domenica, marzo 25, 2007

Il libro degli iPiroga - 15 puntata

...ecco Mr.Cane apparire dalla notte, con la consueta eleganza, avvolto in un mantello di stelle; il cielo della Sierra è la sua livrea. Monocolo, tuba, bastone; due passi di tip tap, un rapido inchino e un accenno di baciamano alle signore presenti. Harpo non le vedeva, ma lui sapeva che c'erano e stavano aspettando solo lui.

Mr.Cane possedeva un passato importante, molto più stimolante di tutto quello che la vita poteva ancora offrirgli. A quattro anni non sapeva nuotare, ma accarezzava quei tasti come se fossero cuscini; a sei conosceva ogni singola nota delle sinfonie di Ludovico Van; a otto esordiva in concerto a Mosca; a dodici era il più grande pianista che il mondo avesse mai conosciuto.
Non fosse stato per L'incidente.

Era una mattina tremendamente fredda; Mosca era li, immobile nel suo candore; i bambini normali quel giorno se ne sarebbero stati a casa, niente scuola, almeno una domenica ogni tanto: troppa neve.
Ma Mr.Cane non era un bambino normale.
Non si poteva dire nemmeno che fosse un bambino, sebbene le primavere fossero ancora soltanto tredici. Tredici anni appena compiuti.
La sera prima non aveva prestato ascolto ai consigli della signora madre: aveva letto iPiroga fino a tardi, troppo tardi; fino alla mattina successiva.
La pupa e il pochefanatico era troppo avvincente.
E lui aveva scoperto quel sito rovina-giornate solo quel giorno stesso. Non poteva andare a dormire senza sapere.
Fatta mattina, la luce del sole che filtrava dalle finestre, e i rumori della città appena sveglia, non gli permettevano di prendere sonno, ora che voleva. Allora, infilato il cappotto, cautamente usci', all'insaputa della signora madre.
Non avrebbe mai potuto sapere che, una volta uscito, il destino lo avrebbe pugnalato alle spalle.

Troppo monitor. Si sentiva gli occhi gonfissimi. E, quando vide per strada un sombrero, non ci fece caso: non pensò ad un'allucinazione, ad uno scherzo che la vista affaticata gli stava tirando. Pensò che quello fosse un invito per lui da parte dei caballeros.
Visto che hai letto tanto, ti premiamo: sarai il quarto caballeros.

Quando irruppe sulla strada di corsa per raccogliere quel sombrero, il carretto dei pony di Ramonevic non poteva più frenare la sua folle corsa, determinata dal pianto dei bambini che volevano tornare a casa, determinato a sua volta dalla puzza di merda.

Quel giorno Mr.Cane perse la mano destra sotto le ruote di un carretto impazzito, trainato da pony russi puzzoni. E non potè mai più suonare il piano.
La colpa era solo loro: i maledetti iPiroga.
...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

misterioso

Baro ha detto...

maledetti ipiroga
e maledetto enemy territory
irreprensibile posta