Edvard Munch. Jurisprudence. 1887. Oil on canvas. 81.5 x 125.5 cm. Nasjonalgalleriet, Oslo, Norway.
Sul perché un’ ombra esca di casa nella notte piovosa di un venerdì 5 febbraio 2010 non penso che sia stato scritto molto; se qualcosa è stato scritto, probabilmente è stato letto poco, e - da parte di chi l’ ha letto - letto con poco interesse. Infatti, di per sé, la cosa non è affatto interessante, ancorché non banale.
E’ curioso notare la coincidenza, in uno stesso fatto, di due attributi considerati comunemente agli antipodi, cioè la non banalità e lo scarso interesse suscitato in un’ ipotetico fruitore secondario: di solito sono scarsamente interessanti i fatti banali, interessanti quelli non banali. Qui invece il conflitto ipotizzato si risolve, almeno per il momento.
Non è banale che qualcuno passeggi, nei vicoli bui, con delle sporte bianche e un ombrello semirotto nella notte piovosa di un venerdì 5 febbraio 2010. Non è banale, né interessante. Non lo racconteremmo a nessuno dei nostri amici (ammesso di averne); l’ amico, colui che chiamammo fruitore secondario, il vicino di casa, il popolo romano, l’ opinione pubblica. Chi vogliamo compiacere, nel primo caso, manipolare, in tutti gli altri.
Un’ ombra furtiva, si stacca dal muro, nella notte piovosa di un venerdì 5 febbraio 2010; ovvero “quando la realtà non basta più all’ uomo, materiali per un’ ipotetica critica della teoria sociale della cospirazione (se inserita nell’ orizzonte della scienza storia)”. Il potere creativo della parola e la vera natura della storia: siamo tutti storici.
Molto probabilmente, chi di voi incontrasse la suddetta ombra si interrogherebbe sul perché questa si aggiri nella notte piovosa di un venerdì 5 febbraio 2010. Molto probabilmente la risposta, qualcosa di fugace e di superficiale, avrà il sapore di una sommaria giustificazione per un ritardo, e il fascicolo aperto nella vostra mente sarà presto accantonato in un polveroso scaffale in attesa del macero. Comunque sia ci sarà stata una minima elaborazione: la vostra mente sarà stata probabilmente appagata da una giustificazione dozzinale, del tenore: sarà uscito a buttare la spazzatura, o ancora: avrà fatto la spesa (peraltro una risposta del genere rende l’ idea di come la mente, pur di avere risposte, si accontenti di quelle più improbabili).
Questa la prospettiva del normale inquilino del mondo, che non si fa troppe domande e non perde troppo tempo a cercare delle risposte. Egli racconterà all’ amico (ammesso che ne abbia) il risultato delle sue speculazioni a proposito della vicina di casa, piuttosto che di quell’ ombra che si appresta a diventare il personaggio principale di questo nostro vano e difficilmente godibile trittico.
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7 commenti:
difficilmente
perchè non mi chiamate mai quando uscite a fare casino, fare casino fare casino? comprare la farinata e non mangiarla
alla terza rilettura credo di aver intravisto un senso
tiziano ferro ti amo!
CIAO TIZIANO UN SALUTO DAL TUO FAN CLUB DI PADOVA
spero che leggerai questo mio commento... ciao Tiziano
sono un ebreo?
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