondeva più ai suoi comandi, il cioccolato si sarebbe certamente sciolto, macchiando tutto il panciotto.

Non avrebbe neppure potuto gustarsi il premio del suo lavoro. Quando gli sembrava che fossero passate già ore dal momento in cui il suo corpo lo aveva abbandonato, si ricordò della squama.
Era una delle ultime cose che ricordava. Quella squama lucente, che si era ritrovato nel panciotto in chissà quale modo, doveva essere la causa di questo suo stato che non sapeva neanche ben definire.
Ma intanto il corpo ormai privo di volontà di Merdino era lontano dalle porte della città.
Merdino era arrivato al pozzo.
...

lunedì, marzo 26, 2007

Il libro degli Ipiroga - 16 puntata

...dopo la soffiata, Merdino si sentiva decisamente meglio: più libero, come se insieme ai segreti altrui avesse anche spifferato una gravosa flatulenza.Si appoggiò alla balaustra del balcone rosso del Teatro di Giustizia.
Matheuala si stendeva sotto di lui, caotica e vergognosa come le scritte che coronano i numeri di telefono nei bagni degli autogrill.
"Ottimo lavoro" pensò Merdino cercando nelle tasche del suo panciotto unto qualcosa per lustrare il soldo che lo Sceriffo gli aveva dato come ricompensa, ma la sua ricerca all'improvviso si interruppe: "cos'ho qui?".
Una squama.
Una squama di serpente...

Pitone arrivò con i rinfreschi che Mr Cane stava ancora piangendo, gli diede baci sulla testa scoperta dalla tuba per tranquillizzarlo e gli strinse l'uncino nella coda.
Aveva bisogno d'affetto - diceva.
Harpo intanto si chiese dove si trovassero, non ricordava come fossero arrivati in quel pozzo umido e scuro, illuminato debolmente solo da alcune lava lamp e, per quello che poteva vedere, arredato ispirandosi ad un posacenere pieno.
Si accorse che Pitone gli stava parlando solo qualche minuto dopo: "...e sono contento che tu me l'abbia chiesto Harpo, perchè nonostante le avversità e le sorprese che ogni giorno la vita ci riserva, sono sempre felice di raccontare la mia triste triste storia..."
...

domenica, marzo 25, 2007

Il libro degli iPiroga - 15 puntata

...ecco Mr.Cane apparire dalla notte, con la consueta eleganza, avvolto in un mantello di stelle; il cielo della Sierra è la sua livrea. Monocolo, tuba, bastone; due passi di tip tap, un rapido inchino e un accenno di baciamano alle signore presenti. Harpo non le vedeva, ma lui sapeva che c'erano e stavano aspettando solo lui.

Mr.Cane possedeva un passato importante, molto più stimolante di tutto quello che la vita poteva ancora offrirgli. A quattro anni non sapeva nuotare, ma accarezzava quei tasti come se fossero cuscini; a sei conosceva ogni singola nota delle sinfonie di Ludovico Van; a otto esordiva in concerto a Mosca; a dodici era il più grande pianista che il mondo avesse mai conosciuto.
Non fosse stato per L'incidente.

Era una mattina tremendamente fredda; Mosca era li, immobile nel suo candore; i bambini normali quel giorno se ne sarebbero stati a casa, niente scuola, almeno una domenica ogni tanto: troppa neve.
Ma Mr.Cane non era un bambino normale.
Non si poteva dire nemmeno che fosse un bambino, sebbene le primavere fossero ancora soltanto tredici. Tredici anni appena compiuti.
La sera prima non aveva prestato ascolto ai consigli della signora madre: aveva letto iPiroga fino a tardi, troppo tardi; fino alla mattina successiva.
La pupa e il pochefanatico era troppo avvincente.
E lui aveva scoperto quel sito rovina-giornate solo quel giorno stesso. Non poteva andare a dormire senza sapere.
Fatta mattina, la luce del sole che filtrava dalle finestre, e i rumori della città appena sveglia, non gli permettevano di prendere sonno, ora che voleva. Allora, infilato il cappotto, cautamente usci', all'insaputa della signora madre.
Non avrebbe mai potuto sapere che, una volta uscito, il destino lo avrebbe pugnalato alle spalle.

Troppo monitor. Si sentiva gli occhi gonfissimi. E, quando vide per strada un sombrero, non ci fece caso: non pensò ad un'allucinazione, ad uno scherzo che la vista affaticata gli stava tirando. Pensò che quello fosse un invito per lui da parte dei caballeros.
Visto che hai letto tanto, ti premiamo: sarai il quarto caballeros.

