giovedì, agosto 30, 2007

Alternativa estiva

Acacia Audace aveva cavalcato a lungo nella prateria, fermandosi infine sul picco che dominava tutta la valle. Sedutosi, aveva cercato la risposta alle sue domande nelle stelle, chiedendo consiglio ai suoi illustri antenati. Si era seduto su una cacca di bufalo.
Essere un oracolo pellerossa non era facile. Bisognava trovare qualcosa da dire e poi riuscire ad essere pubblicati. Tutti gli dicevano che una volta trovato il proprio tema guida, tutto il resto era in discesa. C'era per esempio suo Pro-zio Nichele che si era specializzato negli oracoli riguardanti i meteorismi o la vecchia Dentiera Cadente che ormai pubblicava esclusivamente oracoli sulle serie tv della Fox. Tutti avevano trovato la loro nicchia editoriale, parlando sempre di cose che raramente poi succedevano ed evitando sempre di criticare od indagare la reltà, nella speranza (o nella convinzione) che le cose che sarebbero potute succedere sarebbero comunque state più interessanti delle cose che effettivamente sarebbero poi successe, o per lo meno più divertenti.
Lo stile giornalistico di Acacia non solo non era apprezzato nella comunità pellerossa, ma non aveva effettivamente senso al suo interno. Da qualche altra parte sarebbe forse stato un critico rispettato ed un pungente osservatore ma nella terra in cui era cresciuto, la sua terra, era impossibile riuscire a sfondare parlando delle cose che già la gente viveva ogni giorno. I pellerossa avevano bisogno di una finestra per guardare tutti i futuri possibili e Acacia Audace non sapeva fare altro che metterli davanti ad uno specchio e fargli notare quanto malmessi si fossero svegliati e quanto normale sarebbe stata la loro giornata.
Avvolgendosi in simili tristi pensieri, Acacia passò la notte seduto su quella cacca di bufalo, attendento una risposta che, come immancabilmente succede quando si racconta una storia, sarebbe arrivata il mattino seguente.

mercoledì, agosto 29, 2007

Alchimia

Ma che cos'è questo blocco che ci sta affondando l' iPiroga, cos' è, una falla nello scafo? Una farfalla nei boxer? Dell' olio di ricino nella marmellata di prugne? Dell' olio di fegato di..struzzo? Ma che cos'era quella misteriosa forza che ci spingeva a creare un mondo non certo migliore e che ora ci viene a mancare? Dov' era, perchè, perchè? Perchè non ne abbiamo approfittato abbastanza? Perchè non abbiamo trascritto in formula quello che ci ispirava, perchè non abbiamo mai cercato di scoprire nel profondo cosa fosse, cosa fosse,
cosa fosse cosa?
Il Fandango.
Ma il Fandango c' è ancora. Io lo so che c'è.

Non molliamo, come nelle celebri parole del censore: Fandangum cercaatus esse;
il fandango deve essere cercato, è la nostra unica non-cazzata.
Basta una volta e non lo dimentichi più.

Alternativa estiva

INIZIO DELLA TERZA PARTE
sottotitolo alla terza parte: la peste, l'audacia e toro seduto

"Benvenuti amici e amiche , oggi si parla di scrittori.
Quando penso ad uno scrittore, di solito mi immagino un acculturato fumatore di sigarette strette, dai raffinati gusti etilici e dalla scarsa capacità di trovare il bello nella ricerca di un partner.Mi immagino una persona generalmente definita: "abbastanza acculturata da potersi permettere di indossare copricapi orrendi" e "sufficentemente magnianimo da mettersi al livello del lettore". Mi immagino uno che vede lo scrivere una parolaccia come un'atto provocatorio e soprattutto non riesco a togliermi dalla testa l'idea che gli scrittori siano quel genere di persone che imbottigliano le propie flatulenze per poi goderne in privato..."

L'articolo continuava cosi', con troppe, troppe cose vere e false insieme.
Regina Addolorata era un giovane editore, o almeno lo era stato.
Ora, alla veneranda età di centotrè anni non dichiarati, aveva accumulato abbastanza esperienza da incarnare l'abilità di sei o sette giovani editori ed aveva finalmente accettato l'idea di essere un vecchio.
Però non aveva lasciato il suo lavoro.
C'era addirittura la voce che sarebbe morta prima la professione di editore di oracoli pellerossa che il vecchio Regina Addolorata.
Regina abbassò il foglio tornando a guardare il pronipote, autore della merdata in questione.
"Non posso pubblicare questa roba, Acacia"
"Oh nonno!Non è vero che non puoi, tu non vuoi!Non vuoi perchè tutto questo è..." strappò il frutto delle proprie fatiche sula macchina da scrivere dalle mani di Regina ".. tutto questo è provocatorio!" ed usci' sbattendo la porta della tenda.
Regina Addolorata era molto, molto stanco ed il filo dei suoi pensieri veleggiava indeciso sulla natura del pronipote: tu non scrivi cose provocatorie Acacia Audace, e forse non scrivi neppure cose, ma fatti...chissà se potrai mai essere un buon oracolo pellerossa?
D'altronde, quale nome fu più azzeccato di quello scelto per te nipote mio?...quanta audacia può dimostrare un albero?

