martedì, giugno 07, 2011

Contingenze elementari (quinta parte)

Camminarono fino al mare, parlando del più e del meno, mangiando le carote che lei aveva comprato nel pomeriggio.
Lui le chiese notizie di sua figlia, ossia sua nipote, e in cambio poté parlare di lavoro.
Sua sorella non aveva più sognato qualcosa di suo recentemente.

Cercava infatti di sincronizzare al meglio il suo riposo con quello della bambina, utilizzando anche i sogni post-maternità che lui stesso le aveva regalato per festeggiare la nascita. Si fece raccontare il succo delle sensazioni, i centri delle varie esperienze che proponeva. Si perdevano spesso in simili discorsi, scherzando poi sul fatto che avrebbe fatto prima a sognarne uno.

In qualche modo, mentre camminava verso la grande distesa salata, si accorse che una sensazione di fondo reggeva tutto il lavoro del fratello.
Indagando, lo portò a parlare dell'idea che aveva avuto sulle variazioni musicali, facendogli ammettere infine di star lavorando a qualcosa di più che a delle sperimentazioni sparse.

Il progetto delle variazioni aveva in effetti risvegliato alcune membra che col tempo si erano intorpidite. Dopo le soddisfazioni dei primi compensi, ricavati dai lavori che pian piano era riuscito a far apprezzare, le idee avevano continuato a moltiplicarsi; ma senza essere seguite dalle ambizioni. Piano piano aveva raggiunto uno stato compositivo professionale e distaccato, che risultava artisticamente asettico senza ribollire di ideologie, senza trasmettere la volontà di sfruttarlo o di liberarsene. Queste almeno erano le critiche che ritornavano nelle recensioni.

La calma olimpica di alcune delle sensazioni che era arrivato a poter trasmettere con certezza non erano pressate da urgenze maggiori, messe alla prova da impazienza o avidità.
Aggiustandosi i lunghi capelli spettinati dalla tramontana gli chiese se conoscesse Franz Liszt.

1 commento:

Matteo ha detto...

troppo.