Quando irruppe sulla strada di corsa per raccogliere quel sombrero, il carretto dei pony di Ramonevic non poteva più frenare la sua folle corsa, determinata dal pianto dei bambini che volevano tornare a casa, determinato a sua volta dalla puzza di merda.

Quel giorno Mr.Cane perse la mano destra sotto le ruote di un carretto impazzito, trainato da pony russi puzzoni. E non potè mai più suonare il piano.
La colpa era solo loro: i maledetti iPiroga.
...

venerdì, marzo 23, 2007

Il libro degli Ipiroga - 14 puntata

...E l'alba salutò il decollo dei tre caballeros: ormai, senza più legami con il mondo, volavano verso un imperscrutabile destino.
Intanto poco lontano, un bambino, unico testimone dell'omicidio di Max Carpone, corre verso il Teatro Giudiziario Di Matehuala, il suo nome è Merdino.
Benchè la sua sia un infanzia travagliata, fatta di gradassi padroni di spiagge e di forconate nel pancino, Merdino è riuscito, col tempo, a trovare la sua vocazione: fare la spia.
Ha fatto la strada per raggiungere il Teatro Giudiziario Di Matheuala tante di quelle volte che la conosce a memoria, tuttavia il piccolo resta sempre incantato alla sua vista: le pistole, gli elefanti, le piume di struzzo, le chincaglierie esotiche, i riflettori, i prigionieri bendati e con le natiche al vento, le raffiche di mitra in lontananza, le scenate isteriche dei sergenti ai loro commilitoni, la banda vestita d'oro e d'argento, il profumo di patchuli tutto intorno, i grossi sacchi di caramelle ammucchiati presso gli stipiti delle porte a disposizione dei visitatori...
Entra nella sala dello Sceriffo senza neanche bussare: è un vecchio amico.
"Max Carpone è morto.Assassinato.E'stato Baro: l'ho visto con questi occhi."
...

giovedì, marzo 22, 2007

Il libro degli Ipiroga - 13 puntata

L'Irreprensibile non delirava quando parlava della fiesta latina. No, diceva soltanto che se avessero preso il volo e fossero fuggiti, i caballeri si sarebbero persi la fiesta latina: sifilide assicurata. Non delirava quando raccontava i suoi sogni ai suoi compagni attoniti e addolorati: lo credevano pazzo, malato, ebreo; l'Irreprensibile mentre dormiva li aveva perfino sentiti ipotizzare il suo abbandono.
L'Irreprensibile era ormai deciso a condividere senza discutere: forse fuggire era l'unica speranza, e Versailles non era poi così lontana. Si propose dunque di tacere a tempo indeterminato.

Il libro degli Ipiroga - 12 puntata

...Rodrizio fu l'unico a rimanere lucido: "Sono mesi che Lo Sceriffo cerca un motivo per incastrarci, se ci becca con un cadavere tra le mani siamo fregati!"
"Non siamo fregati: siamo merovingi!" urlò l' Irreprensibile nel delirio delle febbri.
Consumata la fagiolada il cervellino di Baro aveva ripreso a funzionare, stava elaborando un piano e per farlo gli serviva tutta la tranquillità del Pensatoio: il cesso che lui e Max Carpone avevano scavato insieme nell'arenaria.
Uscito alleggerito dal Pensatoio Baro iniziò a mettere in pratica la sua strategia: raccolse le poche cose di cui avrebbero avuto bisogno e, realizzata una lettiga per l'Irreprensibile ferito, appiccò fuoco alle capanne con l'aiuto di Rodrizio per cancellare eventuali indizi utili ai loro inseguitori.
La pira funebre di Max Carpone illuminò a giorno tutta la sierra.
Incominciava ora la seconda parte del piano di Baro; trasportando per ore nella notte la barella i tre giunsero presso una lugubre caverna nella quale il vento rincorrendosi tesseva i suoni più cupi.
Ma nonostante la paura per l'oscurità incombente Baro e Rodrizio portarono l'amico ferito dentro la spelonca, solo la loro tenacia sovrumana li spingeva sempre più dentro la terra: un'ancora di salvezza li stava chiamando.
Acceso infatti un lumino i tre furono ricompensati dalla vista di un Messerschmitt Bf 109 custodito in splendide condizioni dal freddo della caverna e dalla segretezza del cuoco per quel piccolo tesoro.
L'eredità di Max Carpone era un caccia monoposto del 1938, ed era la loro unica speranza.
...

mercoledì, marzo 21, 2007

Il libro degli iPiroga - 11 puntata

...L'irreprensibile era sdraiato, ricoperto di salsedine; la brezza leggera gli faceva ondeggiare le ciocche di capelli biondissimi. Dopo un sonnellino in riva al mare, cosa c'è di meglio di una partita di ping pong?
Passò davanti a quella diavoleria che tante volte gli aveva passato la scossa, tentando di stabilire un contatto: no, stavolta niente videogiochi. Ping pong.

