Quella mattina in chiesa al funerale di Irreprensibile c’erano proprio tutti. Faceva impressione vederli uno vicino all’altro, abito scuro, sguardi tesi, occhi assenti. Prima di entrare si erano ritrovati in giardino a bruciare una sigaretta, e anche chi solitamente non fumava, quel giorno aveva deciso di usufruire.
Gabriele : “Ho sentito che a celebrare sarà Don Farris, almeno lo conosceva di persona” .
Eugenio: “Irreprensibile lo riteneva un vecchio pedofilo pederasta, si starà rivoltando nella tomba”.
“Nella bara vorrai dire!” –Rodrizio nemmeno quel giorno riusciva a non starnazzare.
Sergiomaria : “Ma cosa diavolo ti sei messo addosso, chiacchiera?”
Rodrizio sfoggiava un orribile papillon fantasia, a coronare la sua anonima giacca.
Rodrizio : “Lui avrebbe voluto così, amava i papillons”.
Andrea : “Il tuo lo avrebbe disgustato, come accadrebbe oggi a qualunque possidente di un paio di occhi”- sotto la giacca spuntava un maglione con il logo della Protezione Civile.
“Te l’hanno insegnato in Accademia a dire “possidente” così bene?” – Ora Sergiomaria aveva voglia di litigare.
Baro : “Vi devo ricordare come mai oggi siamo qui?” – un lungo e forzato tiro di sigaretta.
Davide, tirando fuori una scatolina dalla sua giacca da autista di autobus: “Io ho portato qualche Raudo, pensavo che avremmo potuto spararli in suo onore dopo la funzione”.
Eugenio, entusiasta : “Ho i nostri scacciapensieri, dovremmo suonarlo ancora una volta per lui, non credete?”
Michele, più zitto che mai, infliggeva il colpo di grazia alla sigaretta lanciando il mozzicone in un vaso di gerani.
Silenzio assordante.
Lo ruppe Edoardo : “Qualcuno aveva in mente di dire qualcosa, una volta dentro?”
Aveva parlato con un nonsochè di complice.
“Avrebbe voluto che nessuno parlasse” – all’unisono Andrea e Rodrizio
“E credo che anche quella cassa così vistosa non fosse la cassa dei suoi sogni; e Irreprensibile certamente aveva una cassa dei sogni” – aggiunse Eugenio.
Baro stava singhiozzando come una ragazzina, Gabriele gli passò di soppiatto un fazzoletto di stoffa, senza farsi vedere da Andrea.
Rodrizio : “Ripensandoci però, un giorno mi aveva confessato : “Dite solo Pazienza”. Potremmo fare così. Uno di noi si alza, dice questa breve frase sulla pazienza, e poi torna a sedersi”.
Vuk : “Pazienza? Ma ti rendi conto? Come lo spiegheremmo a suo cugino Marco? Sei matto”.
“Diciamo solo che era un bravo ragazzo” – Sergiomaria, tra una boccata di fumo e l’altra, pensava di poter risolvere la questione facilmente.
“Ragazzi, ma ve la ricordate quella Vigilia in cui mi aveva dato del ginecologo?” – Rodrizio sorrideva senza imbarazzo.
“Uno dei ragazzi del Bahrein ci ha lasciati ieri, ma almeno lo ha fatto nel suo letto, da uomo” – disse Andrea mentre la gente aveva ormai preso posto in chiesa.
Davide : “E’ arrivato il prete”.
Michele ripose nel pacchetto morbido la seconda sigaretta.
La messa fu breve, la predica anonima, e, almeno per quanto riguardava la seconda, Rodrizio pensò ancora che lui avrebbe voluto diversamente.
Dopo la funzione, in chiesa erano rimasti solo loro, seduti, in silenzio.
Eugenio aveva tirato fuori lo scacciapensieri.
Fu in quel momento che in tutto l’androne risuonò l’eco di una fragorosa risata.
La bara si scoperchiò e Irreprensibile drizzò in piedi; pantalone mimetico, capello lungo, il volto pallido ma ugualmente raggiante : “Siete stati uno spasso, un vero spasso amici; e poi, uno scherzo del genere non sapete quanto allunga la vita”.
1 commento:
ci coccodritto
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