"Ora devi dirmi tutto quello che sai sulla tua amica e su chi l'ha minacciata".
Quando pronuncio la parola amica provo come una specie di sussulto, e provo a immaginarmi Deborah al posto di Belene.
"Se vuoi che io ti aiuti, devi raccontarmi tutto".
Mentre le parlo, con una scarpa cerco di pulire l'altra dai residui di brioches alla marmellata 2.0, e con la mano rivolgo un gesto di commiato all'ispettore, come se davvero lo meritasse, con tutto il tempo che mi ha fatto perdere in inutili domande.
Poi guardo Deborah, è tutta accaldata, come se avesse corso; le gote sono rosse, ha l'affanno, e ha addosso qualcosa di diverso da prima. Il mio intuito investigativo mi fa addirittuta accorgere come la macchina non sia posteggiata dove si trovava prima.
Sono stato là dentro a vomitare così a lungo?
Sul volto mi si formula un punto interrogativo così grande che le è impossibile ignorarlo.
"Avevo caldo, avevo sudato molto, credo si tratti della tensione, e visto che porto sempre abiti di ricambio in macchina..."
Abiti di ricambio.
Ecco perchè l'ho mollata, ora ricordo : Deborah è maniacale, ha bisogno di cure.
Ha tutto un senso finalmente, compresa questa terribile giornata con la mia ex-fidanzata prostituta.
Peccato che sia stata lei a scaricare me, e non il contrario, così decido di fare finta di niente.
"Ora andiamo in studio e mi racconti tutto, d'accordo?"
Dannazione a Oscar, arriva tardi in ufficio, mi telefona mentre sono in riunione con il mio primo cadavere, e poi sparisce : l'utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile.
Guido io, Deborah non dice una parola : meglio così, odio conversare quando sono al volante.
Mentre parcheggio mi ricordo di Manuela : chissà se è ancora lì che mi aspetta speranzosa.
Speriamo; il pensiero di una donna in mia attesa mi allieta le rampe di scale, che perciò faccio di corsa, anche troppo, e a metà mi ritrovo col fiato corto; Deborah mi segue a ruota.
Quando entro in studio, però, mi accorgo che forse l'ho fatta aspettare troppo.
Il corpo di Manuela è prono, la ragazza è nuda, distesa tra la scrivania e il muro, intenta in un ultimo penosissimo gesto : impugna un foglietto di carta.
Un orecchio è mozzato, e l'immagine di Manuela nella mia mente affaticata sfuma in quella di Belene.
La vista si annebbia, mi sento mancare le gambe : due cadaveri di donna in un solo giorno sono troppi, soprattutto per un ex-impiegato delle poste che gioca a fare l'investigatore.
Mi lascio cadere a terra, e in un angolo del pavimento scorgo Cesare, il padre di Manuela, seduto, la testa tra le mani, gli occhi bassi : non si è neanche accorto della mia presenza, il pancione gli si gonfia e sgonfia regolare, triste e regolare.
Deborah è dietro di me, è stata forte, ed è rimasta in piedi; in un'altra vita era una ragazza che sveniva al cinema alle prese con un film horror, e invece ora, al massimo, si cambierà un'altra camicia una volta usciti.
Mi porge il foglio dalle mani di Manuela.
Non ho la forza di dirle che non dovrebbe toccare nulla, leggo solamente il post-it giallo : "E' STATO IL MATTO DI OSOPPO".
Ecco il colpo di grazia. Oscar è il responsabile di questo incubo.
La testa mi vola via, leggera : non sono più nel mio studio, i problemi, le ragazze, il Friuli, l'Ispettore Manetta; tutto è lontano, opaco.
Attraverso una nuvola filtra un raggio di sole. Sorrido.
Mi risveglio tra le braccia di Deborah, china su di me; mi stringe forte mentre sento le sirene delle volanti : è stata lei a chiamare la polizia. Ben fatto.
Potrebbe essere un'ottima assistente, devo ricordarmi di proporglielo, una volta finito tutto questo.
Ho voglia di piangere, ma devo alzarmi in piedi.
martedì, luglio 20, 2010
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8 commenti:
siete veramente dei grandi, complimenti vivissimi, specie a quel ragazzo che porta il nome di Matteo Pistone, già terzino dell'Inter, già presto dottore in legge, già presto eroe moderno
nego con fermezza che il mio nome sia paolino paperino
qui si fa confusione di nomi e cognomi
grande Vigno
Post altamente pistonabile
ma alla fine quindi, chi si è scopato il cadavere?
questo tema della morte mi opprime, corro a farmi una sega
i commenti sono la parte più scurrile di questo blog
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