Otto mesi che non salgo su un aeroplano.
E ancora non mi sento con i piedi per terra.
Ho bruciato tutte le mie foto, su un dvd. Ho ricordato un pomeriggio a Boccadasse.
Da casa nostra ci vogliono circa quaranta minuti, a piedi.
Synecdoche, New York è un film, del 2008, dura circa due ore, a piedi.
Ho ricordato un pomeriggio a Boccadasse ed ho ripensato al film, anche se non l'avevo ancora visto.
Perché? Perché la memoria indaga il passato partendo pur sempre dal presente. E le cose che guardi e fai oggi fanno inevitabilmente parte di quello che hai fatto e visto ieri, se le riguardi con la memoria. E gli attori della memoria, chi sono? Synecdoche mi ha fatto pensare a questo.
La memoria non è, purtroppo, una registrazione e si avvicina di più al concetto di ri-elaborazione o messinscena. Gli interpreti della memoria non siamo noi ma attori che interpretano personaggi di ieri che recitano copioni di oggi.
Impossibile pensare di non sapere una cosa. Impossibile pensare che "ora" sia "prima" solo perché "prima" è il periodo a cui stiamo pensando.
Pausa: ritorniamo a Boccadasse.
C'è una poesia, in ligure. Io non so leggerla. Ne intuisco vagamente un senso, comunque sbagliato.
Arrivano due signore anziane, senza guardarmi nemmeno la leggono ad alta voce. In dialetto, in italiano, la commentano, si accordano sulla musicalità delle parole, ne ammirano il senso generale, si allontanano.
Sembrava fatta per me. Non la poesia, la situazione. Perché in quell'ora, in quel luogo, il bisogno di dire ad alta voce parole nascoste?
Cos'ho? La faccia da terrorista? La faccia di quello bisognoso di capire una cosa che non sta guardando?
Tutte le volte che ripenso a The Truman Show provo una specie di gioia interiore, e poi mi raccomando di non pensarci.
Torniamo a Synecdoche. Non serve averlo visto per capire che è un film triste e che quindi parla anche delle morte. Chi era quel tizio che paragonava la morte ad un sonno, magari pieno di sogni?
Difficile ricordarsi dei sogni, difficile operare la solita operazione di ricostruzione su una cosa differente dall'esperienza reale di vita.
E la morte allora? Restare solo come ricordi, nelle menti degli altri. Interpretati da attori nemmeno tanto bravi, anche nei teatri interiori di chi non ci ha conosciuto. Di chi conosce tutto di noi, a posteriori. Forte soltanto del tempo che è passato e che ha riportato a galla, inutili, le nostre lettere d'amore, le nostre confidenze e le nostre passioni.
Otto mesi che non salgo su un aeroplano. Quasi nove anni dall'undici settembre 2001.
Nel film Synecdoche il protagonista ricrea la sua vita a New York all'interno di New York stessa.
Muore seguendo le istruzioni di un'attrice, una guida, un dogma, se stesso.
Da Boccadasse si vedono passare gli aerei, bassi, diretti al Cristoforo Colombo.
Lo scopritore dell'America.
New York è un pò l'emblema dell'America: la parte per il tutto.
Una sineddoche.
Nell'auricolare dico a me stesso di non fare caso alle coincidenze, ma posso?
3 commenti:
Bello. Del resto anche a me Truman Show fa godere, ma non lo dico a nessuno. Mai.
chi sono io?
Ti sei mai inculato?
Posta un commento