Al tavolo gli amici di sempre, quelli di tutte le estati, quando i caballeri non si facevano sentire. A volte anche per settimane. In più soltanto un fanciulletto. Solo. Mani dietro alla schiena.
Toccava a lui giocare, sosteneva.
Piagnucolava che aspettava da più di tre partite. Aveva perso il conto.
Illuso.

"Me ne sbatto di te; lo sai chi è il padrone di questa spiaggia che ti piace tanto? Vuoi continuare a venirci anche il prossimo anno?"
Poteva bastare. L'irreprensibile smise di fare la voce grossa, sgonfiò il torace e si mise a palleggiare, voltato.
Errore.

Non sai mai cosa puoi aspettarti da un bambino.
Rabbia. Da dietro la schiena spunta una pietra. Rabbia.
L'irreprensibile si piegò sul tavolo da ping pong.


Ecco la sensazione di nausea che ritornava. Anche quella volta, L'irreprensibile era svenuto in modo tremendamente teatrale. Un vero specialista dello svenimento.
Rodrizio gli stava ricucendo una chiappa, mentre Baro camminava nervosamente in mezzo alla piccola stanza, scavalcando il cadavere del cuoco con molta attenzione. Ma tanto in Messico i cadaveri mica li guardano. E' gia tanto che li trovino.

Baro si tormentava. Finirla? O lasciarla li per non contaminare la scena del crimine?
Una fagiolada sprecata così, questo si che era un vero delitto.
L'irreprensibile ruppe il silenzio.
"Dobbiamo fuggire...hanno scoperto che siamo merovingi."
...

martedì, marzo 20, 2007

Il libro degli Ipiroga - 10 puntata

...Irreprensibile arrivò alla porta della capanna quando ormai era buio da un pezzo.
Era senza fiato. Che serata erotica! -pensò- osservando il bollino rosso comparso improvvisamente in basso a destra, sicuramente qualcuno stava dicendo sconcezze nelle vicinanze e ancor più sicuramente quel qualcuno era Rodrizio, che scriveva parole proibite sul monitor per poi leccarlo e sentire che sapore avevano.
Il sapore della perdizione.
Irreprensibile scosse la testa col movimento lento di chi ha dedicato tutta la vita ad allenare un Metapod fino al livello cento.Era stufo di tutto quel messico.Stufo di quella polvere che entrava dappertutto, stufo della fagiolada e dei bizzarri cuochi che cercavano di entrargli dappertutto.
Ora era stanco di tutto, ma conoscendosi confidava che presto le vecchie passioni lo avrebbero ripreso, proprio come a Matehuala gli era tornata la voglia della stecca.
Entrò nella stalla, dove aveva nascosto i suoi tesori prima di uscire; non si fidava troppo dei suoi compagni, soprattutto di Baro: gli metteva i bastoni tra le ruote ogni volta che cercava di uscire dalla carreggiata imposta e caldeggiata dall'abitudinario e malleabile Rodrizio; una vera peste.Apri' il sacchetto sotto la paglia controllandone il contenuto, c'era tutto, specialmente Lui.
Poi, acceso il gameboy avverti' di nuovo quella sensazione...come di leggerezza...si guardò le natiche è le scopri' insanguinate: mancava una libbra.Prima di svenire per la vista del sangue ebbe ancora il tempo di sorridere: Metapod era in forma smagliante quella sera.
...

Il libro degli iPiroga - 9 puntata

-potrei raccontarvi miriadi di storie,valanghe di episodi minori,decine di racconti pornosoft...ma qui c'è una trama da rispettare...the show must go on- Proverbio cinese

...L'irreprensibile era stufo; si era stufato dei caballeros, ma soprattutto aveva i maroni gonfi a stare a sentire quello stupido cuoco. Certo, cucinava divinamente, e gli aveva anche curato l'impotenza, ma solo per quello doveva sorbirsi le sue avances tutte le sere?

Ecco perchè aveva capito che Rodrizio non era veramente gay, alla prima occhiata.
Perchè era lui che era....GAY. Gay gay gay gay gay gay gay.
Ma quelle melanzane fritte....

