sabato, aprile 10, 2010
Il trittico della storia; parte II.
Pythòkritos della Scuola di Rodi. Nike di Samotracia. II secolo a.C. Marmo di Paros, nave in marmo scuro. Museo del Louvre, Parigi.
Ora adottiamo la prospettiva dello scrittore di romanzi d’ appendice, del lettore di romanzi d’ appendice, dell’ annoiato, del visionario, del metronotte o dello scemo del villaggio, categorie che, per quanto possano sembrare lontane, spesso coincidono in quella simpatica figura che è lo storico.
Si parte sempre da dati di fatto, dati di realtà. Secoli di metodo scientifico ci hanno abituati a questa forma mentis, che non è un pessimo punto di partenza per la nostra analisi. Va da subito rilevato che questo metodo non soddisfa il desiderio di improbabili fandonie insito nell’ uomo, e che quello che noi consideriamo un punto di partenza, uno sfondo, è ritenuto dai più il punto di arrivo. Noi diciamo si parte da dati di fatto, lo storico invece pretende di scoprire i dati di fatto.
Un soggetto si aggira nei vicoli, in una notte piovosa e senza luna (era una notte buia e tempestosa), privilegiando quelli più bui; e reca in mano delle sporte bianche. Perché?
E’ un naturalista evoluzionista che studia il comportamento della popolazione dei ratti di Genova e che presto riuscirà a dimostrare che la ligustica stirpe discende dagli abitanti di Topolinia? E’ il membro di quella snobistica elite che aveva e ha il nome di Coricanti e che contende ai professori di matematica la creme della popolazione liceale savonese? E’ un profeta di sventura? Un soldato di ventura? Un prete, un mistico, un suonatore di liuto? Un superdotato? Una donna, un’ ermafrodito, uno poco pulito? Un giovane che ha appena affettato la fidanzata come un prestigioso prosciutto dop?
Forse un ebreo…
Ecco che la scintilla della fantasia si accende, e che iniziamo a costruire leggendarie cospirazioni.
Partendo dalla realtà creiamo la storia. Creare la storia: quello che fa lo storico! Il mitico cantore di eroi dell’ antica Grecia era migliore dei moderni storici; se non migliore era sicuramente più coerente: poeta.
Se siamo tutti storici quando raccontiamo un fatto, tanto meglio essere poeti. La più grande farsa o la più eminente tragedia, il riso, il pianto: sentimenti. L’ illuminista che scuote la testa e dice: uomini… Appunto uomini: la follia della storia moderna è il relegare i sentimenti ad una dimensione secondaria, nella migliore delle ipotesi. Oggi invento la poesia della storia, una non storia dal lieto fine non scontato. Una storia dove Rockerduck vince sul serio e zio Paperino diventerà finalmente papà, senza che si parli di revisionismo.
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3 commenti:
Caro Baro ti suggerisco di etichettare la tua saga: "Rispettabilmente: il deserto"
va bene.
ah: "Sussisteranno soltanto la forza e la materia, in perenne mutamento, che a furia di agire e reagire realizzeranno i tre tipi eterni: il prete, il soldato e il re." J. L.
immagino che la fonte sia Jennifer Lopez, ma potrei sbagliarmi
sono le scale dell'esimia facoltà nostra
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