giovedì, marzo 22, 2012

Et cetera, IV parte

" Capisco. " dice Madame Zixa, aprendo gli occhi.
Apre anche la scatola e prende la pietra tra le mani, per porgergliela.
E' tale e quale a quella che ricorda: lunghe striature rossastre attraversano il lato più lungo, poco più corto del suo palmo. Soppesando la pietra, Filippo stima che possa pesare tra i due e i tre etti. La rigira più e più volte tra le mani, scrutandola attentamente da vicino. Ogni dettaglio, anche quelli rimasti inespressi, combacia perfettamente.

" La storia della pietra comincia invece alla fine del diciannovesimo secolo, in Olanda. So che i miei nonni materni, entrambi di origine turca, si conobbero in circostanze poco chiare a Rotterdam, dove mio nonno si era fermato con la nave su cui era imbarcato per una riparazione allo scafo piuttosto complessa. Mia nonna, quando ero bambina, raccontava la storia sostenendo di trovarsi a Rotterdam come impiegata di un certo signor Klupper, di origine polacca, che commerciava in tappeti. Solo in seguito seppi dai miei genitori che più probabilmente la nonna, nella sua tarda adolescenza a Rotterdam, si barcamenava tra i ruoli di prostituta e sensitiva.

Inutile dire che questo renderebbe molto più chiaro il modo in cui i due giovani si conobbero, ma non è ai tempi di Rotterdam che la storia della pietra risale. Sposati in tutta fretta secondo il rito ortodosso, i due riuscirono infatti a convincere col denaro il comandante ad imbarcare clandestinamente la nonna per il viaggio di ritorno a Smirne. I nonni però non avevano considerato la grave gotta del capitano, che lo costrinse a scendere e a cedere il comando ad un'altra persona quando fecero scalo al porto di Genova. Continuare il viaggio avrebbe significato la corruzione del nuovo capitano ed al tempo i due non avevano certo soldi da buttare: fu così che si ritrovarono a Genova.

E' qui che la storia della nonna si faceva più intricata, ed è per questo che cercherò di raccontartela il più possibile fedele a come la ascoltai tante volte da bambina.
Le cose a Genova andavano male ed il nonno era costretto a stare tutto il tempo in giro a cercare lavoro. Inoltre, per quanto innamorato, non era ancora abituato ad una vita simile e si concedeva spesso e volentieri libertà da scapolo che mia nonna, già incinta, non poteva tollerare.
Bisogna anche dire che anche la giovane, di carattere intrattabile e balzano, non era certo una persona equilibrata con cui confrontarsi. I due vivevano in una continua alternanza d'amore e d'odio. "

1 commento:

il mistero della pietra azzurra ha detto...

I gemelli del destino sono certo che hanno un qualche ruolo!