lunedì, settembre 20, 2010

Capitolo 9) Dal Tramonto all'Alba

"Non insistere Seb, non ho la minima intenzione di assecondare questo tuo delirio".
Gesù, adoravo quando mi chiamava Seb.
"E' solo una notte Deb, una notte soltanto" - Seb e Deb, eccoci qua in tre semplici parole, come ai vecchi tempi.
"O forse non puoi assentarti sul posto di lavoro? Non mi pare che le mignotte timbrino il cartellino, sono rimaste le uniche al giorno d'oggi" - essere sopravvissuto alla sbronza della notte precedente mi fa sentire un re.
Il mio regno per una notte (in macchina) con Deborah.
Slap!
Schiaffo in pieno volto. Pausa. Rewind.

Ore 04:37 - Casa di Oscar (Osoppo)

Dal mio ultimo autostop sono passati 24 anni. Ma quando ho alzato il dito a bordo strada, mi sono sentito eccitato come allora. Rivoli-Osoppo a bordo della Citroen bianca del signor Bianchi; Elio di nome, banalità di cognome. Il tragitto è brevissimo, ma io sono indubbiamente ubriaco, così mi lascio coinvolgere e troviamo il tempo di parlare di tutto : delle stagioni, del basketcheseavesselostessospaziodelcalciosuigiornalisarebbeilprimosportitaliano, dei cognomi più comuni, della politica - il signor Bianchi ha lasciato scheda bianca alle ultime elezioni, guai a smentirsi - parliamo persino di donne, sparandole grosse entrambi, finchè finalmente è il momento di scendere, e posso smettere di essere spensierato.

Oscar abita in una vera catapecchia; non ho idea se si possa permettere qualcosa di meglio, ma so che a lui piace così. E anche a me piace così, a pensarci bene. Da Oscar mi sento a casa molto più che a casa mia, e quella sensazione di familiarità mi pervade anche stasera, fradicio di grappa. "Quattro passi in avanti a partire dalla cassetta delle lettere, poi uno a sinistra, mezza giravolta : ecco quella maledetta piastrella...vediamo bella, cosa riservi per Zio Sebastian?" - finita la frase da neuropsichiatria, per la scoperta balzo in piedi urlando e gesticolando. Se qualcuno qui intorno mi sentisse, di sicuro chiamerebbe la polizia. E farebbe bene.

Ore 05:52 - Edicola di Ubaldo Brambieri (Rivoli)

"Ho bisogno assolutamente che tu mi dica queste fatidiche parole Ubaldo : la mia edicola vende cartine della Toscana". Ubaldo mi fissa come si guardano i pazzi, quasi roteando la testa di 180 gradi. Come non capirlo? Sono bagnato fradicio e senza scarpe, l'ho importunato prima al Bar, mi ha visto sorseggiare qualche goccetto di troppo, è l'alba e formulo richieste stravaganti ancora prima che l'edicola sia aperta.

Del resto anch'io ho le mie attenuanti : sono tornato a Rivoli a piedi (stavolta nessun signor Bianchi) e a metà strada mi sono ritrovato nel bel mezzo di un odioso temporale settembrino. Per salvare i miei adorati mocassini me li sono tolti al grido di "che la grappa sia maledetta".

"Se io le rispondo di si, senza fare domande e senza chiamare i carabinieri, poi mi promette che, almeno per stanotte, non si fa più vedere davanti alla mia edicola?" Sì sì certamente, almeno per stanotte, almeno per stanotte, grassone dammi quella cartina : sono io che dovrei desiderare di non averti più nel mio campo visivo, non il contrario.

"Prometto. Ah, se non fosse ovvio, non posso pagargliela, amico, ma solo per stanotte" - in vita mia, mai ritorno al lei è stato più appropriato.

Ore 6:28 - Casa di Deborah (Osoppo)

"Sei fuori di testa? Nemmeno mia madre mi ha mai colpito in questo modo barbaro!" - e, mentre dico questo, mi sento più immaturo e piagnucolante di un bambino dell'asilo.

"Io non ci vengo con te, è già stato un discreto incubo averti trovato nuovamente davanti alla mia porta di casa, per di più in queste condizioni! E ora, se non ti dispiace, me ne torno a dormire; e vorrei che te ne andassi subito Sebastiano...ma poi cosa diavolo ti è successo? Sembri uno scappato di casa, uno che ha fatto di corsa mezzo Friuli".

Quasi. Ci sei andata vicina. E poi pioveva fino a due secondi fa, se non te ne fossi accorta, stupida oca. Deborah abita sempre nello appartamento, e questo dovrebbe suggerirmi qualcosa, ma i miei sensi sono appannati, per non parlare dell'intuito investigativo. L'unica cosa che mi viene in mente è che sono stato fortunato a trovarla, molto fortunato.

Così fortunato che non posso permettere che lei torni dentro a dormire. Mentre Deborah si volta e sbuffa, ormai certa che io sia stato persuaso a lasciarmi la porta di casa sua alle spalle, la colpisco alla nuca con il primo oggetto che trovo a tiro : una statuetta Peruviana di dubbio gusto. Deborah cade a terra svenuta e velocemente la carico in macchina. Macchina che ora, senza alcun dubbio, mi convinco di poter domare, e al diavolo autostop e scampagnate.

Mentre metto in moto, vedo spuntare i primi raggi di sole : illuminano il mio ghigno da pazzo.

2 commenti:

il vero baro ha detto...

mi piace

Shutter Island ha detto...

Cosa è pazzo?