Era una notte buia e tempestosa, o almeno lo era stata.
Si girò per osservare meglio i suoi compagni di sedile, fingendo di guardare qualcosa nel finestrino opposto.
Erano entrambi uomini: assonnati, rasati, imbarazzati. Nella macchina dominava una certa sensazione di inqietudine sin da quando erano entrati nel Giorno. L'instancabile illuminazione prometteva contemporaneamente un'abbronzatura perfetta ed allucinazioni da insonnia.
Il passeggero davanti portava ancora la mascherina ma doveva essere sveglio già da un pò, l'aveva sentito rovistare alla cieca nel portaoggetti della portiera. Si erano a malapena intravisti quando era salita in macchina, la sera prima. Difficile ricordarsi chi fosse, i viaggi erano diventati tanti da confondersi tra loro.
Il guidatore si rivolse a lei in un inglese stentato: sarebbe stata la prima a scendere.
Guardò fuori dal finestrino, questa volta il suo. Le cose apparivano finalmente nel loro colore, anche se la stessa luce che li rivelava aveva stinto ed arso i toni. La macchina rallentò, incuneandosi in quelli che prima dovevano essere stati pregiati vigneti.
Sorrise: sarebbe tornata ad indossare gli occhiali da sole.
sabato, maggio 29, 2010
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1 commento:
Vorrei leggere qualcosa di più spinto
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