lunedì, luglio 19, 2010

Capitolo 6) Pulp Paul Fiction

Ha anche l'odore da battona, a pensarci bene.
Ma non da battona da strada, sporca e lurida; Deborah profuma : profuma di incontri di lusso.
La sua amica Belene - e quando sento il nome, comincio a non essere più così tanto sicuro che Deborah sia un nomignolo da marciapiede - è stata minacciata, e non dal suo pappone : questa, nel magico mondo della prostituzione, è una novità che mi incuriosisce.
Si prospetta un caso interessante Sebastiano.

Mentre ci dirigiamo a casa della cara Belene, Deborah mi parla un po' del mestiere più antico del mondo, o meglio, della personalissima interpretazione sua e delle sue colleghe.
Mi spiega che alcune di loro lavorano in appartamento, e altre, le meno graziose, stanno in strada, e che alla direzione di tutti i traffici, a godersi lo spettacolo, c'è una vecchia megera veneta, nota a tutti con il nome di Gòto.
Questa è proprio bella.

Ma cosa diavolo ti ha fatto cadere così in basso? - glielo vorrei tanto chiedere, ma il mio pensiero successivo è che sia stata proprio la relazione avuta con me la causa scatenante, così mi tappo la bocca.
Per fortuna non ho avuto tante fidanzate, altrimenti sai che ressa sui marciapiedi.
Tutto d'un tratto ecco che il silenzio assume un suo perchè. Capisco che siamo arrivati sul posto, e altrettanto velocemente noto che non siamo i soli : le luci delle volanti della polizia, la folla di curiosi, un fotografo del Fatto di Osoppo.
Belene è morta, è così lampante che nè io nè Deborah abbiamo bisogno di dirlo ad alta voce.

Con fare spadroneggiante scendo dall'auto - la sua auto - mentre lei rimane a bordo. Con la coda dell'occhio, le rivolgo ancora uno sguardo mentre mi allontano : gelida, ha l'espressione di chi aveva capito in anticipo come sarebbe andata a finire, ma è arrivata troppo tardi.
"Sono un detective privato, lasciatemi passare"
Funziona solo nei film, nella vita vera i poliziotti ridono in faccia a chi fa il nostro mestiere.
E non hanno del tutto torto, Scalise tu vo' fa' l'americano?
Oggi sono fortunato, conosco l'Ispettore.
L'Ispettore Manetta.

Si, avete capito bene, come quello di Topolino, ma senza i caratteristici baffoni.
Però il sigaro lo fuma eccome.
Non ridete, è un vero duro, e se è stato scomodato un Ispettore, il caso deve essere uno di quelli che scottano davvero.
"Oh Scalise, non occorre che ti avvicini, in questo buco malfamato ci sono già abbastanza topi di fogna".
Cinebrivido. Questa la doveva proprio dire, non poteva esimersi.
Lo conosco, ma io e il vecchio Manetta non siamo esattamente buoni amici.
"E poi c'è anche il cadavere di una signorina, ovviamente".
Ovviamente.
"Ispettore, questo caso mi riguarda da vicino, se mi lasciasse..."
Manetta sbuffa di fronte al mio patetico tentativo, ed eppure svariati se e ma successivi riesco ad entrare nella casa, se così può essere chiamata.

E poi la vedo lì, stesa sul pavimento, nuda, le braccia larghe a Uomo di Vitruvio, il sangue dappertutto.
Ha un orecchio mozzato di netto.
Tutto questo mi ricorda Van Gogh, poi lascio definitivamente spazio al romanticismo : il primo cadavere non si scorda mai.

L'idillio è rovinato dalla suoneria del mio telefono cellulare : Maracaibo.
E' Oscar.
Non posso rispondere però : sono troppo impegnato a vomitarmi sui piedi nella stanza acccanto.
Riconosco con piacere il cornetto mangiato al bar poche ore prima.

3 commenti:

sto cazzo dei visi goti ha detto...

mai fatta una sega a un panda?

L' Irreprensibile ha detto...

SIIIIIIIIIIIIIIIII

Guerriero dragone ha detto...

non esiste l'ingrediente segreto