Come comincia? I guerrieri, quelli che dovranno fare il lavoro sporco, vengono reclutati. Cosa fanno? Si imboscano, o vengono imboscati. Ulisse finge di essere pazzo pur di non partire per la guerra. Aiuterà Diomede ad uccidere i Traci nel sonno ed escogiterà il famoso stratagemma del cavallo.
Se vogliamo, è con Ulisse che comincia l'effetto domino cui accennavo: il dolore è spesso perpetrato proprio da chi per primo lo giudicava una soluzione orribile. Nessuno vuole essere solo quando soffre. Achille stesso, mascherato da donna per nascondersi, viene scoperto proprio da Ulisse.
La guerra di per se era qualcosa a cui si era preparati, gli oracoli pronunciavano le loro profezie a riguardo da tempo, il punto è che nessun uomo è mai pronto abbastanza, tanto meno i suoi cari.
Ed è a questo che volevo arrivare: tempo fa, al museo del Louvre, mi sono soffermato ad osservare un'anfora greca; un vaso arancione con figure nere. La scena ritratta era la morte di Priamo, re di Troia.
La cosa sconvolgente è che l'assassino è Neottolemo, figlio di Achille, e l'arma del delitto è il nipote dello stesso Priamo: Astianatte. Il vecchio viene colpito col sangue del suo sangue fino alla morte.
Non conoscendo meglio le vicende mi sono informato, cercando di dare un senso ai continui ricorsi di peccati e parentele, tipici dell'epica greca.
Vengo a scoprire che la guerra di Troia non è la prima guerra che fosse stata combattuta in quei luoghi. C'è una prima guerra di Troia, in cui Priamo veniva invece chiamato il piè veloce, proprio come Achille dopo di lui.
In tutto questo, si capisce soltanto che gli antichi greci amavano le storie e che nutrivano una certa passione per gli equilibri karmici tra ciò che viene fatto e ciò che si subisce. In definitiva sembra sempre di leggere la stessa storia, che presenta tuttavia alcuni denominatori comuni.
Tralasciando presunte ragioni divine per la nascita di questa guerra, credo che ci siano dei luoghi nati per essere campi di battaglia e temi su cui da sempre l'uomo lotta ed incontra il dolore.
Il conoscere il quando e il dove dovremo affrontare tutto questo non è d'aiuto, come dimostrano gli oracoli: non si è mai pronti."
1 commento:
minchia quanto parla sto qui
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