giovedì, gennaio 26, 2012

Alteri, V parte

Il tempo passa in un modo tutto suo nella miniera. Luce artificiale e buio si susseguono secondo parti del tempo canonico che oscillano tra le tre e le otto ore. La durata di questi cicli varia a seconda dell'opinione della persona con cui si trova a dividere la buca, che cambia dopo un numero di cicli puntualmente imprevedibile.

Ad ogni ciclo di luce ne segue sempre uno di buio ed è opinione poco diffusa, ma molto radicata tra coloro che la condividono, che i cicli siano sempre uguali a coppie. Cioè che ad ogni ciclo di luce ne segua uno di buio della stessa durata, indipendentemente dalla durata del ciclo di luce che seguirà.

Non gli è mai successo di tornare in una stanza in cui fosse già stato o di rincontrare qualcuno. Gli uomini che incontra hanno sempre delle idee, delle teorie sul perché della miniera e sui suoi abitanti. La tortura è uno di quegli argomenti di cui si parla solo per esprimerne la paura ed il mistero e nessuno fa mai riferimento a cosa gli sia successo personalmente. Il tabù stesso sembra essere una parte della tortura o un ingrediente del rituale scaramantico ad essa legato.

Di solito nei cicli di luce si scava, con le mani e senza troppa passione, benché non sia chiaro se scavare sia obbligatorio o meno, così che ognuno calcola secondo coscienza se ci sia o meno relazione tra la propria disposizione verso la miniera e la frequenza con cui si viene torturati.

Nei cicli di buio si dorme e ci si riposa. Il cibo viene sempre portato sul finire di un ciclo di luce dentro vassoi coperti in tutto per tutto simili a quelli di una mensa, anche per contenuto: primo secondo e dolce, e si può scegliere tra una bottiglia da mezzo litro d'acqua naturale o un cartoncino di latte intero da 33cl. Il tutto viene lanciato o calato nelle buche da inservienti silenziosi e col volto coperto.

"Il motivo per cui ci torturano, quello almeno lo so." dice il suo sedicesimo ed attualmente ultimo compagno di stanza, o cella o buca, accoccolato in una rientranza scavata ad un mezzo metro di distanza dal fondo di una voragine profonda almeno tre.
"In tutte le culture che sono state visitate dagli alieni c'era la violenza. Ma soprattutto la tortura. E' un dato di fatto. I Maya, gli Aztechi, i Nazisti, le famiglie incestuose e perverse dei grandi campi di grano nordamericani."

Deglutisce sonoramente una sorsata di latte, chiedendosi se questo della teoria degli alieni saprà dargli qualche indizio circa il suo ricordo.

"Gli alieni, che sia per proteggerci da noi stessi o per guardare uno spettacolo semplicemente interessante, si fanno vivi dove qualcuno fa male a qualcun'altro, intenzionalmente e per un tempo sufficiente a che le grida raggiungano le loro antenne aliene."

Non ha ancora assimilato completamente la logica dietro al ragionamento che un inserviente con una maschera da saldatore sbuca dal telaio della porta per indicarlo, intimandogli di seguirlo.
Dopo essere faticosamente uscito dalla buca, viene bendato.

"Pensala come parte di un meccanismo di aggiornamento accelerato. Vogliamo che arrivino a salvarci, questi benedetti alieni. Stiamo piangendo il più forte possibile attaccati alle sbarre del nostro lettino spaziale."

Non gli è mai successo ma sa cosa significhi: ora, per la prima volta, verrà torturato.

2 commenti:

Roswell ha detto...

Enrico la talpa ci ha avvisati. Salva la cheerleader.

cheerios ha detto...

salva il mondondolo