domenica, ottobre 16, 2011

avere l'avorio

Degli elefanti si parla di tutto meno che degli occhi.
Di che colore siano gli occhi degli elefanti poi, se ne parla ancora meno.

Degli elefanti, nonostante le ore e ore di documentari, so soltanto sei cose:
  1. hanno una gravidanza di quasi due anni
  2. sono naturalmente molto longevi
  3. hanno grandi orecchie
  4. sono paragonabili per peso o grandezza ad un multiplo intero di scuolabus o piccole utilitarie
  5. sono prevalentemente grigi
  6. il più importante di ogni branco veste un completo verde e indossa una corona *
Degli occhi degli elefanti, appunto, nessuna traccia. Tantomeno del loro sonno, dell'interazione tra occhi e sonno, dei loro sogni, eccetera eccetera. Cosa ingiusta, visto che del sonno e dei sogni degli altri animali si sa quasi tutto: i cavalli dormono in piedi, i ghiri dormono benissimo e le oche sognano di diventare veline.

E gli elefanti?
La chiave per capire il sonno degli elefanti sta forse nella loro longevità. Campando infatti fino a settant'anni senza l'ausilio di medicine, badanti e bocciofile si può assumere con certezza che gli elefanti abbiano un sacco di tempo per pensare.
Inoltre, non potendo praticamente parlare tra di loro, hanno sicuramente modo di spendere il tempo per parlare con se stessi.

Ma pensare a chi, parlare di che cosa? Non del Serengeti, che è sempre lo stesso sin dal precambriano, ma di sogni. Che cosa potrà interessare ad un elefante, che guarda tutti i giorni lo stesso tramonto sulla savana e la solita sceneggiata di iene e gazzelle davanti alle telecamere, se non il mistero delle immagini che gli appaiono nel sonno?

A questo punto è opportuno ricordare il modo di dire "elefanti mai scordan" che richiama la memoria e la passione per i vecchi rancori di questi grandi mammiferi. La loro grande pazienza, l'assenza di predatori naturali una volta raggiunta l'età adulta e la mancanza di internet creano una base perfetta per investigare i propri sogni con tutta calma e, una volta svegli, riavvolgere pian piano il filo della propria mente per ripensare a quanto si è sognato.

Sotto alle rughe, dietro alla proboscide prensile golosa di noccioline, si nasconde un animale perfettamente conscio di quello che ha intorno, che osserva silenziosamente la realtà e la realtà della mente attraverso il tempo che l'una concede in riposo all'altra.
Perchè se è vero che si dimentica in fretta, per ri-conoscere il proprio mondo non serve che ricordare lentamente.


* Visti i tempi dell'edilizia italiana e dato il sospetto diffuso che anche i muri abbiano le orecchie, si direbbe che muri ed elefanti siano in realtà la stessa cosa, ma facendo forza specialmente sul sesto punto non daremo credito a simili sofismi.

1 commento:

Rodrizio ha detto...

sembri me, che merda