martedì, luglio 07, 2009

Vol. I n°3. Considerazioni orecchiabili sull' opera di Gauguin "nevermore"

Chapeau...

Diversi individui, nella storia, hanno sentito il bisogno di tradurre ti amo in altre lingue; tralasciando l'elencazione degli scopi che hanno suscitato in molti questo desiderio, esprimo una sola considerazione di carattere generale: cretini. O porci missionari spagnuoli in vacanza nelle Indie.
In realtà l' idea della traduzione, di per sè infantile, cela degli spunti interessanti: questo soprattutto nel caso in cui la parola in questione sia intraducibile. In questi casi potremmo trovarci di fronte ad una di quelle parole speciali che sono la diretta emanazione dello spirito del popolo considerato, che ne so: Führer, colf o badante, carcadè, coca-cola, sorbetto (specialità della Tailandia).

Oppure nevermore.

Mai più. Quante volte abbiamo dovuto giurare da piccoli di non farlo più?
Con una bassa percentuale di possibilità di essere contestato (i lettori che omaggiamo con la nostra raffinata scrittura sono un esiguo manipolo), o smentito, posso affermare che l' idea del mai più, da intendersi nei termini della puerile lagnanza non lo faccio più, è un orrible componente dello spirito dei popoli che nel tempo si sono affidati alla morale della Chiesa.

Critica e embarrassment di Gauguin

In Polinesia no, non esisteva il mai più, e allora bisognava portarcelo, bisognava portare l' ipocrisia del pentimento a giustificare il peccato. Bisognava portare il peccato. Perchè senza il peccato non potevano esistere le prostitute, e senza il mai più, i peccatori. Ed ecco che il nostro grande Gauguin, ammiratore ed esperto dell' esotico, si rivela incapace di rinunciare al suo bagaglio inconscio di Europa e scrive "mai più" sulla tela che lo ritrae mentre salda il debito contratto con una polinesiana a pagamento.

Ora mi sorge un dubbio, alla luce di recenti avvenimenti, e se quel mai più si fosse riferito non all' atto di andare a puttane nel suo insieme, ma al mero pagamento?
L' etichetta ci impone di non parlare di Berlusconi.

3 commenti:

non posso usare il nome vero ha detto...

idilliaco prosaico osè casual ed omofobo: domani ci querelano

Rodrizio ha detto...

siiiiiiiiii mi piace questo posstttttttt

Anonimo ha detto...

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