lunedì, agosto 27, 2007

Alternativa estiva

Completamente nudo, immerso nel fosforescente liquido di stasi, Larry Sicomoro apri' gli occhi stanchi e subito si accorse che qualcosa non andava. Si trovava al centro di un male illuminato salone, che gli ricordava fin troppo una vecchia palestra trasformata in fretta e furia in laboratorio. Dei festoni adornavano le pareti piene di schermi e pannelli e tutto intorno a sè Larry vide gruppi più o meno densi di persone in camice che, ubriache e commosse fino alle lacrime, cantavano a squarciagola l'inno dell'Unione Sovietica.
Larry si guardò intorno divertito: era il suo sogno migliore da lungo, lunghissimo tempo. O forse non era un sogno? Fu allora che si guardò le mani e capi' che qualcosa non andava per davvero: al posto delle sue dieci, familiari dita trovò due minacciosi zoccoli cromati; spaventato dalla realtà di questa nuova forma Larry abbassò lo sguardo sul resto del corpo e finalmentè comprese ciò che era diventato: un centauro di metallo a sei zoccoli, una macchina di morte equina guidata dal cranio umano di Larry Sicomoro.
Mr. Bombolone sorrise nell'oscurità: tutto andava secondo i piani.

FINE DELLA SECONDA PARTE

sabato, agosto 25, 2007

Alternativa estiva

La farmacia non era proprio come Larry se l'aspettava: era un cencioso tugurio sporco e malaticcio, drappegiato con pulciosi tendaggi adorniati di stemmi e macchie di sugo e l'aria era prepotentemente viziata da un forte odore di cinnamomo.
"Sei sicuro che qui troverò quello che mi serve?"
Joyce alzò le spalle: questo potevano permettersi e questo si sarebbero fatti andare bene.
Nonostante l'iniziale coinvolgimento che aveva rapito Joyce, trapelava già nei suoi modi una certa noia per l'intera situazione come se ormai, compiuta la follia, il suo unico interesse fosse tornare a casa e sedersi con una vaschetta di gelato allo zabaione davanti alla spregiuticata sit-com "Ugly Pisto" che puntualmente lo faceva sbellicare dalle risate.
Sembrava sbellicarsi dalle risate anche il giovane commesso baffuto dietro al bancone che, evidentemente troppo divertito, non aveva neanche alzato gli occhi dal libro all'entrare dei due clienti.
Larry si avvicinò al bancone, inebriato di potere da quella provvisoria fuga.
"Avete del pandolix in"
"Io non puarlo tuoa liinegua"
Larry si ammutoli', mente il commesso continuava a ghignare di gusto senza staccare gli occhi dalla sua copia de "I Malavoglia".
"Ma se stai anche leggendo un"
"Nuo nuo. Io guardo figure."
E proruppe in una sonora risata.
E fu cosi' che, per fare lunga una storia breve, Larry e Joyce furono costretti a disegnare su un piccolo pezzo di carta igenica usata il farmaco di cui avevano bisogno ed il commesso, cordiale come una golata di cianuro, li servi' portando loro anche un goloso bicchiere di aranciata che subito Joyce rifiutò mentre Larry beveva beato il sapore amarognolo della vittoria e della prevaricazione sui commessi scortesi.
E fu cosi' che infine tornarono a casa, ogniuno nella sua parte di prigione...ma c'era un problema: Larry l'aranciata non l'aveva pagata...

giovedì, agosto 23, 2007

Alternativa estiva

"Anche perchè, forse è meglio se lo sai, se non prendo le mie medicine entro tre giorni mi trasformo nella scimmia Bubù..."
"E cosa sarebbe?Cos'è che fa una scimmia Bubù?"
"Sostanzialmente si tratta di una palla di pelo coprofaga del peso di seicento libbre e dalla forza ciclopica che tenta disperatamente di copulare con qualunque cosa si pari sul suo cammino e"
"Dobbiamo assolutamente aiutarti!"