L'irreprensibile aveva la testa che gli scoppiava. Doveva uscire da quella capanna.
E cosi fece. Salvandosi la pellaccia.
Mentre nella capanna si consumava il più atroce dei delitti, l'uccisione di un cuoco, lui era a Matehuala, alticcio, che giocava a biliardo.
Ma non giocava soltanto per l'onore.
Si era giocato una libbra di carne con il giudeo, il meschino.
One match, one ebreo-burger.
Ma qualcosa andò storto.

Intanto continuava a bere.
Una boccata d'aria.
Un tale gli offri una tirata di pipa.
Che schifo il Messico - pensò.
Non sentiva più l'odore di melanzane fritte.

E li vedeva. Sardi dappertutto. Doveva scappare, andare ad avvertire gli altri; sarebbero scappati con lui, perchè tanto,alla fine, la complicità trionfa sempre.
Anche se è un cuoco a farne le spese.

Non sapeva che, in quello stesso momento, Max Carpone ne stava facendo davvero le spese.
Baro e Rodrizio notarono che la capanna era stata completamente messa sottosopra. La branda dell'Irreprensibile era stata rovesciata.
Chiunque fosse entrato lì, non cercava Max; il cuoco era solo al momento sbagliato nel posto sbagliato.
Era l'Irreprensibile il bersaglio.
...

Il libro degli Ipiroga - 8 puntata

...eppure, raminghi e maledetti, trovammo una figura amica.
Era un cuoco.
Il cuoco aveva curato l'impotenza dell'Irreprensibile,
aveva avuto una lunga chiaccherata con Rodrizio
aveva scosso Baro dal sonno della ragione
e con una potente fagiolada aveva scosso le nostre budella.
Quell'uomo che ci aveva liberati da oscuri sortilegi e che ci aveva
difeso dalle insidie di una terra sconosciuta altri non era che Max Carpone.
Tuttavia gli uomini che rifuggono il vizio sono spesso toccati da strane e
puntualmente inascoltate doti profetiche.
Ottenuto finalmente tramite le sue conoscenze il fatidico
visto il cuoco ebbe un ripensamento: balterava di wurstel mal cotti
e di presagi acrilici di tassi licantropi e di ostesse multiple
cosicchè, preso dal terrore, rinviò la nostra partenza
invitandoci a trascorrere qualche tempo insieme a lui.
Era diretto nella Sierra Orientale ed il nostro sentimento di riconoscenza
nei suoi confronti, unito ed amplificato dalla brama d'avventure,
ci spinse a seguirlo senza tuttavia sapere quale paura lo avesse indotto
a farsi accompagnare nel suo viaggio.

Ma torniamo nella capanna:
Rodrizio ha spento il fuoco sotto le immancabili melanzane fritte e Baro
ispeziona la scena del delitto; vigliacchi, il duello era impari:
gli hanno sparato un gioiello piombo nel cuore mentre lui
poteva solo sparare cazzate.
...

lunedì, marzo 19, 2007

Il libro degli Ipiroga - 7 puntata

...giù nella valle, dove la ceretta era ormai un'abitudine, dove il macabro rituale di radersi i peli era divenuto ormai un' usanza diffusa e lodata, dove le donne erano libere di circolare per strada senza correre il rischio di essere barbaramente stuprate, bè insomma, laggiù, dove era arrivato il progresso era arrivato anche il vizio. Si, la gente era diventata più sofisticata, persino i loro sogni erano cambiati.

Eravamo nell'Est, in un paese dove gli operai venivano fatti accoppiare con gli operai, dove i viaggiatori non erano ben visti: nessuno capiva chi fossero. Attendevamo alla frontiera un lasciapassare, il visto di accettazione; avevamo molto da aspettare, decidemmo di ingannare il tempo facendo un giro nel paesino di frontiera. E ci perdemmo; uno finì con una ragazza ubriaca, altri continuarono, incontrarono persone, tentarono di rubare macchine; poi uno si perse: restò solo.

Entro in un bar, stringo amicizia con un giovane gay, gli rovescio il caffè addosso e decido di andare in cucina a prendergliene un altro. Ma in cucina c'è un gatto con le zampe di gallina, nulla di drammatico ne di comico, non riesco a capire, infatti, cosa ci sia di sbagliato nell'animale; qui c'è lo zampino dei topo, ma anche della stregoneria e di una frangia dell'Opus Dei. E infatti un topo mi si infila nei pantaloni e mi risale fino all'inguine lasciandomi impotente. Meglio impotente che gay. Gay come Rodrizio: e qui la trama si infittisce...

