martedì, maggio 22, 2007

Solo se gli arabi sapessero suonare la cornamusa

Fiumi di salsa, salsa di pensieri, prima o poi ci portano via, lungo sentieri misteriosi, pieni di suoni strani, di occhi nel buio, di strani rumori, rumori di tamburi, o forse è il cuore che batte, meno male, forse è la pioggia che balla il tip tap sulle foglie degli alberi, la danza della pioggia, e le gocce si mischiano alla salsa, la diluiscono, ne cambiano la composizione: osserva il primo bagliore dell'alba, guarda l'argento del fiume, ascolta un cantante gitano, una ferrovia sferragliante che ti conduce al sole, saziati con una cascata di mercurio, col fumo cybernetico di una sigaretta epilettica,
un fuoco d'artificio, una pioggia di coltelli, infine un botto di cannone buca nuvole di zucchero filato viola
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sotto
un rapper arabo-francese parla di libertà: trema la giungla, ballano gli spiriti immortali, ballano gli ipiroga, pronti a tuffarsi nell'oceano, ballano, satiri e satirelle partecipano all'orgia a base di marsala, porto e terribili bottiglie di Frontera, là, nell'oceano sarà tutto diverso, celebriamo, appendiamo manifesti che annuncino la morte dell'ipiroga, la sua morte, e la sua nascita sotto altre forme, come il fiume che si separa nelle correnti marine, torniamo a galla per farci accarezzare dal vento, per godere del tepore del sole, poi impazziamo nella tempesta, come flutti in estasi, cerchiamo di bagnare il cielo, di frangerci contro i monti della luna, poi di nuovo giù, nel mondo dei pesci, delle meduse, nel mondo delle profondità marine, sperando che esista almeno un postribolo sotto il mare. Per ora buio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

salto in bocca alla balena