Di scatto il padre smise di leggere il giornale, assai infastidito da quel ticchettio : era la figlia di otto anni che tamburellava sulla porta del suo studiolo, in attesa che il babbo smettesse di lavorare.
Aprì la porta, chiusa a chiave con doppia mandata, e manescamente girò verso di lui la figlioletta, che gli dava la schiena seduta a gambe incrociate.
Qual spavento nel vedere che aveva la sua stessa faccia! Uguale spiccicata; gli stessi lineamenti da uomo, il pomo d'adamo pronunciato, gli stessi occhi gialli, la bocca screpolata, le stesse rughe sulla fronte, la pelle liscia per la rasatura recente.
In effetti, l'aveva plagiata a sua immagine e somiglianza fin da quando era nata.
"Ti capisco ti capisco" - diceva la madre, giunta per dare conforto, ma l'ansia del padre non si quietava, anzi aumentava, con il crescere parallelo dell'invidia nei confronti della donna, che poteva gioire di un volto diverso da quello della bambina.
Velocemente scese le scale e si diresse nella sala fumatori, credendo di trovare quiete.
Lì lo aspettava Fabrizio de Andrè, immerso nella poltrona liberty.
Cantava piano, quasi sussurrando : "e per tutti il dolore degli altri è dolore a metà."
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1 commento:
avete saputo della riunione?
pare che sia stata annullata!
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