Il libro degli Ipiroga - 6 puntata

...improvvisamente la piccola luce che accompagnava Harpo nella sierra si spense
si spensero anche le stelle nel firmamento
si spensero le luci dei lampioni
si spensero perfino le lucciole
e le case chiuse furono costrette a chiudere per davvero.
Harpo era spazientito: la pagina seguente era il paginone centrale
e adesso non ci vedeva una mazza.
Nemmeno il cavallo si vedeva,
non si sentiva neanche il suo lieve nitrire,
nè i suoi sonori peti alla biada e fagiolada.
Harpo era solo, solo nel buio, ma non aveva paura
solo le donnicciuole buone a giocare a rubamazzetto avevano paura: lui no.
Lui si stava cacando sotto.
Improvvisamente senti' il terreno mancargli sotto i piedi:
l'erba della sierra lasciò il passo ad una disordinata serie di squame;
squame gigantesche.
Harpo percepi' un latrato intervallato
da catarrosi colpi di tosse dietro di sè,
ormai i suoi sospetti poterono dirsi fondati:
Mr Cane ed il Pitone erano ritornati, mossi dall'antico patto che li legava...

domenica, marzo 18, 2007

Il libro degli iPiroga - 5 puntata

...Harpo amava cavalcare nelle notti stellate: lui, il suo adorato cavallo, il sapore umido della cordigliera, il sapore umido della sua inseparabile compagna di viaggio. La rivista.
Solo per veri gringos.

Ma quella notte era diversa. Harpo aveva appena ucciso un uomo. Lui che non sapeva provare dolore, quella notte lo aveva provocato ad un altro uomo.
L'odore del sangue si mescolava a quello della fagiolada.
Baro giurava di aver sentito scorreggiare il cadavere di Max Carpone. Era morto facendo la cosa che preferiva, dopo cucinare.
Harpo intanto si era allontanato abbbastanza da potersi fermare, e starsene qualche minuto a mente fredda sotto il cielo stellato. Improvvisamente gli venne voglia di rivista. Cominciò a mettere le mani nella sacca, che degli occasionali compagni di bevuta gli avevano regalato anni fa. Si erano conosciuti ad un torneo di Timesplitters.

Dove diavolo era finita la rivista?
Forse sotto lo specchio.
Il viso di Harpo sfrecciò sullo specchio. Soltanto un attimo, ma abbastanza per capire. Harpo aveva il volto di qualcun altro. Un'identità estranea per quanto sua.
Harpo aveva il volto di Baro.
...

venerdì, marzo 16, 2007

Il libro degli Ipiroga - 4 puntata

...Il tavolo è di raso verde, come un prato tagliato basso, un prato all'Inglese, senza cani, nè cavalli, nè merde; la caccia alla volpe non c'entra una sega, la caccia alle streghe invece è appena cominciata. Non troppo tempo era passato dalla sedizione dei Sardi e dalla legittima repressione della rivolta nel sangue; non troppo: c'era da aspettarsi rappresaglie. L'irreprensibile è in un bar, non migliore dei peggiori bar di Caracas. Il fumo, il wiskey, le palle, la stecca: il biliardo.
La stecca da biliardo è un arma.
L'Irreprensibile sta vincendo. L'Irreprensibile si ritrova con le spalle al muro; i Sardi: il pericolo dell'impecorinamento è un rischio che non si può correre; ancora una volta avrebbe dovuto rinunciare ad una sicura vittoria per cause ambientali, ancora una volta l'Ebreo sarebbe stato salvato in extremis dalla mordace sconfitta e dal pagamento della scommessa. Ancora una volta: ma la stecca da bilirado è un arma.
Tuttavia i cavalieri medievali non avrebbero mai usato una stecca e, consapevole che fuggir non è viltà quando si deve, l'Irreprensibile elude gli isolani: veloce e furioso si allontana dal locale; li aveva chiamati lui? L'Ebreo? L'ennesimo complotto dell'Ebraismo Internazionale? I savi di Sion?
No, i falsi storici dovevano rimanere fuori. Qualcosa di terribile doveva essere accaduto: il consueto profumo di melanzane fritte di Max Carpone che tante volte lo aveva ricondotto a casa ubriaco era scomparso; i Sardi erano tornati, più bassi che mai...