Cinque minuti dopo Larry sfrecciava bendato sul sedile posteriore di una vecchia DeLorean magenta modificata. Noodles non sembrava molto convinto della situazione e tramortirlo e lasciare un messaggio di chiarimento sulla segreteria di Mr. Bombolone , il nome in codice del mandante, era sembrata a Joyce la migliore scelta possibile. Sarebbero stati via solo un paio d'ore, comprando il necessario per scongiurare l'arrivo della terribile scimmia, e poi prigioniero e carceriere sarebbero tornati ognuno dalla propria parte del vetro...

mercoledì, agosto 22, 2007

Alternativa estiva

Joyce aveva dormito male quella notte e non si lamentò nel dare a Noodles il cambio per controllare il prigioniero.
Arrivò nella piccola stanza grigia senza fretta, percorrendo un piccolo corridoio pieno delle immagini votive di Elvis. La stanza era semplicemente arredata: una sedia, una macchina per il caffè, un poster de "Lo sceriffo scalzo" e un paio di gatti siamesi in ceramica, strabici, che facevano la guardia alla porta.
Un'intera parete era costituita da uno spesso vetro trasparente, e oltre questo vetro si trovava un'altra stanza, altrettanto grande, in cui era prigioniero Larry Sicomoro; oltre questa stanza ce n'erano poi altre, e altre ancora, e oltre a queste c'era la strada, e oltre la strada altre strade, e palazzi, che tutti insieme formavano San Francisco, e oltre San Francisco c'erano autostrade, e praterie; e oltre ancora c'erano fiumi e laghi e foreste, ed oltre ancora...Gorgon.
Tornando a Larry, ora si trovava semisteso sul letto, con le gambe penzoloni, e guardava il soffitto con la pazienza di una vacca indiana: si era abituato presto alla prigionia.
Joyce schiacciò un bottone seminascosto nella parete e parlò a voce alta:
"Come ti senti oggi, detective?"
Larry percepi' il cambio di turno tra i carcerieri nella nuova intonazione della voce, e decise di dimostrarsi più mansueto all'uomo attualmente dietro al vetro, che credeva rispondesse al nome di Noodles.
"Bene, benissimo grazie."
"Finalmente!Sono sette giorni che sei qui dentro, lo sai?"
"Si lo so...ho tenuto il conto...cosa mi sono perso?"
"Hanno commemorato la scomparsa di Elvis giù a Vegas...e Gotenks è al terzo livello di super sayan..."
Larry scrutò il vetro, che dalla sua parte perdeva ogni trasparenza rassomigliando in tutto e per tutto ad uno specchio...Noodles aveva detto "giù a Vegas"...Non potevano più essere nella grande mela...ma perchè portarlo via dalla città solo per aver fatto una domanda sbagliata in quella vecchia bettola del Valium?Qualcosa non quadrava...
"Ti serve qualcosa?"
"Se sono veramente passati sette giorni, si: ho bisogno delle mie medicine...ho ancora tre giorni di tempo per prenderle..."

sabato, agosto 11, 2007

Alternativa estiva

Indipendentemente dal compito che gli veniva assegnato, le indagini di Larry cominciavano sempre li': al Valium, la regina di tutte le bettole.
Facce sempre nuove lo guardavano storto ogni volta che entrava, ma d'altronde il Valium era un locale per stitici, e quelle facce corrucciate non significavano necessariamente che Larry non fosse il benvenuto.
E comunque non lo era.
Il barista si chiamava Petò, era alto due metri e aveva due spalle da bisonte coperte di cicatrici e insulti ma comunque, tolta la benda sull'occhio e la gamba di legno era un bell'uomo, grande e grosso come un armadio ma morbido come un pezzo di pane. Azzimo.
Indipendentemente dal compito che gli veniva assegnato, ogni volta che Larry entrava al Valium si sentiva un pò come un docile cartone animato francese entrato per caso in qualche violentissimo cortometraggio per adulti giapponese.
Si avvicinò al bancone con la sicurezza con cui un automobilista vissuto prende il telepass per la prima volta.
"Hola Petò.Hai visto un certo Larry di recente?"
Petò lo guardò disgustato con il suo unico, ciclopico, occhio.
"Per chi mi hai preso?Per un' ufficio informazioni?"
La sbarra non si era alzata. Il pugno di Petò invece si', e per Larry Sicomoro la notte calò mezz'ora prima del tramonto.
...

