lunedì, luglio 04, 2011

Contingenze elementari (undicesima parte)

Prese il libro ed uscì, diretto all'appuntamento.
Guardò attentamente la spessa copertina di cartone mentre l'ascensore lo portava al piano terra.
Si trattava della riproduzione a colori di una delle immagini principali della storia: l'ingresso di Ali Baba nella caverna.
I tesori, luccicanti di tutte le forme della ricchezza, arrivavano fino al soffitto impreziosendo stalattiti millenarie. Ali Baba, a braccia spalancate, ammirava insieme all'osservatore una fortuna troppo grande per essere compresa solo con la vista.

Indossando gli occhiali da sole dalle lenti affumicate attraversò la strada, accelerando il passo alla vista del semaforo giallo.
I quaranta ladroni avevano molto affascinato suo nipote, il quale poneva continuamente domande durante il racconto per avanzare le sue ipotesi su quanto la trama taceva.

Arrivò in anticipo nel luogo convenuto. Da un negozio d'abbigliamento poco distante arrivavano mescolati tra loro musica chillout e profumo di zafferano. Inspirò profondamente vagando con la fantasia per ammazzare il tempo, che presto avrebbe presto portato ogni cosa in altri luoghi.

Immaginò la genesi della banda dei quaranta ladroni. Vide una flottiglia di pescherecci di legno in balia dell'Egeo in tempesta. Uomini che avevano visto la guerra approdavano in terre insieme antichissime ed innocenti. Depredando, rapinando, vivendo con naturalezza la vita di orrori che dieci anni nella piana di Troia gli avevano insegnato, avevano col tempo raccolto ricchezze per loro senza valore.

Arredavano una caverna, in attesa di capire il significato di quanto stessero facendo. Che fossero greci o troiani ormai non importava, i quaranta avrebbero affrontato insieme ogni nuova insidia, alla vecchia maniera.

Contemplò l'ipotesi che aveva fatto con un certo interesse. Il collegamento tra le due storie poteva anche essere cronologicamente impossibile, ma gli sembrava gravido di significati misteriosamente paralleli a quelli che aveva toccato con il suo arcipelago di sogni.

1 commento:

un confuso ha detto...

Credo che Cassius Klein non si scriva cosi, ma che sia il fratello di Ali Babà. Anzi la sorella