giovedì, giugno 17, 2010

Estati d'animo (quinta parte)

Si allontanò dalla festa per sedersi sulla spiaggia e valutare meglio l'idea di un bagno.
Un cane le venne incontro, seguito da una ragazza abbronzatissima che si sedette accanto a lei mentre il cane si lasciava accarezzare.

Sulla targhetta del collare c'era scritto "Tattva".
Questo restò a fissare il mare, ansimando con la lingua penzoloni mentre le due si presentavano.
La ragazza era una delle organizzatrici della festa. Dalla sua abbronzatura profonda ed uniforme e da alcune parole particolari che disse, si fece l'idea che si trattasse di una donna del Sole, una persona che aveva scelto di non viaggiare come tutti gli altri ma di rimanere sempre in un unico luogo della terra.

Indicando l'anello le disse:
"E' stupendo. Come vorrei averlo!"
Si guardò la mano, aperta davanti a sè. Era il regalo di suo padre per il diploma. Un anello costoso che aveva comprato a Mosca, quando viaggiare lontano aveva tutto un altro significato.
Scherzando rispose: "Cosa offri in cambio?"

Non poteva credere che l'avesse presa in parola eppure la ragazza cavò dalla borsa una tazzina da caffè, una conchiglia, un pacchetto di sigarette ed una pinzatrice, disponendoli sulla sabbia ai suoi piedi, accanto al cane. La guardò stupita, decidendo comunque di stare al gioco.
Era improbabile che non riconoscesse come il valore di quell'anello superasse sicuramente qualunque altro oggetto diverso dal denaro che potesse portare dentro quella borsa, eppure la sua proposta era sincera.

Si senti' spaventata al pensiero che se anche uno scambio come quello poteva essere giustificato nell'assurdo di un mondo immobile se per caso, il giorno dopo, tutto fosse ritornato alla normalità lei avrebbe perduto non solo un oggetto nuovamente di valore ma anche uno dei pochi elementi di contatto con quello che era il mondo "prima" e che comunque, anche al riprendere della rotazione della terra, non sarebbe mai ritornato ad essere tale.

Pensò che avrebbe potuto o forse dovuto, per rendere almeno lontanamente equo lo scambio, chiedere il cane, ma non se la senti' di esporlo alla vita sempre in movimento in cui l'avrebbe dovuta seguire. Inoltre le dispiaceva proporre di separarsi ad un cane ed al suo padrone per cui, sull'onda di un riconosciuto colpo di testa, decise di prendere la pinzatrice.

Pochi minuti dopo la ragazza se ne andò, senza intimare al cane di seguirla, senza degnarlo di un cenno o di un saluto. Restò li' sulla sabbia, contemplando con lei l'illogicità di quel baratto.
Arrivarono dei bambini, chiamandolo per nome: il cane era loro.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

una scena lesbo

l'autorre ha detto...

prrecisamente

L' Irreprensibile ha detto...

C' e' molto philip dick in tutto questo

duckman drake ha detto...

molto dick

Un cazzo ha detto...

ascolta

psicoprostituta ha detto...

50 € una bocca col pensiero

Matrioska Genova ha detto...

Vienire a trovarci nel nostro nuevo ristoracia!

Mister Vabene ha detto...

si ok

Anonimo ha detto...

è questo il blog di leonardo pieraccioni?

aCapPella ha detto...

ma se io e te ci si piacesse..quanto ci si metterebbe a darsi un bacio?