Il libro degli Ipiroga - 3 puntata

...ma torniamo a noi, facciamo un passo indietro.
Anzi, avanti: non sono più le 23:54 di una noiosa domenica di marzo,
è di nuovo la notte tenebrosa della sierra madre orientale.
è di nuovo uno sparo nella capanna di fronte.
Uno sparo sparato da chi? Baro e Rodrizio sono curiosi,
curiosi come due donnicciuole che giocano a rubamazzetto.
Si alzano dalle loro amache ed aprono la porta della capanna antistante: orrore!
Il corpo insanguinato del cuoco Max Carpone riverso sul pavimento!
La finestra è spalancata sulla notte più nera dell'Inferno!
Un cavallo si allontana galoppando dalla capanna insanguinata!
L'Irreprensibile non è tornato per cena!
Che prezzi!
E poi...la cosa più inquietante...sul tavolo, accompagnata dalla luce tremante di una candela, giace una partita di ramino appena incominciata: chiunque fosse con Max Carpone quella notte era davvero un uomo virile...

giovedì, marzo 15, 2007

Sliding doors

Oggi è un giorno che scorre lentissimo,ogni volta che mi incanto oggi niente donne nude,vedo solo macchine,strade con diritto di precedenza,svincoli,CORSIE PREFERENZIALI!
E nel mio futuro ne vedo due di corsie: 2

La prima: eccolo che arriva il casanova di sanna Rodrizio sulla sua fiesta rombante.
Biondo , elegante , indifferente.
Fischietta.
Wagner.
Le donne lo amano
i motori si piegano di fronte a lui
i bambini lo acclamano.


La seconda: Rodrizio non è in macchina.E' solo , nudo , con un occhio bendato per suscitare pietà.
Rodrizio non è in macchina.
In macchina c'è qualcun altro.In macchina c'è il Magalli.
Lui davvero biondo.
Fischietta.
Faccetta nera.
Si ferma al semaforo,un lavavetri si avvicina: è Rodrizio.


Io la mia preferenza per una corsia l'ho già espressa,e non ci sono lavavetri.
Adesso però non mi potete fregare...se no perchè si chiamano CORSIE PREFERENZIALI?

mercoledì, marzo 14, 2007

chi lo dice lo è

mia madre lo chiama "il marinaio"
mio padre "il marinaio norvegese"
in questi giorni vaga tra queste quattro mura come un anima in pena il ritratto di un marinaio
veramente si tratta del ritratto di un uomo vestito da marinaio,
ma sono disposto a ritrattare.
la cornice su cui era affisso valeva ben più di lui
e messo piede in questa casa ne fu subito staccato
in quanto il quadro era brutto
e la cornice era bella
e notate che è solo in questo punto che fanno la loro comparsa
gli aggettivi.

Il marinaio venne da me implorando pietà o, almeno, un epitaffio sconcio in suo onore di quelli che si tatuano sulle natiche gli sconci uomini di mare.
Gli risposi che di epitaffi sconci ne avevo in abbondanza, ma che il mio pathos, la mia pietà artistica, dovevo conservarla per i giorni di magra o, almeno, per Il libro degli iPiroga.
E qui gli girarono le balle:
"Arte?Balle!L'Arte è morta al largo di capo Hatteras mentre davo una festa sul mio brigantino!Gli artisti sono stronzi, e chi lo dice lo è!"
Fu allora che scelsi la via dell'avventura.

Brànzino

Un giorno ho visto una luna blu, riflessa sul quadrante del mio Breil; toccatemi tutto ma non gli ebrei. Un sommergibile, un gabbiano; dentro la valigia? Niente! Un contrabbasso suona spietato, è lo scozzese, dentro la sua testa: niente! Anzi, un mare di merda. Dico, l'avete notato? Ormai i gabbiani fanno la cacca uguale a quella dei piccioni, probabilmente non mangiano più il pesce, mangiano quello che mangiano i piccioni, addirittura si mangiano i piccioni stessi: se avessi due piccioni li chiamerei pizza e focaccia, per renderli più ghiotti, e una volta tramutati in merda, meno disgustosi. O forse ha ragione il profeta quando dice "quando mangio merda, non sempre cago zucchero", il cibo non centra nulla; è il contorno.

lunedì, marzo 12, 2007

Il libro degli iPiroga - 2 puntata

...ma visto che l'avventura è il mare dei sogni
e la tinozza della realtà
noi ipiroga decidemmo ragionevolmente di
dimenticare la ragione e di
immergerci in un mondo di sogno.
Sin da subito potevamo librarci sulle vette della pura azione:
impersonare gli scagnozzi basici
dell'ineffabile teppista Genghis Khan,
affrontare su panzerfaust rivisitati nei colori di Andy Warhol
le armate dei lanzichenecchi discendenti
Alpi cromate di argento e rame.
Insomma eravamo liberi di ergere e sommergere i miti
liberi di essere inattuali
liberi di fare un uso sconsiderato, dannoso ed improprio
della nostra doctrina
di lacerare la realtà nei rari momenti
in cui come rari nantes
potevamo urlare l'un l'altro, nella nebbia del mareotico agitato:
"qualcuno ci ha letto; qualcuno ha commentato!"
...

