Io non lo sapevo che esistesse, eppure l'ho provata. Non conosco ma so.
C'è qualcosa qui che prude e mi riporta alla mente il vecchio pensiero sulla differenza tra il fare ed il saper fare, oppure quella storia sul know-how, o più chiaramente sulle cose che si hanno, nel senso che le si possiede, ma che non si possono vendere nella forma in cui le abbiamo. Penso all'artigianato o all'essere superdotati. Alla fine si tratta di due cose non dissimili.
Nella vita mi è già capitato di trovare per caso delle cose note in maniera cosi' diretta e cosi' limpida da lasciarmi interdetto.
In coreano l'equivalente alla schadenfreude si riferisce al profumo dell'olio di sesamo, considerato molto piacevole, mentre in giappone il riferimento è rivolto al miele. Mi piace questo approccio orientale, l'idea che il piacere generato da una disgrazia sia qualcosa di veramente sensoriale, di tangibile, come se il miele e l'olio di sesamo sgorgassero davvero dalla ferita infetta che affligge quel poveraccio.
Tuttavia credo che il nostro "godo come un riccio" resti tra le migliori, anche se forse qui il concetto si allontana. Eppure si affina, si assottiglia, perchè i ricci pungono chi sta alle loro spalle, come a dire che alla fine puniscono sempre chi trama e ordisce contro di loro. Ma se l'atto sessuale animale si compie...diciamo "in fila" ed i ricci possono, stando in fila, causare molto, moltissimo dolore ciò significa che in realtà l'espressione "godo come un riccio" nasconde un piacere amaro. Una sorta di suicidio, di mossa finale alla Sirio il Dragone: un sacrificio accettabile per ottenere la vittoria.
Meglio cosi', il dolore ripartito tra le parti mi pare un concetto più accettabile. Ma anche questo è terribile: significa che preferisco che vada uniformemente male a tutti piuttosto che malissimo ad uno soltanto.
Allora i casi sono due: o sono depresso o sono un democratico.
2 commenti:
o hai visto troppi cavalieri dello zodiaco
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