domenica, maggio 06, 2012

hotel bazar

Sfreccia nella sua utilitaria verde, fumando accerchiata da finestrini ermeticamente chiusi, una donna genovese. L'utilizzo sconsiderato dei neon nella sua città non l'ha mai preoccupata, sempre che Genova sia sua in qualche modo, non più di quanto il petrolio non fosse di proprietà dei dinosauri.

L'ascolto di Rino Gaetano in una pizzeria della foce, preparato ad arte per sedurre un terzetto di acculturate studentesse egiziane, ha invece forse più effetto su altri avventori, di altre pizzerie, in tempi diversi.

Uno in particolare, qualche sera dopo l'ascolto, ragiona sull'eventualità di aprire un 'compro oro'. Ma la vita imprenditoriale che sogna di rivoluzionare è una vita d'altri, impersonale, ripetibile ed evanescente come gli omini arancioni dei semafori.

La fame e la povertà, ingessate nei vestiti comprati al volo e senza badare troppo alle misure, si guardano imbarazzate, dopo che l'ennesima porta gli è stata sbattuta in faccia. Tuttavia si rincuorano, sapendo di essere la fame e la povertà soltanto metaforicamente e soltanto per qualcuno. La fame perfino sorride, occhieggiando un kebab in via di estinzione.

1 commento:

odeon ha detto...

toglietemi tutto ma non piazza tommaseo