venerdì, dicembre 03, 2010

Il mio nome è Merlo;

so a che cosa state pensando, state pensando che non è un nome allegro.
Conosco la vostra propensione per la leggerezza.
Quando saprete qualcosa di più sulla mia vita e sul mio lavoro vi renderete conto che è un nome che mi si addice; uno di quei rari casi in cui il nome scelto da bambino corrisponde alla persona che lo porta.

Gli antichi, saggiamente, usavano aggiungere qualcosa al nome, che descrivesse chi lo portava, come ad esempio Ludovico il Pio; altre volte il nome era completamente sostituito da un soprannome, come quel pittore, il Sodoma.
Oggi il soprannome è caduto in disuso, si preferisce usare i titoli, come quel politico, il cavaliere. Con una rassicurante perdita dei connotati più strettamente valutativi.

Sono convinto che sarebbe più opportuno decidere il nome al momento della morte; solo così la scelta potrebbe essere equilibrata.
Il giudizio complessivo non lo si può dare prima della nascita, a meno che tu non sia un determinista convinto con particolari doti di chiaroveggenza, né a metà della vita; questa è opinione universalmente riconosciuta. Non capisco perché il nome, che ha una portata così ampiamente descrittiva, non debba andare a vantaggio dei posteri che lo conosceranno. Ci vorrebbero due nomi, uno provvisorio, anche un numero, e uno da scegliere alla morte, anche poco rispettoso.
Però dove lavoro io la situazione è confusa, si ragiona essenzialmente per numeri e posti, a tutto vantaggio delle canaglie; e per praticità del personale amministrativo.

Io li chiamo per nome; quello che avevano da vivi, sempre meglio del numero; nessuno si è mai lamentato.
Quando al mattino respiro l' odore di terra bagnata, e si distingue ancora la luce tremolante dei lumini, rinnovo la mia promessa:

Good Morning, Vietnam.
Vi garantisco l' eterno riposo,
perseguo i reati contro la pietà dei defunti.
Voi che ancora vivete non disturbate
chi riposa in pace.
Il mio nome è Merlo
sono un agente della polizia mortuaria. A vostra completa disposizione.

Il mio lavoro mi piace. Non è un lavoro molto conosciuto, non è ben pagato, nessun moccioso lo vorrebbe fare da grande.
A volte percepisco qualche extra, quando mi scambiano per becchino; è importante per me avere delle gratificazioni: il lavoro è la mia vita.
Lavoro qui, il mio ufficio è circondato da alberi, marmi pregiati e ascolto il silenzio.
Il mio lavoro è la mia vita e sono contento di non stare dietro ad un computer.

Voi che vivete non avete idea di quanti problemi abbiano i morti.
Come Marzio, del campo F: l' amante che buttava via i fiori della moglie, la moglie quelli dell' amante. Le ho multate e mi sono tenuto i soldi.

Ah, il campo F. Proprio vicino alla parete dei loculi 1200-1300.
Lei riposa, nel suo cantuccio un po' defilato, sulla destra in basso. Non le faccio mai mancare un fiore al mattino e la buonanotte la sera.
Mi piace raccontarle che faccio questo lavoro per lei.
E' una balla.

3 commenti:

Ipiroga Mistery Magazine ha detto...

ehi ma questo è il risultato di uno spin off...in quale racconto ho già visto il signor Merlo?

Merl ano ha detto...

non ho amici

tamerlano ha detto...

è una bolla