sabato, febbraio 27, 2010

Capitolo 1) Zuppa di pesce

Stomp!
La mia vita è scandita dal rumore sordo dei timbri postali. Uno dopo l'altro, senza tregua, cliente dopo cliente, vecchietta dopo vecchietta.
Le poste di Osoppo sono casa mia, e non è proprio un prototipo di casa dolce casa.
E la casa vera, a Rivoli, non è meglio di quella lavorativa.
Faccio questo mestiere da dodici anni, e non è difficile immaginare come il mio presente non sia il futuro che un tempo sognavo.
Vita spericolata, proprio come quelle dei film.
Eppure, qui a Osoppo, nessuno la conosce quella vita spericolata.
E' già tanto se qualcuno sa chi è Steve McQueen.

A ben vedere, io cosa ci faccio qui?
In effetti, un giorno, la signora Pasqualini, utente affezionata di quelle che la mattina vengono in posta anche se non ne hanno nessun motivo, me lo aveva domandato, dopo aver scoperto, in una delle nostre, piacevoli solo per lei, conversazioni, che ero originario di Gallipoli.
"Ma signor Sebastiano, quale diavolo l'ha condotta quassù?"
Un diavolo chiamato amore signora.
No, non sono sposato.
Esattamente, non è durata molto.
E poi basta, nessuna no.
(Mi sento un po' Battisti, oggi)
Quindi, perchè sono ancora qui dice lei.
Mi piace la gente, signora Pasqualini.
In realtà vi odio tutti, inospitali e gelidi friulani.
Ah, l'aveva intuito che mi trovo bene?
Com'è perspicace lei, signora.

Mi chiamo Sebastiano Scalise, e questo è il primo capitolo del mio libro, o almeno lo scheletro di quello che un giornò sarà un primo grandioso capitolo.
Sono un impiegato delle poste, volevo fare il poliziotto, e invece faccio un mestiere che odio, per di più in un paese che odio.
Recentemente ho preso il porto d'armi, nel caso mi venisse voglia di divertirmi con due caprioli, o di impallinare qualche bipede umano, nel caso una di queste mattine mi svegliassi un po' più triste del solito.
Per fortuna oggi è sabato, e posso farmi gli affari miei.
La cosa che mi manca di più della Puglia è il pesce.
Qui non sanno manco cosa sia il pesce fresco, conoscono solo la freschezza in differita.
C'è una bella pescheria, in via Trilussa, è aperta tutta la settimana, tranne la domenica, quando qui sono tutti a guardare l'Udinese alla televisione : cinque giorni di pesce congelato, e uno di pesce spacciato per fresco, arrivato - dicono - il giorno stesso da Udine.
Eppure lo compro spesso, quasi ogni sabato; soprattutto da quando sono diventato amico, se così si può dire, di uno dei pescivendoli, Mario, pugliese come me, ma di Bari: divisi da un secolo di profonda rivalità calcistica, ma cultori entrambi del buon pesce.
"Dottò, che piacere vederti, che cosa ti posso consigliare oggi?"
Dottò ad un impiegato delle poste.
Non lo correggo mai, usurpando ogni volta un pezzettino di vita che non mi appartiene.
Oggi sarei andato subito al punto, senza convenevoli.
"Mario carissimo, oggi avrei proprio voglia di..."
Odio essere interrotto, anche solo da uno sguardo di paura mista a stupore, come in questo caso.
"FERMI TUTTI, QUESTA E' UNA RAPINA"
Una rapina in una pescheria?
Avevo voglia di triglie, prima.

martedì, febbraio 23, 2010

La commedia degli iPiroga, Atto I

Scena: La stanza di soggiorno nella casa di Sir Rodrizio in Curzon Street.
Personaggi: Sir Rodrizio, baronetto; Lord Baro.


Sir Rodrizio: Non trovate che ci sia qualcosa che non va, a proposito del nostro giornale, signor Baro?

Lord Baro: No, nulla, signor Rodrizio. Certo, siamo sempre meno letti, ma non siamo mai stati letti molto. Siamo sempre più pedanti e criptici, ma non ricordo nessuno che ci abbia fatto i complimenti per la nostra leggibilità.

