venerdì, marzo 02, 2012

Et cetera, I parte

Fillippo si guarda intorno alla ricerca di qualcosa a cui pensare. E' la mattina del 2 Marzo 2012, anche se sospetta che la giornata si sia già inoltrata nel pomeriggio. Nella cucina dell'appartamento in cui si trova, in Vico delle Pietre Preziose, sembrano esserci tutte le condizioni per restare in attesa con una certa calma, ma Filippo ha già aspettato troppo o forse è troppo impaziente.

La luce indebolita dalle nuvole, alte nel cielo, rimbalza nel cavedio fino a riflettere la finestra sullo schermo di un televisore moderno e posizionato male. In televisione, la replica di un programma di cucina prosegue muta e senza esitazioni. Intorno alla tavola ci sono altre quattro sedie, nonostante le dimensioni ridotte. La credenza, insieme allo schermo piatto, ospita una serie indefinita di mollette gialle e verdi, stinte dal sole. Ci sono anche un dizionario di greco, un casco di banane, delle bollette tenute ferme da un grande posacenere vuoto, una copia dell'elenco telefonico di Monza anno 1990 ed un libretto intitolato Atlantis. Quando lo apre, scopre con disappunto che sia scritto in tedesco e lo rimette a posto.

Il telecomando in giro non si vede e sul televisore non c'è segno di pulsanti alternativi. La vecchia, Madame Zixa, non si è più fatta vedere da quando lo ha fatto accomodare per poi andare a cercare la pietra.
La pietra è il motivo per cui si trova qui, in seguito ad un annuncio speranzoso su internet. E' ancora piuttosto scettico sul fatto che la ex chiromante possa in effetti avere quello che cerca, ma riconosce che il suo malumore sia aumentato dalla lunga attesa che il cellulare, completamente scarico, non gli permette di misurare. A quanto pare Madame Zixa non ha orologi, almeno in cucina.

La mancanza di riferimenti temporali gli riporta in mente le risonanze magnetiche fatte al ginocchio, anni prima.
Si domanda se pioverà, guardando la caffettiera sui fornelli.

1 commento:

san cosimo ha detto...

cavedio è italiano dotto