Il libro degli iPiroga - 1 puntata

Mexico, Sierra Madre Orientale, da qualche parte non lontana da Matehuala.
Notte.

Uno sparo risuonò nella capanna di fronte. Baro e Rodrizio interruppero di colpo la loro partita a rubamazzetto, il gioco più virile che vevano trovato. Una lacrima sul viso.
Esatto.
Bobby Solo.

Ma facciamo un passo indietro.
Erano le 23:54 di una noiosa domenica di marzo, quando Baro e Rodrizio avevano ricevuto quello strano messaggio da parte dell'Irreprensibile: "dobbiamo scrivere il libro degli iPiroga ".
Il libro di una grande avventura. Che dovevamo ancora vivere, ma che sarebbe stata documentata nel libro degli iPiroga.

Dovevano.
E allora all'indomani di una maturità vissuta male, via!
Verso l'avventura...
Continua

gustavo

falli neri: due parole pericolose: si va dall'accusa di razzismo a quella di molestia verbale; e che poi non vi venga in mente di dirla ad un qualche bambino, per incoraggiarlo, rischiate l'accusa di pedofilia. Mah, che schifo. Mi vengono in mente le trote salmonate col loro patetico tentativo di emulazione, poi, solo per essere più buone se mangiate: la vanità nella morte, come in quell'epigramma
C'era un altro, appeso, impiccato con una corda migliore: l'invidioso, vedendolo, schiattò.
Che coglione le trote.

domenica, marzo 11, 2007

Senso di pesantezza e malessere diffuso, cefalea, dolori addominali e delirio

Coriandoli: verdi, gialli, blu, rossi; e fiori?
Vi regalerò dei fiori, ormai marci, per festeggiare di fronte al cimitero. Marci perchè i bei fiori sono per una morte triste, sono per la morte dell'arte. Chi è morta allora? Matematica. Coriandoli.
E se fosse morto Inglese? Coriandoli.
Ma sono sempre le cose belle a morire, ma porca troia, manco fossero fiche, le inglesi.
Sii detestabile: camperai cent'anni, ti sposerai: i tuoi figli ti odieranno; se ti è cara la vita non ti conviene essere felice. Ma cosa vedo! Chicchi di riso, fiocchi d'avena, Cristina d'Avena, nuda, bambini e finocchi, l'albero azzurro? Un posto felice; e poi riso soffiato, mutande di ghisa, vitamine, azzurro? La mattina è troppo grigia e lunga. Colazioni! Ora canterò le vostre origini scadenti; ora canterò la settimana di merda che si vede dal mattino, di lunedì.
Coriandoli.
Verdi, gialli, blu e rossi.
Odi et ami? Invece a me la sigla di uno mattina mi tormenta; forse ti chiedi come sia possibile che ciò accada? Coriandoli? Ma dove cazzo li ho lasciati.

venerdì, marzo 09, 2007

mercoledì, marzo 07, 2007

Sogno umido

Lunga vita a Wallace, lunga vita alla sua cornamusona, lunga vita agli spiriti dei guerrieri che si aggirano per i campi fangosi, nudi, brumosi, lunga vita, anche se ormai sono morti, lunga vita, anche se non ci sono più tu li vedi, perchè in quella nebbia tutta particolare che ha il sapore di wisky e di tabacco ci puoi disegnare tutto quello che vuoi, fendendola con la tua verga, ammesso che non sia una bella ragazza.
Ah la Scozia, la Scozia: puzza di piedi e palle al vento. La scozia è libertà.

Credete di saper fare il miglior Cosmopolitan al mondo?

Groucho: Dove fu firmata la Dichiarazione d'Indipendenza?
Chico:
In fondo al foglio, a destra.
Quando piove faccio confusione.Credo che l'acqua mi entri in casa, e quando invece mi accorgo che non viene mi vergogno di averle snocciolato in anticipo le olive dell'aperitivo.
I problemi però non finiscono qui: non appena mi distraggo scorgo con la coda dell'occhio un nuovo post, scabroso e dal layout deplorevole, sul momento lascio stare ma poi, spento dofus-arena e spinto dalla curiosità mi butto su firefox per vedere se ho sognato(perchè come sappiamo il sonno della ragione genera mostri) e porre fine ai miei annosi dubbi.Ma i miei dubbi non trovano conferma e mi ritrovo solo con un post su William Wallace, un post molto colto mi viene da aggiungere e subito penso di avere sbagliato indirizzo...ma il faccione di Goya mi desta subito dal sonno della ragione, ma non è lo stesso di prima, non è più il mentecatto ritratto a fianco di una foto di labbra secondo il disegno di un layout disgustoso.Riesco appena a riprendermi dalla sfortunata successione di eventi che subito il mistero si infittisce: più in alto ancora, sopra la bocca ricolma di gioia, sopra le palle al vento di Mel Gibson sta un altro post il cui titolo intima "Credete di saper fare il miglior Cosmopolitan al mondo?"
Chissà quanto tempo ho per rispondere...posso passare la mano?

