venerdì, giugno 01, 2012

originariamente sulla pertinenza delle password

Le persone sono generalmente meglio disposte nei confronti della parola scritta.
La lettura è una cosa che può essere interrotta senza la violenza e questo basta a lavare le coscienze di molti.

La diffidenza verso la parola parlata è di sicuro un limite che non è bastato ad impedire che molte forme dell'arte si esprimessero attraverso di essa.

Ma, pensò dopo un'altra remata, forse esiste da qualche parte un libro che riceve invece di trasmettere.
Erano giorni di pestifera quiete metereologica e l'assenza di vento si manifestava nel progressivo accumularsi dei pollini incendiari sul fondo della canoa.

Forse esiste anche un modo di vivere in cui la gente si preoccupa e strilla soltanto quando reputa che gli eventi abbiano raggiunto una certa soglia. Poi si cheta, come una rana sotto la neve. Quindi reagisce con tutta la sua furia non appena la soglia viene nuovamente oltrepassata. Non un attimo prima.
Un modo di vivere simile non può esistere, decide al volo, ben sapendo di doversi concentrare sui piccoli segni premonitori che lo avvertono della presenza di cervi-squalo sulla riva.

Si aggrappa al bordo della canoa, starnutendo dentro la mascherina. Rinunciare a quel pensiero sembra improvvisamente difficile quanto raggiungere Nuovo Rifugio, sul fondo del mare di Galileo.
Un mondo così non può esistere. E se mai esistesse, sarebbe effimero come il mio pensiero.
Impalpabile, tornerebbe nella mente in un attimo.

Ma potrebbe anche persistere. In effetti sto continuando a pensarlo, in modo laterale e sospetto. Diventare qualcos'altro, sciogliersi. Polverizzarsi e disperdersi, per infiammare nuove coscienze.
Allontanarsi dalla sorgente, farvi ritorno. Ricaricarsi, perdere tempo, riprendere la missione.

Sembra l'unica cosa importante, concepire mondi diversi da questo per poi renderli reali in altre menti. Parlarne come se esistessero, cose così.

1 commento:

ippocrate ha detto...

La tua mission è IPiroga