lunedì, maggio 26, 2008

La sindrome di Numero Unico

C'era una volta la goliardia.
Cosi' comincia questa storia, cosi' sono cominciate un po' tutte le storie.
C'erano degli amici goliardi che non sapevano che fare delle loro giornate, se non passarle a fare delle goliardate. Ma, un giorno, al più dotato venne un' idea : passiamo alla storia - disse solleticandosi le basette. E la storia come la si fa, se non scrivendola?
Mesi dopo nasce il primo sudato Numero Unico, giornaletto per intenditori.
A pagamento. Per rifarsi delle spese di copisteria. Dieci copie vendute record mai eguagliato.
Il risultato alla fine è proprio quello sperato : articoli oscuri, testi enigmatici, foto capovolte, frasi spezzate, ballate, abbozzi di folgoranti imprese acustiche, disegni di feluche.
Nessuno dei pochi acquirenti capisce una sega.
Tranne loro : i fondatori-autori-inventori-fedeli lettori di Numero Unico.
Ma sono felici lo stesso : hanno fatto la storia. Al primo Numero seguono altri pezzi da collezione, sempre più di nicchia, sempre più evitati da critica e pubblico.
Tornare sui loro passi? Sono tutti d'accordo : neanche per idea.

sabato, maggio 24, 2008

Il tanto atteso

Cosa ti aspettavi?
Il tanto atteso: Babbo Natale.
E pensi a cosa faccia, il resto dell'anno, quel vecchio panzone.
Avrà un blog
avrà un isola nei mari del sud
poi qualcuno ti chiama
"arrivo, arrivo!"
...

...
Quando torni, leggi quello che hai scritto.
No, è inutile negare l'evidenza: hai scritto una porcata.
Hai scritto una porcata tale che potrebbe accorgersene persino
Babbo Natale.
La madre degli idioti è sempre incinta e questo,
credo,
vale persino per le idee.
E' cosi' che è nata Ipiroga.
Il tanto atteso:
timeo danaos e dona ferentes

venerdì, maggio 23, 2008

mercoledì, maggio 21, 2008

I TRE CABALLEROS CHIUDONO

Basta, basta, chiudiamo l' iPiroga,
i tre caballeros non sono più in voga

Perchè? Perchè continuare a tenere a galla questa iPiroga? Anche per lei è venuto il momento di ritirarsi. Assistiamo a questo tramonto, non c' è più nulla da fare, guardatela! Sembra una carretta del mare, oltretutto con le nuove norme sull' immigrazione io non scherzerei: chiudiamo.
Senza troppi rimpianti, io mi metto in salvo,

addio

l'Irreprensibile

domenica, maggio 18, 2008

venerdì, maggio 16, 2008

Se non incontri babbuini sulla tua strada, non avrai problemi

Faccio merenda.
Mi mangio un biscottino della fortuna.
Mi mangio il biscottino e leggo.
Dice: " ...e questo per te sarebbe fare merenda?"


Dopo i doverosi ringraziamenti a Charles M. Schulz, vi presento il vero post con il tuo vero titolo.

Più spendi meno, meno spendi di meno
ovvero di come, un tentativo dopo l'altro, riuscii finalmente a dimostrare il teorema della marmellata. (e non è vero)

Vivere, dopo tutto, presenta i suoi vantaggi. A parte la possibilità di sperare che dopo verrà qualcosa di meglio (cosa che non tutti i piani esistenziali permettono), credo che uno dei tanti sottovalutati vantaggi sia la possibilità di inventarsi le cose.
Per esempio pensa se nessuno avesse mai inventato la marmellata. Potresti sempre farlo tu no?
A questo punto, mi sembra evidente che sono un bel pò fuori allenamento, ed è palese che sono secoli che non scrivo un post.
Come come?
Chiedete se lo voglio il pane integrale?
Lo vorrei, ah se lo vorrei.
Lo vorrei tanto quanto tu vorresti che qualcuno si inventasse qualcosa che tu non inventi soltanto perchè, se fossi tu a scoprirla, perderebbe tutte le sue attrattive.
Non ci rimane che passare al lato oscuro. Ma per che porta si deve passare? Per questo chiedo consiglio a mio fratello, e dico:
"Che cosa fa il lato oscuro?"
"Perde; ci mette sei film, ma alla fine perde"
e prima che finisca di parlare, sono già dall'altra parte


martedì, maggio 06, 2008

C' erano tutti. Robison Crusoe, il cardinal De Luca e i suoi adepti, Cesare Beccaria e Muratori. E anche il vecchio professore: insomma, quei bravi ragazzi. Che non beccavano, a parte il cardinale. In un' atmosfera raffinata Beccaria cominciava a raccontare una rinomata storiella goliardica dei tempi dell' università...
...nell' antico paesello di Montalto Ligure un giorno accadde che il curato, don Matteo, dovesse andare a compiere certi affari giù in Ventimiglia; si mormora che lasciò il compito di confessare al sagrestano, non per particolare malizia ma per non alimentare le nevrosi delle antiche zitelle del paese (perentoriamente convinte di morire l'indomani con la coscienza macchiata). Nel segreto del confessionale nessuna si sarebbe accorta dell' illecita sostituzione, peccati grossi non si prevedevano per l' indomani, e il prete disse al sagrestano di assolverle tutte (certo lui avrebbe fatto lo stesso), e di prima mattina partì. E il lavoro del sacrestano cominciò, assolse una vecchia, due vecchie, tre vecchie; insomma ordinaria amministrazione. Ma l'imprevisto, l'imprevisto aveva curve particolari, era la fanciulla più bella del paese.
Padre mio se voi lo sapeste,
ho commesso un grave peccato,
spero vio me lo perdonerete laiola, laiola, laiolalalà
l'altra sera soli soli, soli soli col mio diletto,
me la mise una mano sul petto laiola, laiola, laiolalalà
con quell'altro impertinente,
mentre io non volevo mica,
si permise toccarmi la fi..laiola, laiola, laiolalalà
dopo un giorno di lavoro,
l'era stanco come un mulo,
gielo miser tre volte nel cu..laiola, laiola, laiolalalà
e laiola, laiola, laiolalalà....

Il sagrestano non se la senti' di assolverla, così, su due piedi, sapeva che in certe circostanze c' erano degli andempimenti particolari, alcune preghiere, non voleva di certo lasciare che quello splendore se ne andasse nel peccato; allora la pregò di aspettarlo un attimo e corse in sacrestia. In preda allo scoramento più totale gli venne l' idea: consultarsi coi bambini, che giocavano proprio lì fuori. Li chiamo'. Quanto da' Don Matteo per un' inculata?
(in coro)- un ovetto chinder e una fetta di panettone.