Arte di mezza estate


mercoledì, agosto 08, 2007

Alternativa estiva

INIZIO DELLA SECONDA PARTE
sottotitolo alla seconda parte: Il grande fresco

Quando Larry Sicomoro si svegliò nel suo studio al quindicesimo piano affacciato sull' Atreides Boulevard ci mise qualche secondo per accorgersi che il suo risveglio repentino era stato causato dall'entrata poco furtiva di una piccola figura femminile, ora seduta sulla poltrona davanti a lui.
Il sogno da cui si era appena destato non era dei migliori: si trovava in una piccola camera da letto tappezzata di un verde-sala-operatoria, ed un bambino, a cui presumibilmente lo stesso Larry stava raccontando una favola, continuava ostinatamente a ripetere, seminascosto dalle coperte lilla del suo lettino: "Nove, bove. Fa rima e cè!"
Ma che cosa voleva quel bambino da lui?
Finalmente la donna lo squadrò, apparentemente più preoccupata dell'investigatore che aveva scelto per risolvere il suo problema che del problema stesso.
"Ho un problema: mio figlio Larry è stato rapito."
Un altro caso per Larry Sicomoro...

lunedì, agosto 06, 2007

Alternativa estiva

Larry si voltò, rendendosi improvvisamente conto che la paura lo aveva imperturbabilmente reso stitico.
A pronunciare le parole era stato il bigliettaio di quel bus a due piani che tanti anni prima Larry aveva rubato aspettando di essere recuperato dagli elicotteri che, festanti, lo avevano infine riportato a bordo della U.S.S Ticonderoga.
Larry subito non capi' come aveva fatto a riconoscere quel bigliettaio: la divisa lisa ed il grosso tema di italiano (risalente a prima che Larry imparasse a scrivere per corrispondenza) stretto nella mano di quel magro bigliettaio nervoso erano inconfondibili...ma era passato cosi' tanto tempo!Non poteva più esistere niente di simile ad un compito o ad un bigliettaio sull'isola ormai, doveva essere una visione, uno spettro o addirittura...
Larry tremò.
"Sei...sei la mia coscienza?"
Il bigliettaio espresse la sua risposta scatarrandosi con disappunto sulle scarpette lucide di grasso, ceffando goffamente un gesto da vero duro.
"Si, in un certo senso, io sono il tuo senso artistico: la tua verve creativa"
Larry ritrovò coraggio scrutando sopra la spalla destra del bigliettaio, cercando invano di svelare una messinscena poco divertente.
"E se tu sei il mio senso artistico, cosa te ne fai di quel mio vecchio compito?"
Il bigliettaio questa volta non si scompose.
"Io non devo farci niente: sei tu che ne hai bisogno...da questo tuo primo seme, questo compito, germoglierà il tuo personalissimo capolavoro cresciuto e sfamato dalla tua instancabile necessità creativa!"
Larry ormai era rapito da quelle parole cariche di epica cavalleresca e di maldestri tentativi di apparire macho.
"E questa stitichezza?Quale freno inibitore rappresenta dentro di me questa mancanza corporea...diciamo pure fisica?"
"Fatti tuoi.Per me è solo stitichezza, sono un senso artistico mica uno stiticologo!"
E preso il tema iniziò a cantarne le prime righe, cosicchè Larry potesse ricominciare un lavoro nuovo e creare cosi', partendo da quel vecchio tema, il suo personalissimo capolavoro.

"C'era una volta, in una terra lontana lontana, un regno grosso più o meno cosi' in cui abitavano sette tipi di Grappa: Rugginosa, Flatula, Pizzichina, Rosicona, Malmostosa, Ossida e Felpata. Esse erano le principesse del regno di Borbottosa, figlie del Re Rebus, ed ogniuna di esse possedeva una grande dote che scopriremo nel proseguire questa favola..."

Il bigliettaio alzò gli occhi e scrutò intensamente Larry, commentando: "Sarà una settimana lunghissima..."

FINE DELLA PRIMA PARTE

domenica, agosto 05, 2007

Alternativa estiva

...la storia continuava, e cosi' la scimmia, il cui nome era Larry, si avventurava sempre più profondamente nel corposo romanzo di formazione.
Infine, dopo aver conosciuto e amato i personaggi di Blastoise e A. Malamute, dopo aver odiato e dopo aver finalmente visto cadere l'infame Visconte Cromato, Larry raggiunse quella frase finale che tanti anni prima il vecchio non era riuscito a completare; ed essa recitava cosi':
"L'esodo estivo: è cosi' che partono gli eroi? Foss'anche per viltà non abbandonerò quest'agognato stilo, chè se del calamaio e della felpa son servitore, per onor, tanto èvvero, s'ha da far..."
Il romanzo era finito, la pietra incisa era finita.
Larry ebbe un tuffo al cuore, risvegliandosi al presente. Molto tempo era passato da quando per la prima volta aveva posato gli occhi incuriositi sul grosso masso pentagonale e la barba gli lambiva teneramente i piccoli piedini prensili invitandolo a riflettere sul quel lungo ed intenso attimo di lettura che fino a quel momento gli aveva impedito di curare qualunque altra cosa...ma una voce, proveniente da dietro le sue gracili spalle, lo invitò con pertinenza a rinfoderare la spada del pensiero; diceva: "...è tuo questo compito Larry?"
Larry tremò di paura: ma la scuola non era finita?