mercoledì, giugno 27, 2007

Quercia e Fulmine

E se la realtà fosse dubbio?
Ogni cosa che è, esiste, ma il contenuto che quella cosa esprime può anche non esistere affatto, o sbaglio?
E se la realtà fosse scomposta in querce e in fulmini, se fosse divisa tra ciò che è immanente e ciò che invece è improvviso?
Se davvero il mondo fosse diviso a questo modo che io dico, non sarebbe illecito per me scrivere quanto segue:

...Tokugawa Ieyasu non era più stato lo stesso dopo il triste avvenimento di Halifax e la sua teoria unificante delle metamorfosi metaempiriche faticava a trovare uno sbocco coerente.La visione del catoblepa aveva scatenato sentimenti contrastanti nel vincitore, che adesso non era più tanto sicuro delle sue precedenti manifestazioni cosmiche.O forse no?Se Erza Pound fosse arrivato in tempo alle pianure di Garidos, recando con sè il dispaccio che gli era stato affidato, forse un'ultima speranza di salvezza avrebbe completato la missione dell'imperatore millenario.
Tuttavia, le somme del calcolatore organico andavano via via riducendosi, e sembrava ormai chiaro per tutti a coorte, che Erza e il suo seguito li avessero abbandonati, perpetrando la maledizione di Hero Quest.
Il tempo andava via lento, compiendo passi più o meno lunghi a seconda degli stati d'animo dei suoi possessori, lontani distanze ciclopiche dal pianeta dell'imperatore.
Forse colui che in quel momento portava la fiaccola del tempo apparteneva ad un' altra epoca e ad un' altro spazio, e forse perfino era all'oscuro delle avventure dell'imperatore millenario e del suo seguito.
Ieyasu guardò nel pozzo dei desideri ancora una volta, alla ricerca di nuovi pedagoghi.
Ma sapeva che ormai il suo tempo era giunto: nel dischiudersi delle prossime possibilità metafisiche l'imperatore fu illuminato, e prima di ritornare nella corrente temporale ebbe tempo di scrivere un'ultima legge nel firmamento della realtà:

Ah, il sublime: bello è ciò che non ha fine.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io sono. Ormai vano è più dir.