giovedì, aprile 19, 2007

Misdirection

Quando sei costretto ad imparare qualcosa per cui non hai alcun interesse spontaneo l'unica cosa di veramente attivo che puoi fare è creare dei collegamenti, anche (e soprattutto) forzati, verso ciò che realmente cattura la tua attenzione.è cosi che scrivo i miei temi.l'unico rimedio alla costrizione ed alla prigionia è il misdirection o direzione dell'attenzione.

Apri il libro di geografia astronomica rimpiangendo di non avere cartografia nautica in terza prova e sotto gli occhi stanchi del maturando passano indenni le galassie e gli errori di ortografia.
E allora ti perdi e tra una riga e l'altra, ti perdi nelle considerazioni che sei solito fare dopo aver letto l'ultimo avvincente capitolo di Naruto, ti perdi nei pensieri felici di un dopopranzo scandito da morsi al sapore di cioccolata.

Viriginia Woolf forse chiamerebbe tutto questo prolisso elenco uno stream of consciousness, ma per me è puro misdirection.Puro specchio per le allodole dell'attenzione.

Mentre non guardavi o non badavi l'attenzione ha continuato a leggere il metodo della parallasse, lo spettro di emissione e la reazione protone-protone, e ti ha sintetizzato i concetti più noiosi nell'unica cosa interessante che sia riuscita a cogliere e che pensa possa essere degna di nota.L'attenzione ha capito che forse il pensiero che anche le stelle abbiano un colore e che magari emettano anche suoni può veramente interessarti.

E infatti ti desti dal tuo torpore e surclassando il duro lavoro fatto dalla parte più attenta di te ti autocelebri sostenendo di aver avuto un'intuizione.Sono palle: tutto questo altro non è che una misdirection, non vuoi ammettere di aver letto l'idea brillante che hai avuto.

Però l'idea è davvero brillante, e non solo perchè si parla di stelle: la distanza distorce, distrae, e tutto quello che da vicino ha un colore una forma e un suono nell'infinità dello spazio rimane solo un punto luminoso.

E allora questa legge bizzarra non può forse applicarsi anche nel nostro mondo?Come vedremmo David Bowie a milioni anni luce di distanza se, mettendogli dei baffi finti, lo mascherassimo da Nikola Tesla?A quella distanza si vedrebbero i baffi finti?
Forse se l'unità di misura fosse l'infinito la differenza non sarebbe tanto nella forma delle cose quanto nel contenuto che ad esse attribuiamo...

E se la stella polare fosse a forma di cacca?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

questo bello

Anonimo ha detto...

fa schifo

Anonimo ha detto...

vattene

Anonimo ha detto...

mi fai uno schifo