Magic Goya (original title: "Goya profonda")

martedì, marzo 06, 2007

Solo per i più esperti

Ninna nanna ninna o
questo membro a chi lo do
lo do a te finchè vivrò
a chi altro lo darò?

Ma questa ninna nanna è solo per i più esperti e per i cinesi: febbraio mese giallo. I tre cinesi corrono, hanno paura di scivolare sul sapone di Marsiglia, ma sono a Parigi, le Champs Elysees e le cinque giornate di Milano, un pinguino, una fica allucinante, un bambino, un maialino, un portoricano frocio piange
lacrime di gioia;

ricordo suor Antonieta che diceva gioia, suora, se tu lo sapessi: sono parole che bruciano come sale.
Lacrime di sale.

venerdì, marzo 02, 2007

Zona Safari

Dal comunicato del direttore alle pubbliche relazioni della Zona Safari (20 luglio 1969):
"Con questo comunicato ufficiale, la Zona Safari intende scagionarsi dall'accusa di aver usato violenza nei confronti dell'esemplare che recentemente si è aggiunto al nostro parco. Questo cucciolo di umano è stato catturato già debilitato in condizioni che lasciano supporre una sorta di malanno o raffreddore.Fino ad ora è rimasto sotto questo spesso panno di platino-iridio che vedete alle mie spalle per evitare che venisse infastidito mentre i nostri medici gli somministravano le prime medicine e rendevano la gabbia più simile al suo habitat naturale.Ora che tutto è pronto intendiamo liberarci dalle ingiurie degli animalisti mostrandovi questo magnifico esemplare in tutta la sua forza."

Il panno si apri' davanti agli occhi increduli dei giornalisti, davanti ai monocoli spaventati delle telecamere, davanti alla noia di chi quello spettacolo lo aveva già veduto grazie agli spoiler dei forum dedicati: si apri' lasciando loro vedere un esemplare di Baro Invisibile alto centocinquantamila metri e largo tre accasciato sulla sedia girevole di un vecchio vascello di ventura.Ma aveva le lacrime agli occhi: aveva perso una battaglia a dofus arena.
L'aveva persa contro un undicenne, un undicenne francese

giovedì, marzo 01, 2007

Malattia

L'indice accusa, il medio risponde. Tutto è così solenne, sembra un film di pirati: c'è la checca di bordo che vuole incularsi il mozzo appena ragazzino, c'è quello che legge sempre la Bibbia e che fa di tutto per rendere il viaggio dei suoi compagni un inferno (d'altronde è quello che gli si richiede), c'è il capitano, i maci che tirano su l'ancora e quelli che cantano, il pappagallo del capitano che ripete continuamente: "vogliamo i pacs" e altre sconcezze simili. Ma la mia domanda è come disiscriversi da Badoo?
E IL TEOREMA DELLA PROVA DEL CUOCO DEI SIMPSON DI SETTIMO CIELO DELLA VITA SECONDO JIM DI AZZARDO.IL TEOREMA DI GUARDARE QUALUNQUE PROGRAMMA DOVE SIA PRESENTE CECCHI PAONE.IL TEOREMA DEL FESTIVAL E DEL DOPOFESTIVAL.IL TEOREMA DI BEPPE BIGAZZI.IL TEOREMA DEL PERFORTUNAQUESTASETTIMANAHANNODATODUEVOLTEHOUSE.

stop

Domani tutto questo sarà finito.Non so neanche se dire per fortuna o purtroppo.
La murena è davvero rinchiusa solo quando è mononucleotica.

il teorema di Hasselhoff

le tradizioni sono cose strane
cose malate
cose che solo un malato può capire
solo una persona che passa interminabili ore in casa
rinchiuso come una murena rinchiusa
può comprendere l'accoglienza della ripetitività
la magia della monotonia.
e non appena 37e7 diventa solo un numero
e non appena accendi la tivvù
scopri un nuovo culto
il culto di Supercar.
Si signor Buchannon, sto parlando proprio a te: portami via
sul tuo salvagente cromato
insieme saremo
acculturati culturisti