Non mi immagino più a vent'anni.
Era una cosa a cui pensavo spesso i miei vent'anni, prima che li avessi.
Poi improvvisamente non c'è stato più niente di interessante a riguardo, semplicemente li avevo.
A D. cercavo di spiegare come mai mi sarebbe piaciuto vivere un'allucinazione cosciente, uno stato inalterato di alterazione.
Adesso mi farebbe paura, vedere qualcosa che non c'è. Sentire le voci. Essere matto o anzi, impazzire.
E mi immaginavo a vent'anni, l'idea che avevo di me era in viaggio, in un altro paese, distante ma mai dimenticato, come l'Ulisse omerico, fierissimo, idolatrato ma modesto, potente ma misericordioso.
Oggi che ho più di vent'anni faccio cose inaspettate, come c'era da aspettarsi: trovo il tempo per leggere le indicazioni per il corretto utilizzo di una compostiera, mi metto le magliette di sempre, scrivo su questo blog, studio, vado in piscina, passo lunghe ore a farmi i fatti degli altri su facebook.
Insomma c'è di meglio, c'è di peggio. Cosi' è la vita dai, e anche se non fosse cosi' nel dubbio non sbaglio pensando il contrario.
Quella sera, la sera di Acceglio, la tizia che poi avrebbe parlato per tutta la sera di santa Caterina da Siena mi prendeva in giro perchè credeva che tenessi la sciarpa per darmi un tono, per fare colpo sulle tipe della mensa con un'aria da eroe vagabondo. Non perchè avevo freddo. Ho sempre pensato il contrario ma ora, adesso, penso che avesse ragione lei. Un giorno cambierò idea, di nuovo.
Sarebbe dovuto chiamarsi Villaro, ma cammini cammini e non possono accettarti dove lo chiedi. Cammini cammini fino a quando c'è un posto dove invece, si dai, ci stai anche te. La casa dei Fossanesi, incredibile.
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3 commenti:
questo è un post con un destinatario, puah, potrebbe essere scritto da me da quanto fa schifo
mi piace però
con un destinatario?
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