venerdì, gennaio 17, 2014

Requiem per un sogno bagnato

Riagganciò il telefono: Selma aveva detto di no. Anche lei, lei che gli era stata vicina nei momenti più brutti, non aveva accettato.
- Ho perso il tocco
Così gli aveva sussurrato al telefono, mentre in sottofondo i suoi nipoti la avvertivano che la torta era cotta.
- Selma, sforni torte ora?
- Oh Pat, sei il solito cascamorto
Appena, due minuti  e quindici secondi dopo, la telefonata era finita.

Patrizio aveva cominciato a cronometrare le telefonate dopo il sesto rifiuto. Queste donne che erano state bellissime, atletiche, disinibite e, soprattutto, arrapanti, ora facevano le vergognose, come se avere ottant'anni oggi avesse cambiato anche i loro corpi di ieri. Erano state davvero arrapanti,  tanto arrapanti da tenere milioni di occhi incollati agli schermi con la navigazione in incognito per ore ed ore. Tanto arrapanti da superare la crisi del 2008, da vincere sull'amatoriale via smartphone e da non risentire di tutte le isteriche volubilità del mercato.

Cosa restava di queste donne ora? Niente, giusto due minuti al telefono ed il sogno di un vecchio produttore: rigirare i loro video. Tutte le scene, inquadratura per inquadratura. Ma niente, nessuna voleva farsi convincere. Gli uomini, inutile dirlo, avevano tutti accettato subito.

Provò con un altra telefonata, forse l'ultima: Patrizio sapeva di non avere molto tempo.
- Missouri, pronto? Sono Patrizio, abbiamo girato insieme Fame di birilli n°7 qualche anno fa...
- Qualche anno fa? Ce l'hai un calendario in casa?

No, non ce l'aveva un calendario. Perché per queste ragazze era così difficile capire? Cinquant'anni prima il video avrebbe fatto furore. E adesso, le stesse donne che al tempo lo avrebbero trovato geniale nella sua insensatezza, si rifiutavano di farne parte.

Possibile che il trash fosse finito? Forse era soltanto il loro orgoglio di donne un tempo bellissime.

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