Non mi riferisco allo stile, in verità...

In verità?

In verità mi sembra che ci sia qualcosa di distorto e di pericoloso all' orizzonte... Avete letto gli ultimi post di Lord Irreprensibile?

Certo, li trovo geniali.

Si... Appunto... Geniali. Che cos' è il genio se non la più vile forma di prevaricazione? Si comincia col dire di uno che è un genio. Così, come se fosse una malattia; e poi si continua con l' incensarlo e sminuire chi gli è intorno. E si finisce con l' attribuirgli troppi poteri. Capite che il suo successo ci danneggia... Lo vedete, si comporta come se fosse lui il padrone... Noi iPiroga dobbiamo essere uguali... Omogeneità di stile, standardizzazione ad uno stesso livello... Per non deludere i lettori, si capisce... Per il valore dell' uguaglianza, valore che ahimè è stato così ingenuamente speso al di là della Manica...

Colgo una vena di insofferenza nelle sue parole, Sir Rodrizio, e non mi sembra giustificata: non è affatto vero che lord Irreprensibile si da delle arie (viene interrotto)

Forse a cogliermi è la stessa insofferenza che colse Cicerone quando difese la Repubblica, forse è la stessa insofferenza che faceva odiare ai romani il titolo di Rex! L' insofferenza si, mio caro lord Baro, è qualcosa che non può essere considerata sbagliata a priori. Spesso e volentieri è un valore, un baluardo erto contro la tirannide. Diciotto secoli di monarchia costituzionale dovrebbero avervi insegnato qualcosa. Ecco uno di quei mali che affligge il popolo inglese: la mancanza di memoria storica! Lord Baro, voi siete come un fanciullo mal istruito.

Ah! L' istruzione! Venite a parlarmi di istruzione? Non c' è nulla di più noioso, insignificante, inutile e sterile dell' istruzione obbligatoria. Non a caso (viene nuovamente interrotto)

Non vi ho invitato qui da me per abbandonarci a speculazioni filosofiche, caro lord Baro. Arriverò al punto della questione. Questa storia del Basileus degli iPiroga, vedete, mi desta alcune preoccupazioni... non poche preoccupazioni... Se cadesse nelle mani sbagliate...

Sir Rodrizio! Credo di avere intuito dove volete arrivare, e la mia risposta è no nel modo più assoluto.

Ma ascoltate prima di giudicare, il titolo deve andare a una persona equilibrata, che sappia gestire con umiltà ipiroga, la stessa umiltà che ha fatto grande la nostra Inghilterra. Questa giuria si attarda a decidere? Bene approfittiamone. Ci deve pur essere un modo...

Ora state esagerando. Cercherò di dimenticare quanto mi avete detto. (Esce)

Questo lord Baro sembra più onesto di quanto mi aspettassi, accidenti a lui e a alla sua dabbenaggine! Ci porterà alla rovina.
Comunque ormai il dado è tratto. Molte volte gli eventi mi hanno dato modo di vedere come gli uomini non siano superiori alle mie stime. Staremo a vedere.

conte grigio

Se rido, se piango, mi sento un cretino.
Mi sento male, al pensiero che questo è tutto quello che posso fare.
Puoi migliorare tutto di te ma ci sono cose a cui non si comanda.
Il cuore per esempio.
Oppure le ghiandole, quelle della saliva per esempio.
Credo sia questo il motivo per cui i maestri di arti marziali fanno tutte quelle cose fighe tipo smettere di respirare per ore o spaccare i mattoni con le mani senza sentire dolore.
Controllo del Te che rappresenti senza esserlo.
Non puoi cambiare il ritmo con cui ti crescono i capelli o le unghie, scegliere se percepire o no un gusto, un odore.
Se piango, se rido.
Saturo facilmente, o tutto o niente.
Non c'è intensità, una manetta o una valvola da regolare: il corpo è sincero, la carne parla come mangia.

venerdì, febbraio 12, 2010