domenica, settembre 19, 2010

Capitolo 8) Si viene e si va

Rivoli.
Bar Sport.
Neanche due isolati dietro casa.
Vi assicuro che non sto raccontando una frottola, se vi dico che si tratta del posto più sporco che abbia mai visto in vita mia.
E, banalmente, il bagno è il posto più sporco all'interno del posto più sporco.
Eppure sono qui, in questa micro-toilette lurida, con la testa tra le mani; e vorrei tanto vomitare, oppure perdere i sensi, ma stasera non c'è verso.
"Devi bere di più maiale, altrimenti esci di qua che ti ricordi ancora tutto quanto" - e mentre mi riempo la bocca di cotanta saggezza, penso che se qualcuno entrasse ora mi scambierebbe per uno di quegli svitati che parlano con gli oggetti; nel mio personalissimo caso con il wc.
Alzo lo sguardo, e fisso con insistenza lo straccio di uomo che mi offre lo specchio : in otto capitoli è la prima volta che ne ho l'occasione.

Mi accarezzo i capelli che hanno cominciato, ormai da alcuni anni, ad ingrigirsi, certo di aver accelerato il processo dopo la giornata di oggi; non sono un bello spettacolo : il verde degli occhi sembra più spento; le rughe della fronte imponenti, come scolpite; mi sento a pezzi, ma ho la certezza che se tornassi a casa adesso non avrei nessuna possibilità di addormentarmi.
Disprezzo fortemente l'uomo che vedo riflesso : è un impotente, un miserabile, un fallito; un omuncolo che non ha saputo evitare che due donne fossero assassinate sotto i suoi occhi in un solo giorno; un poveretto che per sei lunghissimi mesi ha condiviso un ufficio con uno psicolabile omicida, credendolo un ingenuotto sognatore.

Dopo aver subìto l'interrogatorio dell'Ispettore Manetta, palesemente disturbato dall'avermi incontrato sulla sua strada per due volte in un giorno, Deborah mi ha accompagnato a casa in auto, sostenendo che non era il caso prendessi la bici nelle mie condizioni.
Ah, ovviamente a casa non ci sono andato affatto, nonostante tutte le raccomandazioni della mia ex-fidanzata prostituta.
Soltanto un paio di bicchieri, e poi vedrai come dormi d'incanto Sebastiano.

Vorrei sputare allo specchio, come nei peggiori film, ma non ho gli attributi nemmeno per fare questo : troppo rispetto per chi dovrà pulire la mattina dopo. Ovvero nessuno.
Sbatto forte la porta del bagno, e mi appoggio al banco :
"Sai cosa Ettore? Versami ancora qualcosa, bicchiere grosso però, visto che è l'ultimo".
Mentre cerco di sostenere con dignità lo sguardo perplesso del barista, provo la sensazione che la giornata che sto cercando in tutti i modi di lasciarmi alle spalle sia solo l'inizio, il coperchio di un enorme Vaso di Pandora in salsa friulana.
"Non ti darò più una goccia di un bel niente Scalise, hai una faccia che fa schifo" - in dieci parole vengo trafitto brutalmente dal barman, Ettore Languidi, o Languisi, o qualcosa del genere.
"La serata è finita, siete rimasti solo tu e il vecchio Ubaldo" - mormora infine, porgendomi un rimasuglio di qualcosa che assomiglia molto a grappa.
Bicchiere grosso.
Ahhh, adoro la coerenza dei baristi.
Uomo di buon cuore dopotutto, il vecchio Ettore Vattelappesca.

Afferro con sorprendente sicurezza il mio drink e vado a sedermi dirimpetto ad Ubaldo, l'anziano giornalaio di quartiere, che ancora non si decide a lasciare quella benedetta edicola al figlio, continuando a farsi levatacce tutte le mattine.
Sono le cose che lo fanno sentire vivo, dice.
Non deve essere male quella sensazione, sentirsi vivi intendo.
"Più tardi posso aprire con te l'edicola? Guardo solo cosa dicono i giornali delle due donne morte e me ne vado" - gli chiedo con un tono da bambinone annoiato durante le vacanze estive.
Oltretutto, non ho mai dato del tu ad Ubaldo, nè tantomeno mi sono mai sognato di chiedergli un favore, se non quello di avvertirmi ad ogni nuova uscita della mia rivista preferita : Detective Magazine.

Mai sentita? Roba da disturbati. La leggeva un mio compagno di Università - Università che, tra parentesi, non ho mai terminato - a Lecce : si chiamava Pareo mi pare, un tipo singolare, senza ombra di dubbio.
Era schernito da tutti, ma solo di nascosto, da veri infami : infatti si temeva fosse figlio di Presidente di Tribunale. Ciònonostante era riuscito ad attaccarmi quella piccola mania, anche se a quei tempi compravo di nascosto la rivista : lungi da me diventare come Pareo, senza nemmeno un parente piazzato in Tribunale.

"Se ne vada a casa a dormire Sebastiano, le tengo due copie e domani a mezzogiorno le viene a ritirare; se qualcuno dovesse vederla in questo stato davanti alla mia edicola, che messaggio trasmetterei ai miei clienti?"
Frasi troppo lunghe e banali : quando aveva smesso di parlare, il mio bicchiere era già vuoto sul tavolo. Sul suo tavolo.
E ai clienti della nostra agenzia che messaggio si trasmetterà quando scopriranno tutto? Il pensiero ritorna subito da Oscar : solo uno stupido poteva creare un rapporto di vera amicizia con l'uomo conosciuto come il Matto di Osoppo.
Eppure era l'unica persona che era riuscita a guadagnarsi la mia fiducia.

"Sa, c'è un rapporto basato sulla fiducia anche nelle edicole" - insistendo, e sempre con quell' espressione irritante da giornalaio che ne ha viste di cotte e di crude, pur non muovendosi mai da Piazzale Marini.
Banalità? Forse non erano banalità, forse non erano banalità.
Fiducia.
Tra me e Oscar c'era fiducia, e io l'ho condannato troppo frettolosamente.
In fondo ha provato anche a telefonarmi.
Se è anche solo lontanamente immischiato in quel casino, deve avermi lasciato un messaggio. "Deve averlo fatto" - sorrido e parlo da solo; Ubaldo scuote la testa rivolto verso Ettore.
E, tutto d'un tratto, ho anche un'idea sul Dove possa avermelo lasciato.

Esco affannato e senza impermeabile; con la coda nell'occhio vedo Ettore che segna sul conto di mia pertinenza anche l'ultimo drink, e poi, con un gesto disinvolto e abitudinario, stacca una grossa spina : la scritta intermittente Bar Sport si spegne e mi consegna all'ultimo buio della notte.

5 commenti:

passante arrabbiato ha detto...

sembra di leggere in macchina, bisogna fare qualcosa per sta punteggiatura

automobilista scrittore ha detto...

me lo devi ciucciare ad esempio?

irreprensibile ha detto...

Mi piace questo elemento

non male ha detto...

minchia rodrizio devi imparare sta cazzo di punteggiatura.
E metti degli spazi

ogni tanto

Rodrizio ha detto...

chi critica la punteggiatura non capisce un cazzo di niente