sabato, dicembre 04, 2010

il malato immaginato

a Jean Baptiste Poquelin piace questo elemento

Il suo diario: una vita che
volevo; vederlo, entrare nella sua vita e forse, poi, annegarvi.
Come un uomo che esce da un caffè e dice:
"Che bella nuotata!"
. Il completamento del proprio ruolo sociale è, come una barzellettà. La fine di un'iterazione, la calibrazione della propria immagine pubblica.

Un pò come tutti gli uomini sono affascinato dalla deduzione, anche se sostengo di averne fatto uso solo quando funziona. Nella categoria "interessi" non ho dubbi: Film Disney, Basil l'investigatopo, donne.

Sono un animale sociale.
Vivo in un condominio, sono un personaggio da una storia e via ma, inaspettatamente, sul pianerottolo lo trovo.
Un libricino, un moleskine forse, un diario dei cartoni animati col lucchetto di plastica, una risma di fogli pinzati un.

Un Diario.

Il suo diario: dimenticato forse ma, gioia e gaudio, diario. Pensiero di carta e ancora la parola: diario.
Di chi? Non importa: lo apro.
Se abita in questo condominio capirò, saprò, mi troverò: sono un uomo, sono nato per essere in cerca di: donne. Ho scelto cacciatore ma sono raccoglitore di: diari.
Ed eccone uno. DI qualcuno, che sicuramente mi conosce. Che parla di me. AH! Diario.

Sono conosciuto, nel condominio come nel quartiere: figuro sicuramente tra queste pagine.
Da qualche parte sono sicuro di esserci nascosto anche io; io io io fondamentalmente, sonoramente, inconfutabilmente IO, in quel diario.
Nel pensiero di chi mi conosce ci sono: io.
Non sono un pazzo o un maniaco, un ritrovatore - sono io.

Chiamatemi Ismaele: è il diario di una donna. E' già qualcosa ma non tutto. Io, devo, ancora, trovarmi.
Perdonate se, sono un pò, difficile. Io non tengo diari, li cerco solamente. E, questo, è il mio pensiero. Destrutturato, ricombinato il meglio possibile per essere leggibile. Quando è ordinato il pensiero rischia di essere un. Diario. Io no, non tengo diari. Vi cerco me stesso, LI leggo.

Siete nella mente di un uomo ma, questo, è molto, diverso da un diario.
Eccomi, ci sono, anche io! Il pazzo del quarto piano. Eccolo.
E' commovente non è vero?
Parolano di me.

Ritrovarsi non nelle parole ma negli scritti altrui.
La carta è molto più sincera: le parole non sempre conoscono il pensiero che le genera.

Il pensiero ha un'impaginazione. Tutta diversa da quella cui siamo abituati. Non ci si riferisce a sè stessi con la stessa sincerità con cui le mani battono la tastiera,

stringono il cappio o il calamaio. E come mai più, Pasolini diceva che; scrivere è inutile?

L'impaginazione delle mentalità è; diversa
ogni volta.
La punteggiatura delle
profondità della mente: UN MISTERO;

Charlie Brown voleva essere chiamato Saetta e invece no: buon vecchio Charlie Brown.

3 commenti:

punteggiatura futurista ha detto...

qualcuno qui criticherà duro, qualcuno ti amerà

matteo ha detto...

mi piace quando mi criticano duro

Anonimo ha detto...

PISCI IN PISCINA, PISCI NELLA DOCCIA, PENTITI