sabato, novembre 16, 2019

Blue grass

Ambra siede sulla ringhiera di un vecchio letto trovata chissà dove. Alle sue spalle, un telo verde si contrappone all'imminente tramonto. Altrove, in un'ipotetica sessione di post-produzione, il telo potrebbe diventare un altro luogo, un altro tempo, qualsiasi altra cosa. Non qui.

Delio guarda Ambra con preoccupazione. Alle sue spalle, una tavola con quattro tazze colme di liquido fumante. Intorno: il deserto.
- Sono preoccupato per quella ragazzina. E' sempre più grande e sempre più sola.
E' ovvio che Delio debba ancora dire qualcosa, ma Lisa interviene per dare la sua opinione. Anche se non è una delle Fondatrici, Lisa è comunque la più anziana.
- La preoccupazione crea falsi bisogni; i falsi bisogni creano falso lavoro; il falso lavoro crea nuove preoccupazioni.
Delio fa una faccia come per dire "lo sappiamo", ma Lisa non può vederlo perché è cieca. Forse, pensa Delio, per questo motivo interrompe sempre tutti.
- Amico Delio, Lisa ha ragione: a che pro nuove nascite?
- Una nuova nascita sarebbe cosa buona, ma noi non facciamo bambini. Noi li attendiamo con gioia, sono due cose molto diverse.
Diletta e Luce: due brave ragazze che credono nella comune.
- Fare un bambino sarebbe...
Violet comincia a dire qualcosa, ma Lisa interrompe anche lei:
- "Fare", diceva la Prima Fondatrice, è il primo passo verso la confusione. "Subire" è la vera essenza.
Delio guarda Violet sconsolato.
- Violet, prego: stavi dicendo?
- Fare un bambino sarebbe utile per la piccola Ambra, tuttavia...
Suona la campana ad interromperla nuovamente: tutti finiscono in fretta le loro bevande per poi avviarsi ciascuno alle proprie attività. Violet si occupa di raccogliere le tazze ed Ambra la raggiunge.
- Vai al fiume a lavare?
Violet sorride: è ovvio, perché tante domande?


Delio guarda la comune dall'alto del pendio. Cerca sempre di essere critico, nei confronti di sé stesso e della comunità, ma spesso si rivela un compito troppo difficile. Così si abbandona alla tristezza, alla commozione, al senso di pietà del cuore per la condizione umana. Il lettore mp3 fa la sua parte, pompandogli nelle orecchie il plasma misterioso della musica. Troppe sensazioni in così poco tempo per poterle processare senza passare ad un livello inferiore di consapevolezza: regredire per lasciare che la meraviglia ti possieda. Le canzoni ormai sono sempre le stesse, ma Delio attinge a quella reliquia del futuro tanto raramente da non doversene preoccupare.

C'è qualcuno alle sue spalle: è Violet. Delio ripone frettolosamente cuffie e lettore nella tasca della camicia.
- Ah, mi hai trovato. E Ambra, dov'è?
- Alla comune, con le altre. Quindi è qui che vieni a rifugiarti. Credevo stessi dando una mano con il raccolto.
- Eh, il raccolto. Credimi, io ne ho raccolte di cose: non succederà niente se oggi mi occuperò d'altro.
Violet esamina il panorama, cercando i suoi punti di riferimento: la sala principale, il telo verde, il pozzo, la pala eolica. Ogni luogo della comune è rappresentato da un mosaico dei momenti che lo riguarda: accatastare sacchi di sabbia intorno al trasformatore prima dell'alluvione, festeggiare la notte di mezza estate all'ombra del telo verde, pompare l'acqua su dal pozzo nelle mattine gelate, prima dell'alba.

E' Delio ad interrompere il silenzio:
- Sai cosa facevano qui, prima che l'Algoritmo abbandonasse questo posto?
- Non ne ho idea.
Violet si siede.
- Nulla, assolutamente nulla. Solo una volta, una troupe venne qui per girare una scena di un film e lasciò il telo verde nella fretta di mettere il resto dell'attrezzatura al riparo da un temporale.
- E' strano.
- Probabilmente il posto è contaminato o qualcosa del genere. Non scherzo. L'Algoritmo non fa niente senza un motivo. D'altronde, a noi cosa può importare di vivere un anno di più o uno di meno? Importa vivere come vogliamo, giusto? Questa è la nostra scelta.
Violet non è sicura di essere d'accordo, ma si trattiene dal rispondere. Forse, nemmeno Delio ne è molto sicuro.
- Lo so che ti chiedo cose di cui non hai un'opinione. Neanche io ce l'avevo e chissà, magari anche la mia cambierà ancora. Ma le mie non sono vere domande, solo un modo di esprimersi. Di fare delle considerazioni.
- Delio, tu cosa facevi, prima di venire qui?
Il vecchio sorride, guardando Violet di sottecchi.
- Ero giovane. Sul serio. L'Algoritmo sa cosa ci rende poveri e tristi meglio di noi. Ero giovane, fino a quando non sono venuto qui e ho capito di essere vecchio. L'Algoritmo ti mantiene come, come chiuso all'interno di un vagone: viaggi solo con persone e con eventi alla tua portata. Quando si stabilisce un rapporto, l'Algoritmo di solito cerca di mantenerlo. In fondo, credo voglia solo il nostro bene. Se ami una persona, l'Algoritmo cercherà di tenervi insieme, se qualcuno per te è il migliore, l'Algoritmo lo manterrà in quella posizione relativa. Per questo dico che prima ero giovane. Non mi ero mai accorto di non esserlo più.
Violet si schiarisce la voce.
- Io ero venuta per dirti una cosa: me ne vado.
- Lo immaginavo. Ritornerai in città.
- No, non voglio ritornare dall'Algoritmo.
- Dove pensi di andare, allora? Quante comunità credi esistano, come la nostra? Siamo un'eccezione.
La voce di Delio non è priva di risentimento.
- Non lo so. Voglio solo andare via. Non voglio ritornare dall'Algoritmo ma forse è quello che succederà. Non lo so.
- Mancherai molto alla piccola Ambra...e a tutti noi.
- Lo so. Anche voi mi mancherete.
- Mi piacerebbe venire con te, Violet; ma ho trovato la mia verità e non sono ancora pronto per vederla cambiare. Forse non lo sarò mai. Per adesso rimarrò in questo deserto sperando di aver fatto la scelta giusta.
Lei nota che, per quanto vecchio, continua a ragionare come se avesse tutto il tempo del mondo.
- E' sicuramente la scelta giusta.

Violet si alza e Delio la segue con lo sguardo. Dove andrà? A cercare cosa? Forse fugge da qualcuno. Da giovane avrebbe lavorato, sulla base di queste premesse, per cercare di dare un'ordine alle cose. Avrebbe creato una, dieci storie che giustificassero quell'evento, fino a trovare quello giusto. Ma si trattava del tempo in cui era giovane e, per quanto potessero essere soltanto cinque anni prima, a Delio sembra un'infinità.
Una volta, al tempo in cui era solito "chiacchierare" con l'Algoritmo, aveva teorizzato che il tempo esistesse per gli esseri umani soltanto per via del giorno e della notte: l'unica ripetizione talmente evidente e precisa da richiedere una misurazione. Ogni altro cambiamento come l'invecchiamento, la gravidanza, lo scorrere delle stagioni, la crescita delle piante, era troppo fine per essere esaminato dalla sensibilità umana: tutte cose che sarebbero semplicemente successe senza correlazione con lo scorrere del tempo.
Il sole stava ormai tramontando: domani sarebbe sorto ancora una volta e Violet non ci sarebbe più stata.

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