Le cronache: fin dai Commentari di Giulio Cesare sono di parte. Si sa.
Se poi vogliamo richiamare brevemente Luciano di Samostata con la sua "Storia vera", ci accorgiamo che storia vera e' un titolo che ben si adatta ad un' incredibile accozzaglia di fandonie; e non sarebbe difficile andare avanti ancora molto con questo tono un po' sostenuto da vecchio professore omosessuale (di liceo). Ma sarebbe inutile, noioso e, cosa a me insopportabile, dozzinale. In fin dei conti quello che mi preme di piu' in questo momento e' scendere in campo e raccontare la mia verita' (fuggendo il rischio di premesse autoconfutanti).
Era una notte buia, non troppo buia in verita'.
Era una di quelle notti che non fanno paura, nelle quali la luna si mostra nuda nella sua straordinaria bellezza, senza indossare bikini, minigonne vertiginose, abiti firmati, mantelli, k-way e via dicendo. Nuda insomma, coi suoi bei crateri al vento, come la preferisco (inoltre, cosa assolutamente da notare, e' incredibile come la k coesista in due capi così differenti e antinomici).
Che tipo di notte fosse non fa nessuna differenza.
Era notte quando il mio telefono squillo'! Chi doveva funestare il mio riposo?
Ovviamente lui, Rodrizio! Il maniaco di Villettopolis, l' Iscariota dei fantacalcio. In compagnia di Baro, uno della sua cricca, che si era portato dietro come cronista. Erano in vena di introdursi nella mia culla di benessere allo scopo di scroccare qualche merendina o, ancora peggio, scoprire qualche mio segreto, o ancora peggio (il peggio del peggio, non c' e' limite al peggio), sbeffeggiarmi.
Certo! Rodrizio voleva evidentemente sbeffeggiarmi! Questo spiega perche' si e' portato un cronista.
Sono entrati, con la foga di chi vuole, privi di invito. Ma io prima li ho storditi, con il mio comportamento ambiguo, poi li ho incantati, con il didgeridoo.
Sicuramente la cosa ha funzionato su Baro, che per il resto della serata si e' limitato ad alzare la radio e a cantare, come lobotomizzato.
Meno su Rodrizio, il quale dopo un primo stato di accondiscendenza, incoraggiato anche dalla vista del mio pugnale che splendeva sotto il chiarore della luna, in un secondo momento si e' rivelato tornoacasista, come sua abitudine. Precisamente quando Baro, risvegliato per un momento da una brezza spirituale ha esclamato: andiamo ai boschi.
Cosi' non e' neanche cominciato un percorso.
Che non si e' concluso con il ritorno a casa
RISPETTIVAMENTE
dell' inconsapevole Baro che, da promotore di un' esperienza mistica, sotto la perfida influenza di Rodrizio e' andato a far parte del fronte del no,
di Irreprensibile, deluso dalla serata peggiore della sua vita,
di Rodrizio, che tornato nel suo antro, e' felice di aver scampato un altro pericolo: la cosa che più conta e' essere a casa, al caldo.
mercoledì, settembre 01, 2010
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6 commenti:
sono il cattivo di tutte le storie
dovresti mettere l'etichetta Rallentare anche tu
si all'etichetta di rallentare
no a rodrizio
eh?
no all'apartheid
tss! tss!
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