domenica, gennaio 17, 2010

J' accuse

Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?

Cicerone, Emile Zola, che cosa collega questi due personaggi storici? L'amore per la verità, per un' idea, per una causa, la forza eroica e il fervore mistico.

Baro, Rodrizio, Irreprensibile, che cosa collega queste tre penne maliziose? L'amore per la verità, per un' idea, per una causa, la forza eroica e il fervore mistico: in una parola, l' iPiroga. Poco importa se l' iPiroga non ha mai avuto un manifesto programmatico, il suo spirito si aggira comunque per la rete. O meglio, si aggirava.

Infatti l' iPiroga è in pericolo: e non si tratta di un pericolo glorioso, come le censure delle plutocrazie, ma si tratta di un pericolo interno, per questo piu' problematico, subdolo, difficile da attaccare.

Poichè conosco le tipiche argomentazioni di chi pecca- volte alla svalutazione e alla denigrazione di chi fa notare e denuncia il suo peccato- ben conscio che tutto ciò potrebbe minare la forza della mia denuncia, reputo necessaria una breve autocritica.

Io, Irreprensibile, per primo ho trascurato iPiroga e mi sono macchiato del crimine della disattenzione; ma la disattenzione è un comportamento passivo. E se vero che l' indolenza è un peccato, essa non ha mai ucciso nessuno, se non colui che ne è affetto.

Oggi io accuso Rodrizio di apostasia, per aver rinnegato iPiroga per un altro blog e di idolatria, per aver profuso le proprie energie nell' esclusiva cura di "bar sport"; accuso Baro di idolatria, per avere alcuni blog non rivelati e diversi da iPiroga, di simonia, per la sua attitudine a voler guadagnare coi blog. Indico in questi peccati le cause che stanno facendo l' iPiroga sempre più piccola, sempre più provinciale, sempre più abbandonata.

Formulando queste accuse, non ignoro che mi metto sotto il tiro degli articoli 30 e 31 della legge sulla stampa del 29 luglio 1881, che punisce le offese di diffamazione. Ed è volontariamente che mi espongo. Quanto alla gente che accuso, non li conosco, non li ho mai visti, non ho contro di loro né rancore né odio. Sono per me solo entità, spiriti di malcostume sociale. E l'atto che io compio non è che un mezzo rivoluzionario per accelerare l'esplosione della verità e della giustizia. Ho soltanto una passione, quella della luce, in nome dell'umanità che ha tanto sofferto e che ha diritto alla felicità. La mia protesta infiammata non è che il grido della mia anima. Che si osi dunque portarmi in assise e che l'indagine abbia luogo al più presto. Aspetto

3 commenti:

Rodrizio ha detto...

mi pento e mi dolgo di tutti i peccati

Anonimo ha detto...

scrivi un post rodrizio

simonia casa mia ha detto...

l'affare Dreyfus è finito: Emile, te lo dico da amico, è ora di tornare alle seghe