mercoledì, luglio 07, 2010

Estati d'animo (settima ed ultima parte)

Non so se sono viva o morta.
Per la verità credo ci sarebbero dei modi per capirlo come cercare di muovermi magari, per vedere se mi sono rotta qualcosa.
In realtà non mi interessa tanto.

Vedo solo una specie di disco davanti a me, illuminato da una luce debolissima, lontana.
Potrebbe essere qualsiasi cosa.
Forse è la terra vista dallo spazio, il lato di notte con l'alba che non arriva mai, immobile.
Oppure il rivelatore di fumo sul soffitto di quella camera d'albergo in cui ero il giorno in cui il sole si fermò.
Magari mi sono immaginata tutto, giustificando con un sogno particolarmente complesso quei cinque minuti di sonno in più prima di andare a lavorare.
Che cosa non si farebbe per un pò di riposo.

Più probabilmente si tratta del volante della mia auto, sommersa da tonnellate di terra, illuminato dall'unico spiraglio che mi collega alla superficie. Un faro al contrario, che guidi i soccorsi verso di me. L'occhio del sole è indiscreto, ti osserva anche nella tragedia.

Forse sono vere tutte le ipotesi: sto per morire, sepolta viva nel ventre della terra, ed intontita dal dolore sono rimbalzata dentro e fuori dalla coscienza, inventandomi una storia che giustificasse quella piccola luce che rimane sempre accesa, là in cima.
Forse sono i riflettori che usano i soccorritori, per poter scavare anche di notte.

Immagino che mi trovino, dopo essere stata all'ombra della luce tutto questo tempo e forse, forse succede davvero. Tutto avrebbe senso solo se servisse a far succedere qualcosa, a farmi trovare me stessa, o un tesoro.
Penso all' incontro con gli occhi di un mio soccorritore, di capire che tutto questo sole, il terremoto, questi anni intermittenti come sentieri nella foresta sono serviti a trovare un qualcosa o qualcuno che altrimenti, nella versione precedente del mondo, non avrei trovato mai. Esiste altro, oltre all'amore?

No, ecco che torna il dolore, fortissimo, al ventre. Crollo su me stessa, trattenuta solo dalla cintura di sicurezza. Tutto questo mi ricorda il dolore del parto. Venire alla luce: mi sembra un termine improprio.



Fine

6 commenti:

Rodrizio ha detto...

sono commosso, manco Edipo

pistonare tipe ha detto...

non vedo l'ora

irreprensibile ha detto...

mi piace. volevo cose più sporche tipo un grande verme a forma di cazzo che usciva dalla terra oppure un bordello sotterraneo per morti

TINEYE.COM ha detto...

TINEYE.COM

http://operatoredimerda.splinder.com/ ha detto...

Per il principio di Archimede, il cazzo piace a chi lo chiede

la sapete una cosa? ha detto...

no