venerdì, ottobre 08, 2010

la dieta dell'allineamento morale

Ero disperato.
Davvero, disperato.
Poi, in realtà non ricordo bene se ad esserlo fossi io o mio fratello. Ci sono momenti di drammaticità così intensa che è difficile distinguere la propria agitazione da quella di un altro, il proprio dolore da quello altrui.
Mi sembra di ricordare che i depressi se la passino bene durante le sciagure, se questo c'entra qualcosa.

Insomma che in casa c'era tensione. Non si trovava più Batman. Scomparso, sparito. Forse addirittura rubato ; ed io tremavo al pensiero, ma in effetti ancora adesso mi spavento con niente.
Che poi in realtà di Batman ne avevamo almeno due, anche se non saprei dire quale fosse il mancante. Il classico in grigio e nero o il fluorescente per le missioni subacquee, ad ogni modo era un mistero oppressivo e carico di terrore.

Il Pinguino dal canto suo sembrava felice, per quanto possa essere felice la plastica.
Anche l'altro Batman sembrava contento, o almeno indifferente.
Anche se è vero il contrario, la vita non è Toy Story. Io da bambino non avrei mai potuto immaginare niente di così innocente e bambinesco come dei giocattoli che vivono mentre io non ci sono. Non che fossi un empirista, l'ipotesi del furto era solo più accattivante.

La regola delle 5 W: chi lo aveva rubato e quando? Perché qualcuno dovrebbe poi rubare un giocattolo ad un bambino anzi, a due?
Dove era successo il fattaccio? In casa, sicuramente in casa, Batman non era mai uscito, su questo sono sicuro che fossimo sicuri.

In casa? Ecco che cosa c'era di agghiacciante. Qualcuno era entrato in casa o forse addirittura era costantemente nella casa.
Che si trattasse di un oggetto di poco conto potevo capirlo anche io, che ero un bambino. Ma allora perché rubarlo?
Il rapimento di Batman era un avvertimento.
La dimostrazione di poterci togliere in qualunque momento qualsiasi cosa. Giocare con i nostri interruttori emotivi, fino a farci tradire la memoria di Batman: da compagno di gioco ad oggetto di poco conto, solo perché non c'era più.

Ma chi poteva avere una simile organizzazione logica della malvagità? Chi si occupava maniacalmente del destino del nostro dolore per il pupazzo perduto? Anche se quindici minuti dopo mi ero dimenticato di tutto ed avevo ripreso le mie avventure con il Pinguino ed ero tornato ad avere paura delle solite cose chi poteva organizzare una parentesi di panico così strutturata?

Un davanzale. Giocando l'avevamo lasciato lì. Nello studio, tra le tende a maglia fine ed una finestra raramente aperta: l'abbiamo trovato lì giorni dopo. Forse addirittura settimane dopo.
Ce l'avevamo messo noi.

Ora arriva il momento in cui non vorrei offendere nessuno. In cui faccio la mia sparata sperando di essere capito, sapendo che sapete che non servono due guardie bigotte per cercarmi l'anima.
Per farla breve: quando poi al catechismo ci hanno spiegato la Pasqua io l'ho capita.
L'ho capita subito.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

di che dimensioni era batman

barman ha detto...

più o meno così

Anonimo ha detto...

un mojito al melone per il ragazzo con i baffi e la forfora che si fa la bionda fica