venerdì, novembre 20, 2009

Il Post del Quinquennio

In camera mia ho uno specchio a muro, grande ma non grandissimo.
E' posizionato davanti alla sedia girevole dove mi siedo sempre per cui mi trovo spesso specchiato. Seduto o meno, quando giro la testa verso lo specchio riesco grosso modo a guardarmi a figura intera.
E' strano guardarsi senza un fine, non cercando di capire cos'è finito nell'occhio o se mi sta bene un paio di pantaloni. Guardarsi e basta, mentre si è vivi e non in foto: che strano.
Mi sento sempre un pò come se mi stessero presentando il bambino a cui si sono ispirati per creare cicciobello. Ed è una sensazione inconsueta perchè quel bambino non esiste e so benissimo che cicciobello è stato disegnato ispirandosi un pò a tutti i bambini.
Osservando le proporzioni delle dita con le mani, la mobilità degli occhi, l'accenno di teschio che spunta in varie parti del viso, è come se prendessi coscienza del "tu" che gli altri si immaginano nella loro testa per fare riferimento a me, che invece sono "io".
Mi fa senso questa storia del teschio, che sembra spingere per uscire in certi punti e che invece si lascia ricoprire morbidamente in altri, come una tenda montata di fretta.
Forse più precisamente mi sembra impossibile che la mia visione del mondo, che reputo infallibilmente giusta e che ogni giorno mi sembra costantemente permeare e commentare tutto ciò che esiste, sia in realtà unicamente mia, almeno fino a quando non decido di farla uscire. E mi stupisce che una cosa di cui ho cosi' tanta considerazione sia semplicemente racchiusa in un corpo di poca carne, specchiato in uno specchio a muro grande ma non grandissimo, visibile da piccoli occhi facentene parte.

4 commenti:

la guida michelin ha detto...

non vale le tre stelle

Baro ha detto...

dalla gioia io provo gioia

Genuense Kicker ha detto...

baro è un blogger alla genovese

Anonimo ha detto...

si dice cranio non teschio