giovedì, marzo 29, 2007

Il libro degli Ipiroga - 18 puntata

...Harpo sentiva uno strano suono scendere dalla superfice, sembrava una voce di bimbo ma nel suo cadere giù verso il fondo del pozzo rimbalzava tra le pietre umide e lisce distorcendosi ed amplificandosi:
"Questa è la danza del serpente..."
"Caro Harpo, un tempo anche io ero un bambino, uno di quelli belli e buoni, uso ad una sola e grande passione: l'azzardo.Vivevo in un piccolo villaggio di frontiera, dove mi guadagnavo da vivere vivendo sulle scommesse più impensabili.Conoscevo solo un risultato: la vittoria..."
"...che vien giù dal monte..."
"...un giorno una macchina dai vetri oscurati giunse al piccolo villaggio dove vivevo, nulla si sapeva dei suoi occupanti se non che fossero in tre: c'erano le condizioni ideali per una scommessa.
Chiamai il bambino più povero del paese e gli proposi una scommessa, una scommessa da vero spaccone: mi giocai la cascina che il primo a scendere da quella macchina misteriosa sarebbe stato un centauro viola. Se avessi sbagliato -ed ero ben sicuro di non sbagliare- il bimbo avrebbe avuto la mia cascina altrimenti non avrei ottenuto niente da lui se non la fama e la gloria.Una scommessa da vero spaccone.
La portiera si apri' e ne usci un uomo che, per quanto brutto, era ben lontano dall'essere paragonabile ad un centauro viola. Persi la cascina ma non la voglia di scommettere.
Chiamai quindi il secondo bambino più povero del paese e gli proposi una scommessa: mi giocai l'intera collezione dei francobolli del papa buono in cambio di nulla.Putroppo il secondo ad uscire, per quanto cercassi, non aveva una coda fiammeggiante.Persi tutti i francobolli ma non la voglia di scommettere.
Erano le prime volte che perdevo: chi potevano essere quegli esseri misteriosi che avevano smentito i miei vaticini?"
"...per ritrovare la sua coda..."
"Fu allora che per rifarmi scommisi che l'ultimo a scendere sarebbe stato un porco dai lunghissimi capelli biondi, giurando che se avessi sbagliato avrei perso per sempre la mia dignità e avrei strisciato sul ventre mangiando polvere e cenere per il resto dei miei giorni.
Sul porco ci avevo quasi visto giusto, ma non aveva lunghissimi capelli biondi.
Quei tre uomini della macchina dai vetri oscurati, che in seguito seppi chiamarsi "i tre caballeros", avevano distrutto la mia vita, avevano oscurato e sconfitto il mito del grande maestro della scommessa.Dovevano pagare."
"..che ha perso un di' !"
...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

grandioso

Anonimo ha detto...

pitone ha la storia piu bella di tutte