sabato, dicembre 22, 2007

L'impaziente inglese

Brano lunghissimo nel quale si discetta di tutto e un pò, senza tralasciare gli spoiler sull'ormai vicinissimo e tradizionale oroscopone segno per segno.

Si lo ammetto.Mi piacciono le associazioni di idee.
Quelle libere non tanto.Non le libere associazioni, intendiamoci, quanto le libere associazioni di idee. Non voglio essere pedante, ma mi sembrerebbe pleonastico soffermarci sul concetto di libertà quando già il concetto di idea lo racchiude al suo interno.
Ma torniamo al nostro racconto: si parlava infatti di quando fosse possibile parlare di un lupo mannaro cinefilo o cinofilo ma mi sembrerebbe veramente assurdo parlare di qualcosa di cosi desueto che oggi, al pari dei lividi fantasmi strillanti e scroscianti catene, potrebbe fare paura soltanto ad un pedagogo demodé inglese di metà settecento.
Inglese inglese, questa parola mi torna su come un budino indigesto perché dietro di se di parole invece di una se ne porta tante.
Parole parole fiumi di parole, come si dirà remo in inglese?
Amo e remo; amo et remo diceva il poeta, ma a me adesso, chi me lo farà latino?
Amo ET, è vero: ormai conviviamo da sette anni ma prima poi accetterò di vivere presso Karate Brianza con lui, ed insieme, invincibili nell'onorevole stile della cintura color saliva di un accappatoio prestigioso, non temeremo più le insidie dei francesi, da sempre nemici degli inglesi.

Vaccate, porcate, soltanto porcate mi escono dalle dita quando cerco di parlare del mondo reale. Francesi, inglesi, meneghini valdostani olandesi olandesine queste sono solo parole, portate dal vento costante dell'abitudine, parola che è prole del vento che nutre soltanto se stessa e mi dice: parole, potessi soltanto sapere che cosa vuol dire non essere un popolo ma solo fratelli, compagni, sorelle, o almeno compagni di doccia.
Insomma, ancora una volta sono rimasto sveglio fino ad ora, con gli occhi pesti innanzi al montior, solo per comporre qualcosa che impiegherà più tempo ad essere letta di quanto non ne sia stato speso per scriverla. Ma cosa volevo fare?Cosa speravo di ottenere sproloquiando sull'assurda distinzione in continenti, nazioni, regioni, province, comuni, città, frazioni e paesi?Cosa potevo mai sperare di dire che già non sia stato detto sull'amore tra i popoli diversi e tra gli umani e li alieni, peraltro trascinando con me una mostruosità di errori ortografici?

Ed ecco la risposta a tutti questi punti interrogativi:
il titolo del post, ovvero: L'impaziente
Inglese francese italiano svizzero o filippino non importa, perchè quello che ci lega è proprio l'impazienza, l'affanno nell' arrivare alla fine del post ogni volta che se ne presenta uno nuovo.
Se stai leggendo queste righe, i casi sono due: o hai brillantemente evitato l'inutile quanto prolissa parte iniziale o ti sei sciroppato senza batter ciglio (dimostrando peraltro scarso spirito critico) l'intera pappardella. In entrambi i casi, o lettore, meriti un premio; ed infatti eccoti, nella loro magnificenza, i dodici segni dell'oroscopone che, a breve, sarà redatto per accompagnarci in questo nuovissimo anno:
Sasso, airone, contralto, spinaci, platessa, arcotangente, cotechino, tinello, femore, xilofono, eterotrofo, indaco.
Vogliatevi bene bambini

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma la notizia migliore è che a fare l'oroscopone sarà come tradizione il magico rodrizio

Anonimo ha detto...

Guarda che è uno zampone...