domenica, novembre 21, 2010

Capitolo 11) Spin Off

"Tu non ci crederai, ma ora sono assolutamente certo che quella macchina ci stia seguendo".
Deborah digrigna i denti ed emette un mugolio decisamente infastidito.
"E' la quinta volta che ne sei assolutamente certo, e poi puntualmente l'auto piena zeppa di cattivi in questione ci supera" - e, mentre mi sminuisce, ho la sensazione che parli solo perchè proprio non può esimersi dal farlo.

La portiera si apre e il mio piede sinistro tocca l'asfalto bollente : in quel contatto percepisco di essere già più vicino alla verità.
Io ho visto troppi film.
I miei pensieri viaggiano a ruota libera, e dal vortice esce un'immagine della mia vecchia vita : un uomo vecchissimo in doppiopetto e bombetta che, una mattina allo sportello delle poste, si era congedato da me in modo decisamente singolare : "E si ricordi giovine, più si sente puzza di sterco e più si è vicini alla verità".
Aveva appena pagato il canone Rai.

La California.
Deborah alterna momenti di profonda inquietudine ad altri di grande spensieratezza; in questo momento sta giocando a fare la diva del cinema, perchè "è il nome del posto che lo richiede", e rimane ferma in posa a fare smorfie, finchè io non fingo di farle una foto.
Non mi ha fatto altre domande durante il resto del tragitto, e questo mi è parso molto strano; se io venissi sequestrato dal mio ex-fidanzato, probabilmente mi sarei già buttato in corsa giù dalla Toyota Corolla. E avrei portato le sue sigarette con me.
Come se non bastasse, non sono folgorato da nessuna idea migliore di girare a vuoto nella piazza di questo assurdo paesino, e, proprio mentre credo che alla prossima finta foto potrei soffocare, vedo l'insegna che sto cercando.

Polpo di Genio - trattoria e wine bar (specialità marinare)

Entro marciando a passo deciso.
Il locale è piuttosto buio, sicchè i miei occhi impiegano qualche istante ad abituarsi alla nuova condizione; metto a fuoco gli avventori, e mi stupisco che ci sia qualcuno, considerando l'ora insolita per rinchiudersi in una trattoria sperduta nel mezzo della Toscana.
Ci sono solo il barista e un cliente, relegato nell'angolo più buio del locale, e solo parzialmente visibile; nessuno dei due mi rivolge parola, nonostante il mio ingresso affannato. Il barista è un ometto piccolo e insignificante, uno di quelli che nei film italiani di serie B farebbero i tassisti terroni trapiantati a Milano, che per sbarcare il lunario si improvvisano anche dog-sitter, o qualcosa di peggio. Ha i baffi, ma non la barba, ed è pelato come un melone lucente; ma, soprattutto, non ha affatto l'aria di sapere il fatto suo, caratteristica essenziale per essere un barista credibile.

Dell'altro uomo, invece, mi colpiscono gli occhi spenti, ed eppure visibili nella penombra causata da un grande tendone impolverato; il volto sembra severo ma sincero; è quello di un uomo che ha osservato svariate categorie di suoi simili mentire, e che dunque ha appreso alla perfezione questa nobile arte, ma che ha deliberatamente scelto di non usufruirne mai. Quasi mai.
La fermezza del braccio, indirizzato ma non disteso verso il bicchiere sul tavolo; la compostezza della mano, il controllo del proprio animo inquieto.
Forse, a giudicare dal mantello in cui pare avvolto e dalla diffidenza con cui lo osserva il barista, è lui stesso un forestiero.
"Le offro un altro giro, signor Merlo?" - il pelato sembrerebbe in giornata di buona, peccato dover essere proprio io a guastargli la festa.
Non mi faccio pregare.
"Servirà dopo da bere al signor Merlo; io sono qui per parlare con il signor Oscar, e se lei non lo conosce o se egli non si trova qui, le porgo le mie sincere scuse in anticipo".

Quello che accade dopo è una sequenza di eventi in rapida successione, ancora oggi poco lucidi nei miei ricordi, e tendenti a fondersi insieme, a causa dell'eccitazione da apprendista detective : il Melone Lucente che dapprima fissa impietrito il bancone e che poi scosta il tendone polveroso indicandomi un corridoio segreto - un corridoio segreto come nei film! - l'avventore che esce dal locale senza proferire parola, lasciando una scia di profumo di crisantemi; la mia totale noncuranza nei confronti di Deborah, non badando se fosse entrata anche lei nel locale o meno; la stralunata visione di Oscar, chiuso in una stanzetta in fondo al corridoio dei misteri.

Non ti fidare Sebastiano, possibile che per una volta una ciambella ti riesca con il buco?
Sta per accadere qualcosa di brutto.

3 commenti:

grandi intenditori italiani ha detto...

merlot

viva la california ha detto...

made in italy o morte

Anonimo ha detto...

sempre piu' lunghi