lunedì, aprile 19, 2010

Il trittico della storia; parte III.


Labirinto. Presso il Duomo di Lucca, pilastro a destra adiacente al campanile. Reca incisione (HIC QUEM CRETICUS EDIT DEDALIS EST LABERINT HUS DED-ONULLUS-S VADER- E QUIVIT QUI FUIT INTUS NI THESE-US GRAT-IS ADRIAN-E STAMI-NE IUTUS).


Dunque, siamo arrivati al termine di questo breve tragitto. Il signor Rossi oggi sembra più stupido del solito e quindi per suo beneficio traggo le somme, giacché egli ama, come tutti gli spiriti pragmatici, le somme (e disprezza divisioni, sottrazioni e moltiplicazioni; sebbene le ritenga, al pari della coda al supermercato, un male necessario).

Abbiamo cominciato dicendo come qualcosa possa rimanere tale o venir travisato.
In secondo luogo abbiamo rilevato come il travisare sia l’ unico modo per intendere e raccontare un‘ avvenimento.
Partendo da queste considerazioni abbiamo visto come la storia risulti dunque, nella sua pretesa di scientificità, più un’ ideale che altro, e come il ricercare sempre e comunque un significato per la storia porti all’ idea che esistano leggendarie cospirazioni ordite da un grande vecchio.
Dopo aver fatto gli sberleffi agli storici abbiamo inventato la poesia della storia, peraltro evidente imitazione dei racconti dei rapsodi.
Prima di inaugurare una nuova e felice ricerca sulla Parola però intendiamo appropriarci, o meglio riappropriarci, della teoria del complotto. Infatti abbiamo visto che talvolta la storia ne fa uso per giustificare determinati accadimenti storici, e abbiamo condannato questa visione come mendace; in realtà questa teoria del complotto, se appare criticabile dal punto di vista di una storia che si dichiari scientifica, è molto seducente, e anzi è fondamentale per la poesia della storia.
E' interessante quanto dice Karl Popper,

“[Omero] concepiva il potere degli dei in modo che ciò che accadeva nella pianura davanti a Troia costituiva soltanto un riflesso delle molteplici cospirazioni tramate dall’ Olimpo. La teoria sociale della cospirazione ne è una derivazione.”


La poesia della storia si deve impadronire di questo strumento, che gli è proprio.

Che ci si lasci immaginare Rennes le Chateaux, le cospirazioni del Priorato e tutto il resto. Poniamo fine al tormento della realtà pura, falsa realtà che continua ad esserci inculcata, tormento che dura dalla presa della Bastiglia.
Riapriamo cento Bastiglie e chiudiamoci dentro chi ci dà risposte non richieste, chi non ci lascia cercare: scriviamo all’ ingresso che il mito, anche se più lontano dalla realtà è più vicino alla Verità.
Consideriamo che il lume della ragione, così come ci è stato fornito dall’ illuminismo, illumina meno del fuoco fatuo del sentimento.

4 commenti:

Il Divo ha detto...

più senti puzza di merda e più sei vicino alla verità

ti plagi da solo ha detto...

giravo e rileggevo anzi guardavo le foto che hai rubato qua e la'

L' Irreprensibile ha detto...

Rodrizio mandami per mail le canzoni degli ipiroga delle quali sei in possesso.

brillante ha detto...

<3, sono molto impressionato
ripensandoci, stiamo stringendo il cerchio dei nostri discorsi intorno a qualcosa. ci rileggerò